Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la sapienza possa trovarsi senza la grazia e col peccato mortale

Pare che la sapienza possa trovarsi senza la grazia e col peccato mortale.

Infatti:

1. I santi si gloriano specialmente di quelle cose che non possono coesistere col peccato mortale, come fa S. Paolo [ 2 Cor 1,12 ] con quelle parole: « Questo è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza ».

Invece dellasapienza uno non deve gloriarsi, poiché sta scritto [ Ger 9,22 ]: « Il sapiente non si vanti della sua sapienza ».

Perciò la sapienza può trovarsi senza la grazia, col peccato mortale.

2. La sapienza, come si è detto [ aa. 1,3 ], comporta la conoscenza delle realtà divine.

Ma alcuni in peccato mortale hanno la conoscenza delle verità divine, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 1,18 ]: « Ritengono la verità di Dio nell'ingiustizia ».

Quindi la sapienza è compatibile col peccato mortale.

3. S. Agostino [ De Trin. 15,18.32 ] parlando della carità afferma: « Nessun dono di Dio è più eccellente di questo: esso è il solo che distingue i figli del regno eterno dai figli della perdizione eterna ».

Ma la sapienza non si identifica con la carità.

Quindi essa non distingue i figli del regno dai figli della perdizione.

E così può trovarsi col peccato mortale.

In contrario:

Sta scritto [ Sap 1,4 ]: « La sapienza non entra in un'anima che opera il male, né abita in un corpo schiavo del peccato ».

Dimostrazione:

Secondo le spiegazioni date [ aa. 2,3 ], la sapienza che è dono dello Spirito Santo provvede alla rettitudine del giudizio sulle cose divine, o su altre cose in base a criteri divini, per una certa connaturalità o unione col divino, unione che si compie mediante la carità, come si è detto [ a. 2 ].

Quindi la sapienza di cui parliamo presuppone la carità.

Ma la carità non può sussistere col peccato mortale, per i motivi da noi già ricordati [ q. 24, a. 12 ].

Quindi la sapienza di cui parliamo è incompatibile col peccato mortale.

Analisi delle obiezioni:

1. Ciò è vero della sapienza relativa alle cose del mondo, oppure anche di quella relativa alle cose divine conquistata con argomenti umani.

Della quale sapienza i santi non si gloriano, e confessano di non averla, come si legge nei Proverbi [ Pr 30,2 ]: « La sapienza degli uomini non è con me ».

Però essi si gloriano della sapienza divina, secondo l'espressione di S. Paolo [ 1 Cor 1,30 ]: « Cristo Gesù, per opera di Dio, è diventato per noi sapienza ».

2. Il secondo argomento vale per la conoscenza delle realtà divine che si acquista con lo studio e la ricerca della ragione, e che è compatibile col peccato mortale, mentre non lo è la sapienza di cui parliamo.

3. La sapienza presuppone la carità, pur distinguendosi da essa: per cui distingue i figli del regno dai figli della perdizione.

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