Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se nelle guerre si possano tendere insidie

Pare che nelle guerre non si possano tendere insidie.

Infatti:

1. Nel Deuteronomio [ Dt 16,20 ] si legge: « Tu compirai con giustizia ciò che è giusto ».

Ma le insidie, essendo come delle frodi, pare che appartengano all'ingiustizia.

Perciò nelle guerre, anche se giuste, esse non vanno usate.

2. Le insidie e le frodi si contrappongono, come anche le bugie, alla fedeltà.

Ora, essendo noi tenuti a non mancare di fedeltà a nessuno, non dobbiamo dire bugie a nessuno, come insegna S. Agostino [ Contra mendacium 15.31 ].

E poiché, come dice lo stesso Santo [ Epist. 189 ], anche « ai nemici si deve fedeltà », pare che non si debbano usare insidie contro i nemici.

3. Sta scritto [ Mt 7,12 ]: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro »; e ciò va osservato verso tutti i prossimi.

Ma anche i nemici sono nostri prossimi.

Siccome quindi nessuno desidera che gli si tendano insidie, o inganni, pare che nessuno debba fare la guerra ricorrendo a tali cose.

In contrario:

S. Agostino [ Quaest. in Iosue 10 ] afferma: « Quando si intraprende una guerra giusta, non interessa nulla alla giustizia che uno combatta apertamente o con insidie ».

E lo dimostra con l'autorità del Signore, il quale comandò a Giosuè [ Gs 8,2 ] di preparare un'imboscata agli abitanti di Ai.

Dimostrazione:

Un'insidia o imboscata è ordinata a ingannare i nemici.

Ora, uno può essere ingannato dal comportamento o dalle parole di un altro in due modi.

Primo, per il fatto che gli viene detto il falso, oppure si manca alla promessa.

E questo è sempre illecito.

Quindi nessuno deve ingannare i nemici in questo modo: come dice infatti S. Ambrogio [ De off. 1,29 ], anche tra i nemici vanno rispettati i patti e certe norme di guerra.

Secondo, uno può essere ingannato dal nostro parlare o dal nostro agire perché noi non gli mostriamo il nostro proposito e le nostre idee.

Ora, non sempre siamo tenuti a questo: poiché anche nell'insegnamento sacro diverse cose vanno tenute nascoste, specialmente agli increduli, perché non le deridano, come dice il Vangelo [ Mt 7,6 ]: « Non date le cose sante ai cani ».

Perciò a maggior ragione vanno nascosti al nemico i preparativi per combatterlo.

Quindi fra tutte le altre norme dell'arte militare si mette al primo posto la precauzione di tener segrete le decisioni perché non arrivino al nemico, come si rileva dal libro di Frontino [ Stratag. 1 ].

E questa segretezza appartiene alle insidie di cui è lecito servirsi nelle guerre giuste.

- Insidie che non possono propriamente essere dette inganni, e neppure sono in contrasto con la giustizia o con il retto volere: sarebbe infatti disordinato il volere di chi pretendesse che gli altri non gli nascondano nulla.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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