Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se sia identica la grazia di Cristo come capo della Chiesa e come uomo singolare

In 3 Sent., d. 13, q. 3, a. 2, sol. 1, 2; De Verit., q. 29, a. 5

Pare che non sia identica la grazia di Cristo come capo della Chiesa e come uomo singolare.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Rm 5,15 ] scrive: « Se per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini ».

Ma altro è il peccato attuale di Adamo stesso e altro è il peccato originale che egli ha trasmesso ai posteri.

Quindi altra è la grazia personale che è propria di Cristo stesso e altra è la sua grazia come capo della Chiesa, che da lui si comunica agli uomini.

2. Gli abiti si distinguono secondo gli atti.

Ma è diverso l'atto a cui serve la grazia personale di Cristo, cioè la santificazione della sua anima, e quello a cui serve la sua grazia di capo, cioè la santificazione degli altri.

La grazia personale di Cristo stesso è dunque diversa dalla grazia di lui come capo della Chiesa.

3. Come si è detto sopra [ q. 7, introd. ], in Cristo si distingue una triplice grazia: la grazia dell'unione, la grazia capitale e la sua grazia personale.

Ma quest'ultima è diversa dalla grazia dell'unione.

Quindi è diversa anche dalla grazia capitale.

In contrario:

Il Vangelo [ Gv 1,16 ] dice: « Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto ».

Ma in tanto egli è nostro capo in quanto noi riceviamo da lui.

Quindi è nostro capo in quanto ha la pienezza della grazia.

Ora, la pienezza della grazia si è realizzata in lui con la perfezione della sua grazia personale, come si è detto sopra [ q. 7, a. 9 ].

Quindi è nostro capo per la sua grazia personale.

Perciò la sua grazia capitale e la sua grazia personale si identificano.

Dimostrazione:

Ogni ente agisce in quanto è in atto [ Met 9,8 ], e necessariamente ciò che lo pone in atto è insieme ciò che lo fa agire: come un medesimo calore costituisce il fuoco e fa sì che riscaldi.

Tuttavia non sempre l'essere in atto basta per agire sulle altre cose: come infatti osservano S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,16.32 ] e il Filosofo [ De anima 3,5 ], dovendo essere l'agente superiore al paziente, è necessario che il primo abbia l'atto [ o perfezione ] in un grado più eminente.

Ma abbiamo detto sopra [ q. 7, aa. 9,10 ] che nell'anima di Cristo la grazia si trova nella massima eccellenza.

Perciò l'abbondanza della grazia che ha ricevuto gli consente di comunicarla agli altri.

E questa è la sua funzione di capo.

Per cui è essenzialmente la medesima grazia quella personale che ha santificato l'anima di Cristo e quella di lui come capo della Chiesa con la quale santifica gli altri; c'è però una differenza concettuale.

Analisi delle obiezioni:

1. In Adamo il peccato originale, che è un peccato di natura, derivò dal suo peccato attuale, che è un peccato personale, poiché in lui la persona inquinò la natura; e a causa di questa corruzione il peccato del primo uomo discende nei posteri, trasmettendosi la corruzione dalla natura alla persona.

La grazia invece non passa da Cristo a noi attraverso la natura umana, ma [ giunge a noi ] solo per l'azione personale di Cristo stesso.

Perciò non si distingue in Cristo una duplice grazia, una propria della natura e l'altra della persona, come invece si distinguono in Adamo il peccato della natura e il peccato della persona.

2. Atti diversi di cui l'uno è la ragione e la causa dell'altro non comportano una distinzione di abiti.

Ma l'atto della grazia personale, che consiste nel santificare formalmente colui che la possiede, è la causa della santificazione degli altri, compito questo della grazia capitale.

Perciò tale differenza lascia identico sostanzialmente l'abito.

3. La grazia personale e la grazia capitale sono ordinate all'operazione, mentre la grazia dell'unione non ha per fine l'operazione, ma l'esistenza personale.

Perciò la grazia personale e la grazia capitale sono essenzialmente un medesimo abito, diversamente dalla grazia dell'unione.

- Sebbene sotto un certo aspetto la grazia personale possa dirsi grazia di unione, dato che in un certo qual modo dispone ad essa.

E in questo senso si identificano essenzialmente la grazia dell'unione, quella capitale e quella personale, con differenze solo concettuali.

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