Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se Cristo avesse dovuto predicare soltanto ai Giudei, o anche ai gentili

In 3 Sent., d. 1, expos.; In Matth., cc. 10, 15; In Rom., c. 15, lect. 1

Pare che Cristo avrebbe dovuto predicare non soltanto ai Giudei, ma anche ai gentili.

Infatti:

1. Isaia [ Is 49,6 ] dice: « È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele: io ti renderò luce delle nazioni, perché tu porti la mia salvezza fino all'estremità della terra ».

Ora, Cristo ha portato la luce e la salvezza col suo insegnamento.

Quindi la predicazione di Cristo fu troppo ridotta, limitandosi ai Giudei con l'esclusione dei gentili.

2. Si legge in S. Matteo [ Mt 7,29 ] che [ Cristo ] « insegnava come uno che ha autorità ».

Ora, la capacità di insegnare risalta maggiormente nell'istruzione di coloro che sono completamente indotti, come era appunto il caso dei gentili; per cui S. Paolo [ Rm 15,20 ] scrive: « Non ho annunziato il Vangelo se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui ».

A maggior ragione quindi Cristo doveva predicare più ai gentili che ai Giudei.

3. È più utile istruire molti che uno solo.

Ma Cristo istruì alcuni gentili, come la Samaritana [ Gv 4,7ss ] e la Cananea [ Mt 15,22ss ].

Pare quindi che Cristo a maggior ragione avrebbe dovuto predicare alla massa dei gentili.

In contrario:

Il Signore stesso dichiara [ Mt 15,24 ]: « Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele ».

Ma S. Paolo [ Rm 10,15 ] scrive: « Come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? ».

Quindi Cristo non doveva predicare ai gentili.

Dimostrazione:

Era conveniente che la predicazione di Cristo, come anche quella degli Apostoli, da principio fosse rivolta ai soli Giudei.

Primo, per mostrare che con la sua venuta si attuavano le promesse fatte dall'antichità ai Giudei, e non ai gentili.

Per cui S. Paolo [ Rm 15,8 ] scrive: « Dico che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi », cioè apostolo e predicatore dei Giudei, « in favore della veracità di Dio nel compiere le promesse fatte ai Padri ».

Secondo, per dimostrare che egli veniva da Dio.

Infatti « tutto ciò che viene da Dio è bene ordinato », dice S. Paolo [ Rm 13,1 ].

Ora, il retto ordine esigeva che l'insegnamento di Cristo fosse proposto prima ai Giudei, data la loro maggiore vicinanza a Dio nella fede e nel culto dell'unico Dio, e per mezzo di essi fosse trasmesso ai pagani: come anche nella gerarchia celeste le illuminazioni divine giungono agli angeli inferiori per mezzo di quelli superiori.

Per questo S. Girolamo [ In Mt 2 ], commentando quel passo di S. Matteo [ Mt 15,24 ]: « Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele », afferma: « Non dice che non è stato inviato ai pagani, ma che prima è stato inviato a Israele ».

Da cui le parole di Isaia [ Is 66,19 ]: « Manderò i loro superstiti », cioè dei Giudei, « verso le genti, e annunzieranno loro la mia gloria ».

Terzo, per togliere ai Giudei il pretesto di infamarlo.

Per cui S. Girolamo [ In Mt 1 ], commentando le parole evangeliche [ Mt 10,5 ]: « Non andate fra i pagani », spiega: « Era necessario che la venuta di Cristo fosse manifestata prima di tutto ai Giudei, affinché essi non avessero scuse dicendo che avevano respinto il Signore perché aveva inviato gli Apostoli ai gentili e ai samaritani ».

Quarto, perché Cristo volle meritare il potere e il dominio su tutte le genti vincendo mediante la croce.

Per cui nell'Apocalisse [ Ap 2,26.28 ] si legge: « Al vincitore darò l'autorità sopra le nazioni, come anch'io l'ho ricevuta dal Padre mio ».

E S. Paolo [ Fil 2,8ss ] dice che, essendosi [ Cristo ] « fatto ubbidiente fino alla morte di croce, per questo Dio lo ha esaltato, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua lo riconosca ».

E così prima della sua passione non volle che la sua dottrina fosse predicata ai gentili, ma dopo la passione disse ai discepoli: « Andate e ammaestrate tutte le nazioni » [ Mt 28,19 ].

Per questo motivo, come si legge in S. Giovanni [ Gv 12,20ss ], all'avvicinarsi della sua passione, volendo alcuni pagani vedere Gesù, egli rispose: « Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto ».

E S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 51 ] spiega: « Era egli stesso il grano chiamato a morire per l'infedeltà dei Giudei, e a moltiplicarsi per la fede dei popoli ».

Analisi delle obiezioni:

1. Cristo fu luce e salvezza delle genti per mezzo dei suoi discepoli, che egli mandò a predicare fra i gentili.

2. Compiendo qualcosa per mezzo di altri e non da se stessi non si dimostra un potere minore, bensì maggiore.

Perciò il potere divino di Cristo si mostrò nella maniera più convincente per il fatto che egli comunicò ai suoi discepoli tale efficacia nell'insegnare, da convertire a Cristo quei gentili che nulla avevano udito di lui.

Il potere di Cristo nell'insegnare risulta poi sia dai miracoli, con i quali confermava il suo insegnamento, sia dall'efficacia persuasiva, sia dall'autorità nel parlare, poiché egli predicava come uno che ha il dominio sulla legge, dicendo: « Ma io vi dico », sia finalmente dalla rettitudine che mostrava nella sua condotta, vivendo senza peccato.

3. Cristo, come da principio non doveva trasmettere il suo insegnamento indistintamente a tutti i gentili, per mostrare di essere stato inviato ai Giudei, che erano il popolo primogenito, così neppure doveva respingere del tutto i gentili, per non togliere loro la speranza della salvezza.

E così alcuni gentili furono da lui accolti, avuto riguardo all'eccellenza della loro particolare fede e devozione.

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