Pensieri

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Serie XXIX

660

Genesi 17: « Statuam pactum meum inter me et te foedere sempiterno ut sim deus tuus.

Et tu ergo custodies pactum meum ».

661

La Scrittura ha previsto passi per consolare ogni condizione, ma anche per intimorire ogni condizione.

La natura sembra aver fatto la stessa cosa con i suoi due infiniti, naturale e morale.

Perché noi avremo sempre un sopra e un sotto, i più capaci e i meno capaci, i più in alto e i più miserabili, per umiliare il nostro orgoglio e risollevare la nostra abiezione.

« Fascinatio ».

« Somnum suum ».

« Figura hujus mundi ».

L'Eucarestia.

« Comedes panem tuum ».

« Panem nostrum ».

« Inimici dei terram lingent ».

I peccatori leccano la terra, cioè amano i piaceri terreni.

L'Antico Testamento conteneva le figure della felicità futura, mentre il Nuovo contiene i mezzi per arrivarvi.

Le figure erano di gioia, i mezzi di penitenza, e tuttavia l'agnello pasquale veniva mangiato con lattuga selvatica, « cum amaritudinibus ».

« Singularis sum ego donec transeam ».

Prima di morire Gesù Cristo era quasi solo nel martirio.

Il tempo guarisce i dolori e le liti perché si cambia.

Non si è più gli stessi: né l'offensore né l'offeso sono più gli stessi.

È come rivedere dopo due generaziono un popolo che abbiamo irritato.

Sono ancora Francesi, ma non sono gli stessi.

Se tutte le notti sognassimo la stessa cosa, essa ci colpirebbe come gli oggetti che vediamo di giorno.

E se un artigiano fosse sicuro di sognare tutte le notti per dodici ore di essere re, io penso che la sua felicità sarebbe quasi uguale a quella di un re che tutte le notti sognasse per dodici di ore di essere un artigiano.

Se tutte le notti sognassimo di essere inseguiti dai nemici e turbati da questi penosi fantasmi, e se invece trascorressimo le nostre giornate in differenti occupazioni, come quando si è in viaggio, soffriremmo quasi come se ciò fosse vero, e avremmo paura di dormire come si teme il risveglio quando si ha paura di cadere realmente in tali sventure.

E in effetti il sonno causerebbe quasi gli stessi mali della realtà.

Ma poiché i sogni sono tutti differenti, e anzi ognuno si diversifica in se stesso, quello che vi vediamo ci colpisce molto meno di quello che vediamo da svegli, a causa di una continuità che non è tuttavia così continua e uniforme da non mutare, anche se meno bruscamente, tranne rare volte, come quando in viaggio si dice: « Mi sembra di sognare ».

Perché la vita è un sogno solo un po' meno incostante.

Si dirà che per aver detto che la giustizia ha lasciato la terra gli uomini abbiano conosciuto il peccato originale?

« Nemo ante obitum beatus ».

Si deve dire che hanno appreso come solo con la morte abbia inizio la beatitudine eterna ed essenziale?

Se si conosce la passione dominante di un uomo si è sicuri di piacergli, e tuttavia ciascuno ha le sue fantasie contrarie al proprio bene nell'idea stessa che si ha del bene, ed è una stranezza che ci mette in imbarazzo.

Noi non ci accontentiamo della vita che abbiamo in noi e nel nostro proprio essere.

Noi vogliamo vivere nelle idee degli altri una vita immaginaria, per questo ci curiamo delle apparenze.

Lavoriamo incessantemente per abbellire e conservare il nostro essere immaginario, ma truscuriamo quello autentico.

E se abbiamo o la tranquillità o la generosità o la fedeltà, ci affrettiamo a farlo sapere per trasmettere queste virtù a quell'altro nostro essere, e saremmo disposti anche a staccarcele di dosso pur di unirle all'altro.

Volentieri diventeremmo codardi pur di essere stimati coraggiosi.

È un gran segno della nullità del nostro essere quello di non essere contenti dell'uno senza l'altro, e di scambiare spesso l'uno per l'altro.

Chi non morisse per conservare l'onore sarebbe un infame.

663

Giov. 8: « Multi crediderunt in eum.

Dicebat ergo Jesus: Si manseritis vere mei discipuli eritis et veritas liberabit vos.

Responderunt: Semen Abrahae sumus et nemini servimus unquam ».

C'è una bella differenza tra i discepoli e i veri discepoli.

Li si riconosce quando si dice loro che la verità li renderà liberi.

Perché essi rispondono che sono liberi e che sta a loro uscire dalla schiavitù del diavolo.

Essi sono discepoli, ma non dei veri discepoli.

664

Ci sono tre modi di credere: la ragione, l'abitudine, l'ispirazione.

La religione cristiana, la sola che abbia la ragione, non riconosce come suoi veri figli quelli che credono senza ispirazione.

Non che essa escluda la ragione e l'abitudine, al contrario; ma bisogna aprire la propria mente alle prove, confermarvisi con l'abitudine, ma offrirsi con umiltà alle ispirazioni, che sole possono produrre il vero e salutare effetto: « ne evacuetur crux Christi ».

665

Incomprensibile che Dio esista e incomprensibile che non esista; che l'anima esista con il corpo, che non abbiamo anima; che il mondo sia creato, che non lo sia, ecc.; che ci sia il peccato originale e che non ci sia.

666

« Quid fiet hominibus qui minima contemnunt, majora non credunt? ».

667

I due più antichi libri del mondo sono Mosè e Giobbe.

L'uno ebreo, l'altro pagano, e tutti e due guardano a Gesù Cristo come loro centro comune e loro oggetto, Mosè riferendo le promesse di Dio ad Abramo, Giacobbe, ecc., e le sue profezie; e Giobbe.

« Quis mihi det ut ecc. Scio enim quod redemptor meus vivit ecc. ».

Tra i tanti motivi per cui lo stile dei Vangeli è ammirevole, uno riguarda il fatto che non si abbandona mai ad invettive contro i carnefici e i nemici di Gesù Cristo.

Perché non ci sono storici contro Giuda, Pilato, né alcuno degli Ebrei.

Se questo riserbo degli storici evangelici fosse stato artificioso, così come tanti altri aspetti di un così bel carattere, e lo avessero finto solo per farlo notare, se non avessero osato metterlo in risalto, non avrebbero mancato di procurarsi amici che lo facessero notare a loro vantaggio.

Ma poiché hanno agito in questo modo non per affettazione ma per un sentimento del tutto disinteressato, non l'hanno fatto notare a nessuno, e io credo che molte di queste cose non siano state notate fin qui; questo testimonia il distacco con cui la cosa è stata fatta.

Mai si fa il male con tanta intensità e gioia come quando lo si fa coscientemente.

Come ci si guasta l'intelligenza, ci si guasta anche il sentimento.

È attraverso le conversazioni che ci si forma l'intelligenza e il sentimento.

Quelle buone li formano, quelle cattive li guastano.

Più di tutto dunque importa saperle scegliere per formare e non guastare.

Ma non si può fare questa scelta se essa non è già formata e non guastata.

Si forma così un circolo e sono fortunati quelli che ne escono.

668

La gente comune ha il potere di non pensare a ciò che non vuole pensare.

« Non pensare ai passi che riguardano il Messia », diceva l'ebreo ai suoi figli.

Così spesso fanno i nostri, così si conservano le false religioni, ma anche quella vera presso molte persone.

Ma c'è gente che non ha il potere di impedirsi di pensare e che, quanto più lo si proibisce loro, tanto più pensano.

Costoro si liberano delle false religioni, e anche della vera se non trovano discorsi saldi.

669

« Avrei subito abbandonato i piaceri », dicono, « se avessi la fede ».

Ma io vi dico: avreste quella fede se aveste abbandonato quei piaceri.

Sta a voi cominciare.

Se io potessi, vi darei la fede.

Non posso farlo, né pertanto provare la verità di quello che dite.

Ma voi invece potere abbandonare i piaceri e provare se quello che dico è vero.

Si ha un bel dire, bisogna confessare che la religione cristiana ha qualcosa di stupefacente.

« È solo perché vi siete nato », si dirà.

Tanto poco io mi irrigidisco in essa, proprio per questa ragione, per paura di essere ingannato dalla prevenzione, ma quantunque vi sia nato, non posso fare a meno di trovarla così.

670

La vittoria sulla morte.

« A che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se perde la sua anima? ».

« Chi vuol salvare la sua anima la perderà ».

« Non sono venuto a distruggere la [ legge ] ma a compierla ».

« Gli agnelli non toglievano i peccati del mondo, ma io sono l'agnello che toglie i peccati ».

« Mosè non vi ha dato il pane del cielo ».

« Mosè non vi ha tratto dalla cattività e non vi ha resi veramente liberi ».

Le profezie mescolate a cose particolari e a quelle del Messia, così che le profezie del Messia non fossero senza prove, e che le profezie particolari non fossero senza frutto.

Ci sono due modi di persuadere circa le verità della nostra religione, una con la forza della ragione, l'altra con l'autorità di colui che parla.

Non ci si serve dell'ultima ma della prima.

Non si dice: « Bisogna credere a ciò perché la Scrittura che lo afferma è divina », ma si dice che bisogna credervi per questa e quella ragione, che sono poi deboli argomenti, dal momento che la ragione si presta a tutto.

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