Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se la nascita di Cristo dovesse essere manifestata a tutti

Infra, q. 39, a. 8, ad 3

Pare che la nascita di Cristo dovesse essere manifestata a tutti.

Infatti:

1. L'adempimento deve corrispondere alla promessa.

Ora, circa la promessa della venuta di Cristo c'è il Salmo [ Sal 50,3 ] che dice: « Dio verrà in maniera manifesta ».

Ma egli venne appunto nascendo nella carne.

Quindi la sua nascita doveva essere manifesta a tutto il mondo.

2. S. Paolo [ 1 Tm 1,15 ] insegna che « Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori ».

Ora, come egli dice [ Tt 2,11s ], ciò avviene solo in quanto è loro manifestata la grazia di Cristo: « È apparsa la grazia di Dio nostro Salvatore a tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani, e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo ».

Perciò la nascita di Cristo doveva essere a tutti manifesta.

3. In Dio predomina su tutto la disposizione a perdonare, poiché sta scritto [ Sal 145,9 ]: « Le sue misericordie [ si stendono ] su tutte le sue opere ».

Ma nella seconda venuta, quando « giudicherà con rettitudine » [ Sal 75,3 ], egli sarà visibile a tutti, secondo le parole evangeliche [ Mt 24,27 ]: « Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'Uomo ».

A maggior ragione quindi doveva essere manifesta la sua prima venuta, in cui nacque secondo la carne.

In contrario:

In Isaia [ Is 45,15 ] si legge: « Tu sei un Dio nascosto, Dio di Israele, Salvatore ».

E ancora [ Is 53,3 ]: « Il suo volto è quasi nascosto e disprezzato ».

Dimostrazione:

La nascita di Cristo non doveva essere manifestata indistintamente a tutti.

Primo, perché ciò avrebbe impedito la redenzione degli uomini, che fu attuata con la croce; dice infatti S. Paolo [ 1 Cor 2,8 ]: « Se l'avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria ».

Secondo, perché ciò avrebbe sminuito il merito della fede, per mezzo della quale [ Cristo ] era venuto a giustificare gli uomini, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Rm 3,22 ]: « La giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo ».

Se infatti quando Cristo nacque degli indizi palesi avessero rivelato a tutti la sua nascita, non vi sarebbe stato più bisogno della fede, la quale è « prova di cose che non si vedono » [ Eb 11,1 ].

Terzo, perché in tal modo sarebbe sorto il dubbio sull'umanità reale di Cristo.

Per cui S. Agostino afferma [ Epist. 137 ]: « Se da fanciullo non fosse divenuto adolescente, se non avesse preso né cibo né sonno, non si sarebbe forse dato adito all'errore, al punto che nessuno avrebbe creduto alla realtà della sua natura umana?

E operando tutto prodigiosamente non avrebbe forse distrutto ciò che aveva compiuto misericordiosamente? »

Analisi delle obiezioni:

1. Secondo la Glossa [ interlin. di Agost. ] quel passo si riferisce alla venuta di Cristo per il giudizio finale.

2. Bisognava che tutti gli uomini fossero istruiti per la loro salvezza sulla grazia di Dio Salvatore non al momento della sua nascita, ma in seguito, dopo che egli « avesse operato la salvezza nella nostra terra » [ Sal 74,12 ].

Per cui dopo la passione e la risurrezione disse ai suoi discepoli [ Mt 28,19 ]: « Andate e ammaestrate tutte le nazioni ».

3. Per un giudizio è necessario conoscere l'autorità del giudice: da cui la necessità della manifestazione per quanto riguarda la venuta di Cristo al giudizio.

Ma la prima venuta mirava alla salvezza di tutti, salvezza che si attua mediante la fede, la quale ha per oggetto cose che non si vedono.

Per questo la prima venuta doveva rimanere nascosta.

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