Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se la maldicenza sia un peccato più grave della mormorazione

Pare che la maldicenza sia un peccato più grave della mormorazione.

Infatti:

1. I peccati di lingua consistono nel dir male di altri.

Ma il maldicente dice del prossimo ciò che è male in senso assoluto, poiché da tale male proviene l'estinzione o la diminuzione della fama, mentre il mormoratore è preoccupato soltanto di dire un male apparente, cioè che dispiace a chi ascolta.

Quindi la maldicenza è un peccato più grave della mormorazione.

2. Chi toglie la fama a una persona non le toglie un amico soltanto, ma molti: poiché tutti rifiutano l'amicizia di chi è infamato.

Infatti per condannare una persona così si esprime la Scrittura [ 2 Cr 19,2 ]: « Potevi amare coloro che odiano il Signore? ».

Invece la mormorazione toglie un amico soltanto.

Quindi la maldicenza è un peccato più grave della mormorazione.

3. Sta scritto [ Gc 4,11 ]: « Chi sparla del fratello parla contro la legge », e quindi contro Dio, che è il legislatore: per cui la maldicenza è un peccato contro Dio, che è il più grave, come sopra [ q. 20, a. 3; I-II, q. 73, a. 3 ] si è visto.

Invece il peccato di mormorazione è contro il prossimo.

Perciò il peccato di maldicenza è più grave del peccato di mormorazione.

In contrario:

Nella Scrittura [ Sir 5,17 Vg ] si legge: « Gravissima infamia sull'uomo di doppia lingua: al mormoratore poi odio, inimicizia e obbrobrio ».

Dimostrazione:

Come sopra [ q. 73, a. 3; I-II, q. 73, a. 8 ] si è detto, un peccato contro il prossimo è tanto più grave quanto più grave è il danno arrecato: e il danno è tanto più grave quanto più alto è il bene compromesso.

Ora, tra i beni esterni il più importante è l'amicizia: poiché, come dice il Filosofo [ Ethic. 8,1 ], « nessuno può vivere senza amici ».

Per cui nella Scrittura [ Sir 6,15 ] si legge: « Per un amico fedele non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore ».

Poiché anche la buona fama, che viene tolta dalla maldicenza, serve specialmente a rendere una persona oggetto di amicizia.

Perciò la mormorazione è un peccato più grave della maldicenza, e anche della contumelia: poiché, secondo il Filosofo [ Ethic. 8,8 ], « l'amico vale più dell'onore, e vale più essere amati che essere onorati ».

Analisi delle obiezioni:

1. La specie e la gravità di un peccato si desumono più dal fine che dall'oggetto materiale.

E a motivo del fine la mormorazione è più grave: sebbene talora il maldicente dica cose peggiori.

2. La fama dispone all'amicizia, e l'infamia all'inimicizia.

Ora, una disposizione è inferiore alla realtà a cui predispone.

Perciò chi coopera a produrre una disposizione all'inimicizia pecca meno gravemente di chi mira in maniera diretta a produrre l'inimicizia.

3. Chi sparla del prossimo in tanto parla contro la legge in quanto disprezza il precetto della carità verso di esso.

Ma colui che mira a sciogliere un'amicizia agisce più direttamente contro tale precetto.

Per cui questo peccato è più di ogni altro contro Dio: poiché, come dice S. Giovanni [ 1 Gv 4,8.16 ], « Dio è amore ».

Per questo nei Proverbi [ Pr 6,16 ] si legge: « Sei cose odia il Signore, e la settima gli è in abominio »; e al settimo posto troviamo appunto « chi semina discordie tra i fratelli » [ Pr 6,19 ].

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