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Serie VI

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Superiorità del popolo ebraico.

In questa ricerca il popolo ebraico attira subito la mia attenzione per la quantità di cose ammirevoli e singolari che vi si manifestano.

Prima di tutto vedo che si tratta di un popolo composto di fratelli, e mentre tutti gli altri sono composti dalla riunione di un'infinità di famiglie, esso, benché stranamente numeroso, proviene tutto da un solo uomo, così che, formando tutti una sola carne ed essendo membra gli uni degli altri, essi compongono un potente Stato di una sola famiglia.

Ed è un fatto unico.

Questa famiglia o popolo è la più antica a memoria d'uomo, ciò che mi sembra meriti una particolare venerazione.

E principalmente nella ricerca che facciamo, perché se Dio si è rivelato in ogni tempo agli uomini, è a loro che bisogna rivolgersi per conoscerne la tradizione.

L'importanza di questo popolo non sta solo nella sua antichità, esso è notevole anche per la sua durata ininterrotta, dall'origine fino ad oggi.

Perché, mentre i popoli della Grecia e dell'Italia, di Sparta, di Atene, di Roma, e gli altri che sono venuti tempo dopo, sono periti da lungo tempo, questi invece esistono ancora, nonostante le macchinazioni di tanti re potenti che cento volte hanno tentato di farli perire, come testimoniano i loro storici, e come è facile giudicare anche solo attenendosi all'ordine naturale delle cose, in un così vasto lasso di tempo.

Essi si sono tuttavia sempre conservati.

E la loro storia, estendendosi dai primi tempi fino agli ultimi, racchiude nella sua la durata di tutte le nostre storie.

La legge da cui è governato questo popolo è al tempo stesso la più antica legge del mondo, la più perfetta e la sola che sia mai stata conservata in uno Stato senza interruzione.

È ciò che Giuseppe mostra mirabilmente contro Apione e Filone Ebreo, in diversi luoghi dove essi fanno vedere che essa è così antica che lo stesso nome di legge è stato conosciuto solo più di mille anni dopo, al punto che Omero, il quale ha scritto la storia di tanti Stati, non se n'è mai servito.

Ed è facile rendersi conto della sua perfezione semplicemente leggendola, da cui si vede come si è provveduto ad ogni cosa con tanta saggezza, tanta equità e discernimento, che proprio ispirandosi ad essa i più antichi legislatori greci e romani ne hanno ricavato le loro principali leggi, come risulta da quella che essi chiamano delle Dodici Tavole, e dalle altre prove che Giuseppe ne dà.

Ma questa legge è al tempo stesso la più severa e la più rigorosa di tutte, per ciò che concerne il culto della loro religione, obbligando questo popolo, per conservarlo nei suoi doveri, a mille prescrizioni particolari e penose, a costo della vita, così che è una cosa davvero stupefacente che essa si sia durevolmente conservata per tanti secoli, presso un popolo ribelle e impaziente come quello, mentre tutti gli altri Stati hanno cambiato, di quando in quando, le loro leggi, ben più facili.

Il libro che contiene questa legge, la prima di tutte, è esso stesso il più antico libro del mondo, quelli di Omero, di Esiodo, e gli altri, vengono sei o settecento anni dopo.

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