Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se la legge nuova debba durare sino alla fine del mondo

Pare che la legge nuova non debba durare sino alla fine del mondo.

Infatti:

1. Come insegna l'Apostolo [ 1 Cor 13,10 ], « quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà ».

Ma la legge nuova è imperfetta, poiché l'Apostolo [ 1 Cor 13,9 ] afferma: « La nostra conoscenza è imperfetta, e imperfetta la nostra profezia ».

Quindi la legge nuova deve finire, col sopraggiungere di un nuovo stato.

2. Il Signore [ Gv 16,13 ] promise ai suoi discepoli, con la venuta dello Spirito Santo, la conoscenza « di tutta la verità ».

Ma la Chiesa non conosce ancora tutta la verità, nello stato del nuovo Testamento.

Quindi si deve attendere un altro stato, in cui lo Spirito Santo renderà manifesta tutta la verità.

3. Come il Padre è distinto dal Figlio e il Figlio dal Padre, così lo Spirito Santo è distinto dal Padre e dal Figlio.

Ora, ci fu uno stato appropriato alla persona del Padre: cioè lo stato della legge antica, in cui gli uomini attendevano alla generazione.

Così pure vi è uno stato appropriato alla persona del Figlio: ed è lo stato della legge nuova, in cui predominano i chierici, che attendono alla sapienza, attribuita al Figlio.

Quindi vi sarà un terzo stato dello Spirito Santo in cui predomineranno gli spirituali.

4. Il Signore [ Mt 24,14 ] ha detto: « Questo Vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, e allora verrà la fine ».

Ora, il Vangelo di Cristo è stato già predicato in tutto il mondo, e tuttavia ancora non viene la fine.

Perciò il Vangelo di Cristo non è il Vangelo del regno, ma deve venire un Vangelo dello Spirito Santo, cioè un'altra legge.

In contrario:

Il Signore [ Mt 24,34 ] ha affermato: « Non passerà questa generazione prima che tutto questo accada »; e il Crisostomo [ In Mt hom. 77 ] spiega che si tratta « della generazione dei credenti in Cristo ».

Quindi lo stato dei credenti in Cristo durerà sino alla fine del mondo.

Dimostrazione:

Lo stato del mondo può mutare in due modi.

Primo, col variare della legge: e in questo senso allo stato presente della legge nuova non seguirà alcun altro stato.

Infatti questo stato seguì a quello dell'antica legge come ciò che è perfetto segue a ciò che è imperfetto.

Ora, nessuno stato della vita presente può essere più perfetto di quello della legge nuova.

Poiché nulla può essere più vicino al fine ultimo di quanto introduce direttamente a tale fine.

E la legge nuova fa precisamente questo, secondo la parola dell'Apostolo [ Eb 10,19ss ]: « Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi, accostiamoci a lui ».

Quindi non ci può essere nella vita presente uno stato più perfetto dello stato della legge nuova: poiché ogni cosa tanto più è perfetta quanto più si avvicina al fine ultimo.

Secondo, lo stato dell'umanità può variare per il diverso comportamento degli uomini verso una medesima legge, che essi possono osservare più o meno perfettamente.

E in questo senso spesso subì mutazioni lo stato della legge antica: poiché in certi periodi le leggi erano ottimamente osservate, in altri invece del tutto trascurate.

E così può variare anche lo stato della legge nuova, secondo la diversità di luoghi, di tempi e di persone, in quanto la grazia dello Spirito Santo è posseduta in maniera più o meno perfetta.

Non si deve però attendere uno stato futuro in cui si possa avere la grazia dello Spirito Santo più perfettamente di quanto è avvenuto finora, soprattutto rispetto agli Apostoli, i quali ricevettero « le primizie dello Spirito »: cioè, come spiega la Glossa [ P. Lomb. su Rm 8,23 ], « prima degli altri e più in abbondanza ».

Analisi delle obiezioni:

1. Come spiega Dionigi [ De eccl. hier. 5 ], tre sono gli stati dell'umanità: il primo è quello della legge antica; il secondo quello della legge nuova; il terzo si avrà non in questa vita, ma nella patria beata.

Ora, come il primo è figurale e imperfetto in rapporto allo stato evangelico, così quest'ultimo è figurale e imperfetto in rapporto allo stato della patria; alla venuta del quale lo stato presente finirà, come dice appunto l'Apostolo [ 1 Cor 13,12 ]: « Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia ».

2. Racconta S. Agostino [ Contra Faustum 19,31 ] che Montano e Priscilla ritenevano che la promessa dello Spirito Santo fatta dal Signore non si fosse compiuta negli Apostoli, bensì in loro.

E similmente per i Manichei si sarebbe avverata in Manete, che essi identificavano con lo Spirito Paraclito.

Di conseguenza gli uni e gli altri non accettavano gli Atti degli Apostoli, in cui si mostra chiaramente che quella promessa si avverò negli Apostoli [ At 2 ], secondo la ripetuta affermazione del Signore [ At 1,5 ]: « Sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni ».

Ma queste vanità sono escluse dalle parole evangeliche [ Gv 7,39 ]: « Non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato »; secondo le quali parole si vede chiaramente che lo Spirito Santo fu dato subito, non appena Cristo fu glorificato con la risurrezione e l'ascensione.

E ciò serve anche a escludere le fantasticherie di chiunque dicesse che si deve aspettare una nuova epoca dello Spirito Santo.

Inoltre lo Spirito Santo istruì gli Apostoli su tutte le verità necessarie alla salvezza: cioè su tutte le cose da credere e da praticare.

Invece non li ammaestrò sugli eventi futuri; poiché, come dice la Scrittura [ At 1,7 ], ciò non rientrava nei loro compiti: « Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta ».

3. L'antica legge non era soltanto del Padre, ma anche del Figlio: poiché l'antica legge prefigurava Cristo.

Per cui il Signore afferma [ Gv 5,46 ]: « Se credeste a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto ».

E così pure la legge nuova non è soltanto di Cristo, ma anche dello Spirito Santo, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Rm 8,2 ]: « La legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ».

Perciò non si deve attendere un'altra legge che sia dello Spirito Santo.

4. Fin dal principio della predicazione evangelica Cristo ha affermato [ Mt 4,17 ]: « Il regno dei cieli è vicino ».

Perciò è cosa stoltissima dire che il Vangelo di Cristo non è il Vangelo del regno.

Tuttavia la predicazione del Vangelo di Cristo può essere intesa in due modi: primo, come divulgazione della fama di Cristo, e in questo senso il Vangelo fu predicato in tutto il mondo già al tempo degli Apostoli, come nota il Crisostomo [ In Mt hom. 75 ].

E in questo caso la predizione: « E allora verrà la fine » va intesa della distruzione di Gerusalemme, di cui Gesù parlava in senso letterale.

- Secondo, può essere intesa come predicazione del Vangelo in tutto il mondo con pienezza di effetti, cioè con la fondazione della Chiesa in qualsiasi nazione.

E in questo senso, come dice S. Agostino [ Epist. 199 ], il Vangelo non è stato ancora predicato in tutta la terra; ma una volta che ciò sarà avvenuto, verrà la fine del mondo.

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