Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se uccidere i malfattori sia lecito ai chierici

In 4 Sent., d. 25, q. 2, a. 2, sol. 2

Pare che uccidere i malfattori sia lecito ai chierici.

Infatti:

1. I chierici sono tenuti in modo particolare a eseguire il comando dell'Apostolo [ 1 Cor 4,16 ]: « Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo », comando che ci impegna a imitare Dio e i suoi santi.

Ora Dio stesso, che noi adoriamo, uccide direttamente i malfattori, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 136,10 ]: « Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti ».

Inoltre Mosè fece uccidere dai leviti ventitremila uomini per l'adorazione del vitello d'oro [ Es 32,28 ].

E il sacerdote Finees uccise l'israelita che stava peccando con una madianita [ Nm 25,6ss ].

- Samuele poi uccise Agag re di Amalec [ 1 Sam 15,33 ]; Elia trucidò i sacerdoti di Baal [ 1 Re 18,40 ]; Mattatia mise a morte l'apostata che si apprestava a sacrificare [ 1 Mac 2,24 ]; nel Nuovo Testamento Pietro punì con la morte Anania e Saffira [ At 5,3ss ].

Perciò anche ai chierici è lecito uccidere i malfattori.

2. Il potere spirituale è superiore a quello temporale, e più vicino a Dio.

Ma il potere temporale ha la facoltà di uccidere i malfattori quale « ministro di Dio », come dice S. Paolo [ Rm 13,4 ].

A maggior ragione quindi possono ucciderli lecitamente i chierici, che sono ministri di Dio nell'esercizio di un potere spirituale.

3. Chi lecitamente ha ricevuto un ufficio può esercitarne lecitamente i compiti.

Ma è compito del principe temporale uccidere i malfattori, come sopra [ a. prec. ] si è dimostrato.

Perciò i chierici che sono principi temporali possono uccidere i malfattori.

In contrario:

Sta scritto [ 1 Tm 3,2s ]: « Il vescovo deve essere irreprensibile, non dedito al vino, non violento ».

Dimostrazione:

Ai chierici non è permesso uccidere per due motivi.

Primo, perché sono incaricati del servizio dell'altare, in cui viene rappresentata la passione di Cristo crocifisso, il quale, come dice S. Pietro [ 1 Pt 2,23 ], « oltraggiato non rispondeva con oltraggi ».

Per cui ripugna che i chierici percuotano o uccidano: i ministri infatti devono imitare il loro Signore, secondo le parole della Scrittura [ Sir 10,2 ]: « Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri ».

La seconda ragione sta nel fatto che i chierici sono incaricati del ministero della nuova legge, in cui non vengono prescritte pene di morte o di mutilazioni corporali.

Perciò, affinché essi siano « ministri adatti di una Nuova Alleanza » [ 2 Cor 3,6 ], devono astenersi da tali cose.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio, quale causa universale, compie in tutti gli esseri ogni retta operazione, però secondo la convenienza di ciascuno.

Perciò ognuno deve imitare Dio secondo le esigenze del proprio stato.

Sebbene quindi Dio sopprima anche fisicamente i malfattori, non tutti sono in questo autorizzati a imitarlo.

- S. Pietro poi non uccise Anania e Saffira con le proprie mani o col suo potere, ma piuttosto promulgò la loro sentenza di morte stabilita da Dio.

- I sacerdoti e i leviti dell'antico Testamento invece erano ministri dell'antica legge, la quale infliggeva pene corporali: quindi era loro concesso di uccidere con le loro mani.

2. Il ministero dei chierici è ordinato a un fine superiore a quello che giustifica le esecuzioni capitali, cioè alla salvezza delle anime.

Perciò ripugna che essi si interessino di cose più basse.

3. I prelati della Chiesa, pur accettando l'ufficio di principi secolari, non pronunziano da se stessi le sentenze capitali, ma ne danno l'incombenza ad altri.

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