Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se i nomi che si danno a Dio siano sinonimi

In 1 Sent., d. 2, q. 1, a. 3; d. 22, q. 1, a. 3; C. G., I, c. 35; De Pot., q. 7, a. 6; Comp. Theol., c. 25

Pare che i diversi nomi che si danno a Dio siano dei sinonimi.

Infatti:

1. Si chiamano sinonimi quei termini che significano in tutto la medesima cosa.

Ora, i nomi che si dicono di Dio indicano, in tutto, la medesima cosa in Dio, poiché la bontà di Dio è la sua essenza, come anche la sapienza.

Quindi tutti questi termini sono sinonimi.

2. A chi dicesse che questi nomi significano in realtà la stessa cosa, però con una diversità di concetti, si ribatte: un concetto a cui non corrisponde qualcosa di reale è vano: se dunque questi concetti sono molti e la realtà è una sola, pare che tali concetti siano vani.

3. Ciò che è uno realmente e concettualmente è più uno di ciò che è uno realmente e molteplice concettualmente.

Ora, Dio è uno al massimo grado.

Quindi pare che non sia uno realmente e molteplice concettualmente.

E così i nomi detti di Dio non indicano concetti diversi: quindi sono sinonimi.

In contrario:

Dei termini sinonimi uniti insieme non sono che un gioco di parole, come se si dicesse: « La veste è un indumento ».

Se dunque tutti i nomi detti di Dio sono sinonimi non si potrà più dire convenientemente Dio buono ed espressioni consimili; eppure sta scritto in Geremia [ Ger 32,18 ]: « Dio grande e forte, che ti chiami Signore degli eserciti ».

Dimostrazione:

I nomi che si danno a Dio non sono sinonimi.

Asserzione, questa, facile a provarsi se dicessimo che questi nomi sono stati introdotti per escludere qualcosa da Dio, o per designare il suo rapporto di causa verso le creature: perché allora sotto questi nomi vi sarebbero diverse nozioni secondo le varie realtà negate, o secondo i diversi effetti che si hanno di mira.

Ma anche stando a ciò che abbiamo detto [ a. 2 ], che cioè tali nomi significano, per quanto imperfettamente, la sostanza divina, si dimostra facilmente, da quanto precede [ aa. 1,2 ], che contengono nozioni diverse.

Infatti la nozione espressa dal nome è la concezione che l'intelletto si fa della realtà indicata dal nome.

Ora il nostro intelletto, conoscendo Dio per mezzo delle creature, per conoscere Dio forma dei concetti proporzionati alle perfezioni derivanti da Dio nelle creature; le quali perfezioni in Dio preesistono certamente allo stato di unità e semplicità, ma nelle creature sono ricevute in modo diviso e molteplice.

Come dunque alle diverse perfezioni delle creature corrisponde un unico principio semplice, rappresentato in maniera varia e multipla dalle diverse perfezioni delle creature, così alle concezioni molteplici e varie del nostro intelletto corrisponde un unico oggetto assolutamente semplice, conosciuto imperfettamente secondo tali concezioni.

E perciò i nomi attribuiti a Dio, sebbene significhino realmente una sola cosa, tuttavia, siccome la significano attraverso concetti molteplici e diversi, non sono sinonimi.

Analisi delle obiezioni:

1. E così è sciolta la prima obiezione.

Infatti si chiamano sinonimi i nomi che significano una sola cosa secondo un unico concetto.

Ora, quei nomi che esprimono nozioni diverse di un'identica realtà non significano primariamente e direttamente una medesima cosa: poiché il nome non indica la realtà se non mediante la concezione dell'intelletto, come si è visto [ a. 1 ].

2. I molteplici sensi di questi termini non sono falsi e vani, poiché a tutti corrisponde una realtà semplice rappresentata da essi in modo vario e imperfetto.

3. Dipende dalla perfetta unità di Dio che si trovi in lui in maniera semplice e unitaria ciò che è molteplice e diviso nelle cose.

Ed è per questo che egli è uno realmente e molteplice secondo i concetti [ che ne abbiamo ]: poiché il nostro intelletto lo apprende in molteplici modi, come in molteplici modi le cose lo rappresentano.

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