Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se alla carità appartenga maggiormente l'amare o l'essere amati

In 6 Ethic., lect. 8

Pare che alla carità appartenga maggiormente l'essere amati che l'amare.

Infatti:

1. La carità migliore si trova nei migliori.

Ma i migliori meritano di essere amati maggiormente.

Quindi alla carità appartiene maggiormente l'essere amati.

2. Ciò che si riscontra più di frequente pare essere più conforme alla natura, e quindi migliore.

Ora, secondo il Filosofo [ Ethic. 8,8 ], « molti preferiscono essere amati che amare: e per questo sono molti quelli che amano l'adulazione ».

Perciò essere amati è meglio che amare: quindi si addice maggiormente alla carità.

3. Una causa è superiore ai suoi effetti.

Ma gli uomini amano mossi dal fatto che sono amati: poiché, come dice S. Agostino [ De cat. rud. 4.7 ], « non c'è una spinta più grande ad amare che l'essere prevenuti nell'amore ».

Quindi la carità consiste più nell'essere amati che nell'amare.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 8,8 ] afferma che « l'amicizia consiste più nell'amare che nell'essere amati ».

Ma la carità è un'amicizia.

Quindi la carità consiste più nell'amare che nell'essere amati.

Dimostrazione:

Amare appartiene alla carità come tale.

Essendo essa infatti una virtù, in forza della sua essenza ha l'inclinazione al proprio atto.

Ora, l'essere amato non è un atto della carità di chi viene amato, poiché l'atto della sua carità è l'amare: l'essere amato è invece un fatto che lo riguarda sotto l'aspetto universale di bene, cioè in quanto un'altra persona si volge verso il suo bene con un atto di carità.

Perciò è evidente che alla carità spetta più l'amare che l'essere amati: infatti a ogni cosa appartiene più ciò che le conviene di per sé ed essenzialmente che non quanto le conviene da parte di altri.

E di ciò abbiamo due indizi.

Primo, il fatto che gli amici vengono lodati più perché amano che non perché sono amati: anzi, se non amano essendo amati vengono biasimati.

Secondo, perché le madri, che amano in grado massimo, pensano più ad amare che a essere amate: « alcune infatti », come scrive il Filosofo [ l. cit. ], « danno i loro figli a balia e continuano ad amarli, ma non chiedono di essere riamate, se ciò non accade ».

Analisi delle obiezioni:

1. I più virtuosi, per il fatto che sono più buoni, sono più amabili.

Ma per il fatto che hanno una carità più perfetta, sono più amanti: rispettando però il valore di ciò che è amato.

Infatti chi è più buono non ama ciò che è inferiore a lui meno di quanto esso meriti; invece chi è meno buono non arriva ad amare i migliori secondo il loro merito.

2. Il Filosofo spiega che gli uomini vogliono essere amati in quanto vogliono essere onorati.

Come infatti si rende onore a una persona in riconoscimento del bene in essa esistente, così il fatto di amarla è una dimostrazione che in essa c'è del bene: poiché soltanto il bene è amabile.

Così dunque gli uomini desiderano di essere amati e onorati per qualche altra cosa, cioè per il riconoscimento del bene esistente in essi.

Invece chi ha la carità desidera direttamente l'atto di amare come se si trattasse del bene stesso della carità: cioè come l'atto di una virtù è il bene della stessa.

Per cui alla carità appartiene più l'amare che l'essere amati.

3. Alcuni sono portati ad amare per essere stati amati non nel senso che l'amore ricevuto sia per essi il fine per cui amano, ma nel senso che esso è una certa via che li ha indotti ad amare.

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