Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se l'acqua debba essere aggiunta in grande quantità

In 4 Sent., d. 11, q. 2, a. 4, sol. 4; In 1 Cor., c. 11, lect. 6

Pare che l'acqua debba essere aggiunta in grande quantità.

Infatti:

1. Come dal costato di Cristo sgorgò in modo visibile il sangue, allo stesso modo sgorgò anche l'acqua, per cui S. Giovanni [ Gv 19,25 ] scrive: « Chi ha visto ne dà testimonianza ».

Ma l'acqua non può essere visibile in questo sacramento se non viene aggiunta in grande quantità.

Quindi l'acqua va aggiunta in grande quantità.

2. Poca acqua mescolata a molto vino sparisce.

Ma ciò che sparisce non esiste più.

Aggiungere quindi poca acqua in questo sacramento è come non aggiungerne affatto.

Ora, non è lecito non aggiungere nulla.

Quindi non è permesso aggiungere l'acqua in piccola quantità.

3. Se bastasse mettere poca acqua, sarebbe sufficiente versare una goccia in tutta una botte.

Ma ciò è ridicolo.

Quindi non basta aggiungere una piccola quantità.

In contrario:

Nelle Decretali [ 3,41,13 ], a proposito della celebrazione della Messa, si legge: « Un pericoloso abuso è invalso dalle tue parti, che cioè nel sacrificio si metta più acqua che vino, mentre secondo la consuetudine della Chiesa universale bisogna usare in esso più vino che acqua ».

Dimostrazione:

Riguardo all'acqua mescolata al vino ci sono tre opinioni, come ricorda Innocenzo III in una Decretale [ Regesta 5,121 ].

Alcuni infatti sostengono che l'acqua unita al vino rimane acqua, dopo che il vino si è convertito nel sangue.

- Ma questa opinione non regge assolutamente.

Poiché nel sacramento dell'altare, dopo la consacrazione, non è presente nient'altro che il corpo e il sangue di Cristo, come dice S. Ambrogio [ De myst. 9 ]: « Prima della consacrazione è designata un'altra sostanza, dopo la consacrazione si parla di corpo ».

Altrimenti non si potrebbe adorare il sacramento con culto di latria.

Altri perciò affermarono che come il vino si converte in sangue, così l'acqua si converte nell'acqua uscita dal costato di Cristo.

- Ma neppure questa opinione è ragionevole.

Perché allora l'acqua dovrebbe essere consacrata separatamente dal vino, come il vino dal pane.

È dunque più probabile, secondo lo stesso Innocenzo III, l'opinione di altri, i quali dicono che l'acqua si converte in vino e il vino in sangue.

Ora, ciò non potrebbe avvenire se non si aggiungesse l'acqua in quantità così piccola per cui essa possa mutarsi in vino.

Di conseguenza è sempre più sicuro aggiungere poca acqua, specialmente se il vino è debole: poiché se si facesse un'aggiunta tale da far cambiare la specie al vino non si potrebbe consacrare validamente il sacramento.

Per questo motivo il Papa S. Giulio [ Decr. di Graz. 3,2,7 ] rimprovera alcuni che « per tutto l'anno conservano un panno di lino inzuppato di mosto e al momento del sacrificio ne lavano nell'acqua una parte: e così celebrano ».

Analisi delle obiezioni:

1. È sufficiente per il simbolismo di questo sacramento che l'acqua sia visibile quando viene versata, mentre non è necessario che lo sia dopo l'infusione.

2. Se l'acqua non venisse aggiunta in alcun modo si sopprimerebbe il simbolismo; quando invece l'acqua si muta in vino si viene a indicare l'incorporazione del popolo a Cristo.

3. Se l'acqua venisse aggiunta al vino nella botte non si avrebbe il simbolismo di questo sacramento; occorre invece che l'acqua sia aggiunta al vino durante la celebrazione del sacramento.

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