Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la veracità sia tra le parti [ potenziali ] della giustizia

In 4 Ethic., lect. 15

Pare che la veracità non sia tra le parti [ potenziali ] della giustizia.

Infatti:

1. E proprio della giustizia rendere agli altri ciò che è dovuto.

Ma per il fatto che uno dice la verità non pare che renda agli altri ciò che è dovuto, come accade invece in tutte le altre virtù annesse alla giustizia.

Quindi la veracità non è tra le parti della giustizia.

2. La veracità o verità appartiene all'intelletto.

La giustizia invece risiede nella volontà, come si è visto sopra [ q. 58, a. 4 ].

Perciò la veracità non è una parte [ potenziale ] della giustizia.

3. Secondo S. Girolamo [ ? ] ci sono tre tipi di verità: « la verità della vita », « la verità della giustizia » e « la verità della dottrina ».

Ma nessuna di esse è tra le parti della giustizia.

Infatti la verità della vita, come si è visto [ a. 2, ad 3 ], abbraccia tutte le virtù.

La verità della giustizia poi si identifica con la giustizia, e quindi non ne è una parte.

La verità della dottrina infine appartiene piuttosto alle virtù intellettive.

Quindi in nessun modo la verità o veracità è una parte [ potenziale ] della giustizia.

In contrario:

Cicerone [ De invent. 2,53 ] enumera la verità, o veracità, tra le parti della giustizia.

Dimostrazione:

Come si è già detto sopra [ q. 80 ], una virtù è annessa alla giustizia come virtù secondaria per il fatto che in parte assomiglia alla giustizia, e in parte si scosta dalla perfetta natura di essa.

Ora, la virtù della veracità assomiglia alla giustizia sotto due aspetti.

Primo, in quanto dice rapporto ad altri.

Infatti l'atto di manifestare, che è proprio della veracità, come si è detto [ a. 2, ad 2 ], è rivolto ad altri: in quanto cioè uno manifesta agli altri le cose che lo riguardano.

- Secondo, in quanto la giustizia stabilisce una certa adeguazione tra una cosa e un'altra.

E ciò si riscontra anche nella veracità: con essa infatti si adeguano le espressioni ai fatti e alle cose che ci riguardano.

Invece la veracità si discosta dalla giustizia sotto l'aspetto del debito.

Infatti questa virtù non soddisfa a un debito legale, come la giustizia, ma piuttosto a un debito morale, poiché un uomo deve la manifestazione della verità a un altro solo per un'esigenza di onestà.

Per cui la veracità è una parte della giustizia, essendovi annessa come una virtù secondaria alla principale.

Analisi delle obiezioni:

1. Essendo l'uomo un animale fatto per vivere in società, per natura un uomo deve all'altro ciò che è indispensabile per la conservazione della società umana.

Ora, gli uomini non potrebbero convivere senza credersi reciprocamente, dicendo l'uno la verità all'altro.

Quindi anche la virtù della veracità a suo modo ha di mira un debito.

2. In quanto è conosciuta la verità appartiene all'intelletto.

Ma è con la volontà che l'uomo fa uso dei suoi abiti e delle sue membra per esprimere i segni adatti a manifestare la verità.

E in base a ciò tale manifestazione è un atto della volontà.

3. La verità o veracità di cui ora parliamo differisce dalla verità della vita, come si è detto [ a. 2, ad 3 ].

La verità poi della giustizia può essere intesa in due modi.

Primo, nel senso che la giustizia è una certa rettitudine regolata secondo le norme della legge divina.

E allora la verità della giustizia differisce dalla verità della vita, poiché quest'ultima verità ha il compito di far sì che uno viva rettamente in se stesso, mentre la verità della giustizia porta l'individuo a osservare la rettitudine legale nei giudizi relativi ad altre persone.

E in questo caso la verità della giustizia, come anche la verità della vita, non rientra nella verità o veracità di cui ora parliamo.

- Secondo, la verità della giustizia può essere intesa nel senso che uno per giustizia manifesta la verità: p. es. quando confessa il vero, o rende una testimonianza verace in giudizio.

Ora, questa verità è un atto particolare della giustizia, e non appartiene direttamente alla verità o veracità di cui ora parliamo: poiché in tali dichiarazioni veritiere una persona intende principalmente rendere a un'altra quanto le spetta.

Per cui il Filosofo [ Ethic. 4,7 ], nel parlare della veracità, si esprime in questi termini: « Noi non parliamo qui della veridicità delle confessioni, né di tutto ciò che riguarda la giustizia o l'ingiustizia ».

Finalmente la verità della dottrina consiste in una certa manifestazione delle verità della scienza.

Perciò neppure questa verità appartiene alla virtù di cui parliamo, ma soltanto la verità con la quale « uno si mostra in atti e in parole così come è e non altrimenti, e non dice di se stesso né di più né di meno » [ ib. ].

- Tuttavia siccome le nozioni della scienza, in quanto sono conosciute da noi, ci riguardano e ci appartengono, da questo lato la verità della dottrina può rientrare in questa virtù della veracità, come anche qualsiasi altra verità che uno conosce e manifesta con le parole o con le azioni.

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