Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se vi sia nell'uomo l'immagine di Dio

p align="center">Supra, q. 35, a. 2, ad 3; q. 45, a. 7; C. G., IV, c. 26; In 2 Sent., d. 16, expos.; In 1 Cor., c. 11, lect. 2

Pare che nell'uomo non vi sia l'immagine di Dio.

Infatti:

1. In Isaia [ Is 40,18 ] si legge: « A chi potreste paragonare Dio? E quale immagine gli darete? ».

2. L'essere immagine di Dio è una prerogativa del Primogenito, del quale l'Apostolo [ Col 1,15 ] afferma: « Egli è l'immagine di Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura ».

Quindi l'immagine di Dio non si trova nell'uomo.

3. S. Ilario [ De synod., 1 can. Syn. Ancyr. ] insegna che « l'immagine è la specie indifferenziata della cosa che rappresenta »; e ancora: « l'immagine è la somiglianza completa e senza differenza di una cosa, fatta per uguagliarla ».

Ora, non si dà una specie indifferenziata [ e comune ] tra Dio e l'uomo, e neppure può esserci uguaglianza.

Quindi non ci può essere nell'uomo l'immagine di Dio.

In contrario:

Sta scritto [ Gen 1,26 ]: « Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza ».

Dimostrazione:

Come fa osservare S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 74 ], « dove c'è l'immagine vi è senz'altro la somiglianza; dove però c'è la somiglianza non per questo c'è senz'altro l'immagine ».

Da ciò rileviamo quindi che la somiglianza fa parte della nozione di immagine, e che quest'ultima aggiunge qualcosa alla nozione di somiglianza, cioè la dipendenza da altro: infatti immagine deriva dall'atto dell'imitare.

Quindi un uovo, per quanto possa essere simile e uguale a un altro uovo, non potrà essere chiamato sua immagine, appunto perché non ne costituisce una riproduzione.

- Il concetto di immagine non include invece l'uguaglianza poiché, come dice S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 74 ], « dove c'è l'immagine non vi è senz'altro l'uguaglianza »: come è evidente nel caso dell'immagine di una persona riflessa in uno specchio.

Però [ l'uguaglianza ] è richiesta nell'immagine perfetta: poiché nell'immagine perfetta non deve mancare nulla di quanto appartiene al prototipo da essa riprodotto.

Ora, è chiaro che nell'uomo vi è una certa similitudine [ o immagine rappresentativa ] di Dio, dipendente da lui come dal suo esemplare: ma non è una similitudine di uguaglianza, poiché l'esemplare supera all'infinito la copia.

Quindi si dovrà dire che nell'uomo vi è un'immagine di Dio non perfetta, ma imperfetta.

E questo vuole indicare la Scrittura quando dice che l'uomo è fatto « a immagine di Dio »: poiché la preposizione a indica l'approssimazione a una cosa, che però è distante.

Analisi delle obiezioni:

1. Il Profeta parla delle immagini materiali fabbricate dall'uomo: perciò usa l'espressione: « Quale immagine gli darete? ».

Ma nell'uomo Dio stesso si è dato un'immagine spirituale.

2. « Il Primogenito di ogni creatura » è l'immagine perfetta di Dio, che adegua perfettamente colui di cui è immagine: perciò di lui si dice che è Immagine, non a immagine.

Invece l'uomo per la somiglianza è chiamato immagine, ma per l'imperfezione di questa somiglianza è detto a immagine.

Ora, poiché la somiglianza perfetta con Dio esige identità di natura, l'immagine di Dio viene a trovarsi nel suo Figlio Primogenito come l'immagine del re nel suo figlio legittimo, mentre nell'uomo essa si trova come in una natura estranea, cioè come l'immagine del re si trova in una moneta d'argento, per usare il paragone di S. Agostino [ Serm. 9,8 ].

3. L'uno non è che l'ente indiviso, e quindi la specie indifferenziata non è altro che la specie unica.

Ora, a una cosa si può attribuire l'unità non solo secondo il numero, la specie o il genere, ma anche secondo una certa analogia o proporzione, e questa è l'unità o comunanza esistente fra la creatura e Dio.

Le parole poi: « fatta per uguagliarla » si riferiscono all'immagine perfetta.

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