Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se i peccati veniali vengano rimessi dall'aspersione dell'acqua benedetta, dalla benedizione episcopale e da altre pratiche di questo genere

Supra, q. 65, a. 1, ad 6, 8; q. 83, a. 3, ad 3; In 4 Sent., d. 16, q. 2, a. 2, sol. 4; d. 17, q. 3, a. 3, sol. 3; d. 21, q. 2, aa. 1, 2; De Malo, q. 7, a. 12

Pare che i peccati veniali non vengano rimessi dall'aspersione dell'acqua benedetta, dalla benedizione episcopale e da altre pratiche di questo genere.

Infatti:

1. I peccati veniali non vengono rimessi che mediante la penitenza, come si è visto [ a. 1 ].

Ma la penitenza basta da sola a rimettere i peccati veniali.

Quindi tali pratiche non hanno alcun influsso in questa remissione.

2. Ognuna di queste pratiche si rivolge a un solo peccato veniale nello stesso modo in cui si rivolge a tutti.

Se quindi con una di esse viene rimesso un peccato, per lo stesso motivo vengono rimessi tutti.

E così con un solo percuotimento del petto, o con una sola aspersione di acqua benedetta, uno verrebbe purificato da tutti i peccati veniali.

Il che è inammissibile.

3. I peccati veniali comportano un debito di pena, anche se temporale: poiché di colui « che sopraedifica con legno, fieno o paglia » si dice che « sarà salvo, però come attraverso il fuoco » [ 1 Cor 3,12.15 ].

Invece queste pratiche che dovrebbero rimettere i peccati veniali non implicano di per sé alcuna pena, o soltanto una pena insignificante.

Quindi esse non bastano alla piena remissione dei peccati veniali.

In contrario:

S. Agostino [ Epist. 265 ] afferma che per i peccati non gravi « ci battiamo il petto, o diciamo: "Rimetti a noi i nostri debiti" ».

Quindi è evidente che il battersi il petto e il recitare l'orazione domenicale producono la remissione dei peccati veniali.

E la stessa ragione vale per le altre pratiche suddette.

Dimostrazione:

Per la remissione del peccato veniale, come si è visto sopra [ a. 2 ], non si richiede una nuova infusione di grazia, ma basta un atto derivante dalla grazia con cui si detesti esplicitamente, o almeno implicitamente, il peccato, come quando uno si muove con fervore verso Dio.

Perciò una pia pratica può influire sulla remissione dei peccati veniali in tre modi.

Primo, in quanto con essa viene infusa la grazia: poiché, come si è notato sopra [ a. 2 ], con l'infusione della grazia vengono cancellati i peccati veniali.

E in questo modo i peccati veniali vengono rimessi dall'Eucaristia, dall'estrema unzione e da tutti i sacramenti della nuova legge.

Secondo, in quanto tali pratiche sono accompagnate da un moto di detestazione dei peccati.

Ed è in questo modo che giovano alla remissione dei peccati veniali la recita del Confiteor, l'atto di battersi il petto e la preghiera del Padre nostro: infatti in questa preghiera noi chiediamo: « Rimetti a noi i nostri debiti ».

Terzo, in quanto tali pratiche sono legate a un moto di riverenza verso Dio e verso le cose di Dio.

E in questo modo influiscono sulla remissione dei peccati la benedizione episcopale, l'aspersione dell'acqua benedetta, una qualsiasi unzione rituale, il pregare in una chiesa consacrata e altre pratiche del genere.

Analisi delle obiezioni:

1. Tutte queste pratiche causano la remissione dei peccati veniali in quanto inclinano l'anima, in maniera implicita o esplicita, a quel moto di penitenza che è la detestazione del peccato.

2. Per loro natura queste pratiche contribuiscono a rimettere tutti i peccati veniali.

Tuttavia la remissione di qualche peccato veniale può essere impedita dall'attaccamento attuale che l'anima ha verso di esso: come talvolta le cattive disposizioni impediscono anche l'effetto del battesimo.

3. Le pratiche suddette eliminano i peccati veniali quanto alla colpa, sia per la virtù di qualche rito santificante, sia per l'influsso della carità che viene da esse eccitata.

Non è detto però che ciascuna di esse elimini sempre tutto il debito della pena: poiché in tal caso chiunque si trovi senza peccato mortale potrebbe volare subito in cielo con l'aspersione dell'acqua benedetta.

Il reato o debito della pena viene invece rimesso dalle pratiche suddette in proporzione del fervore verso Dio, che può derivare da esse in misura maggiore o minore.

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