Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la lussuria sia un vizio capitale

I-II, q. 84, a. 4; In 2 Sent., d. 42, q. 2, a. 3; De Malo, q. 8, a. 1; q. 15, a. 4

Pare che la lussuria non sia un vizio capitale.

Infatti:

1. La lussuria è identificata dalla Glossa [ interlin. su Ef 5,3 ] con « l'immondezza ».

Ma l'immondezza, secondo S. Gregorio [ Mor. 31,45 ], è una figlia della gola.

Quindi la lussuria non è un vizio capitale.

2. Scrive S. Isidoro [ De summo bono 2,39 ] che « come dalla superbia si giunge alla prostituzione della lussuria, così dall'umiltà è salvaguardata la castità ».

Ora, nascere da un altro vizio è contro la nozione di vizio capitale.

Quindi la lussuria non è un vizio capitale.

3. La lussuria nasce dalla disperazione, stando a quelle parole di S. Paolo [ Ef 4,19 ]: « Essi, perduta ogni speranza, si sono dati alla dissolutezza ».

Ma la disperazione non è un vizio capitale, anzi, è posta tra le figlie dell'accidia, come si è visto sopra [ q. 35, a. 4, ad 2 ].

Molto meno, dunque, sarà un vizio capitale la lussuria.

In contrario:

S. Gregorio [ l. cit. ] mette la lussuria tra i vizi capitali.

Dimostrazione:

Come si è spiegato in precedenza [ q. 148, a. 5; I-II, q. 84, aa. 3,4 ], è capitale quel vizio che ha un fine molto appetibile, così da spingere l'uomo col desiderio di esso a commettere vari peccati, i quali sono detti nascere tutti da quel vizio come da un vizio principale.

Ora, il fine della lussuria è il piacere venereo, che è il più grande dei piaceri.

Per cui tale piacere è sommamente appetibile per la sensibilità, sia per l'intensità del piacere, sia per la connaturalità di questa concupiscenza.

È quindi evidente che la lussuria è un vizio capitale.

Analisi delle obiezioni:

1. Secondo alcuni l'immondezza posta tra le figlie della gola è una certa immondezza corporale, come sopra [ q. 148, a. 6 ] si è visto.

E allora l'argomento non è a proposito.

Se invece ci si riferisce all'immondezza della lussuria, allora si risponde che essa è causata dalla gola solo materialmente, cioè in quanto la gola prepara la materia corporea della lussuria, ma non sotto l'aspetto della causa finale, che è l'aspetto principalissimo secondo il quale va riscontrata l'origine di altri vizi da un vizio capitale.

2. Come si è detto sopra [ q. 122, a. 4, ad 1 ] parlando della vanagloria, la superbia è considerata la madre di tutti i peccati: per cui gli stessi vizi capitali nascono dalla superbia.

3. Alcuni si astengono dai piaceri della lussuria specialmente per la speranza della gloria futura, che è eliminata dalla disperazione.

Perciò quest'ultima provoca la lussuria togliendo l'ostacolo, cioè quale removens prohibens, non già quale causa diretta, come è richiesto invece per i vizi capitali.

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