Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se nello stato di innocenza i bambini sarebbero nati confermati nella giustizia

In 2 Sent., d. 20, q. 2, a. 3, ad 5, 7; De Malo, q. 5, a. 4, ad 8; Quodl., 5, q. 5, a. 1

Pare che nello stato di innocenza i bambini sarebbero nati confermati nella giustizia.

Infatti:

1. S. Gregorio [ Mor. 4,31 ], commentando quelle parole di Giobbe [ Gb 3,13 ]: « Dormirei e avrei pace », scrive: « Se nessuna corruzione di peccato avesse guastato il primo padre, egli non avrebbe generato dei figli di perdizione, ma da lui sarebbero nati soltanto gli eletti che ora devono essere salvati dal Redentore ».

Quindi sarebbero nati tutti confermati nella giustizia.

2. Scrive S. Anselmo [ Cur Deus homo 1,18 ]: « Se i nostri progenitori fossero vissuti in maniera da evitare il peccato quando furono tentati, sarebbero stati confermati con tutta la loro discendenza, così da non poter più peccare ».

Quindi i bambini sarebbero nati confermati nella giustizia.

3. Il bene è più forte del male.

Ma dal peccato del primo uomo è derivata, per tutti quelli che provengono da lui, la necessità di peccare.

Se dunque il primo uomo avesse perseverato nella giustizia sarebbe derivata nei posteri la necessità di osservare la giustizia.

4. L'angelo che aderì a Dio, mentre gli altri cadevano nel peccato, fu subito confermato nella giustizia in modo da non poter più peccare.

Parimenti, se l'uomo avesse resistito alla tentazione, sarebbe stato anch'egli confermato.

D'altra parte avrebbe generato gli altri nelle condizioni in cui egli si trovava.

Quindi anche i suoi figli sarebbero nati confermati nella giustizia.

In contrario:

Dice S. Agostino [ De civ. Dei 14,10 ]: « Il genere umano sarebbe felice in questo modo se né essi, cioè i progenitori, avessero commesso il peccato che si sarebbe trasmesso ai posteri, né qualcun altro della loro stirpe avesse commesso un'iniquità meritevole di dannazione ».

Dal che si rileva che se anche i progenitori non avessero peccato, alcuni dei loro discendenti avrebbero tuttavia potuto commettere l'iniquità.

Quindi non sarebbero nati confermati nella giustizia.

Dimostrazione:

Non è possibile che i bambini nello stato di innocenza potessero nascere confermati nella giustizia.

È chiaro infatti che i bambini alla loro nascita non avrebbero avuto una perfezione maggiore di quella che avevano i loro genitori quando li generavano.

Ora i genitori, finché era possibile generare, non sarebbero stati confermati nella giustizia.

Infatti la creatura razionale è confermata nella giustizia quando è resa beata dalla visione aperta di Dio, dal quale non può distaccarsi, essendo Dio l'essenza stessa della bontà dalla quale nessuno può distogliersi: infatti nulla viene desiderato e amato se non in quanto è un bene.

- Ciò però vale secondo la legge comune: poiché per un privilegio speciale può essere altrimenti, come crediamo della Vergine Madre di Dio -.

Dunque non appena Adamo fosse giunto alla beatitudine, che consiste nella visione di Dio per essenza, sarebbe divenuto spirituale non solo nell'anima, ma anche nel corpo; e sarebbe cessata la vita animale, che sola comporta la generazione.

È perciò evidente che i bambini non sarebbero nati confermati nella giustizia.

Analisi delle obiezioni:

1. Se Adamo non avesse peccato non avrebbe generato figli di perdizione nel senso che essi non avrebbero contratto da lui il peccato originale, causa della geenna.

Tuttavia sarebbero potuti divenire ugualmente figli della geenna peccando con il loro libero arbitrio.

Oppure, se non fossero divenuti figli della geenna con il peccato, ciò non sarebbe dipeso dall'essere confermati nella giustizia, ma dalla provvidenza divina che li avrebbe conservati immuni dalla colpa.

2. S. Anselmo non dice questo sotto forma di asserzione, ma di opinione.

E ciò risulta dal modo stesso in cui si esprime: « Pare che, se fossero vissuti », ecc.

3. La ragione addotta non ha valore, sebbene S. Anselmo mostri di esserne rimasto colpito, come appare dalle sue parole [ l. cit. nell'ob. 2 ].

Infatti i discendenti del primo uomo non contraggono, per il peccato, la necessità di peccare al punto di non poter ritornare sulle vie del bene: ciò infatti si verifica solo nei dannati.

Quindi neppure [ Adamo ] avrebbe trasmesso ai suoi discepoli la necessità assoluta di non peccare mai: cosa che si verifica solo nei beati.

4. Non è la stessa cosa per l'uomo e per l'angelo.

L'uomo infatti possiede un libero arbitrio soggetto a mutazione prima e dopo la scelta; non così invece l'angelo, come si è già visto [ q. 64, a. 2 ].

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