Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se il demonio sia stato cattivo nel primo istante della sua creazione per una colpa dovuta alla sua volontà

III, q. 34, a. 3, ad 1; In 2 Sent., d. 3, q. 2, a. 1; In 3 Sent., d. 18, a. 3, ad 4; De Verit., q. 29, a. 8, ad 2; De Malo, q. 16, a. 4; In Ioan., c. 8, lect. 6

Pare che il demonio sia stato cattivo nel primo istante della sua creazione per una colpa dovuta alla sua volontà.

Infatti:

1. Si legge nel Vangelo [ Gv 8,44 ]: « Egli fu omicida fin da principio ».

2. Stando a S. Agostino [ De Gen. ad litt. 1,15; 5,5 ], lo stato informe della creatura precedette la sua formazione non in ordine di tempo, ma di dipendenza causale.

Così sotto il nome di cielo, che leggiamo essere stata la prima cosa creata [ Gen 1,1 ], si dovrebbe intendere, come egli dice, la natura angelica informe; e l'espressione: « Sia la luce, e la luce fu » significherebbe la formazione della natura angelica mediante la sua conversione al Verbo: quindi la natura angelica nel medesimo istante fu creata e divenne luce.

Ma appena essa divenne luce fu anche distinta dalle tenebre [ Gen 1,4 ], che stanno a significare gli angeli peccatori.

Quindi nel primo istante della loro creazione alcuni angeli divennero beati e altri peccarono.

3. Il peccato è il contrapposto del merito.

Ma nel primo istante della sua creazione una natura dotata di intelligenza può meritare: come fu per l'anima di Cristo, o anche per gli stessi angeli buoni.

Quindi i demoni poterono anch'essi peccare nel primo istante della loro creazione.

4. La natura angelica è più potente della natura corporea.

Ma i corpi nel primo istante della loro creazione iniziano ad avere le loro operazioni: il fuoco infatti dal primo istante in cui è generato inizia a muoversi verso l'alto.

Quindi anche l'angelo fu in grado di operare nel primo istante della sua creazione.

E fece necessariamente un'operazione o buona o cattiva.

Se buona, essendo in grazia, meritò con essa la beatitudine.

E poiché negli angeli, come già si è detto [ q. 62, a. 5 ], al merito segue subito il premio, essi sarebbero stati subito beati e non avrebbero mai peccato: il che è falso.

Rimane perciò stabilito che essi peccarono nel primo istante, non avendo allora agito rettamente.

In contrario:

Nella Genesi [ Gen 1,31 ] si legge: « E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona ».

Ma fra le realtà create vi erano anche i demoni.

Quindi anche i demoni un tempo furono buoni.

Dimostrazione:

Alcuni ritennero che i demoni furono cattivi fin dal primo istante della loro creazione non già per natura, ma per un atto dovuto alla loro volontà: poiché il diavolo « dal momento in cui fu creato ricusò la giustizia.

E chi segue questa sentenza », dice S. Agostino [ De civ. Dei 11,13 ], « dissente da quegli eretici, cioè dai Manichei, i quali affermano che il diavolo ha la natura del male ».

- Ma essendo questa opinione in contrasto con la Scrittura ( in Isaia [ Is 14,12 ] infatti sono rivolte al principe di Babilonia, figura del diavolo, queste parole: « Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? »; e in Ezechiele [ Ez 28,12s ] viene detto al diavolo, rappresentato dalla persona del re di Tiro: « Eri un modello di perfezione ( … ) in Eden, paradiso di Dio » ), essa venne giustamente proscritta dai maestri come erronea.

Altri perciò hanno detto che gli angeli potevano peccare nel primo istante della loro creazione, ma non peccarono.

- Ma anche questa opinione viene respinta da qualcuno per il fatto che quando due operazioni si susseguono è impossibile che il medesimo istante segni la fine dell'una e dell'altra.

Ora, è evidente che il peccato dell'angelo fu un'operazione posteriore alla creazione.

Infatti il termine dell'atto creativo è lo stesso essere dell'angelo, mentre il termine dell'operazione del peccato è, per gli angeli, la loro malvagità.

Pare quindi impossibile che l'angelo sia stato cattivo nello stesso istante in cui cominciò a esistere.

Ma questa ragione non è concludente, poiché vale soltanto per quei moti che si svolgono per una certa durata nel tempo: se un moto locale, p. es., segue a un'alterazione, i due fenomeni non possono terminare nello stesso istante.

Se però si tratta di mutazioni istantanee, allora i termini della prima e della seconda mutazione possono stare insieme nel medesimo istante.

Come nell'istante stesso in cui la luna è illuminata dal sole, l'aria è illuminata dalla luna.

Ora, è evidente che la creazione è un'operazione istantanea, e così pure il moto del libero arbitrio negli angeli: essi infatti, come si è già spiegato [ q. 58, a. 3 ], non hanno bisogno di stabilire dei confronti e di seguire il processo discorsivo della ragione.

Quindi nulla impedisce che simultaneamente e nello stesso istante abbiano termine l'atto creativo e l'atto del libero arbitrio.

Perciò è necessario dire diversamente, e cioè che è impossibile che l'angelo abbia peccato nel primo istante con un atto disordinato del suo libero arbitrio.

Sebbene infatti una creatura possa cominciare ad agire nel primo istante in cui comincia a esistere, tuttavia questa sua operazione, simultanea al suo venire all'esistenza, le deriva da quello stesso agente che le comunica l'essere: come il movimento verso l'alto viene comunicato al fuoco dalla causa che lo genera.

Per cui se una cosa riceve l'essere da un agente difettoso, il quale può essere principio di un'azione difettosa, essa nel primo istante in cui inizia a esistere potrà avere un'operazione difettosa: come se una gamba, nascendo zoppa per la debolezza del seme, cominciasse subito a zoppicare.

Ma l'agente che ha dato l'esistenza agli angeli, cioè Dio, non può essere causa del peccato.

Quindi non si può sostenere che il diavolo sia stato cattivo nel primo istante della sua creazione.

Analisi delle obiezioni:

1. Come spiega S. Agostino [ De civ. Dei 11,15 ], quando si dice [ 1 Gv 3,8 ] che il diavolo pecca fin da principio « non si deve credere che egli abbia peccato fin dall'inizio della sua creazione, ma fin dall'inizio del suo peccato »: nel senso cioè che egli non ha mai desistito dalla colpa.

2. Se nella distinzione tra luce e tenebre per tenebre si intendono i peccati dei demoni, allora detta distinzione riguarda la prescienza divina.

Per cui S. Agostino [ De civ. Dei 11,19 ] dice che « poté distinguere la luce dalle tenebre soltanto colui che poté prevedere, prima ancora che cadessero, quelli che sarebbero caduti ».

3. Il merito in tutti i suoi elementi proviene da Dio: perciò l'angelo fin dal primo istante della sua creazione poté meritare.

Non si può dire invece lo stesso del peccato, come si è visto [ nel corpo ].

4. Dio, come insegna S. Agostino [ De civ. Dei 11,11 ], non fece alcuna discriminazione tra gli angeli prima della prevaricazione degli uni e della conversione degli altri: per cui tutti gli angeli, essendo stati creati in grazia, nel primo istante meritarono.

Ma alcuni di essi posero subito un ostacolo alla propria beatitudine, annullando così il merito precedente.

E per questo furono privati della beatitudine che avevano meritato.

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