Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se il firmamento sia stato creato nel secondo giorno

De Pot., q. 4, a. 1, ad 15

Pare che il firmamento non sia stato creato nel secondo giorno.

Infatti:

1. Sta scritto [ Gen 1,8 ]: « Dio chiamò il firmamento cielo ».

Ora, il cielo fu creato prima di tutti i giorni, come risulta dalle parole: « In principio Dio creò il cielo e la terra ».

Quindi il firmamento non fu creato il secondo giorno.

2. Le opere dei sei giorni hanno una disposizione che corrisponde all'ordine della sapienza divina.

Ora, non si addice alla sapienza divina fare dopo ciò che naturalmente viene prima.

Ma il firmamento viene naturalmente prima dell'acqua e della terra, le quali tuttavia sono ricordate prima della formazione della luce, che fu creata il primo giorno.

Quindi il firmamento non fu creato il secondo giorno.

3. Tutte le opere compiute nei sei giorni sono formate di materia, la quale fu creata prima di qualsiasi giorno.

Ma il firmamento non poté essere formato con una materia preesistente, altrimenti sarebbe soggetto a generazione e a corruzione.

Quindi non fu creato il secondo giorno.

In contrario:

Narra la Scrittura [ Gen 1,6 ]: « Dio disse: Sia il firmamento »; poi segue [ Gen 1,8 ]: « E fu sera e fu mattina: secondo giorno ».

Dimostrazione:

S. Agostino [ De Gen. ad litt. 1, cc. 18,19,21 ] insegna che in questo genere di questioni si devono osservare due norme.

Primo: bisogna ritenere fermamente la verità della Scrittura.

Secondo: se la Scrittura divina si presta a molte spiegazioni, nessuno si attacchi a una interpretazione con tanta ostinazione per cui, se essa risultasse certamente erronea, egli presuma di affermare che quello era il vero senso della Scrittura.

In questo modo si eviterà di dare occasione agli increduli di deridere la Scrittura e di precludere loro la via del credere.

Bisogna dunque sapere che sono due le interpretazioni che si danno sulla creazione del firmamento nel secondo giorno.

La prima ritiene che si parli di quel firmamento nel quale si trovano gli astri.

E in tal caso dobbiamo dare spiegazioni diverse a seconda delle opinioni diverse degli uomini intorno al firmamento.

Infatti alcuni dissero che questo firmamento è composto di sostanze elementari.

Così pensò Empedocle, il quale tuttavia asserì che esso è indistruttibile, dato che tra i suoi componenti non vi è lite, ma solo amicizia.

- Altri invece pensarono che la sua natura è come quella dei quattro elementi, non perché ne sia composto, ma perché è anch'esso una specie di elemento semplice.

E fu questa l'opinione di Platone, il quale ritenne che il corpo celeste non fosse altro che l'elemento del fuoco.

- Altri infine ritennero che il cielo non partecipi della natura dei quattro elementi, ma che sia una specie di quinto corpo, estraneo ai quattro elementi.

E questa è l'opinione di Aristotele [ De caelo 1,2 ].

Ammessa dunque la prima sentenza, si potrebbe senz'altro concedere che il firmamento sia stato creato nel secondo giorno, anche quanto alla sua sostanza.

Infatti produrre la sostanza degli elementi rientra nell'opera della creazione, mentre il formare qualcosa con gli elementi preesistenti appartiene all'opera di distinzione e di abbellimento.

- Se invece seguiamo l'opinione di Platone, non si può ragionevolmente credere che il firmamento sia stato fatto nel secondo giorno quanto alla sua sostanza.

In tal caso, infatti, fare il firmamento equivarrebbe a produrre l'elemento fuoco.

Ora, la produzione degli elementi rientra nell'opera della creazione, sempre nella teoria di coloro i quali ritengono che lo stato caotico della materia abbia una precedenza temporale sul suo ordinamento.

Infatti le forme degli elementi sono le prime a rivestire la materia.

- Se infine accettiamo l'opinione di Aristotele [ ib., c. 3 ], sarà molto meno ammissibile che il firmamento nella sua sostanza sia stato prodotto il secondo giorno, posto che tali giorni vogliano indicare una successione di tempo.

Essendo infatti il cielo incorruttibile per natura, esso ha una materia che non può soggiacere ad altre forme, per cui non è ammissibile che venisse formato un firmamento con una materia preesistente.

- Quindi la produzione della sostanza del firmamento rientra nell'opera della creazione.

Tuttavia, sia nell'una che nell'altra opinione, viene attribuita una certa « formazione » del firmamento al secondo giorno.

Come anche Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che la luce del sole fu informe nei primi tre giorni e « formata » nel quarto.

- Se però questi giorni non indicano una successione di tempo, ma soltanto un ordine di natura, come vuole S. Agostino [ De Gen. ad litt. 4,34.53; 5,5.12 ], nulla proibisce di dire, secondo qualsiasi opinione, che la formazione del firmamento, quanto alla sua sostanza, appartiene al secondo giorno.

Su questo firmamento, fatto il secondo giorno, vi è comunque un'altra interpretazione, che non vede in esso quella volta in cui sono fissate le stelle, ma quella parte di atmosfera nella quale si condensano le nubi.

Ed essa viene detta firmamento appunto per la densità dell'aria in quella zona.

Infatti ciò che è fitto e solido viene detto « corpo stabile [ firmum ], a differenza del corpo matematico », come osserva S. Basilio [ In Hexaem. hom. 3 ].

- E in questo senso nulla di assurdo segue per qualunque opinione.

Perciò S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,4.7 ], elogiando questa interpretazione, dice: « Ritengo degnissimo di lode questo punto di vista: poiché ciò che afferma non è contro la fede, e può essere creduto prontamente, se documentato ».

Analisi delle obiezioni:

1. A giudizio del Crisostomo [ In Gen. hom. 2 ], Mosè espresse prima in modo sommario ciò che Dio fece, con la frase preliminare: « In principio Dio creò il cielo e la terra »; poi scese ai particolari.

Come uno che prima dicesse: Il tale muratore fece questa casa, e poi soggiungesse: gettò prima le fondamenta, poi tirò su le pareti e infine ci sovrappose il tetto.

E così nella frase: « In principio Dio creò il cielo e la terra », e nelle altre che narrano come nel secondo giorno sia stato fatto il firmamento, non c'è bisogno di distinguere due cieli.

Tuttavia si può sempre affermare che essi sono diversi, e per varie ragioni.

Per S. Agostino infatti [ De Gen. ad litt. 1, cc. 1,3,4,9 ] il cielo che leggiamo fatto nel primo giorno è la natura spirituale informe, mentre il cielo del secondo giorno sarebbe il cielo materiale.

Invece Beda [ Hexaem. 1 ] e Strabone [ Glossa ord. ] pensano che il primo sia il cielo empireo, mentre il firmamento del secondo giorno sarebbe il cielo sidereo.

- Il Damasceno [ De fide orth. 2,6 ] infine ritiene che il cielo del primo giorno sia quel cielo sferico senza stelle di cui parlano i filosofi, quando dicono che esso è la nona sfera e il primo mobile che si muove con il cielo diurno; il firmamento invece sarebbe il cielo sidereo.

Seguendo però un'altra interpretazione, accettata da S. Agostino [ cf. corpo ], il cielo creato nel primo giorno sarebbe proprio il cielo sidereo, mentre il firmamento del secondo starebbe a indicare quello spazio dell'aria nel quale si condensano le nubi, e che viene chiamato cielo anch'esso per analogia.

E per indicare una tale analogia sarebbe stato scritto appositamente: « Dio diede al firmamento il nome di cielo », come sopra era stato detto: « Diede il nome di giorno alla luce » ( poiché la parola giorno è usata anche per indicare lo spazio di ventiquattro ore ).

E per il rimanente valgono le stesse osservazioni, come dice Mosè Maimonide [ Dux neutr. 2,30 ].

Le risposte poi alla terza e alla quarta obiezione sono contenute in quanto abbiamo detto [ nel corpo ].

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