Valore e funzione programmatica del "Nome"

Del nostro Istituto "Unione Catehisti del SS. Crocifisso e di Maria SS: Immacolata

L'Assemblea Generale ordinaria dei Catechisti, riuniti nell'impegno di fedeltà alla comune vocazione e allo scopo di conseguire il rinnovamento della vita catechistica, secondo quanto stabilito dal Concilio Vaticano II e corrispondentemente alle attese della Chiesa, ravvisa, in primo luogo, la necessità per tutti i membri dell'Istituto di assumere in modo sempre più tematico e coinvolgente l'insegna di "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Dmmacolata".

È convinzione dell'Assemblea che ogni cosa riguardante l'ideale e la vita dell'Unione e di ciascuno dei suoi membri debba essere interpretata e stabilita in modo sempre più rispondente al "nome" dell'Unione, che è anche il "nome" di ciascuno dei suoi membri.

"Riguardo la pia Unione del SS. Crocifisso, il titolo non si cambia; è il nome che prenderà l'Ordine che ne verrà" ( detto di Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo, sera del 22 dicembre 1920 ).

"Da quanto mi risulta, Gesù vuole che il nome dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso non si debba mutare con altro nome, perché negli scritti Egli parla dell'albero magistrale che darà molti frutti e dell'Ordine che ne verrà.

Io credo che il SS. Crocifisso a poco a poco ci illuminerà e ci condurrà per la via sicura, come ha fatto finora e senza frastuono" ( Dal diario di Fra Leopoldo, 6 dicembre 1920. Cfr. Fr.Teodoreto, Il Segretario del Crocifisso, pag. 233 ).

In quanto al valore, il "nome" dell'Unione rappresenta l'essere profondo del nostro Istituto e di ciascuno dei suoi membri, il volto della nostra forma di vita nella Chiesa e davanti al mondo, in quanto ne racchiude la "vocazione" vale a dire il principio di essere e d'identificazione al quale ci si deve incessantemente ispirare e il fine che si deve incarnare e realizzare, la testinonianza che dobbiamo rendere e il compito che dobbiamo assolvere.

In quanto alla funzione, l'insegna dell'Unione rappresenta la sintesi della nostra regola di vita, il criterio in base al quale sviluppare le nostre riflessioni e le nostre scelte, il paradigma con il quale confrontare ogni nostra cosa, la specificazione che, caratterizzandola, concreta la nostra vita nel diuturno impegno di ricerca della perfezione della carità e di servizio apostolico, quale ci è stato affidato.

Il titolo dell'Unione, pur essendo stato formulato in un certo tempo e in certo contesto ecclesiale e umano, essendo costituito da termini e da relazioni facilmente riscontrabili nella millenaria tradizione della Chiesa in tempi e contesti assai differenti, dimostra la sua perennità.

Si tratta in ogni caso di un patrimonio espressivo e semantico difficilmente sostituibile, come quello compreso nel termine di "catechista"; patrimonio che, anzi, trova una nuova valorizzazione e un nuovo arricchimento nei documenti del Concilio Vaticano II e nell'intento di rinnovamento dell'evangelizzazione, quale si può riscontrare in molte parti della Chiesa universale.

Tale patrimonio è da ritenersi valido, anche se è rifiutato e disprezzato da parte della dominante mentalità laicistica e radicale e dalle correnti pedagogiche più in voga.

Il titolo programmatico dell'Unione, pur riferendosi alla tradizione ecclesiale, non è tuttavia privo di una sua originalità per i termini e le connessioni concettuali che lo consustanziano, per le vibrazioni e gli accenti che distinguendolo lo contrassegnano.

I due superlativi assoluti che lo infiorano, anche se sembrano contrastare con un certo, attuale e diffuso, senso antiretorico ed essenzialistico possono e debbono essere mantenuti e perciò che affermano circa le realtà a cui si riferiscono e per quanto ispirano in noi.

Cose, tanto più necessarie, oggi, in un mondo per tanti aspetti sempre più oscuro ed evanescente, spesso frenetico e oppressivo ed anche depresso e frustrato, e come senza senso né convincimento, come senza entusiasmo di vita, verso la Vita.

Perciò e in linea di principio - una linea da attuarsi con il lavoro quotidiano di tutti - l'Assemblea dei Catechisti afferma:

1 - Che la vita, l'essere stesso di ogni membro dell'Unione e di tutto l'Istituto debba tendere sempre più a risolversi e a comprendersi nell'essere "Catechisti", nell'essere "Unione" Catechisti, Catechisti "del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata", sempre e dovunque.

Ciò esige per Cristo Signore, Verità e Verbo di vita e luce del mondo, in Lui e con Lui una attuale e totalitaria disponibilità e offerta di se stessi, della propria vita e del proprio agire e operare, alla volontà del Padre secondo l'azione dello Spirito di verità ( Gv 16,13 ).

Ciò comporta il trasformarci, nella condizione che ci è propria, in una inequivoca e trasparente testimonianza, resa davanti agli uomini del nostro tempo, all'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso" Salvatore e Redentore universale e, per Lui, all'Amore infinito e misericordioso che è Dio, al Padre che tanto ci ha amato e ci ama.

Ciò comporta la dedizione e il servizio verso gli uomini, verso i giovani, tutti chiamati ad essere "figli della luce"( Lc 16,8, Ef 5,8; 1 Ts 5,5 ), perché "Dio è luce" ( 1 Gv 1,6 ).

È soltanto la verità che ci fa liberi ( Gv 8,32 ); è soltanto nella verità che veniamo santificati ( Gv 17,17 ).

È con la verità che dobbiamo camminare ( 3 Gv 4 ) e collaborare ( 3 Gv 8 ).

È la verità che dobbiamo ascoltare e testimoniare ( Gv 18,37 ) e che dobbiamo fare "per venire alla luce" ( Gv 3,21 ), "fare nella carità" così che "cresceremo sotto ogni aspetto fino a Lui che è il Capo, Cristo" ( Ef 4,15 ).

È' dalla verità e nella verità che dobbiamo sperare che ci venga resa, a nostra volta, testimonianza ( 3 Gv 12 ).

La verità che è Cristo Signore ( Gv 14,6 ).

2 - Che la consacrazione a Dio e agli uomini, in Dio e per Dio, dei membri dell'Unione sia sempre più motivata, approfondita, sostentata, finalizzata in conformità al "nome" dell'Unione.

Vale a dire, nella piena conformità al Cristo Crocifisso, e perciò glorioso, sull'esempio e in unione della Vergine Immacolata, Madre di Dio e della Chiesa, capolavoro della salvezza.

Come continuando Gesù Crocifisso in noi stessi, nella sua presenza al mondo e nella perpetuità del suo sacrificio redentore e glorificante, quali membra di Lui innalzato sulla croce e che perciò siede alla destra del Padre.

3 - Che la pratica dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza debba essere sempre più configurata e vissuta come espressione e come funzione manifestative della forma di vita sintetizzata nel "nome" dell'Unione.

4 - Che l'apostolato dell'Unione, debba essere caratterizzato dalla costante offerta di se stessi al fine di rendere in se stessi presente Gesù Crocifisso, sorgente di resurrezione e di vita, annunciandolo e rendendogli testimonianza ovunque, per mezzo della parola e della vita.

L'apostolato dell'Unione dev'essere considerato la giustificazione della loro stessa secolarità e condizione secolare, della loro secolarità consacrata e consacrazione secolare.

5 - Che la secolarità dell'Unione e dei suoi membri debba essere fortemente ricercata e attuata, ricercata e attuata in "Gesù Cristo e in Gesù Cristo Crocifisso" ( 1 Cor 2 ).

Redentore universale, l'Agnello sgozzato che è "l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine" ( Ap 22,13 ), che "viene presto" ( Ap 22,12 ), il Figlio di Colui che "fa nuove tutte le cose" ( Ap 21,5 ).

In conformità a quanto dichiarato, l'Assemblea dei Catechisti formula le raccomandazioni che seguono.

1°) - Che la vita spirituale dei membri dell'Unione venga vieppiù improntata e coltivata, in tutte le sue fasi e in tutti i suoi sviluppi, sul fondamento dell'intimità con l"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso", dalle Piaghe sanguinanti e gloriose da cui sgorga la risurrezione e la vita e si effonde lo Spirito Santo ( cfr. Gv 19,26-27; Gv 15,10-17; Gv 15,19-23; Gv 15,26-27; 1 Gv 5,6-12 )

In unione e con l'aiuto della Vergine Immacolata, Madre della Chiesa e di tutti gli uomini.

2°) Che la catechesi dei membri dell'Unione sia rinnovata nel contenuto e nella forma, oltreché nei metodi, sulla base della centralità del mistero di Cristo ( cfr. documento della Conferenza Episcopale Italiana per "Il rinnovamento della catechesi" ) così che ognuno di essi, in mezzo agli uomini, sappia nulla "all'infuori" di Gesù Cristo e di Gesù Cristo Crocifisso ( cfr. 1 Cor 2,2 ), "in Cristo che è potenza di Dio e sapienza di Dio" ( 1 Cor 1,24 ), "Colui che, per opera di Dio, divenne per noi sapienza e insieme giustizia e santificazione e redenzione" ( 1 Cor 1,30 ).

3°) - Che la consacrazione dei membri dell'Unione sia preparata o coltivata non come mero atto a sé stante con alcune pre scrizioni conseguenti, ma come mentalità continuamente operante sino alla consumazione, permanente partecipazione al sacerdozio regale e profetico di Cristo Signore, nel quale siamo stati innestati mediante il Battesimo e nella conformità a Lui crocifisso, e perciò glorioso e trionfante.

In unione alla Madre sua e nostra, la Vergine Immacolata e assunta, nello Spirito Santo.

4°) - Che la secolarità dei membri dell'Unione sia coltivata in quanto specifico carisma vocazionale e non secondo una concezione secolaristica o meramente sociologica.

Così che "l'essere con gli uomini e per gli uomini", "l'essere nel mondo e per il mondo" siano quelli del Signore Gesù, del glorioso Cristo crocifisso, e come partecipazione e continuazione della sua donazione, e del suo servizio salvifico in ogni ambiente e condizione di vita, nel Suo Spirito.

Infatti, soltanto in Lui e conformemente a Lui e in forza di Lui, è possibile

il ritrovamento dell'uomo ( Gv 19,5; Gv 10,2; Lc 15,4ss; 1 Pt 2,25 … );

la vicinanza, la condivisione, la solidarietà, la comunione con l'uomo ( Fil 2,1-5; Ef 2,12-15; Rm 5,6-9; Rm 8,3-4; Rm 8,31-39; Eb 1,10-11; Eb 2,14-15, 1 Pt 2,21-24 );

il servizio dell'uomo ( Mt 20,24-28 );

l'amore per l'uomo ( Gv 13,34; Gv 12,12-13; 1 Gv 3,16; 1 Gv 4,7-11 ).

Questo senza equivoci e ambiguità,

senza ripiegamenti e contraddizioni, vale a dire:

senza prepotenze e crudeltà,

senza ingiustizie e discriminazioni,

senza egoismo e impurità,

senza durezza e insensibilità,

senza oppressione e strumentalizzazione,

senza vani timori e idolatrie.

Bensì nella carità gaudio pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, fede, modestia, continenza, castità ( cfr. Gal 3,23 ).

Si badi, dunque, che "dal frutto si conosce l'albero" ( Mt 12,32 ).

Infatti, "frutto della luce è tutto ciò che è buono, giusto e vero ( Ef 3,5 ) e "la sapienza che viene dall'alto, è innanzi tutto pura, poi pacifica, indulgente, arrendevole, ripiena di misericordia e di buoni frutti, senza doppiezza e ipocrisia.

Un frutto di giustizia è seminato nella pace per coloro che operano la pace" ( Gc 3,17-18 ).

"È questo il segno dei figli di Dio e dei figli del diavolo: nessuno che non pratichi la giustizia è da Dio, e neppure colui che non ama il fratello suo" ( 1 Gv 3,10 ).

Ancora, in quanto alla secolarità dei membri dell'Unione si consideri e si operi tenendo per fermo che soltanto in Gesù Crocifisso per le Sue sacratissime Piaghe, sanguinanti e gloriose, e in virtù del Suo Sangue l'uomo e la comunità umana, la "storia", il "secolo", il "mondo", tutta la realtà universale trova il suo riscatto e la sua liberazione ( Gv 1,31.32-36 ) la sua verità e il suo senso la sua giustizia e pacificazione la sua pienezza.

Per virtù del sangue di Lui si risolvono tutte le deviazioni e contraddizioni, si ricompongono tutte le divisioni e le inimicizie ( Ef 2,14-18; Col 1,19-23 ), tutto viene purificato rigenerato rinnovato ( 2 Pt 3,13; Ap 21,1.2.5 ), le cose della terra sono riconciliate con quelle del cielo ( Col 1,18-20 ), ogni cosa viene ricondotta a un unico capo ( Ef 1,9 ), tutto cresce e concorre alla crescita sino alla statura e pienezza di Lui ( Ef 2,19-22; Col 2,1ss; Gv 6,40 ).

In Cristo Signore venga sempre più approfondita e concretata la nostra vocazione ad essere "sale della terra", "luce del mondo", "fermento" che fa lievitare tutta la pasta.