Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se nel primo uomo vi siano state le passioni dell'anima

Infra, a. 3, ad 2; De Verit., q. 26, a. 8

Pare che nel primo uomo non vi fossero le passioni dell'anima.

Infatti:

1. Avviene proprio per le passioni dell'anima che « la carne abbia desideri contrari allo spirito » [ Gal 5,17 ].

Ma ciò non avveniva nello stato di innocenza.

Quindi in tale stato non vi erano le passioni dell'anima.

2. L'anima in Adamo era più nobile del corpo.

Eppure il suo corpo era impassibile.

Anche l'anima, dunque, era priva di passioni.

3. Le passioni dell'anima sono represse dalle virtù morali.

Ma in Adamo vi erano le virtù morali in grado perfetto.

Quindi le passioni erano in lui totalmente soppresse.

In contrario:

S. Agostino [ De civ. Dei 14,10 ] afferma che esisteva in essi [ nei progenitori ] « un amore imperturbabile verso Dio » e alcune altre passioni dell'anima.

Dimostrazione:

Le passioni dell'anima risiedono nell'appetito sensitivo, avente per oggetto il bene e il male.

Infatti alcune passioni dell'anima riguardano il bene, come l'amore e la gioia; altre il male, come il timore e il dolore.

E siccome in quello stato primitivo non c'era alcun male presente o incombente, e non mancava alcun bene che allora potesse essere desiderato da una volontà retta, come spiega S. Agostino [ De civ. Dei 14,10 ], ne segue che Adamo non aveva le passioni riguardanti il male, quali il timore, il dolore e simili; e così pure egli mancava di quelle passioni che riguardano il bene ancora assente, ma prossimo a conseguirsi, come la bramosia ardente.

Invece nello stato di innocenza non mancavano le passioni compatibili col bene già presente, come la gioia e l'amore; e neppure quelle che riguardano un bene futuro da conseguirsi a suo tempo, quali sono il desiderio e la speranza non affliggenti.

La cosa però avveniva in modo diverso che al presente.

In noi infatti l'appetito sensitivo, nel quale risiedono le passioni, non è totalmente sottoposto alla ragione: per cui le nostre passioni talora prevengono e ostacolano il giudizio della ragione, mentre altre volte lo seguono, poiché l'appetito sensitivo obbedisce ancora in qualche modo alla ragione.

Ma nello stato di innocenza l'appetito inferiore era totalmente sottoposto alla ragione: per cui allora vi erano soltanto le passioni che seguono il giudizio della ragione.

Analisi delle obiezioni:

1. La carne ha desideri contrari allo spirito per il fatto che [ ora ] le passioni si oppongono alla ragione; ma ciò non avveniva nello stato di innocenza.

2. Nello stato di innocenza il corpo umano era impassibile rispetto a quelle passioni che tendono a eliminare le disposizioni naturali, come vedremo [ q. 97, a. 2 ].

E analogamente l'anima era impassibile rispetto a quelle passioni che sono di ostacolo alla ragione.

3. La perfetta virtù morale non elimina del tutto le passioni, ma le tiene nell'ordine.

Dice infatti Aristotele [ Ethic. 3,12 ] che « è proprio dell'uomo temperante desiderare come conviene e ciò che conviene ».

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