Pensieri

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XXII - Prove di Mosè

273

La lunga vita dei patriarchi, invece di disperdere i racconti delle cose passate, serviva al contrario per conservarli.

Ciò che infatti qualche volta ci rende poco istruiti sulla storia degli avi, è il fatto che non abbiamo mai vissuto abbastanza con loro, e che spesso sono morti prima che abbiamo raggiunto l'età della ragione.

Ora, quando gli uomini vivevano così a lungo, i figli vivevano a lungo con i padri.

Ed essi li intrattenevano a lungo.

Ora, su cosa li avrebbero intrattenuti, se non sulla storia dei loro avi, dal momento che tutta la storia si riduceva a questa, e non avevano studi, né scienze, né arti, che occupano tanta parte nei discorsi della vita?

E si vede pure che a quei tempi i popoli mettevano una cura particolare nel conservare le proprie genealogie.

274

Questa religione così grande per miracoli, libri sacri irreprensibili, testimoni saggi e grandi, martiri, re stabiliti ( Davide ), Isaia principe del sangue, così grande per scienza, dopo aver dispiegato tutti i miracoli e tutta la saggezza, rifiuta tutto ciò e afferma di non avere né saggezza né segni, ma la Croce e la follia.

Quelli infatti che, con questi segni e questa saggezza, si sono guadagnata la vostra fiducia e vi hanno provato il loro carattere, vi garantiscono che nulla di tutto ciò ci può cambiare, rendendoci capaci di conoscere e di amare Dio, se non la virtù della follia della Croce, senza saggezza o segni, ma non i segni senza questa virtù.

Per questo la nostra religione è follia, se si guarda alla causa efficace, saggezza, se si guarda alla saggezza che prepara.

275

Prove di Mosè.

Perché Mosè ha fatto così lunga la vita degli uomini e così poche generazioni?

Perché non è il numero degli anni, ma la moltitudine delle generazioni che rende le cose oscure.

Perché la verità non si altera che al mutare degli uomini.

E tuttavia egli pone le due cose più memorabili che si possono immaginare, la creazione e il diluvio, così vicine da poterle toccare.

Otto giorni valgono una vita intera.

276

Finché ci sono stati profeti per conservare la legge, il popolo è stato incostante.

Ma da quando non ci sono più profeti, è arrivato lo zelo.

277

Giuseppe nasconde la vergogna della sua nazione.

Mosè non nasconde la propria vergogna, né … « Quis mihi det ut omnes prophetent? ».

Egli era stanco del popolo.

278

Sem, che aveva visto Lamech, che ha visto Adamo, ha visto anche Giacobbe, che ha visto quelli che hanno visto Mosè: dunque il diluvio e la creazione sono veri.

Ciò è decisivo per chi sa capire.

278 bis

Perché, benché ci fossero da circa duemila anni, quelle poche generazioni che erano passate era come se fossero nuove per gli uomini di quei tempi, così come accade per noi riguardo alle generazioni di trecento anni fa.

Ciò dipende dalla lunghezza della vita dei primi uomini.

Così che Sem, che ha visto Lamech, ecc.

Questa prova è sufficiente per convincere le persone ragionevoli della veridicità del diluvio e della creazione, e ciò mostra la provvidenza di Dio che, vedendo che la creazione inizia ad allontanarsi, si è procurato un testimone che possiamo definire contemporaneo, e ha affidato a tutto un popolo la conservazione del suo libro.

Un'altra cosa ammirevole è che questo libro sia stato accettato unanimemente e senza alcuna opposizione, non solo da tutto il popolo ebreo, ma anche da tutti i popoli e da tutti i re della terra, che l'hanno accolto con un rispetto e una venerazione tutta particolare.

279

Zelo del popolo ebreo nei confronti della sua legge, soprattutto da quando non ci sono più stati profeti.

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