Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se tutti risorgeranno della stessa età, ossia in età giovanile

Pare che non tutti risorgeranno della stessa età, ossia in età giovanile.

Infatti:

1. Ai risorti, e specialmente ai beati, Dio non toglierà nulla che rientri nella perfezione dell'uomo.

Ora, l'età rientra in questa perfezione: poiché la vecchiaia è « un'età venerabile » [ Sap 4,8s ].

Quindi i vecchi non risorgeranno in età giovanile.

2. L'età viene misurata in base al tempo passato.

Ma il tempo passato è impossibile che non sia passato.

Quindi è impossibile che quanti hanno raggiunto un'età avanzata ridiventino giovani

3. In ciascuno dovrà risorgere soprattutto ciò che è appartenuto maggiormente alla verità della natura umana.

Ma una cosa appartiene tanto più alla verità della natura umana quanto prima ha fatto parte dell'uomo: poiché verso la fine, dato l'indebolimento della perfezione della specie, il corpo umano sarà come il vino annacquato, secondo l'immagine del Filosofo [ De gen. et corr. 1,10 ].

Se tutti quindi dovranno risorgere della stessa età, è più giusto che risorgano bambini piuttosto che giovani.

In contrario:

1. S. Paolo [ Ef 4,13 ] scrive: « Finché arriviamo allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo ».

Ora, Cristo risuscitò nell'età giovanile, che stando alle parole di S. Agostino [ De civ. Dei 22,15 ] comincia intorno ai trent'anni.

Quindi anche gli altri risorgeranno in età giovanile.

2. L'uomo risorgerà nella massima perfezione della sua natura.

Ma la natura umana ha il suo stato più perfetto nell'età giovanile.

Perciò tutti dovranno risorgere giovani.

Dimostrazione:

L'uomo risorgerà senza alcun difetto naturale: poiché Dio, come ha creato la natura umana senza difetti, così la restaurerà senza difetti.

Ora, la natura umana può essere menomata in due modi: primo, perché non ha ancora raggiunto la sua ultima perfezione; secondo, perché si è allontanata da essa.

Il primo tipo di menomazione si riscontra nei bambini, il secondo nei vecchi.

Perciò negli uni e negli altri la natura umana sarà ricondotta con la risurrezione allo stato della sua perfezione piena, ossia all'età giovanile, in cui ha termine il moto di crescita e inizia il declino.

Analisi delle obiezioni:

1. La vecchiaia è venerabile non per le condizioni del corpo, che sono difettose, ma per la sapienza dell'anima, che a quell'età viene supposta, dato il numero degli anni.

Quindi negli eletti, per la pienezza della sapienza divina che si riscontrerà in essi, rimarrà l'aspetto venerabile della vecchiaia, ma ne verranno eliminati i difetti.

2. L'età di cui parliamo non è relativa al numero degli anni, ma alle condizioni che si determinano nel corpo umano col passare degli anni.

Per cui si dice che Adamo fu formato nell'età giovanile per tale condizione del corpo, che egli ebbe nel primo giorno della sua esistenza.

Quindi l'argomento non vale.

3. Si dice che la virtù della specie è più perfetta nel bambino che nel giovane rispetto alla capacità di assimilare gli alimenti in un certo modo: come del resto è più accentuata nel seme che nell'uomo completo.

Ma nei giovani la virtù della specie è più perfetta rispetto alla completezza.

Perciò quanto è appartenuto maggiormente alla verità della natura umana verrà portato alla perfezione che ha nell'età giovanile, non già a quella che ha nell'infanzia, in cui gli umori non sono ancora giunti alla loro ultima elaborazione.

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