Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se i perfetti siano tutti nello stato di perfezione

Quodl., 1, q. 7, a. 2, ad 2; 3, q. 6, a. 3; De perf. vitae spir., c. 15; c. 23, ad 5; In Matth., c. 19

Pare che i perfetti siano tutti nello stato di perfezione.

Infatti:

1. Come con la crescita materiale si raggiunge la perfezione del corpo, così con la crescita spirituale si raggiunge la perfezione dello spirito, come sopra [ a. 3, ad 3 ] si è detto.

Ma dopo la crescita materiale si dice che uno è nello stato dell'età perfetta.

Perciò dopo la crescita spirituale, avendo uno raggiunto la perfezione, è nello stato di perfezione.

2. Se è un moto il passare « da uno dei contrari al suo termine opposto », è un moto anche il passare « dal meno al più », come nota Aristotele [ Phys. 5,2 ].

Ma quando uno passa dal peccato alla grazia muta il suo stato: poiché lo stato di colpa è distinto dallo stato di grazia.

Quindi, per lo stesso motivo, quando uno progredisce da una grazia minore a una grazia più grande, fino a raggiungere la perfezione, acquista lo stato di perfezione.

3. Uno acquista un nuovo stato per il fatto che è liberato dalla schiavitù.

Ma con la carità si è liberati dalla schiavitù del peccato: poiché, secondo i Proverbi [ Pr 10,12 ], « l'amore ricopre ogni colpa ».

Ora, uno viene detto perfetto per la carità, come si è spiegato [ a. 1 ].

Perciò chiunque abbia la perfezione, per ciò stesso ha lo stato di perfezione.

In contrario:

Nello stato di perfezione si trovano alcuni privi totalmente della carità e della grazia: come i cattivi vescovi e i cattivi religiosi.

Quindi pare al contrario che alcuni abbiano la perfezione della vita senza avere la perfezione dello stato.

Dimostrazione:

Come si è detto [ q. 183, a. 1 ], lo stato viene concepito in rapporto alla condizione di libertà o di schiavitù.

Ora, la libertà e la schiavitù possono essere considerate nell'uomo sotto due aspetti: primo, dall'interno; secondo, dall'esterno.

E poiché, secondo la Scrittura [ 1 Sam 16,7 ], « l'uomo guarda l'apparenza, mentre il Signore guarda il cuore », di conseguenza lo stato spirituale dell'uomo rispetto alle disposizioni interiori è stabilito in base al giudizio divino, mentre il comportamento esterno determina lo stato spirituale dell'uomo rispetto alla Chiesa.

E qui noi parliamo degli stati in questo secondo senso, cioè in quanto dalla varietà degli stati la Chiesa acquista una certa bellezza.

Ora, si deve notare che per acquistare uno stato di libertà, o di schiavitù, si richiede innanzi tutto un obbligo o un'esenzione.

Infatti uno non diventa schiavo per il fatto che serve una persona, poiché servono anche le persone libere, secondo l'esortazione di S. Paolo [ Gal 5,13 ]: « Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri ».

Né per il fatto che uno cessa di servire diventa libero: come è evidente nel caso degli schiavi fuggitivi.

Schiavo in senso proprio è invece colui che è obbligato a servire; ed è libero colui che è esente da questo obbligo.

- In secondo luogo si richiede che questa obbligazione rivesta una certa solennità: come si è soliti fare in tutte le cose che tra gli uomini ottengono una perpetua stabilità.

Così dunque si dice propriamente che uno si trova nello stato di perfezione non perché l'atto della sua carità è perfetto, ma perché egli si obbliga in perpetuo, con una qualche solennità, a ciò che appartiene alla perfezione.

Capita però che alcuni si obblighino senza poi osservare ciò che hanno promesso, mentre altri invece osservano ciò a cui non si sono obbligati: secondo la parabola evangelica dei due figli [ Mt 21,28ss ], il primo dei quali al padre che gli comandava: « Va' a lavorare nella vigna », rispose: « Non ne ho voglia, ma poi ci andò »; l'altro invece rispose: « Sì Signore, ma non andò ».

Perciò nulla impedisce che vi siano dei perfetti i quali non sono nello stato di perfezione; e che al contrario nello stato di perfezione vi siano alcuni che non sono perfetti.

Analisi delle obiezioni:

1. Con la crescita del corpo si progredisce nelle funzioni appartenenti alla natura, per cui uno acquista lo stato perfetto della sua natura: specialmente perché « quanto è secondo natura è in qualche modo immutabile » [ Ethic. 5,10 ], essendo la natura determinata a una sola cosa.

Parimenti con la crescita spirituale si acquista interiormente uno stato di perfezione rispetto al giudizio di Dio, ma rispetto alla distinzione degli stati caratteristici della Chiesa non si acquista lo stato di perfezione se non mediante la crescita nelle azioni esterne.

2. La obiezioni argomenta anch'essa in base allo stato interiore.

Tuttavia quando uno passa dal peccato alla grazia passa realmente dalla schiavitù alla libertà; il che invece non avviene con il semplice progresso nella grazia, a meno che uno non si obblighi alle opere di questa.

3. Anche questo argomento vale per lo stato interiore.

E anche qui si deve dire che, sebbene la carità cambi effettivamente la condizione di schiavitù spirituale in quella della libertà, questo non lo fa invece il semplice suo aumento.

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