Summa Teologica - I-II

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Articolo 6 - Se ci sia differenza tra il peccato di commissione e quello di omissione

Pare che tra i peccati di commissione e di omissione ci sia una differenza specifica.

Infatti:

1. S. Paolo [ Ef 2,1 ] distingue il delitto dal peccato: « Da morti che eravamo per i nostri delitti e peccati ».

E la Glossa [ interlin. ] spiega: « Per i delitti, cioè tralasciando le cose comandate, e per i peccati, cioè facendo le cose proibite ».

Dal che è evidente che per delitti si intendono i peccati di omissione, e per peccati si intendono quelli di commissione.

Perciò essi sono specificamente distinti, dal momento che vengono contrapposti come specie diverse.

2. È propria del peccato l'opposizione alla legge di Dio: infatti sopra [ q. 71, a. 6 ] abbiamo visto che rientra nella sua definizione.

Ora, nella legge di Dio altri sono i precetti affermativi, contro i quali troviamo i peccati di omissione, e altri sono i precetti negativi, ai quali si oppongono i peccati di commissione.

Quindi tra questi peccati si ha una differenza specifica.

3. L'omissione e la commissione differiscono come l'affermazione e la negazione.

Ma l'affermazione e la negazione non possono appartenere alla medesima specie, poiché la negazione non ha specie alcuna: infatti, al dire del Filosofo [ Phys. 4,8 ], « il non ente non ha né specie né differenza ».

Perciò l'omissione e la commissione non sono di un'identica specie.

In contrario:

Nell'identica specie di peccato si trovano l'omissione e la commissione: infatti l'avaro è portato sia a prendere la roba altrui, facendo un peccato di commissione, sia a non dare del suo a colui a cui deve darlo, facendo così un peccato di omissione.

Quindi l'omissione e la commissione non differiscono specificamente.

Dimostrazione:

Due sono le differenze esistenti fra i peccati: quella materiale e quella formale.

La differenza materiale si basa sulla specie fisica o naturale degli atti peccaminosi, quella formale invece sul fine proprio [ di ciascun atto ], che è poi anche l'oggetto proprio.

Cosicché ci sono degli atti che differiscono materialmente nella specie e tuttavia rientrano nella medesima specie di peccato, in quanto ordinati allo stesso scopo: come appartengono alla medesima specie dell'omicidio lo strangolare, il lapidare e il trafiggere, sebbene tali atti siano di specie diversa quanto alla specie fisica.

Così dunque se consideriamo materialmente i peccati di omissione e di commissione troviamo che materialmente differiscono nella specie: prendendo però la specie in senso lato, come possono averla la negazione e la privazione.

Se invece parliamo formalmente, allora il peccato di omissione e quello di commissione non differiscono nella specie: poiché mirano allo stesso fine, e procedono dallo stesso motivo.

Infatti l'avaro, per ammassare danaro, è portato tanto a rubare quanto a non dare ciò che deve; e così si dica del goloso, che per soddisfare la gola mangia troppo e trascura i digiuni prescritti; e così ancora per gli altri casi: infatti in tutte le cose la negazione si fonda sempre su qualche affermazione, che a suo modo ne è la causa, per cui anche in natura vediamo che è la stessa cosa per il fuoco riscaldare e non raffreddare.

Analisi delle obiezioni:

1. Come si è visto [ nel corpo ], questa divisione tra [ peccati di] omissione e [ di ] commissione non è secondo specie formali diverse, ma secondo specie soltanto materiali.

2. Era necessario che dalla legge di Dio venissero dati precetti affermativi e negativi, affinché gli uomini venissero esercitati nella virtù gradatamente, prima con l'astensione dal male, imposta dai precetti negativi, e in seguito con l'esercizio del bene, promosso dai precetti affermativi.

Quindi i precetti affermativi e negativi non si riferiscano a virtù diverse, ma a gradi diversi nella virtù.

Di conseguenza non è necessario che si contrappongano a peccati specificamente diversi.

Del resto il peccato non riceve la sua specie in quanto è allontanamento [ da Dio ] - infatti da questo lato è privazione o negazione -, ma la riceve in quanto è conversione [ alle creature ], cioè in quanto è un atto.

Quindi i peccati non possono differire specificamente secondo i precetti della legge.

3. L'obiezione si fonda sulla diversità specifica di ordine materiale.

Però si deve notare che la negazione, sebbene non entri direttamente in una specie, viene tuttavia aggregata a una specie per riduzione all'affermazione corrispondente.

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