Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se la carità sia la forma delle virtù

In 2 Sent., d. 26, a. 4, ad 5; In 3 Sent., d. 23, q. 3, a. 1, sol. 1; d. 27, q. 2, a. 4, sol. 3; De Verit., q. 14, a. 5; De Malo, q. 8, a. 2; De Virt., q. 2, a. 3

Pare che la carità non sia la forma delle virtù.

Infatti:

1. La forma di ogni cosa o è esemplare o è essenziale.

Ma la carità non è la forma esemplare delle altre virtù: poiché allora tutte le altre virtù avrebbero la sua medesima specie.

E similmente non è la loro forma essenziale: poiché in tal caso la carità non si distinguerebbe da esse.

Perciò in nessun modo è la forma delle altre virtù.

2. La carità rispetto alle altre virtù viene paragonata alla radice e al fondamento, secondo l'espressione di S. Paolo [ Ef 3,17 ]: « Radicati e fondati nella carità ».

Ma la radice e il fondamento non hanno natura di forma, bensì di materia, essendo le prime parti nella produzione di una cosa.

Quindi la carità non è la forma delle altre virtù.

3. Come insegna Aristotele [ Phys. 2,7 ], la forma, il fine e la causa efficiente non si identificano.

Ma la carità viene considerata il fine e la madre delle virtù.

Quindi non deve dirsi la loro forma.

In contrario:

S. Ambrogio [ Ambrosiaster, In 1 Cor, su 8,2 ] afferma che la carità è la forma delle altre virtù.

Dimostrazione:

In morale la forma di un atto viene desunta principalmente dal fine: poiché il principio degli atti morali è la volontà, che trova nel fine l'oggetto e in qualche modo la forma.

Ora, la forma di un atto è sempre proporzionata alla forma di chi opera.

Perciò è necessario che nelle azioni morali ciò che dà ad esse l'ordine al fine dia anche la forma.

Ma da quanto abbiamo detto sopra [ a. prec. ] risulta evidente che la carità ordina gli atti di tutte le altre virtù al fine ultimo, per cui in tal modo dà la forma agli atti di tutte le altre virtù.

E in questo senso si dice che essa è la forma delle altre virtù: infatti anche le stesse virtù vengono considerate tali in ordine agli atti formati.

Analisi delle obiezioni:

1. Si dice che la carità è la forma delle altre virtù non in maniera essenziale o esemplare, ma piuttosto in maniera efficiente: cioè in quanto imprime la forma a tutte nel modo indicato [ nel corpo ].

2. La carità viene paragonata al fondamento e alla radice inquantoché da essa vengono sostenute e nutrite tutte le altre virtù, non in quanto le fondamenta e le radici hanno l'aspetto di causa materiale.

3. Si dice che la carità è il fine delle altre virtù poiché le indirizza tutte al suo proprio fine.

E si dice che è la madre delle altre virtù poiché come una madre concepisce da altri, così dal desiderio del fine ultimo la carità concepisce gli atti delle altre virtù, comandandoli.

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