Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se l'uso preceda il comando

Pare che l'uso preceda il comando.

Infatti:

1. Il comando, come si è detto [ a. 1 ], è un atto della ragione che presuppone un atto della volontà.

Ma l'uso è un atto della volontà, come si è visto [ q. 16, a. 1 ].

Quindi l'uso precede il comando.

2. Il comando è uno dei tanti mezzi ordinati al fine.

Ma l'uso ha per oggetto i mezzi.

Quindi l'uso è prima del comando.

3. Ogni atto delle potenze mosse dalla volontà viene detto uso: poiché la volontà fa uso delle altre potenze, come si è spiegato [ q. 16, a. 1 ].

Ma abbiamo anche visto [ a. 1 ] che il comando è un atto della ragione in quanto mossa dalla volontà, per cui il comando rientra nel genere dell'uso.

Ora, il generico è prima di ciò che è proprio.

Quindi l'uso precede il comando. In contrario: Scrive il Damasceno [ De fide orth. 2,22 ] che l'impulso verso l'operazione precede l'uso.

Ma l'impulso verso l'operazione si ha nel comando.

Quindi il comando precede l'uso.

Dimostrazione:

L'uso dei mezzi in quanto si trovano [ concettualmente ] nella ragione che li ordina al fine precede la scelta, come si è detto [ q. 16, a. 4 ].

Molto più quindi precede il comando.

- Invece l'uso dei mezzi in quanto sono soggetti alla potenza esecutiva è posteriore al comando, poiché l'uso di chi usa è connesso con l'atto dello strumento usato: infatti uno non usa il bastone prima di operare qualcosa con esso.

Ora, il comando non coincide con l'atto di ciò a cui si comanda, ma è per natura prima della sua esecuzione, e talora è prima anche nel tempo.

Quindi è evidente che il comando viene prima dell'uso.

Analisi delle obiezioni:

1. Non tutti gli atti della volontà precedono quell'atto della ragione che è il comando, ma qualcuno lo precede, cioè la scelta, e qualcuno lo segue, cioè l'uso.

Infatti dopo la determinazione del consiglio, cioè dopo il giudizio della ragione, la volontà sceglie; e dopo la scelta la ragione comanda alla facoltà che deve fare la cosa prescelta; e allora finalmente la volontà comincia a usare, eseguendo il comando della ragione.

Volontà che talora è quella di altri, quando uno comanda ad altre persone, talora è invece quella di chi comanda, quando uno comanda a se stesso.

2. Come gli atti precedono le potenze, così gli oggetti precedono gli atti.

Ma i mezzi sono oggetto dell'uso.

Dal fatto quindi che il comando è relativo al fine si può concludere che il comando viene prima dell'uso, piuttosto che il contrario.

3. Come l'atto della volontà che fa uso della ragione per comandare precede il comando, così si può dire che l'uso della volontà è preceduto da un comando della ragione: poiché gli atti di queste potenze si riflettono reciprocamente l'uno sull'altro.

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