Giovanni Baiano

Quaderno I

Noviziato - 1° sett. - 27 ott. 1935

Conferenze di Fr. Teodoreto

1 - Domenica 1° settembre 1935 - ore 15.45

Come abbiamo sentito al ritiro, sforziamoci di conoscere la strada per servire il Signore.

Si può servire il Signore per diverse vie: come semplici uomini, come i selvaggi, con la conoscenza del Creatore molto alla lontana.

Alcuni arrivano, ma molto pochi, come cristiani, col Battesimo, con la pratica dei comandamenti ed i precetti della Chiesa, giungere alla salvezza.

Come uomini liberi imparare una professione, formarsi una posizione, magari una fortuna, formarsi una famiglia e qui c'è il pericolo che il cuore si attacchi alla roba, tralasciandovi i doveri religiosi, che finiscono poi per perdersi.

Il Signore è giusto, non può dare il premio a chi non ha meritato.

Questo [ stato ] è quello privilegiato come religioso, grado molto elevato. Dio è posto in primo piano, da Lui abbiamo avuto tutto.

Dio dev'essere servito bene come si merita.

La ricompensa non solo si avrà nell'eternità, ma anche in questo mondo con la felicità dell'anima.

Occuparsi delle cose del mondo, ma senza preoccuparsi, senza attaccarvi il cuore.

Noi ci troviamo appunto nel mondo, ma col cuore staccato dal mondo.

È questa una grazia speciale di Dio. Si rinuncia alla famiglia per Dio.

Mentre nel mondo: amore alle ricchezze, ai piaceri, al proprio volere.

Se vuoi essere perfetto, staccati dalle ricchezze.

Se vuoi essere Mio Discepolo, rinuncia a te stesso.

Se vuoi avere premi grandi, affidati a Me solo secondo la Mia volontà.

Il mettersi al servizio di Lui solo apre le sorgenti alla grazia di Dio, dispone all'orazione, facilitandoci al fervore.

Incammina verso la perfezione, verso la via della santità. Il Signore vi segue sempre.

Perseverando ci rassicureremo un posto in cielo.

L'Apostolo sacrifica se stesso per portare altre anime a Dio.

Essere contenti della via intrapresa. Ringraziare Dio della grazia concessaci.

Tutti gli uomini debbono servire il Signore.

Servirlo nello stato religioso è la via migliore più proficua per la vita eterna.

Per questa via avrete bisogno di aiuti, ebbene chiedeteli con brevi preghiere: le giaculatorie fanno apposta per noi che ci troviamo per il maggior tempo impegnati nei nostri doveri quotidiani.

2 - Domenica 15 settembre 1935 - ore 15.30

Riconosciamoci come ospiti sulla terra.

Come il viandante: nulla gli appartiene.

Guardare noi stessi come viandanti a cui nulla appartiene del mondo.

Tutto quanto abbiamo attorno a noi non è di nostro possesso.

Non attacchiamoci alle cose del mondo, perché tutto lasceremo alla nostra morte.

Liberiamoci da tutte queste cose che ci circondano, dai peccati commessi per abitudine.

Stacchiamoci dalla terra per innalzarci a Dio, perché quaggiù non avremo mai stabile dimore, se non in cielo con le buone opere.

Iddio ci ispira a queste buone opere: tocca a noi ad assecondarle quante ne sentiamo in un giorno.

Sono questi dei mezzi per salire a Dio.

Tutto quello che facciamo in questa vita offriamolo a Dio.

Né tutte queste cose le dobbiamo fare soltanto per un fine materiale, ma bensì facciamole tutte con Dio affinché la nostra anima dopo morte possa veramente salire e congiungersi con Dio.

Riflettiamo su questo pensiero della morte, non già ad esserci di timore, ma di spinta.

Ricordiamoci che siamo dei religiosi e come tali su questa terra saremo provati, tentati, come lo furono nei secoli tutti i religiosi.

Saremo anche noi disprezzati, calpestati annientati.

Il pensiero della morte ci spinga a Dio.

Con delle idee generose la nostra morte sarà bella se ci prodigheremo con diligenza e generosità.

Noi parliamo della morte per farci santi.

"Accendi sopra di essi, gli altari, o Signore, dei santi nuovi accesi dal tuo amore; fa' che su ogni tabernacolo si sollevino divini"

Dio vuole la nostra anima e poi quella del nostra prossimo. Quindi siamo generosi.

3 - Domenica 22 settembre - ore 15.15

Sono contento di poter parlare a voi. Voi i prediletti da Dio. Voi, uno fra 10.000.

La vostra Congregazione si propone di riunire anche chi fra il mondo desidera elevarsi a santità di vita.

Congregazione vuol dire "congrega", riunire coloro che sono chiamati da Dio, per restando tra il mondo.

Voi siete, con una chiamata speciale, particolare, chiamati da Dio. Lui vi ha scelti uno fra 10.000.

Voi che volete santificarvi proprio là dove regna il male, che portate il rimedio lì dove c'è il male, ma per far ciò è necessario ricevere molta forza.

- Praticare i consigli evangelici.

Noi non sappiamo di quel che accadrà della nostra Congregazione.

Noi attualmente godiamo di calma, mentre in altri paesi la religione è combattuta e gli stessi religiosi sono bersagliati.

E forse, in un tempo non lontano, lo potremo essere anche noi in Italia.

Ed ecco che G. va formando una Congregazione come la vostra che ha una missione in mezzo al mondo senza segni esteriori.

Guardate che fu Gesù a chiamarvi a Lui, e farà di voi e con voi cose grandi.

Lasciatevi guidare da Lui: "Se voi sarete con me, chi potrà essere contro di voi".

Provenite da più famiglie, ma possedete le stesse intenzioni di santificazione.

E qui in mezzo a voi sta l'amore di fratelli in Gesù.

- Attendere davvero alla propria santificazione.

Anche se non vi capiterà niente di speciale, voi dovete essere pronti egualmente.

Seguirete la povertà, la castità, l'obbedienza e le vostre Costituzioni.

Quando voi seguirete veramente questi suoi consigli il Signore sarà doppiamente contento di noi.

Anche noi dopo aver seguito i suoi comandamenti dobbiamo renderci più cari a Dio consolando il Suo Cuore, riparando le sue pene, i suoi dolori: le colpe e i peccati degli uomini.

Anche noi possiamo dedicarci alla salvezza delle anime ed è la nostra santificazione.

- Riparazione delle nostre ed altrui colpe.

Dedicarci all'apostolato. Seguiamolo Gesù, il nostro Divin Modello, nei suoi tre punti.

Imitatori di Gesù, anche noi diverremo come altrettanti Gesù.

Sembrano, così superficialmente, cose da poco, mentre sono cose tra le più sante e sublimi.

Dobbiamo avere la guida dello spirito di Dio attraverso lo spirito di zelo, di umiltà e di apostolato ardente e generoso.

Tendere alla nostra santificazione con lo spirito di fede, con lo zelo ardente.

Poi dobbiamo riparare con lo spirito di umiltà e poi dell'apostolato con lo spirito di zelo.

Con lo spirito di fede vedrete i tesori che gli altri uomini non vedono.

Siete un po' come i rabdomanti cercatori delle fonti.

Voi avete già un principio nella frequenza al Noviziato, e in questo dovete approfondire lo spirito di fede, e vedrete i tesori nascosti.

Quando tutti alla fine del mondo ci troveremo riuniti, buoni e cattivi, quelli che ci avranno deriso resteranno male nel vedervi vicino a Gesù.

Coraggio nelle difficoltà che verranno.

Poi lo spirito di umiltà, per riparare. E poi lo spirito di zelo, per fare dell'apostolato.

Questo è un bel ideale, ma da soli come faremo? Non temete, abbiamo i nostri protettori.

Il SS. Crocifisso: a Lui dobbiamo appoggiarci, col suo aiuto noi praticheremo ed attenderemo ai nostri doveri.

Poi avremo Maria SS.: rivolgiamoci con umiltà ed amore filiale considerandola come nostra prima superiora e Madre.

E S. Giuseppe, nostro protettore, amarlo con fiducia particolare, ce lo ha detto Fra Leopoldo stesso.

Poi il S. Angelo Custode, che è sempre con noi, che ci avverte con ispirazioni buone dai pericoli: serviamoci dei suoi aiuti per innalzarci di più presso Gesù ( divozione all'Angelo). 

 S. Giovanni Battista La Salle, gran santo protettore dei Catechisti.

S. Francesco d'Assisi, amante del SS. Crocifisso.

S. Filippo Neri, come zelo. S.Luigi, come purezza.

Il card. Gamba ci disse di rimanere sicuri da tanti buoni e grandi santi nella nostra buona opera di bene e di santificazione.

4 - Domenica 29 settembre 1935 - ore 15.15

La Chiesa è come un giardino con miriade di aiuole a ciascuna delle quali si dà una propria coltura.

Così è per le Congregazioni religiose: sono i fiori delle aiuole della Chiesa.

Abbiatene cura del vostro Regolamento approvato dalla S. Chiesa.

Pensate che è una professione preziosa.

Vi furono delle Congregazioni che l'attesero per decine d'anni; voi in breve spazio di tempo.

Ringraziatelo il Signore di questo dono grande.

La vostra Congregazione ha una classe unica di membri, come lo è quella dei Fratelli, e di ciò ne godete un bene grande, sentendovi tutti fratelli, tutti uguali.

Mentre ci sono ordini i quali hanno due o più classi: sacerdoti e laici.

Nella vostra Congregazione G. C. è il primo Catechista, e la sua missione la svolgeva con semplicità e carità: così dovete fare voi.

Voi laici avete una missione grande, la stessa di G. C.

Ci fu un gran santo laico, S. Quintino, che catechizzò folle di fedeli.

La Chiesa ha bisogno di Catechisti.

Il Papa stesso ha invitato più volte i dirigenti di associazioni dei giovani ad impegnarsi per la formazione di catechisti ardenti.

La società ha bisogno di catechisti di luce e verità.

La vostra Congregazione ha appunto questa missione e il S. Padre ha approvato le vostre Costituzioni: ci furono delle difficoltà per la approvazione e il S. Padre le ha regolate bene.

- Ed ora vediamo i primi punti cominciando dall'esterno: l'abito.

Niente di speciale, come la totalità dei fedeli.

Benché anche tra gli uomini la moda tenti di farsi strada, noi invece useremo sobrietà.

Poi ancora trovandoci occupati nel mondo per il nostro sostentamento ci occuperemo di quel tanto senza affanno, senza preoccupazione: mai lasciare l'anima per la roba!

Ora vi trovate in famiglia e quando non l'avrete più, avrete poi l'ospitalità nelle vostre Case di Carità, in cui sottostarete ai vostri Superiori con docilità e prontezza.

- Alle adunanze tenetevi puntuali e così pure nelle pratiche di pietà.

- Per l'apostolato non è ancora giunta la vostra ora.

Per adesso attendete a perfezionarvi nella vostra formazione perché verrà il tempo in cui la dovrete esplicare con amore e perfezione.

Attendete al vostro impiego, con precisione facendo bene ogni cosa, e ciò completamente nuovo per le Congregazioni.

A voi tocca per primi applicarvi in questa vostra missione.

Quindi massima esattezza nel compimento del vostro dovere, trattando tutti bene con carità.

Finora abbiamo parlato dell'esterno: prima dell'abito, poi dell'abitazione, poi delle adunanze ed infine del vostro impiego.

Ora passeremo a quanto riguarda più da vicino la nostra vita spirituale.

Per prima cosa, per vivere secondo le nostre Costituzioni, dobbiamo esercitarci a considerare ogni cosa con lo spirito di fede.

Fare un po' come il rabdomante che scopre i tesori spirituali nascosti al mondo.

Per far ciò dobbiamo provarci.

- Guardiamo alla maestà dei monti ed in essi vediamo la Maestà di Dio e, salendoci, avviciniamoci a Dio col pensiero.

Ecco un esempio: così fece P. G. Frassati e il papa stesso.

- Poi la natura stessa, le cose e le persone stesse: guardiamo alla loro bellezza e buone qualità, doni di Dio.

- Poi gli avvenimenti o fatti che succedono intorno a voi, per indirizzarvi per la via buona.

- Poi nelle sofferenze, nelle tribolazioni, per purificarci, per provarci, per fare come Lui che si è sacrificato sino alla morte.

Esercitarsi in questo con lo spirito di fede.

Tutto quanto vi accade attorno è voluto da Dio e disposto da Dio per il bene dell'anima nostra.

Far tutto con la mira a Dio.

In queste brevi parole c'è da farsi santi: far tutto per la gloria di Dio.

Studio, gioco, lavoro: tutto per la gloria di Dio, tutto mirando per Dio.

Fare come i veri tiratori che mirano sempre un po' più in alto.

Anche noi miriamo in alto, a Dio, nel compimento del nostro dovere.

Riconoscere tutto quel che ci capita come se venisse da Dio.

Avere una ferma speranza, una abbandono illimitato nella Provvidenza.

"Io penso sempre a Te, o Gesù, e Tu pensa a me, a tutti i miei bisogni".

Alla vostra morte se sarete vissuti da santi, i catechisti che verranno vi esamineranno nei vostri atti, nello spirito di fede, nelle sofferenze, nella carità, nell'apostolato e vi esamineranno nella vostra vita.

Voi siete giovani ed avete maggior tempo.

Far atti frequenti di carità, con le giaculatorie, dette non solo con la bocca, ma col cuore.

E poi verso il prossimo usiamo carità, aiuti, gentilezze, servizi, non solo in vista del premio, ma per amore di Gesù.

Fra Leopoldo: "Tu pensa a Me, ed Io penserò a Te", e facciamo anche noi così.

Dimostriamo a Gesù il vero amore, evitando i più piccoli peccati anche i più leggeri.

L'amore del nostro cuore togliamolo dalle cose e dalle creature per riversarlo tutto a Gesù. Tutto per Lui.

Quindi sforziamoci in primo piano di evitare il peccato a qualunque costo per amore di Gesù.

Purtroppo il demonio ci sorprenderà: quindi occhi aperti, attenzione!

- Sforzarci di progredire ogni giorno nella pratica della carità fraterna: prima ai familiari, tra i vostri parenti più delicati, più cortesi e gentili.

È questa una ascesa continua e che dovete salire ogni giorno e avanzare con frutto.

Seguire Gesù: amò il prossimo, amò la sincerità, il servizio a Dio.

Evitate il più piccolo difetto, evitate di "lavare i panni" al vostro prossimo.

Amatevi nell'Amore con la più perfetta concordia, compatitevi reciprocamente; accondiscendete alla varie necessità: nelle avversità, nei bisogni, nelle malattie.

E voi entrate in una Congregazione in cui finora si è già praticato quanto sinora si è già detto.

Praticate l'umiltà di cuore.

Essere convinti intimamente che le lodi si potranno fare solo per Gesù; non lasciatevi tentare dall'orgoglio e dalla superbia.

Voi siete incamminati per la buona via e le lodi non vi mancheranno, ma voi non dovete trasmetterle, ma rifletterle oltre, rimandarle a Dio.

In quel momento non dite niente e se potete, allontanatevi, oppure cambiate argomento nel discorso; la lode non è nostra, ma è di Dio.

Il demonio vi tenterà anche lui. Se sono così è merito di Dio.

Io dovrei essere santo e non lo sono: altro che esse lodati!

Peccatori e non perfetti, noi non meritiamo lodi, ma disprezzi.

Le persone che ci lodano vedono soltanto l'esterno; Dio ci vede nell'interno quel che siamo.

Attenti ai pensieri di vanagloria.

Combattetela con tutte le vostre energie.

Attenti a non cadere come quel pubblicano.

Poi nelle parole e nelle opere con la mira a Dio.

Costanti nella pratica dell'umiltà.

Chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato.

L'ha detto Gesù Cristo stesso.

Noi dobbiamo stimarci di meno degli altri.

Io sono maggiormente beneficiato e quindi devo far meglio degli altri.

Avere una virtù amabile, tenete sempre il sorriso sulle labbra, voi dovete essere sempre allegri e amabili con tutti, poiché voi nel vostro cuore possedete Gesù.

Sarà questa una virtù che vi faciliterà nel vostro apostolato.

Il vostro sorriso deve rispecchiare la bellezza della vostra anima dovunque e sempre usate un contegno amabile.

- La Congregazione farà di tutto per aiutarvi nelle vostre necessità

- I membri della Congregazione non possono appartenere a terz'ordini.

Possono con zelo ardente, anzi devono, applicarsi nell'apostolato e nelle organizzazioni giovanili cattoliche, senza prendere impegni o obblighi speciali se non prima di aver comunicato e ricevuta l'approvazione dei vostri

Superiori.

- I catechisti potranno invece essere affiliati alle Congregazioni dei Fratelli, ed essere dei Terziari Francescani soltanto se questi superiori li accoglieranno.

I catechisti saranno diretti da superiori scelti ed eletti tra loro in conformità alle vostre Costituzioni.

E quando vi mancasse per un qualsiasi motivo il vostro superiore o capo gruppo, presiederà sempre il più anziano di professione religiosa e se di parità di professione, per anzianità di età.

5 - Domenica 6 ottobre - Ore 17.50

Quanto ci viene detto di fare nel nostro Regolamento lo dobbiamo fare con diligenza, con esattezza.

È Dio stesso che ce lo ordina, ma con lo spirito di fede.

Soltanto così facendo saremo calmi, sereni, godremo la pace del Signore, avremo nel nostro cuore la gioia vera, anche quando ci proverà con delle sventure o con delle difficoltà.

"Più sarete tribolati e più Io sarò con voi".

6 - Mercoledì 9 ottobre

Continuando la lettura di certi scritti di santi sull'argomento della croce.

La croce è il simbolo del cristiano, è il segno suo distintivo.

Dalla croce dobbiamo attingere la forza, la vita per le nostre attività.

Deve esserlo maggiormente per noi del SS. Crocifisso, camminare per la nostra vita religiosa.

Ci sia sempre dinanzi al illuminarci e dirigerci nei nostri passi.

Nei nostri dolori ed avversità ricordiamoci che Gesù Cristo ce ne fu Maestro, Lui, l'Agnello Immacolato.

Quanto più dovremo soffrire e patire noi peccatori.

Accettiamo quindi dalla mano di Dio tutto quanto ci perviene senza lamentarci, ma riflettendo che ciò ci è dato dalla misericordia Divina, per ravvederci, riparare e santificarci.

7 - Domenica 13 ottobre - ore 15.15

Dell'amore verso la S. Chiesa ed il Papa.

Attraverso l'amore al Papa amiamo Gesù Cristo stesso.

Amore alla Chiesa significa amore alla società voluta da Gesù Cristo ossia il corpo di cui il papa ne è il capo.

Tutte le Congregazioni sono sempre attaccate al Papa ed alla S. Chiesa.

Carattere: Amore filiale verso il Papa e la Chiesa; obbedienza esatta anche ai cenni loro; rispetto e sottomissione ai loro ordini ed infine l'unione cordiale ai nostri superiori.

Ecco, sono cinque questi caratteri, come le cinque piaghe di Gesù.

Tutti gli uomini hanno un carattere distintivo nel modo di esprimersi, che caratterizza la loro nazionalità.

Così lo dobbiamo esser noi in confronto agli uomini del mondo.

Proviamo ad esaminarci in questi caratteri:

- Amore verso il Papa, che si estende nella conoscenza dei suoi discorsi, delle sue raccomandazioni, e suoi ordini.

Amando lui si ama Gesù Cristo.

- Con l'amore verrà l'obbedienza che è un segno dell'amore.

Lo seguirete, anche se molti gli gridano contro, non solo agli ordini, ma anche ai suoi cenni: ci fu raccomandato di formarci tutti catechisti.

- Rispetto e sottomissione, legati assieme, verso i Vescovi.

- L'unione cordiale che viene dal cuore coi parroci o coi Superiori dei Fratelli: sforzarci ad aumentarla in noi.

Art. 12 - I Regolamenti ordinano anche ai Superiori! Quindi voi non avete che da seguirli i vostri superiori e non sbaglierete.

Art. 13 - In questo non avrete a sbagliarvi se farete quanto i superiori vi proporranno.

Deferenza e docilità come il rispetto e l'obbedienza.

Tutte le Congregazioni dipendono o dal papa direttamente od indirettamente e quindi sottoposti ai Vescovi.

Noi Fratelli dipendiamo direttamente dal Papa per mezzo di un Cardinale.

Voi invece dal papa, ma indirettamente, ossia dall'Ordinario che è il vostro Vescovo.

Art. 14 - Pregare per il S. Padre ed il Vescovo. Fatelo bene con devozione.

Art. 15 - Aderire con amore alle direttive del S. Padre. Agire e pensare come lui.

Sfuggire da coloro che combattono il Papa e la Chiesa.

State in guardia da coloro che lo criticano: cercate di istruirli e di correggerli.

Offrire una comunione mensile secondo l'intenzione del Papa.

Art. 16-17 - Seguire la propria vocazione anche attraverso difficoltà, ma persistere.

Quando si incomincia per una via bisogna seguirla anche se ci saranno difficoltà in noi od intorno a noi.

Se Dio ci chiama dobbiamo seguirlo anche se dispiace ai nostri parenti.

Penserà il Signore ad illuminarli.

Essere fermi, risoluti e non piegare.

1) È necessaria la salute ed integrità fisica per il compimento del nostro apostolato.

2) Cercate di coltivare il buon senso pratico per la buona riuscita del vostro apostolato: non fare stravaganze, ma ogni cosa a suo tempo con senno, con intuizione intelligente.

3) Carattere aperto e buon spirito: non offendersi mai, anche se ci fan degli scherzi burloni, non lasciarsi prendere dalla musoneria.

Essere fermi, non banderuole.

Dopo la preghiera e l'ordine del superiore agite senza fermarvi, nella vocazione, nell'osservanza del Regolamento.

Docili agli ordini di chi ha il diritto di comandare.

4) Amore al lavoro con spirito di attività, spirito d'ordine in tutte le cose.

8 - Domenica 20 ottobre - ore 15.20 [ per maggior chiarezza vengono riportati gli articoli del Reg. ]

Art. 17 - Gl'incarichi di ammettere i Postulanti esigeranno che siano di nascita legittima, di onesta famiglia, che non siano stati novizi o professi in altre Congregazioni od Ordini, e che abbiano, almeno in qualche grado, le qualità seguenti:

1° Salute e integrità fisica necessarie all'apostolato catechistico;

2° Buon senso pratico e retto giudizio;

3° Buono spirito, carattere aperto, fermo, ma docile e socievole;

4° Amore al lavoro e spirito d'ordine;

5° Animo temprato ai sacrifici richiesti dalla vita religiosa;

6° Desiderio sincero della propria perfezione, e volontà risoluta di fuggire i piaceri e le vanità del mondo;

7° Vera disposizione alla pratica costante dei doveri di pietà, tenero amore e costante divozione a N. S. Gesù Cristo e alla sua Santissima Madre.

5) Disposizione generosa, ossia possedere il desiderio della generosità è una virtù dei giovani.

La generosità naturale può servire nell'impiego, nella vita quotidiana, nelle battaglie.

Quella soprannaturale la dobbiamo acquistare.

Occorre aver prima la naturale e coltivarla, poi si acquista quella soprannaturale.

Scegliere per noi i lavori più pesanti, più disagevoli. Accogliere i sacrifici.

Essere generosi nella puntualità, nelle adunanze. essere retti per via, occuparci soltanto di noi stessi.

Curiamo la nostra vocazione.

6) Desiderio di farsi santi: ribadirlo con la volontà.

Fuggire i piaceri del mondo ( che portano al peccato, vietato da Dio ), le vanità del mondo, il piacere di comparire.

7) Costanza nella pratica dei doveri di pietà.

Essere costanti nelle nostre pratiche religiose, senza stancarci mai.

Fare nostre queste buone abitudini.

Tenero amore e divozione vera a G. C. guardando il Crocifisso con tenerezza, non separandoci mai dalla Madonna.

Rivolgiamoci con tenerezza alla Madre Celeste, come usano i bambini verso la loro mamma.

Fate anche voi così, elevate il vostro amore a Maria, cominciate da Lei per giungere a Gesù.

Andate a Gesù per mezzo di Maria SS.

Coltivate questi 7 articoli: affronterete e vincerete i 7 diavoli.

Art. 18 - Per l'ammissione dei Postulanti si richiederà:

1° La promessa scritta di frequentare la Congregazione, controfirmata dai genitori di minorenni, con le parole seguenti: "Permetto a mio figlio di frequentare la Congregazione dei Catechisti tutte le domeniche e alcune ore serali settimanali",

2° L'atto di nascita da cui risultino almeno 15 anni compiuti;

3° Il certificato di Battesimo e di Cresima;

4° L'attestato di buona condotta, redatto dal proprio Parroco;

5° La testimonianza di stato libero, se necessaria;

6° Prima dell'ammissione al Noviziato, lettere testimoniali del Vescovo della Diocesi di origine, e anche dei Vescovi delle Diocesi in cui l'aspirante risiedette più di un anno moralmente continuo, dopo il quattordicesimo anno di età;

7° L'attestato di buona condotta, rilasciato dai rispettivi Superiori, per coloro che furono in seminari o in collegi, conforme al canone 545 del Codice.

Segue l'elenco dei documenti e della domanda d'ammissione.

Anzi, per questa, sta al Superiore l'interpretazione a secondo delle circostanze e del tempo opportuno.

Per questo è riservato al giudizio del Superiore, l'applicazione a tempo debito.

Art. 19 - Il tempo del Probandato o Postulato dura un anno e comprende tutte le domeniche e alcune ore serali settimanali, passate nella Sede del Noviziato, sotto la direzione del Maestro dei Novizi.

Si seguiranno le indicazioni del Superiore

Art. 20 - Nell'anno del Postulato si attenderà a esercizi atti a provare, se gli aspiranti posseggano i caratteri di vera vocazione e se abbiano le attitudini necessarie per acquistare lo spirito della Congregazione, facendo notare con chiarezza ai Postulanti, che la medesima non è stabilita per servire di preparazione ad altre vocazioni: inoltre si studierà la Religione in modo da sostenere con esito felice l'esame di abilitazione all'insegnamento del Catechismo di grado inferiore.

Durante questo periodo si attenderà a esercizi opportuni, seguendo le indicazioni e gli ordini del superiore e saranno in questi esercizi che si proveranno le attitudini accennate nei 7 sopracitati articoletti.

Questo periodo di formazione serve soltanto per questa vocazione e non per altra, benché ci siano i voti annuali, ma nel nostro cuore ci deve essere la convinzione di rimanerci secondo i desideri di Dio.

Attendere allo studio delle Religione onde superare l'esame di abilitazione all'insegnamento del Catechismo di primo grado.

Art. 21 - Terminato il tempo della prova, il Superiore Generale col Consiglio ammetterà ( Quando si trova l'espressione: "Superiore Generale col Consiglio", devesi intendere con Voto Deliberativo, eccetto che dicasi espressamente con voto soltanto consultivo; il Consiglio è formato dal Superiore Generale e da quattro Assistenti ) i Postulanti al Noviziato, ovvero li dichiarerà inammissibili.

Circa l'ammissione del postulante al Noviziato, date le sue attitudini nel periodo di formazione, se avrà o meno quelle dovute per l'ammissione al Noviziato.

Art. 22 - Se qualche Catechista conoscesse cosa che potesse ostacolare l'ammissione di postulanti o novizi, è tenuto a comunicarla al Consiglio, il quale manterrà su ciò rigoroso segreto.

Circa la conoscenza di qualche difficoltà che si opponesse all'adempimento dei doveri della Congregazione.

Art. 23 - I Postulanti si prepareranno per l'ammissione al Noviziato, con Esercizi Spirituali serali di una settimana, seguiti da un Ritiro Spirituale chiuso di almeno tre giorni, e - secondo il prudente giudizio del Direttore spirituale - con la Confessione generale.

Della preparazione per l'ammissione, mediante gli esercizi serali e poi un ritiro di tre giorni consecutivi.

Art 24, 25, 28, 29 - I Regolamenti debbono prevenire difficoltà alla Congregazione.

Ecco perché si presentano certi articoli, magari un po' curiosi, appunto per far evitare certi mali che danneggerebbero ed i singoli e la Congregazione.

9 - Ore 10.00 - 10.45 - Conferenza di introduzione al Noviziato - Cat. Pietro Fonti

Iniziamo stamattina il Noviziato e, tanto per fissarci bene un principio, lo comprenderemo in queste quattro parole lasciatemi da Tessitore:

- studio della nostra vocazione. Sforziamoci di conoscerla, pensarla ed approfondirla con cura.

- studio di noi stessi. Conoscerci, innalzarci al soprannaturale, elevare le nostre azioni alla perfezione, non pretendere di distruggere radicalmente le nostre passioni e cattive tendenze tutto d'un colpo, ma perfezionarci gradatamente.

Delle nostre passioni, gli affetti, l'amor proprio, non lasciamoli fermare in noi stessi, ma eleviamoli a Gesù, così le nostre aspirazioni, tendenze e facoltà.

Quindi per noi dovrà essere un tempo attivo ed intenso di studio profondo di noi stessi con raccoglimento e fervore.

- studio della Dottrina Cristiana e dell'Ascetica, la dottrina che ci fa salire in alto, attraverso la scienza dei santi; studio che dev'essere fruttuoso per l'anima nostra - nelle nostre conversazioni dovremmo tendere a parlare di cose di nostro Signore, di cose sante, lasciando le cose del mondo, gli argomenti accidentali, d'attualità - tesoreggiare di questo bene che Dio ci porge.

- studio della Regola, che ci indirizza al fine nostro, la salvezza nostra e del nostro prossimo attraverso i catechismi parrocchiali.

Essa contiene gli insegnamenti di G. C. stesso.

Deve darci il carattere stesso della nostra Congregazione.

Dovrà essere col S. Rosario ed il S. Crocifisso sempre con noi; dovranno accompagnarci sempre in qualunque posto noi ci troveremo; se dovremo allontanarci per il compimento di un qualche dovere, dovremo essere uniti alla nostra regola.

Parleremo inoltre dello spirito da aversi nel Noviziato: innanzitutto lo spirito di fede. Gesù stesso per il compimento dei suoi miracoli richiedeva la fede e con questa si compiva.

Questa fede è un dono di Dio.

Invochiamo da G. l'aumento della fede. Soltanto con la fede faremo cose grandi.

- Abbandono in Dio, fiducia in Lui, penserà Dio stesso a darci gli aiuti, fiducia nei superiori.

- Semplicità, schiettezza, cuore aperto - Spirito di pace di tranquillità; bandire dal nostro cuore le simpatie e le antipatie, ma carità, essere servizievoli, uniti nella preghiera.

- Spirito di forza, di coraggio, evitare lo scoraggiamento - Spirito di contentezza, essere lieti per servire Dio con letizia - Spirito di sacrificio, a quanto ci viene dato di fare, pronti sempre a far la volontà di Dio, anche quando ci costa - Spirito di famiglia nel nostro Noviziato dobbiamo vederci come in una famiglia spirituale.

Essere molto generosi, dare tutto noi stessi a Dio - È Lui che si dona tutto a noi.

Cat. Tessitore

Con questo primo passo venite a far parte della ns. Congregazione.

Date molta importanza a questo Noviziato, anche se manca l'apparato esterno, che di solito non serve altro che a distrarre.

G. le cose grandi le fa con semplicità.

G. ci chiama nella solitudine per parlarci all'anima ns. in quest'atmosfera si fecero le cose grandi - Es. l'Annunciazione di Maria, Nascita a G. nella grotta di Betlemme, Istituzione dell'Eucaristia tra i pochi Apostoli.

Coloro che fecero veramente le cose grandi iniziarono le loro opere nella semplicità estrema.

Ed io vi chiamo a seguire per questa via - seguirla sempre, volgersi a Dio con riconoscenza, per averci prescelto ad esse così vicini e prediletti a Lui - a questa missione speciale - magari sprovvista di quella dignità esterna visiva al mondo, ma per l'appunto i preferiti di Dio.

Al termine della nostra vita volgendoci indietro dovremo vedere del bene e solo del bene.

Fuggiamo il male, seguiamo la volontà di Dio con riconoscenza e generosità senza riserva alcuna.

G. non ci obbliga, ma ci invita: doniamoci spontaneamente.

In Questo noviziato voi decidete tutto l'avvenire della vs. vita, è un momento importante, decisivo della ns. vita.

G. vede nelle nostre anime: diamo a Lui il conforto di vederci volenterosi e generosi per Lui.

Date il rilievo che merita a questo vs. Noviziato, benché poca apparenza vi abbia ad essere.

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