Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se chi pecca per malizia pecchi più gravemente di chi pecca per passione

In 2 Sent., d. 43, q. 1, a. 4; De Malo, q. 3, a. 13; In 7 Ethic., lect. 8

Pare che chi pecca per malizia non pecchi più gravemente di chi pecca per passione.

Infatti:

1. L'ignoranza scusa dal peccato o in tutto o in parte.

Ora, l'ignoranza di chi pecca per malizia è più grave di quella che si trova in chi pecca per passione, poiché chi pecca per malizia ha l'ignoranza degli stessi princìpi, che stando al Filosofo [ Ethic. 7,8 ] è la più grave: infatti ha un concetto falso del fine, che in campo pratico ha funzione di principio.

Perciò chi pecca per malizia è più scusabile di chi pecca per passione.

2. Più forte è la spinta a peccare, minore è il peccato: come è evidente nel caso di chi è gettato nella colpa da un più grave impeto di passione.

Ma chi pecca per malizia è spinto dall'abito, che ha più forza della passione.

Quindi chi pecca per abito pecca meno di chi pecca per passione.

3. Peccare per malizia significa peccare per la scelta di un male.

Ma anche chi pecca per passione sceglie il male.

Quindi costui non pecca meno di chi pecca per malizia.

In contrario:

Un peccato commesso per calcolo merita per questo una pena più grave, poiché sta scritto [ Gb 34,26s ]: « Come malvagi li percuote, li colpisce alla vista di tutti, poiché per calcolo si allontanarono da lui ».

Ora, la pena non viene aggravata che per la gravità della colpa.

Quindi il peccato viene aggravato dal fatto che è commesso per calcolo, ossia per malizia.

Dimostrazione:

Per tre motivi un peccato di malizia è più grave di un peccato di passione.

Primo, perché il peccato, a parità di condizioni, è tanto più grave quanto più il moto peccaminoso appartiene strettamente alla volontà: poiché il peccato consiste principalmente nel volere.

Ora, quando si pecca per malizia il moto peccaminoso appartiene più strettamente alla volontà, che da se stessa va verso il male, che non quando si pecca per passione, quasi mossi a peccare da qualcosa di estrinseco.

Perciò il peccato risulta aggravato per il fatto che è commesso per malizia; e tanto maggiormente quanto più la malizia è forte.

Invece per il fatto che è commesso per passione diminuisce: e tanto più sensibilmente quanto più la passione è violenta.

Secondo, poiché la passione che spinge la volontà al peccato passa presto: e così l'uomo torna subito ai buoni propositi, col pentimento.

Invece l'abito, che [ d'ordinario ] spinge l'uomo a peccare per malizia, è una qualità permanente: e così chi pecca per malizia rimane più a lungo nel peccato.

Per cui il Filosofo [ Ethic. 7,8 ] paragona l'intemperante, che pecca per malizia, a un malato cronico, mentre paragona l'incontinente, che pecca per passione, a un malato occasionale.

Terzo, in quanto chi pecca per malizia è mal disposto rispetto al fine, che nell'ordine pratico ha funzione di principio.

Quindi il suo difetto è più pericoloso di quello di chi pecca per passione, il cui proposito tende al giusto fine, sebbene venga interrotto per un certo tempo dalla passione.

Ora, una deficienza nei princìpi è sempre gravissima.

Perciò è chiaro che il peccato di malizia è più grave di quello di passione.

Analisi delle obiezioni:

1. L'ignoranza implicita nella cattiva scelta, sulla quale insiste la obiezioni, né scusa né sminuisce il peccato, come si è spiegato sopra [ q. 76, aa. 3,4 ].

Perciò una maggiore ignoranza di questo genere non sminuisce il peccato.

2. La spinta della passione è come se fosse esterna rispetto alla volontà; invece l'abito piega la volontà dall'interno.

Perciò il confronto non regge.

3. Altro è peccare per scelta, altro è peccare scegliendo.

Infatti anche chi pecca per passione pecca scegliendo, ma non pecca per scelta: poiché in questo caso la scelta non è il principio primo del peccato, ma è la passione che porta a scegliere quanto non si sceglierebbe senza di essa.

Invece chi pecca per malizia sceglie il male direttamente, nel modo che si è visto [ a. 1 ].

Perciò in lui la scelta è la causa o il principio del peccato: per questo si dice che egli pecca per scelta.

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