Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se l'intelletto agente sia uno solo per tutti

In 2 Sent., d. 17, q. 2, a. 1; De Spir. Creat., a. 10; De anima, a. 5; Comp. Theol., c. 86

Pare che l'intelletto agente sia uno solo per tutti.

Infatti:

1. Nessun essere che sia separato dalla materia si moltiplica con la moltiplicazione dei corpi.

Ma l'intelletto agente è separato, come dice Aristotele [ De anima 3,5 ].

Quindi non si moltiplica secondo il numero dei corpi umani, ma è unico per tutti.

2. L'intelletto agente produce l'universale, che consiste in un concetto unico per molte cose.

Ora, ciò che è causa di unità è unico a più forte ragione.

Quindi l'intelletto agente è unico per tutti.

3. Tutti gli uomini concordano nei primi princìpi intellettivi.

Ma l'assenso a quei princìpi viene dato con l'intelletto agente.

Tutti perciò concordano in un solo intelletto agente.

In contrario:

Il Filosofo [ ib. ] afferma che l'intelletto agente è come la luce.

Ma la luce non è identica nei diversi soggetti illuminati.

Quindi non è identico l'intelletto agente dei diversi uomini.

Dimostrazione:

La Analisi del quesito dipende da quanto appena detto [ a. 4 ].

Se infatti l'intelletto agente non facesse parte dell'anima, ma fosse una sostanza separata, l'intelletto agente sarebbe unico per tutti gli uomini.

E questo è appunto il pensiero di chi ammette l'unità dell'intelletto agente.

- Se invece l'intelletto agente fa parte dell'anima come una sua facoltà, è necessario concludere che gli intelletti agenti sono tanti quante sono le anime, le quali corrispondono al numero dei singoli uomini, come si è già visto [ q. 76, a. 2 ].

Non è infatti possibile che un'unica e identica facoltà appartenga a più sostanze.

Analisi delle obiezioni:

1. Il Filosofo prova che l'intelletto agente è separato in base al fatto che è separato quello possibile: poiché, come egli dice [ l. cit. ], « l'agente è superiore al paziente ».

Ora, l'intelletto possibile è detto separato perché non è l'atto di un organo corporeo.

E alla stessa maniera anche l'intelletto agente è detto separato, non già nel senso che sia una sostanza separata.

2. L'intelletto agente causa l'universale astraendolo dalla materia.

Ora, per far questo non si richiede che esso sia unico in tutti quelli che possiedono l'intelletto, ma basta che abbia unità in rapporto a tutti gli oggetti dai quali astrae l'universale, e rispetto ai quali l'universale è uno.

E ciò compete all'intelletto agente in forza della sua immaterialità.

3. Tutti gli esseri di una medesima specie hanno in comune gli atti che derivano dalla natura della specie, e per conseguenza anche la facoltà che è principio di quegli atti; senza però che questa sia unica per tutti.

Ora, conoscere i primi princìpi intellettivi è un atto che deriva dalla specie umana.

Bisogna perciò che tutti gli uomini abbiano in comune quella facoltà che ne è il principio: ed essa è la facoltà dell'intelletto agente.

Non è necessario tuttavia che essa sia numericamente identica per tutti.

- Essa però deve derivare in tutti da un principio unico.

E così la concordanza degli uomini nei primi princìpi dimostra l'unità di quell'intelletto separato che Platone paragona al sole; non dimostra invece l'unità dell'intelletto agente, che Aristotele paragona alla luce.

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