Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se per la validità di questo sacramento occorra che il crisma, che è la sua materia, sia stato prima consacrato dal vescovo

In 4 Sent., d. 2, q. 1, a. 1, sol. 2, ad 2; d. 7, q. 1, a. 2, sol. 3; d. 23, q. 1, a. 3, sol. 2, 3; De Verit., q. 27, a. 4, ad 10

Pare che per la validità di questo sacramento non occorra che il crisma, che è la sua materia, sia stato prima consacrato dal vescovo.

Infatti:

1. Il battesimo, nel quale si ottiene la piena remissione dei peccati, non è meno efficace del sacramento della cresima.

Ora, sebbene si dia una benedizione all'acqua battesimale prima del battesimo, essa tuttavia non è indispensabile, poiché in caso di urgenza può essere tralasciata.

Non è quindi indispensabile per il sacramento della cresima che il crisma sia stato prima consacrato dal vescovo.

2. Una stessa cosa non deve essere consacrata due volte.

Ma la materia di un sacramento viene consacrata nello stesso momento in cui esso è conferito con la sua forma; tanto che S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 80 ] dice: « Si aggiunge la parola all'elemento, e si ha il sacramento ».

Il crisma quindi non va consacrato prima che venga conferito il sacramento.

3. Ogni consacrazione fatta nei sacramenti è ordinata al conferimento della grazia.

Ma la materia sensibile confezionata con l'olio e il balsamo non può ricevere la grazia.

Quindi non ha bisogno di alcuna consacrazione.

In contrario:

Il Papa Innocenzo I [ Epist. ad Decent. ] scrive: « Ai presbiteri, quando battezzano, è concesso di ungere i battezzati con il crisma consacrato dal vescovo; non però di segnare la loro fronte con il medesimo olio, essendo ciò riservato ai vescovi, quando danno il Paraclito »: cosa che avviene in questo sacramento.

Quindi occorre che la materia di questo sacramento sia prima consacrata dal vescovo.

Dimostrazione:

Tutta la virtù santificante dei sacramenti deriva da Cristo, come si è detto sopra [ q. 64, a. 3 ].

Ora, dobbiamo considerare che Cristo ha fatto uso di alcuni sacramenti, quali il battesimo e anche l'Eucarestia, i quali comportano una materia sensibile.

Quindi dall'uso stesso di Cristo tali materie ricevettero l'attitudine a costituire un sacramento.

Per cui il Crisostomo [ Cromazio, In Mt 1, su 3,15 ] osserva che « mai le acque del battesimo potrebbero purificare i peccati dei credenti se non fossero state santificate dal contatto del corpo del Signore ».

E similmente il Signore stesso « prendendo il pane lo benedisse, e così anche il calice », come si legge nei Vangeli [ Mt 26,26s; Lc 22,19s ].

Di conseguenza non è necessario per questi sacramenti che la loro materia venga prima benedetta, bastando la benedizione di Cristo.

E se viene fatta qualche benedizione, essa riguarda la solennità del sacramento, non la sua validità.

Di unzioni visibili invece Cristo non fece uso, per non pregiudicare l'unzione invisibile con cui egli « fu unto a preferenza dei suoi eguali » [ Sal 45,8 ].

E così tanto il crisma quanto l'olio santo e quello degli infermi vengono benedetti prima di essere usati per il sacramento.

Analisi delle obiezioni:

1. È così risolta anche la prima obiezione.

2. Le due consacrazioni del crisma non hanno lo stesso valore.

Come infatti lo strumento acquista la virtù strumentale due volte, cioè quando riceve la natura di strumento e quando viene usato dall'agente principale, così anche la materia di un sacramento ha bisogno di due consacrazioni: una prima con cui diviene la materia propria del sacramento, una seconda invece con cui è applicata all'effetto.

3. La materia sensibile può ricevere la grazia non come suo soggetto, ma come suo strumento, secondo quanto si è detto sopra [ q. 62, a. 3 ].

Ed è a tale scopo che la materia del sacramento viene consacrata, o da Cristo stesso o dal vescovo, che rappresenta nella Chiesa la persona di Cristo.

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