Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se gli angeli siano uniti naturalmente a dei corpi

In 2 Sent., d. 8, q. 1, a. 1; C. G., II, c. 91; De Pot., q. 6, a. 6; De Malo, q. 16, a. 1; De Spir. Creat., a. 5; Opusc. 15, De Angelis, c. 18

Pare che gli angeli siano uniti naturalmente a dei corpi.

Infatti:

1. Origene [ Peri Arch. 1,6 ] afferma: « L'esistere senza una sostanza materiale e senz'alcuna aggiunta corporea è proprio della sola natura di Dio, ossia del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».

- Anche S. Bernardo [ In Ct hom. 6 ] dice: « Attribuiamo soltanto a Dio tanto l'immaterialità quanto l'incorporeità: poiché solo la sua natura non ha bisogno né direttamente né indirettamente dell'aiuto di uno strumento corporeo.

È evidente invece che ogni spirito creato ha bisogno dell'aiuto di un corpo ».

E S. Agostino [ De Gen. ad litt. 3,10 ]: «I demoni sono chiamati animali dell'aria, essendo naturalmente dotati di corpi aerei ».

Ma la natura del demonio è identica a quella dell'angelo.

Quindi gli angeli sono uniti naturalmente a dei corpi.

2. S. Gregorio [ In Evang. hom. 10 ] chiama l'angelo « animale razionale ».

Ma ogni animale è composto di corpo e di anima.

Quindi gli angeli sono naturalmente uniti a dei corpi.

3. La vita degli angeli è più perfetta di quella delle anime.

Ma l'anima non soltanto vive, ma vivifica altresì il corpo.

Quindi anche gli angeli vivificano dei corpi ad essi congiunti.

In contrario:

Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che gli angeli sono concepiti « come esseri incorporei ».

Dimostrazione:

Gli angeli non possono essere uniti naturalmente a dei corpi.

Infatti ciò che conviene a una natura accidentalmente non si trova universalmente nella natura stessa.

Come avere le ali, non essendo una caratteristica essenziale dell'animale, non appartiene a tutti gli animali.

Ora, poiché l'intendere, come vedremo [ q. 75, a. 2 ], non è un'operazione del corpo né di alcuna facoltà corporea, la sostanza intellettiva, in quanto tale, non richiede essenzialmente di essere unita a un corpo; ma ciò può capitare a qualche sostanza intellettiva per altri motivi.

All'anima umana, p. es., si addice di essere unita al corpo poiché è imperfetta, ossia in potenza, in quanto sostanza intellettiva: essa infatti, come vedremo in seguito [ q. 84, a. 6; q. 89, a. 1 ], non possiede per natura la pienezza della conoscenza, ma deve acquistarla dalle realtà sensibili per mezzo dei sensi corporei.

Ora, se si trova in un dato genere alcunché di imperfetto, bisogna che preesista un modello perfetto di quello stesso genere.

Vi saranno quindi delle sostanze intellettive, perfette quanto alla loro natura intellettiva, che non hanno bisogno di ricavare la loro conoscenza dalle realtà sensibili.

Quindi non tutte le sostanze intelligenti sono unite a dei corpi, ma ne esistono alcune del tutto separate.

E sono appunto quelle che noi chiamiamo angeli.

Analisi delle obiezioni:

1. Come già dicemmo [ q. 50, a. 1 ], alcuni opinarono che ogni ente fosse corporeo.

Altri poi, partendo, a quanto pare, da questo presupposto, pensarono che non ci potesse essere alcuna sostanza incorporea separata dal corpo; alcuni, anzi, giunsero fino ad affermare che Dio sarebbe l'anima del mondo, come riferisce S. Agostino [ De civ. Dei 7,6 ].

Ma siccome quest'ultima opinione è incompatibile con la fede cattolica, secondo la quale Dio si innalza al disopra di tutte le cose ( « Sopra i cieli si innalza la tua magnificenza», dice il Salmo [ Sal 8,2 ] ), Origene non volle affermare ciò di Dio, ma sostenne tale dottrina quanto alle altre sostanze intellettive.

Ma in questo, come in molti altri punti, egli si ingannò, seguendo le opinioni degli antichi filosofi.

- Quanto poi al passo di S. Bernardo, lo si può interpretare nel senso che gli spiriti hanno bisogno di uno strumento corporeo che, senza essere loro naturalmente unito, venga da essi usato per qualche scopo particolare, come diremo in seguito [ a. 2 ].

- S. Agostino infine non espone il suo pensiero, ma riferisce l'opinione dei Platonici, i quali ammettevano l'esistenza di certi animali composti di aria, che chiamavano dèmoni.

2. S. Gregorio chiama l'angelo animale razionale in senso metaforico, per la somiglianza [ che il suo intelletto ha ] con la ragione.

3. Vivificare come causa efficiente della vita è una perfezione pura, e quindi conviene anche a Dio, secondo il detto della Scrittura [ 1 Sam 2,6 ]: « Il Signore fa morire e fa vivere ».

Al contrario vivificare come causa formale della vita è proprio di quelle sostanze che non hanno in sé tutta la natura di una specie, ma che di essa fanno soltanto parte.

Quindi la sostanza intellettiva che non è unita a un corpo è più perfetta di quella che è ad esso congiunta.

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