Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se la provvidenza renda necessarie le cose governate

In 1 Sent., d. 39, q. 2, a. 2; C. G., III, cc. 72, 94; De Malo, q. 16, a. 7, ad 15; De rat. fidei, c. 10; Comp. Theol., cc. 139, 140; De Angelis, c. 15; In 1 Periherm., lect. 14; In 6 Metaph., lect. 3

Pare che la divina provvidenza renda necessarie le cose governate.

Infatti:

1. Ogni effetto che abbia una sua causa immediata determinante che attualmente esiste o che è esistita, e dalla quale deriva per necessità, è un effetto necessario, come dimostra il Filosofo [ Met. 6,3 ].

Ma la provvidenza di Dio, essendo eterna, preesiste, e i suoi effetti ne derivano necessariamente, poiché la provvidenza divina non può essere frustrata.

Quindi la divina provvidenza rende necessarie le cose governate.

2. Ogni provveditore cerca di consolidare l'opera sua più che può, perché essa non venga meno.

Ma Dio è potente al sommo.

Quindi alle cose che egli governa impone la stabilità di ciò che è necessario.

3. Boezio [ De consol. 4, pr. 6 ] dice che il fato, « muovendo dai princìpi dell'immutabile provvidenza, tiene stretti gli atti e le fortune degli uomini nella indissolubile concatenazione delle cause ».

Pare dunque che la provvidenza renda necessarie le cose.

In contrario:

Dionigi [ De div. nom. 4 ] dice che « non è proprio della provvidenza distruggere la natura ».

Ma alcune cose sono contingenti per natura.

Quindi la divina provvidenza non può dare alle cose la necessità privandole della loro contingenza.

Dimostrazione:

La divina provvidenza rende necessarie alcune cose, ma non tutte, come alcuni hanno creduto.

Alla provvidenza infatti appartiene indirizzare le cose al loro fine.

Ma dopo la bontà divina, che è il fine trascendente delle cose, il bene principale in esse immanente è la perfezione dell'universo, la quale non esisterebbe se nelle cose non si trovassero tutti i gradi dell'essere.

Quindi alla divina provvidenza spetta produrre tutte le gradazioni degli enti.

E così ad alcuni effetti essa ha prestabilito delle cause necessarie perché avvenissero necessariamente; ad altri invece ha prefissato delle cause contingenti perché potessero avvenire in modo contingente, secondo la condizione delle loro cause immediate.

Analisi delle obiezioni:

1. Effetto della divina provvidenza non è soltanto che una cosa avvenga in un modo qualsiasi, ma [ anche ] che avvenga in modo contingente o necessario.

E così avviene infallibilmente e necessariamente ciò che la divina provvidenza dispone che avvenga infallibilmente e necessariamente, mentre avviene in modo contingente ciò che il piano della divina provvidenza esige che avvenga in modo contingente.

2. La stabilità e la certezza dell'ordine della divina provvidenza consiste proprio in questo, che le cose che Dio governa avvengano tutte nel modo da lui prefissato, cioè in modo necessario o contingente.

3. Quella immutabilità e indissolubilità a cui accenna Boezio si riferisce alla sicurezza della provvidenza, che non può fallire nei suoi effetti, e neppure nel loro modo di accadere da essa stabilito, ma non si riferisce alla necessità degli effetti.

E dobbiamo anche considerare che necessario e contingente sono attributi propri dell'ente in quanto ente.

Per cui il modo della contingenza e della necessità cade sotto la provvidenza di Dio, che è il datore universale di tutto l'essere, e non sotto quella delle cause particolari.

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