Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se i precetti giudiziali dell'antica legge obblighino in perpetuo

Infra, q. 108, a. 2; II-II, q. 87, a. 1; In 4 Sent., d. 15, q. 1, a. 5, sol. 2, ad 5; Quodl., 2, q. 4, a. 3; 4, q. 8, a. 2; In Hebr., c. 7, lect. 2

Pare che i precetti giudiziali dell'antica legge obblighino in perpetuo.

Infatti:

1. I precetti giudiziali riguardano la virtù della giustizia: poiché il giudizio viene detto l'esecuzione della giustizia.

Ora la giustizia, come dice la Sapienza [ Sap 1,15 ], è « perpetua e immortale ».

Quindi l'obbligazione dei precetti giudiziali è perpetua.

2. L'istituzione divina è più stabile dell'istituzione umana.

Ma i precetti giudiziali delle leggi umane obbligano in perpetuo.

Molto più, dunque, obbligheranno in perpetuo i precetti giudiziali della legge divina.

3. L'Apostolo [ Eb 7,18 ] scrive che « l'abrogazione di una legge ha luogo per la sua debolezza e inutilità ».

E ciò avviene per le norme cerimoniali, le quali « non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, l'offerente, trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane » [ Eb 9,9s ].

Ma i precetti giudiziali erano al contrario utili ed efficaci per raggiungere ciò a cui erano ordinati, cioè per stabilire la giustizia e l'equità tra gli uomini.

Perciò tali precetti dell'antica legge non sono abrogati, ma sono ancora in vigore.

In contrario:

L'Apostolo [ Eb 7,12 ] afferma che, « mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge ».

Ora, il sacerdozio è passato da Aronne a Cristo.

Quindi tutta la legge è anch'essa mutata.

Quindi i precetti legali non hanno più vigore.

Dimostrazione:

I precetti giudiziali non ebbero il potere di obbligare in perpetuo, ma sono stati abrogati con la venuta di Cristo: però in modo diverso da quelli cerimoniali.

Infatti questi ultimi sono abrogati al punto da essere non solo morti, ma anche mortiferi per chi li osserva dopo Cristo, specialmente dopo la divulgazione del Vangelo.

Invece i precetti giudiziali sono morti anch'essi, in quanto privi di ogni obbligatorietà, ma non sono mortiferi.

Poiché se un re ordinasse nel proprio regno di osservare questi precetti non commetterebbe peccato: a meno che tale osservanza non fosse imposta facendo derivare la sua obbligatorietà dall'istituzione [ divina ] dell'antica legge.

Infatti questa intenzione sarebbe mortifera.

E la ragione di questa differenza può essere desunta da quanto abbiamo già detto.

Infatti abbiamo visto sopra [ a. prec. ] che i precetti cerimoniali sono figurali di per se stessi e direttamente, in quanto istituiti principalmente per rappresentare i misteri di Cristo come futuri.

Perciò la loro osservanza pregiudica la verità della fede, secondo la quale confessiamo che tali misteri sono ormai compiuti.

- Invece i precetti giudiziali non furono istituiti per dare delle figure, ma per regolare lo stato di vita del popolo ebraico, che era ordinato a Cristo.

Una volta quindi mutato tale stato con la venuta di Cristo, i precetti giudiziali hanno perduto la loro obbligatorietà: infatti la legge, come insegna S. Paolo [ Gal 3,24 ], fu « il pedagogo » che conduceva a Cristo.

Poiché tuttavia tali precetti non erano ordinati a prefigurare, ma a far compiere determinate cose, la loro osservanza di per sé non pregiudica la verità della fede.

L'intenzione però di osservarli come per un'obbligazione legale pregiudica la verità della fede: poiché ciò equivale a dire che lo stato del popolo ebraico dura tuttora, e che Cristo non è ancora venuto.

Analisi delle obiezioni:

1. La giustizia va sempre osservata.

Tuttavia la determinazione di ciò che è giusto secondo l'istituzione umana o divina deve cambiare secondo il variare degli stati dell'umanità.

2. I precetti giudiziali istituiti dagli uomini hanno un'obbligatorietà perpetua mentre dura un dato regime.

Se però la città o la nazione passa a un altro regime, bisogna mutare le leggi.

Come infatti nota il Filosofo [ Polit. 4,1 ], non possono valere le stesse leggi in una democrazia, che è il governo del popolo, e in un'oligarchia, che è il governo delle persone facoltose.

Mutato quindi lo stato del popolo ebraico, dovevano mutare nello stesso tempo anche i suoi precetti giudiziali.

3. Quei precetti disponevano il popolo alla giustizia e all'equità come conveniva al suo stato di allora.

Ma dopo Cristo lo stato di quel popolo dovette mutare, cosicché in Cristo non ci fosse più alcuna distinzione fra gentili e Giudei come c'era in precedenza.

E così fu necessario che anche i precetti giudiziali mutassero.

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