Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la gnome sia una virtù speciale

I-II, q. 57, a. 6, ad 3; In 3 Sent., d. 33, q. 3, a. 1, sol. 3

Pare che la gnome non sia una virtù speciale, distinta dalla synesis.

Infatti:

1. Si dice che un uomo è dotato di buon giudizio in forza della synesis.

Ma nessuno può essere detto di buon giudizio se non giudica bene di tutte le cose.

Quindi la synesis si estende a giudicare ogni cosa.

E così non esiste un'altra virtù, la gnome, fatta anch'essa per ben giudicare.

2. Il giudizio è una funzione che sta fra le deliberazioni e il comando.

Ora, esiste una sola virtù per ben deliberare, cioè l'eubulia; e unica è pure la virtù per ben comandare, cioè la prudenza.

Quindi è una sola anche la virtù per ben giudicare, cioè la synesis.

3. Le cose che capitano di rado, e nelle quali bisogna scostarsi dalle leggi comuni, sono piuttosto fatti casuali che esulano dalla ragione, come dice Aristotele [ Phys. 2,5 ].

Tutte le virtù intellettuali invece interessano la retta ragione.

Quindi per tali cose non esiste alcuna virtù intellettuale.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 6,11 ] insegna che la gnome è una virtù speciale.

Dimostrazione:

Gli abiti conoscitivi si distinguono tra loro in base alla diversa nobiltà dei princìpi: come in campo speculativo la sapienza ha per oggetto princìpi più alti della scienza, e per questo è distinta da essa.

La stessa cosa quindi deve verificarsi in campo pratico.

È evidente infatti che i fenomeni che avvengono fuori dell'ordine dei princìpi o cause inferiori si riconducono talora all'ordine di una causa superiore: come i parti mostruosi degli animali avvengono al di fuori dell'ordine dovuto alla virtù attiva del seme, e tuttavia ricadono nell'ordine di una causa più alta, cioè dei corpi celesti, oppure in quello più alto ancora della divina provvidenza.

Perciò chi si limitasse a considerare la virtù attiva del seme non potrebbe dare un giudizio determinato su tali mostri, mentre di essi si può giudicare in rapporto alla divina provvidenza.

Ora, capita talvolta di dover agire al di fuori delle leggi ordinarie: a chi è nemico della patria, p. es., non si deve restituire il deposito.

Perciò di questi casi bisogna giudicare in base a princìpi più alti delle leggi comuni, alle quali si attiene la synesis.

Quindi si esige una virtù di giudizio impostata su questi princìpi più alti, che viene detta gnome e che implica una particolare perspicacia di giudizio.

Analisi delle obiezioni:

1. La synesis è fatta per giudicare secondo verità di tutto ciò che segue le leggi comuni.

Ma ci sono altre cose che vanno giudicate prescindendo dalle leggi comuni, come si è detto [ nel corpo ].

2. Il giudizio va desunto dai princìpi propri di ciascuna cosa; la ricerca invece può basarsi anche su quelli universali o comuni.

Per cui anche in campo speculativo la dialettica, che ha funzioni di ricerca, procede dai princìpi comuni, mentre le scienze dimostrative, che hanno funzioni di giudizio, procedono dai princìpi propri.

E così l'eubulia, a cui spetta la ricerca del deliberare, è unica per tutte le cose, mentre non lo è la synesis, che ha il compito di giudicare.

- Il comando poi considera in tutte le cose un'unica ragione di bene.

Quindi è unica anche la prudenza.

3. Spetta soltanto alla provvidenza divina di considerare tutti i casi che possono capitare fuori del corso normale delle cose; tuttavia anche tra gli uomini chi è più perspicace può giudicare con la sua ragione molte di queste cose.

Ed è questo il compito della gnome, che implica appunto una certa perspicacia di giudizio.

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