Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se chi rileva uno dal sacro fonte sia tenuto a istruirlo

In 4 Sent., d. 6, q. 2, a. 2, sol. 3, ad 3

Pare che chi rileva uno dal sacro fonte non sia tenuto a istruirlo.

Infatti:

1. Nessuno può istruire se non ha istruzione.

Ma anche persone non istruite e semplici sono ammesse a rilevare i battezzati dal sacro fonte.

Quindi chi rileva il battezzato dal sacro fonte non è obbligato a istruirlo.

2. Un figlio può essere istruito meglio dal proprio padre che da un estraneo; poiché il figlio, come dice il Filosofo [ Ethic. 8,12 ], riceve dal padre « la vita, il nutrimento e l'educazione ».

Se quindi chi rileva il battezzato fosse tenuto a istruirlo, nessuno meglio del padre stesso potrebbe rilevare il proprio figlio dal sacro fonte.

Il che invece è proibito, come si riscontra nel Decreto [ di Graz. 2,30,1, cann. 1,4 ].

3. Più persone possono istruire meglio di una sola.

Se dunque chi rileva un battezzato fosse tenuto a istruirlo, questi dovrebbe essere rilevato non da uno solo, bensì da molti.

Il Papa S. Leone [ Decr. di Graz. 3,4,101 ] però ordina il contrario: « Non si presentino più persone a rilevare dal battesimo il bambino, bensì uno solo, un uomo o una donna ».

In contrario:

S. Agostino [ Serm. supp. 168 ] ammonisce: « Innanzi tutto ricordo a voi, uomini e donne che nel battesimo avete rilevato dei figli spirituali, che vi consideriate quali garanti presso Dio di quelli che avete pubblicamente rilevato dal fonte ».

Dimostrazione:

Ognuno è obbligato a compiere l'ufficio assunto.

Ma sopra [ a. 7 ] abbiamo detto che chi rileva uno dal sacro fonte si assume l'ufficio di istitutore.

Quindi è obbligato ad aver cura di lui, se la necessità lo richiede: come nei tempi e nei luoghi in cui i battezzati si trovano a vivere in mezzo agli infedeli.

Se invece vivono tra cristiani cattolici, i padrini possono essere dispensati da questo impegno, presumendosi che i battezzati vengano diligentemente istruiti dai propri genitori.

Se tuttavia per un motivo qualunque essi sono persuasi del contrario, sono tenuti secondo le loro possibilità ad attendere alla salvezza dei loro figli spirituali.

Analisi delle obiezioni:

1. Se sovrastasse un qualche pericolo, dovrebbe essere « un uomo istruito nelle cose divine » a rilevare dal sacro fonte il battezzato, come dice Dionigi [ De eccl. hier. 7,3,11 ].

Dove invece questo pericolo non esiste, per il fatto che i bambini vivono in mezzo ai cattolici, tutti vengono ammessi a questo ufficio, poiché le cose riguardanti la vita e la fede cristiana sono conosciute pubblicamente da chiunque.

Tuttavia non può fare da padrino chi non è battezzato, come è stato dichiarato nel Concilio di Magonza [ Decr. di Graz. 3,4,102 ], sebbene un non battezzato possa battezzare: e ciò perché il battezzante, come si è visto [ a. 7, ad 2 ], è indispensabile per il sacramento, mentre non lo è il padrino.

2. Come la generazione spirituale è diversa da quella carnale, così deve essere diversa anche la disciplina, secondo l'accenno di S. Paolo [ Eb 12,9 ]: « Abbiamo avuto come correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? ».

Quindi il padre spirituale deve essere diverso dal padre carnale, a meno che la necessità non esiga il contrario.

3. Se non ci fosse un educatore principale, si avrebbe confusione nell'educazione.

Quindi nel battesimo il padrino principale deve essere uno solo.

Altri tuttavia possono essere ammessi come coadiutori.

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