Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se la fede sia più certa della scienza e delle altre virtù intellettuali

In 3 Sent., d. 23, q. 2, a. 2, sol. 3; De Verit., q. 10, a. 12, ad 15; q. 14, a. 1, ad 7; In De Trin., q. 3, a. 1, ad 4; In Ioan., c. 4, lect. 5

Pare che la fede non sia più certa della scienza e delle altre virtù intellettuali.

Infatti:

1. Il dubbio si contrappone alla certezza: per cui si considera più certo ciò di cui meno si può dubitare, come è più bianco ciò che ha meno mescolanza di nero.

Ora l'intelletto, la scienza e la sapienza non ammettono dubbi su quanto forma il loro oggetto; invece chi crede talvolta è soggetto a moti di dubbio nelle cose di fede.

Perciò la fede non è più certa delle altre virtù intellettuali.

2. La vista è più certa dell'udito.

Ma « la fede viene dall'ascoltare », come dice S. Paolo [ Rm 10,17 ], mentre l'intelletto, la scienza e la sapienza implicano una certa visione.

Quindi la scienza, come pure l'intelletto, è più certa della fede.

3. Nelle realtà di ordine intellettivo più una cosa è perfetta, più è certa.

Ma l'intelletto è più perfetto della fede: poiché mediante la fede si giunge all'intelletto, stando a quel passo di Isaia [ Is 7,9 ] che così suona secondo i Settanta: « Se non crederete, non intenderete ».

E a proposito della scienza S. Agostino [ De Trin. 14,1 ] insegna che « la fede viene rafforzata dalla scienza ».

Quindi la scienza e l'intelletto sono più certi della fede.

In contrario:

L'Apostolo [ 1 Ts 2,13 ] afferma: « Avendo ricevuto da noi » con la fede « la parola divina della predicazione, l'avete accolta non come parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio ».

Ora, nulla è più certo della parola di Dio.

Quindi la scienza, come qualsiasi altra cosa, non è più certa della fede.

Dimostrazione:

Come si è spiegato in precedenza [ I-II, q. 57, a. 4, ad 2; a. 5, ad 3 ], tra le virtù intellettuali due hanno per oggetto i contingenti, cioè la prudenza e l'arte.

E queste quanto a certezza sono inferiori alla fede a motivo della materia, poiché la fede si occupa delle realtà eterne, che sono immutabili.

- Invece le altre tre virtù intellettuali, cioè la sapienza, la scienza e l'intelletto, hanno per oggetto cose necessarie, come si è visto sopra [ I-II, q. 57, a. 5, ad 3 ].

Si deve però notare che la sapienza, la scienza e l'intelletto possono prendersi in due sensi: come virtù intellettuali, e così fa il Filosofo nell'Etica [ 6, cc 2,3 ], e come doni dello Spirito Santo.

Quanto al primo senso, si deve tenere presente che la certezza può essere considerata sotto due aspetti.

Primo, dal lato delle cause che la determinano: e così è più certo ciò che ha una causa più sicura.

E da questo lato la fede è più certa delle tre virtù ricordate: poiché la fede si fonda sulla verità divina, mentre esse si fondano sulla ragione umana.

Secondo, la certezza può essere considerata dal lato del soggetto: e in questo senso è più certo ciò che l'intelletto umano raggiunge con maggiore pienezza.

E da questo lato la fede è meno certa, poiché mentre le realtà di fede trascendono l'intelletto umano, non lo trascendono le realtà soggette alle tre virtù ricordate.

Siccome però ogni cosa viene giudicata in senso assoluto in base alla propria causa, mentre è giudicata solo in senso relativo dal lato del soggetto, si deve concludere che la fede è più certa in senso assoluto, mentre le altre virtù sono più certe in senso relativo, cioè rispetto a noi.

- E anche se consideriamo le tre cose indicate come doni [ dello Spirito Santo ] per la vita presente, si deve notare che esse stanno alla fede come al principio che ne è il presupposto.

Per cui anche sotto questo aspetto la fede è più certa.

Analisi delle obiezioni:

1. Quel dubbio non dipende dalla causa della fede, ma solo da noi, in quanto non raggiungiamo pienamente con l'intelletto le realtà della fede.

2. A parità di condizioni vedere è più certo che ascoltare.

Quando però colui dal quale si ascolta supera di molto la perfezione di chi vede, allora udire è più certo che vedere.

Come un uomo di cultura modesta è più certo di ciò che ascolta da una persona dottissima che di ciò che a lui può apparire secondo la sua ragione.

E un uomo è molto più certo di ciò che ascolta da Dio, il quale non può ingannarsi, che di quanto egli vede con la sua propria ragione ingannevole.

3. L'intelletto e la scienza superano quanto a perfezione la conoscenza della fede per una maggiore evidenza, ma non per una più certa adesione.

Poiché tutta la certezza dell'intelletto o della scienza in quanto doni deriva dalla certezza della fede: come la certezza nella conoscenza delle conclusioni deriva da quella dei princìpi.

In quanto virtù intellettuali poi la scienza, la sapienza e l'intelletto si fondano sulla luce naturale della ragione, che è inferiore alla certezza della parola di Dio, su cui si fonda la fede.

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