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XIV - Eccellenza di questo modo di provare Dio

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Dio per mezzo di Gesù Cristo.

È solo per mezzo di Gesù Cristo che noi conosciamo Dio.

Senza questo mediatore ogni comunicazione con Dio è tolta.

Per mezzo di Gesù Cristo noi conosciamo Dio.

Tutti coloro che hanno preteso di conoscere Dio e di provarlo senza Gesù Cristo non avevano che prove impotenti.

Ma per provare Gesù Cristo noi abbiamo le profezie che sono prove solide e concrete.

Poiché queste profezie si sono realizzate e sono state confermate dagli avvenimenti, esse attestano la verità certa, la prova della divinità di Gesù Cristo.

In lui dunque e per mezzo suo noi conosciamo Dio.

Al di là di questo e senza le Scritture, senza il peccato originale, senza il necessario mediatore, promesso e arrivato, non è assolutamente possibile provare Dio e s'insegnano la morale e la dottrina.

Dunque Gesù Cristo è il vero Dio degli uomini.

Ma al tempo stesso noi veniamo a conoscenza della nostra miseria, perché quel Dio non è altro che il riparatore della nostra miseria.

Così non ci è possibile conoscere adeguatamente Dio se non conoscendo le nostre iniquità.

Ecco perché quelli che hanno conosciuto Dio senza conoscere la propria miseria se ne sono gloriati, non l'hanno glorificato.

« Quia non cognovit per sapientiam, placuit deo per stultitiam praedicationis salvos facere ».

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Prefazione.

Le prove metafisiche di Dio sono così lontane dal modo di ragionare degli uomini e così complesse, che colpiscono poco; e anche se ciò servisse a qualcuno, non servirebbe che nel solo istante in cui si vede la dimostrazione, ma dopo un'ora verrebbe il dubbio di essersi sbagliati.

« Quod curiositate cognoverunt, superbia amiserunt ».

Questo è il risultato della conoscenza di Dio che non proviene da Gesù Cristo: comunicare senza mediatore con quel Dio che senza mediatore si è conosciuto.

Mentre quelli che hanno conosciuto Dio per mezzo del mediatore conoscono la propria miseria.

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Non è solo impossibile, ma anche inutile conoscere Dio senza Gesù Cristo.

Non se ne sono allontanati ma avvicinati; non si sono abbassati ma …

« Quo quisque optimus eo pessimus si hoc ipsum quod sit optimus ascribat sibi ».

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La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l'orgoglio.

La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione.

La conoscenza di Gesù Cristo sta tra una e l'altra, poiché in essa troviamo Dio e la nostra miseria.

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