Unione/Catechisti/BaianoG/Quaderni.txt Quaderno 0 8 Maggio - 10 Luglio 1935 1 - Mercoledì 8-5-1935 L'obbedienza è una virtù che inclina la volontà a sottomettersi ai superiori diretti quali rappresentanti di Dio. Per piegare la volontà è necessario meditare sull'obbedienza di Gesù che ci diede un esempio così grande e luminoso, e poi ancora uscirne con un frutto pratico con un fermo proposito. La virtù è una buona abitudine, ripeterli questi atti buoni e ridurli ad abitudine, non perderla mai di vista mantenersi sempre in contatto. Il cibo di Gesù era appunto quello di fare la volontà di Dio - es. la Samaritana parlò del cibo dell'anima. Fare di questi atti molto frequenti. Fra virtù e voto d'obbedienza differiscono per il motivo, per la ragione e l'oggetto che porta a farla. La virtù dell'obbedienza è basata dalla giustizia quale base. Il motivo del voto è la virtù della religione che obbliga ad essere fedele. Per oggetto la virtù dell'obbedienza è mossa dal dovere di sottomissione a tutti i superiori. Per oggetto la virtù dell'obbedienza è mossa dal dovere di sottomettersi ai soli superiori dai quali si dipende. La virtù si riferisce anche all'interno, il voto invece si riferisce a ciò che si ordina in virtù di Santa obbedienza. La virtù si estende a tutto ciò che si ordina mentre per il voto soltanto a quel che ci viene ordinato in virtù di Santa obbedienza. Per noi propriamente si riferisce anche a quello che ci viene ordinato nel nostro impiego anche se ci vengono dati ordini poco cortesi ma che noi dobbiamo tendere con stessa diligenza. 2 - Domenica 12-5-1935 In tutte le cose dobbiamo avere un fine. Il Signore ha sempre un fine in tutte le cose che ha creato. Tutto ha un fine anche le Congregazioni debbono avere un fine. Questa nostra Congregazione è una cosa nuova perché sinora ordinariamente ( le altre ) hanno per caratteristica la vita in comune. La nostra invece si mostra in modo palese mentre per qualcuna è tenuta in un assoluto segreto nel condurre la loro vita in contatto. La nostra non è impostata sulla segretezza la quale potrebbe divenire utile per certe occasioni a cui il Signore ha già predisposto. Le stesse autorità Ecclesiastiche guardano ammirate la nostra Congregazione e ne seguono il nascente sviluppo. Per noi c'è una chiamata di Dio che dà delle attrattive proprie e speciali. Per primo scopo vi è la propria santificazione osservando la povertà evangelica, i voti privati e le costituzioni; e ciò è sufficiente per farci Santi. - Attendere davvero con l'aiuto di Dio che non ci mancherà se ci applicheremo con fermezza alla nostra santificazione. - Per chi abbraccia la Congregazione oltre ai comandamenti di Dio e della Chiesa viene ad assumere quale comando anche la povertà evangelica quindi i voti e le costituzioni. - Ecco qui sta la salvezza. - La prima parte è l'osservazione dei nostri doveri con la santificazione propria. - Poi scaturisce spontaneo la riparazione delle offese proprie e altrui che si fanno a Dio. - E poi ancora dall'amore a Dio sgorga l'amore al prossimo e quindi all'apostolato, e questo sarebbe il fine della nostra Congregazione. - Ma per spronarci con energia in questo nostro lavoro ci vuole un'anima per così dire, uno spirito che animi, che dia guida e spinta, ossia al raggiungimento del nostro scopo. - E per primo è lo spirito di fede: è la luce che illumina. E poi per operare la santificazione propria la riparazione delle offese a G. ed a mirare alla salvezza del prossimo ci vuole lo spirito di Umiltà, perché la grazia Dio la dà all'umile e non al superbo - che dà fortezza. - E poi lo spirito di zelo che completa tutto quanto viene ad esserci un legame: c'è la luce , c'è l'umiltà che ci dona la grazia e poi lo zelo. - Noi dobbiamo vedere questo legame. La grazia di Dio per attendere la santificazione nostra. Sono questi un compendio di tutto il nostro regolamento. C'è la fede di Gesù. C'è l'umiltà di Gesù. C'è l'apostolato di Gesù. - La luce di Dio scende in noi e ci fa vedere noi stessi, quel che siamo il nostro nulla, quel che abbiamo è Dio, e poi ancora la luce ci fa vedere il valore delle anime ecco con questo il legame dello spirito di Fede di Umiltà e di Zelo. - Ecco che la riparazione è compresa dall'umiltà, e lo spirito di Apostolato è compreso da quello di Fede. - L'essenziale è qui penetrare profondamente nel fine e nello scopo del nostro regolamento. Ci fa ricevere tutto da Dio e agire tutto per Iddio. - Uniformarsi a Dio vedere tutto come vede Lui, ricevere tutto dalle Sue Mani, operare secondo la Sua Volontà. Imitare il nostro Maestro: Gesù. 3 - Mercoledì 15-5-1935 Nell'obbedienza rimane compreso: I Tutte le prescrizioni della regola II Tutti i desideri ed i cenni del superiore. - Chi segue le prescrizioni della regola è sicuro di seguire la volontà di Dio. - Secondo S.G.B. La Salle non c'è virtù che sia a voi così importante come l'obbedienza, la sola che può sostenervi senza la quale, ben avendo tutte le altre, non le avrete profondamente nel cuore. - L'obbedienza è la sola che dà al religioso la vera formazione. - L'obbedienza di Gesù fu così perfetta da essere immune da ogni replica, contrarietà e ragionamento. Ricopiare sempre il Divin Modello: sottoponete il proprio pensiero e ragionamento agli ordini del superiore. Ponete sempre innanzi la fede nell'obbedienza. Vedendo nel superiore non l'uomo ma Dio stesso: la fede fine e principio dell'obbedienza. Per noi che siamo soli a compiere i nostri doveri dobbiamo unirci di più con la fede nel seguire il nostro regolamento. Nessun altro ci vede se non Dio solo. - Condizioni dell'obbedienza: è virtù più necessaria alle anime religiose. - L'obbedienza è quella virtù per la quale sottomette il proprio giudizio e volontà ad un altro uomo in quanto è rappresentante di Dio. L'obbedienza deve essere universale ossia in tutti gli ordini che ci vengono dati anche se da inferiori. Indifferente anche se da meno istruiti di noi pronta e non tardare. Cieca senza esaminare se prudente o imprudente. Ogni genere di esami, di ricerche se buone o meno buone semplicità, umile, cordiale, affettuosa. La disubbidienza del religioso è quasi sempre legata al peccato. Mosso dall'ambizione, dall'orgoglio, da pigrizia. L'esporsi per obbedienza ad un qualche pericolo non deve impedirci dal compiere l'ordine avuto. 4 - Domenica 19-5-1935 Fare qualche sforzo per imitare i nostri titolari. Farli gradatamente con progressione per gradi. Cominciare dal poco per giungere al molto. Fare un controllo un esame giornaliero: imitare l'esempio di G.C. nella pazienza. Imitarlo in quel punto in cui uno ha maggior bisogno. Crescere tutti i giorni nel culto e nell'amore al SS Croc.: io sono con Lui, e Lui è con me. Lui solo deve essere il nostro modello continuo in tutto e per tutto. - Avere sempre innanzi e presente in noi Maria SS.ma: per mezzo di Lei salire al SS Croc. ritenendola come nostra prima Superiora e nello stesso tempo Madre. - S. Giuseppe, che condusse una vita interiore nel lavoro anche lui come noi, imitiamolo, invochiamolo. - Confidenza e invocazione d'aiuto ai S Angeli Custodi. - S.Giov. B. La Salle, protettore dei catechisti, considerarlo come nostro padre spirituale per lo zelo catechistico e l'umiltà. - S. Francesco d'Assisi, modello di povertà, umiliazione del SS. Croc. - S. Filippo Neri, modello di zelo tra la gioventù. - S. Luigi Gonzaga, modello di purezza illibata - S. Giuseppe e i SS. Angeli Custodi per la massima obbedienza. - I modelli per tutte le virtù da praticarsi Tutti questi modelli ci sia di sprone, di guida onde giungere ad imitare e ricopiare il Divino Modello: il SS. Crocifisso. In Lui dobbiamo porre il nostro fine, la nostra meta e le nostre compiacenze o difficoltà per le quali dovremo passare per giungervi sino a Lui. 5 - Adunanza sulle Attività estive pass. - Mercoledi 22-5-1935 Passeggiata - Moncalieri Castel - Domenica 26-5-1935 Vecchio ( presso i P. Sacramentini ) prepara al Ritiro Villa Nicolas - Mercoledi 29-5-1935 Accensione Ritiro Villa Nicolas - Giovedi 30-5-1935 Fr. Teod. impegnato altrove - Domenica 2- 6- 1935 pomeriggio vacanza 26-5-1935 Orario: 8.30 S. Messa cappella S. Pelagia ( solito ) 10.15 Partenza dalla Gran Madre di Dio ( £ 2.50 A.R. ) 10.45 - 11.30 Salita a Castel Vecchio - Visita - pranzo - ricreazione 14.30 Arrivo altro gruppo ciclisti 15.30 S. Benedizione 16.30 Ritorno visita chiese in Moncalieri 18 Partenza da Moncalieri 6 - Mercoledi 5 6 1935 Difetti da fuggirsi onde non aver da mancare all'obbedienza: - difetti dovuti alle finzioni, mancanza di sincerità. - evitare i pretesti anche se costa l'obbedienza compierla con prontezza. - le scuse e la lentezza nell'esecuzione ma generosi e slanciati nel bene. - le mormorazioni sul superiore. - le critiche su quanto fa il superiore. - sopratutto il più importante che sta alla base di tutti: le opinioni sfavorevoli e le antipatie. Il religioso deve schivare tutti questi difetti se non vuol venir meno all'obbedienza che è il perno dei nostri doveri, solo con questa saremo più vicini a G. C. Evitare di praticare un'obbedienza esteriore o per amor proprio e quindi apparente e senza meriti. Guardarsi dagli intrighi e dalle trame nell'acquistarsi altri dalla nostra parte a muoversi contro il superiore. Guardarsi da ogni corrispondenza clandestina e continuata all'insaputa dei superiori. Di essere al corrente e conoscere bene i gradi dell'obbedienza perfetta. I - Obbedienza di esecuzione II - Obbedienza di volontà III - Obbedienza di giudizio che a loro volta ne comprendono diversi altri Dei difetti da evitare nel compimento dell'obbedienza è lo schivare dei propri comodi e convenienze ed infine della corrispondenza privata da comunicarsi al superiore. 7 - Domenica 9-6-1935 La vita ha diverse manifestazioni vita sociale e civile vita famigliare vita esterna vita interna Quindi la vita catechistica deve comprendere e informare tutte le altre. Il fine di questa vita catechistica è quello di ridurre tutta la nostra attività all'unità. La congregazione è formata da una sola classe di membri, ed eccone il grande benefici che da tal unità di classe ne deriva: eguaglianza. I - Odiernamente si tende all'informità dell'abito, ed ecco che la nostra congregazione segue l'andamento generale, ossia l'abito comune dei fedeli, ben inteso con cristiana modestia. Sebbene "l'abito non fa il monaco" si ha da seguire la comunanza delle congregazioni laiche nascenti le quali hanno per l'appunto tutte quante gli stessi miraggi. II - Si tiene in grande considerazione le apposite adunanze e le pratiche di pietà. III - Il nostro apostolato lo dobbiamo offrire senza terreno compenso e non già secondo le nostre preferenze ma alle dipendenze del superiore. IV - Attendere al nostro impiego rendendosi in questo perfetti, mirando sempre ed esclusivamente a seguire la volontà di Dio. Tutto quanto il nostro operato lo dobbiamo coordinare al fine ultimo della vita eterna: Dio, la sua gloria, la sua volontà, seguendolo sempre attraverso i nostri doveri e le nostre azioni quotidiane. La nostra congregazione non ci toglie dalla vita normale del mondo e quindi dalla vita sia civile che sociale e famigliare, ma bensì in questa esplicazione ci innalza in una vita religiosa facendoti meritare appunto attraverso al nostro genere di vita comune e non già in un qualche genere di vita separata oppure parallela ma unificata nell'intenzione, nello scopo e nel fine la santificazione nostra e poi del nostro prossimo. Fare tutto quanto in Dio. Soltanto così noi agiremo in quella santa indifferenza che ci porterà sempre più presso a Dio per il quale noi viviamo. Con questo metodo di vita noi: - vivremo più uniti a Dio quindi in Gesù Cristo e nella sua dottrina, in mezzo alla nostra congregazione, alla famiglia, nella società: vita spirituale. - opereremo per Dio in unione con Gesù Cristo e faremo nostri i suoi santi ammaestramenti: carità fraterna - apostolato - e saremo maggiormente disposti alla volontà di Dio obbedienti come Gesù Cristo stesso al Padre Suo, e cioè ai nostri superiori non solo ai loro ordini, ma alle loro intenzioni ed al fine per il quale ci hanno ordinato seguendo, interpretando e collaborando per la maggior buona riuscita. 8 - Mercoledì 12-6-1935 Obbedienza d'esecuzione pronta Obbedienza intera senza omettere cosa alcuna di quanto il superiore ha ordinato essendo riconosciuta per volontà di Dio. Obbedienza universale in tutti gli ordini e non solo esterni ma anche interni, unire alla volontà del superiore la nostra volontà. Stimare e non solo ma amare quanto ci viene ordinato dal superiore. Sforzarsi di rendere amabile quanto ci è comandato non solo facendola esteriormente ma internamente. Le doti I - Cordiale ed affettuosa ossia dobbiamo ricevere con gaudio quanto ci è ordinato senza rammaricarci di quanto ci viene ordinato anche se ci fosse molesta. II - Umile e rispettosa senza repliche con prontezza. III - Cristiana e religiosa farla come virtù di religione, onde viene rispettato Dio nella persona del superiore. - Obbedire ad un superiore per affetto a cui si significa rendere l'obbedienza un atto di amicizia e quindi un'obbedienza naturale, ma per tutte si fa con affetto e non per l'affetto si acquista maggior buona disponibilità per servire Dio. Di questo affetto se ne serve per rendere più amabile e quindi un aiuto per compiere. - Obbedire con ripugnanza a quanto ci viene comandato dal superiore se questo ci viene in seguito ambizione od all'amor proprio dipende dalla nostra mortificazione rendendoci svantaggiosa e quindi pericolosa l'obbedienza la quale viene a perdere il suo valore; e non ci può essere di impedimento quando si vive con risolutezza. - Amare quanto il superiore ci ha comandato. 9 - 26-6-35 Terminando l'argomento sull'obbedienza tratteremo ora della vita interiore non meno opportuna in questo periodo di prossime vacanze. Di mantenersi in buona e santa relazione tra voi. Senza cagionare malumori ne discordie fra voi, che vi amiate in concordia, e vi manteniate umili dinanzi a Gesù. Ecco: umiltà e carità che ci sono raccomandati da Gesù stesso. Attenti a non cadere nella vana gloria né all'orgoglio, né tantomeno alla tiepidezza. Umiltà e carità che noi accenniamo nella preghiera quotidiana: carità fraterna. Le preghiere possono essere bellissime ma se non sono meditate perdono la loro bellezza ed il loro valore presso Dio. Prima di tutto umiliarci: nei ritiri specialmente. Esaminiamoci bene, onde conoscere bene noi stessi. La carità non vi può essere se non con l'umiltà. Fare per amore ciò che ci viene ordinato. Il frutto dell'apostolato è nullo se non è confermato dall'umiltà. 10 - Mercoledì 3-7-1935 Alcune note sul capitolo: "Vita del catechista". Capo 5: sforzarsi di perfezionarsi ogni giorno dato che il nostro contatto non è quotidiano, non abbiamo modo di dimostrare fra noi la carità fraterna, ma però la possiamo manifestare con i nostri familiari con i quali noi dovremo sempre trattarli con … Trattenersi dal giudicare drasticamente, ma usare carità nei pensieri, parole, opere. Mantenersi calmi sereni anche nelle avversità e infermità. Capo 6: Umiltà di cuore aprendoci con continuità e sincerità, non si riesce a conoscere bene Dio se non per mezzo della meditazione e del raccoglimento: sono questi i momenti di luce. Conoscere la natura dei nostri peccati. La stima e la lode che ci sono dati a noi vanno devoluti soltanto a Gesù e a lui unicamente. Combattere la vanagloria e la superbia. Controllare anche i semplici pensieri. Capo 9: costanti nell'umiltà evitare gli alti e bassi. La carità è regime di tutte le virtù. 11 - Mercoledì 10-7-1935 "Il momento presente" Nella nostra vita spirituale presa da alcuni per una vita faticosa, continua e si spaventano. È questione di stratagemma: ossia prendere le cose come vengono, devo occuparmi soltanto del momento presente, santificare il momento presente, solo quello, e non pensare al domani è questo per la vita spirituale il momento che è passato non lo abbiamo più. Il momento avvenire e non lo abbiamo ancora, quindi pensiamo a quello presente. Santifichiamo il momento presente e cosa assai più facile, miriamo ad una sola cosa. Per santificare l'azione presente bisogna accettare le cose come ce le dà il Signore ossia secondo la volontà di Dio. Ben interpretata la vita spirituale diviene una cosa facile. Il Signore non vuol mica l'impossibile, vuol che ci santifichiamo accettando la sua volontà nel momento presente. Potremo forse essere presi dal dubbio, ma in questo basta essere decisi a svegliare la parte migliore. Abbiamo bisogno della preghiera per vincere il demonio il mondo e le cattive inclinazioni. La santificazione nel momento presente, l'intuito della buona scelta ci viene dato soltanto dalla preghiera. Fare come le molle che appena libere si slanciano, così noi appena liberi dalle occupazioni slanciamoci a Gesù. Superare il dubbio con la preghiera. E noi giovani catechisti che ci troviamo tra il mondo dobbiamo pregare di più per superare le tentazioni. Quaderno I Noviziato - 1° sett. - 27 ott. 1935 Conferenze di Fr. Teodoreto 1 - Domenica 1° settembre 1935 - ore 15.45 Come abbiamo sentito al ritiro, sforziamoci di conoscere la strada per servire il Signore. Si può servire il Signore per diverse vie: come semplici uomini, come i selvaggi, con la conoscenza del Creatore molto alla lontana. Alcuni arrivano, ma molto pochi, come cristiani, col Battesimo, con la pratica dei comandamenti ed i precetti della Chiesa, giungere alla salvezza. Come uomini liberi imparare una professione, formarsi una posizione, magari una fortuna, formarsi una famiglia e qui c'è il pericolo che il cuore si attacchi alla roba, tralasciandovi i doveri religiosi, che finiscono poi per perdersi. Il Signore è giusto, non può dare il premio a chi non ha meritato. Questo [ stato ] è quello privilegiato come religioso, grado molto elevato. Dio è posto in primo piano, da Lui abbiamo avuto tutto. Dio dev'essere servito bene come si merita. La ricompensa non solo si avrà nell'eternità, ma anche in questo mondo con la felicità dell'anima. Occuparsi delle cose del mondo, ma senza preoccuparsi, senza attaccarvi il cuore. Noi ci troviamo appunto nel mondo, ma col cuore staccato dal mondo. È questa una grazia speciale di Dio. Si rinuncia alla famiglia per Dio. Mentre nel mondo: amore alle ricchezze, ai piaceri, al proprio volere. Se vuoi essere perfetto, staccati dalle ricchezze. Se vuoi essere Mio Discepolo, rinuncia a te stesso. Se vuoi avere premi grandi, affidati a Me solo secondo la Mia volontà. Il mettersi al servizio di Lui solo apre le sorgenti alla grazia di Dio, dispone all'orazione, facilitandoci al fervore. Incammina verso la perfezione, verso la via della santità. Il Signore vi segue sempre. Perseverando ci rassicureremo un posto in cielo. L'Apostolo sacrifica se stesso per portare altre anime a Dio. Essere contenti della via intrapresa. Ringraziare Dio della grazia concessaci. Tutti gli uomini debbono servire il Signore. Servirlo nello stato religioso è la via migliore più proficua per la vita eterna. Per questa via avrete bisogno di aiuti, ebbene chiedeteli con brevi preghiere: le giaculatorie fanno apposta per noi che ci troviamo per il maggior tempo impegnati nei nostri doveri quotidiani. 2 - Domenica 15 settembre 1935 - ore 15.30 Riconosciamoci come ospiti sulla terra. Come il viandante: nulla gli appartiene. Guardare noi stessi come viandanti a cui nulla appartiene del mondo. Tutto quanto abbiamo attorno a noi non è di nostro possesso. Non attacchiamoci alle cose del mondo, perché tutto lasceremo alla nostra morte. Liberiamoci da tutte queste cose che ci circondano, dai peccati commessi per abitudine. Stacchiamoci dalla terra per innalzarci a Dio, perché quaggiù non avremo mai stabile dimore, se non in cielo con le buone opere. Iddio ci ispira a queste buone opere: tocca a noi ad assecondarle quante ne sentiamo in un giorno. Sono questi dei mezzi per salire a Dio. Tutto quello che facciamo in questa vita offriamolo a Dio. Né tutte queste cose le dobbiamo fare soltanto per un fine materiale, ma bensì facciamole tutte con Dio affinché la nostra anima dopo morte possa veramente salire e congiungersi con Dio. Riflettiamo su questo pensiero della morte, non già ad esserci di timore, ma di spinta. Ricordiamoci che siamo dei religiosi e come tali su questa terra saremo provati, tentati, come lo furono nei secoli tutti i religiosi. Saremo anche noi disprezzati, calpestati annientati. Il pensiero della morte ci spinga a Dio. Con delle idee generose la nostra morte sarà bella se ci prodigheremo con diligenza e generosità. Noi parliamo della morte per farci santi. "Accendi sopra di essi, gli altari, o Signore, dei santi nuovi accesi dal tuo amore; fa' che su ogni tabernacolo si sollevino divini" Dio vuole la nostra anima e poi quella del nostra prossimo. Quindi siamo generosi. 3 - Domenica 22 settembre - ore 15.15 Sono contento di poter parlare a voi. Voi i prediletti da Dio. Voi, uno fra 10.000. La vostra Congregazione si propone di riunire anche chi fra il mondo desidera elevarsi a santità di vita. Congregazione vuol dire "congrega", riunire coloro che sono chiamati da Dio, per restando tra il mondo. Voi siete, con una chiamata speciale, particolare, chiamati da Dio. Lui vi ha scelti uno fra 10.000. Voi che volete santificarvi proprio là dove regna il male, che portate il rimedio lì dove c'è il male, ma per far ciò è necessario ricevere molta forza. - Praticare i consigli evangelici. Noi non sappiamo di quel che accadrà della nostra Congregazione. Noi attualmente godiamo di calma, mentre in altri paesi la religione è combattuta e gli stessi religiosi sono bersagliati. E forse, in un tempo non lontano, lo potremo essere anche noi in Italia. Ed ecco che G. va formando una Congregazione come la vostra che ha una missione in mezzo al mondo senza segni esteriori. Guardate che fu Gesù a chiamarvi a Lui, e farà di voi e con voi cose grandi. Lasciatevi guidare da Lui: "Se voi sarete con me, chi potrà essere contro di voi". Provenite da più famiglie, ma possedete le stesse intenzioni di santificazione. E qui in mezzo a voi sta l'amore di fratelli in Gesù. - Attendere davvero alla propria santificazione. Anche se non vi capiterà niente di speciale, voi dovete essere pronti egualmente. Seguirete la povertà, la castità, l'obbedienza e le vostre Costituzioni. Quando voi seguirete veramente questi suoi consigli il Signore sarà doppiamente contento di noi. Anche noi dopo aver seguito i suoi comandamenti dobbiamo renderci più cari a Dio consolando il Suo Cuore, riparando le sue pene, i suoi dolori: le colpe e i peccati degli uomini. Anche noi possiamo dedicarci alla salvezza delle anime ed è la nostra santificazione. - Riparazione delle nostre ed altrui colpe. Dedicarci all'apostolato. Seguiamolo Gesù, il nostro Divin Modello, nei suoi tre punti. Imitatori di Gesù, anche noi diverremo come altrettanti Gesù. Sembrano, così superficialmente, cose da poco, mentre sono cose tra le più sante e sublimi. Dobbiamo avere la guida dello spirito di Dio attraverso lo spirito di zelo, di umiltà e di apostolato ardente e generoso. Tendere alla nostra santificazione con lo spirito di fede, con lo zelo ardente. Poi dobbiamo riparare con lo spirito di umiltà e poi dell'apostolato con lo spirito di zelo. Con lo spirito di fede vedrete i tesori che gli altri uomini non vedono. Siete un po' come i rabdomanti cercatori delle fonti. Voi avete già un principio nella frequenza al Noviziato, e in questo dovete approfondire lo spirito di fede, e vedrete i tesori nascosti. Quando tutti alla fine del mondo ci troveremo riuniti, buoni e cattivi, quelli che ci avranno deriso resteranno male nel vedervi vicino a Gesù. Coraggio nelle difficoltà che verranno. Poi lo spirito di umiltà, per riparare. E poi lo spirito di zelo, per fare dell'apostolato. Questo è un bel ideale, ma da soli come faremo? Non temete, abbiamo i nostri protettori. Il SS. Crocifisso: a Lui dobbiamo appoggiarci, col suo aiuto noi praticheremo ed attenderemo ai nostri doveri. Poi avremo Maria SS.: rivolgiamoci con umiltà ed amore filiale considerandola come nostra prima superiora e Madre. E S. Giuseppe, nostro protettore, amarlo con fiducia particolare, ce lo ha detto Fra Leopoldo stesso. Poi il S. Angelo Custode, che è sempre con noi, che ci avverte con ispirazioni buone dai pericoli: serviamoci dei suoi aiuti per innalzarci di più presso Gesù ( divozione all'Angelo). S. Giovanni Battista La Salle, gran santo protettore dei Catechisti. S. Francesco d'Assisi, amante del SS. Crocifisso. S. Filippo Neri, come zelo. S.Luigi, come purezza. Il card. Gamba ci disse di rimanere sicuri da tanti buoni e grandi santi nella nostra buona opera di bene e di santificazione. 4 - Domenica 29 settembre 1935 - ore 15.15 La Chiesa è come un giardino con miriade di aiuole a ciascuna delle quali si dà una propria coltura. Così è per le Congregazioni religiose: sono i fiori delle aiuole della Chiesa. Abbiatene cura del vostro Regolamento approvato dalla S. Chiesa. Pensate che è una professione preziosa. Vi furono delle Congregazioni che l'attesero per decine d'anni; voi in breve spazio di tempo. Ringraziatelo il Signore di questo dono grande. La vostra Congregazione ha una classe unica di membri, come lo è quella dei Fratelli, e di ciò ne godete un bene grande, sentendovi tutti fratelli, tutti uguali. Mentre ci sono ordini i quali hanno due o più classi: sacerdoti e laici. Nella vostra Congregazione G. C. è il primo Catechista, e la sua missione la svolgeva con semplicità e carità: così dovete fare voi. Voi laici avete una missione grande, la stessa di G. C. Ci fu un gran santo laico, S. Quintino, che catechizzò folle di fedeli. La Chiesa ha bisogno di Catechisti. Il Papa stesso ha invitato più volte i dirigenti di associazioni dei giovani ad impegnarsi per la formazione di catechisti ardenti. La società ha bisogno di catechisti di luce e verità. La vostra Congregazione ha appunto questa missione e il S. Padre ha approvato le vostre Costituzioni: ci furono delle difficoltà per la approvazione e il S. Padre le ha regolate bene. - Ed ora vediamo i primi punti cominciando dall'esterno: l'abito. Niente di speciale, come la totalità dei fedeli. Benché anche tra gli uomini la moda tenti di farsi strada, noi invece useremo sobrietà. Poi ancora trovandoci occupati nel mondo per il nostro sostentamento ci occuperemo di quel tanto senza affanno, senza preoccupazione: mai lasciare l'anima per la roba! Ora vi trovate in famiglia e quando non l'avrete più, avrete poi l'ospitalità nelle vostre Case di Carità, in cui sottostarete ai vostri Superiori con docilità e prontezza. - Alle adunanze tenetevi puntuali e così pure nelle pratiche di pietà. - Per l'apostolato non è ancora giunta la vostra ora. Per adesso attendete a perfezionarvi nella vostra formazione perché verrà il tempo in cui la dovrete esplicare con amore e perfezione. Attendete al vostro impiego, con precisione facendo bene ogni cosa, e ciò completamente nuovo per le Congregazioni. A voi tocca per primi applicarvi in questa vostra missione. Quindi massima esattezza nel compimento del vostro dovere, trattando tutti bene con carità. Finora abbiamo parlato dell'esterno: prima dell'abito, poi dell'abitazione, poi delle adunanze ed infine del vostro impiego. Ora passeremo a quanto riguarda più da vicino la nostra vita spirituale. Per prima cosa, per vivere secondo le nostre Costituzioni, dobbiamo esercitarci a considerare ogni cosa con lo spirito di fede. Fare un po' come il rabdomante che scopre i tesori spirituali nascosti al mondo. Per far ciò dobbiamo provarci. - Guardiamo alla maestà dei monti ed in essi vediamo la Maestà di Dio e, salendoci, avviciniamoci a Dio col pensiero. Ecco un esempio: così fece P. G. Frassati e il papa stesso. - Poi la natura stessa, le cose e le persone stesse: guardiamo alla loro bellezza e buone qualità, doni di Dio. - Poi gli avvenimenti o fatti che succedono intorno a voi, per indirizzarvi per la via buona. - Poi nelle sofferenze, nelle tribolazioni, per purificarci, per provarci, per fare come Lui che si è sacrificato sino alla morte. Esercitarsi in questo con lo spirito di fede. Tutto quanto vi accade attorno è voluto da Dio e disposto da Dio per il bene dell'anima nostra. Far tutto con la mira a Dio. In queste brevi parole c'è da farsi santi: far tutto per la gloria di Dio. Studio, gioco, lavoro: tutto per la gloria di Dio, tutto mirando per Dio. Fare come i veri tiratori che mirano sempre un po' più in alto. Anche noi miriamo in alto, a Dio, nel compimento del nostro dovere. Riconoscere tutto quel che ci capita come se venisse da Dio. Avere una ferma speranza, una abbandono illimitato nella Provvidenza. "Io penso sempre a Te, o Gesù, e Tu pensa a me, a tutti i miei bisogni". Alla vostra morte se sarete vissuti da santi, i catechisti che verranno vi esamineranno nei vostri atti, nello spirito di fede, nelle sofferenze, nella carità, nell'apostolato e vi esamineranno nella vostra vita. Voi siete giovani ed avete maggior tempo. Far atti frequenti di carità, con le giaculatorie, dette non solo con la bocca, ma col cuore. E poi verso il prossimo usiamo carità, aiuti, gentilezze, servizi, non solo in vista del premio, ma per amore di Gesù. Fra Leopoldo: "Tu pensa a Me, ed Io penserò a Te", e facciamo anche noi così. Dimostriamo a Gesù il vero amore, evitando i più piccoli peccati anche i più leggeri. L'amore del nostro cuore togliamolo dalle cose e dalle creature per riversarlo tutto a Gesù. Tutto per Lui. Quindi sforziamoci in primo piano di evitare il peccato a qualunque costo per amore di Gesù. Purtroppo il demonio ci sorprenderà: quindi occhi aperti, attenzione! - Sforzarci di progredire ogni giorno nella pratica della carità fraterna: prima ai familiari, tra i vostri parenti più delicati, più cortesi e gentili. È questa una ascesa continua e che dovete salire ogni giorno e avanzare con frutto. Seguire Gesù: amò il prossimo, amò la sincerità, il servizio a Dio. Evitate il più piccolo difetto, evitate di "lavare i panni" al vostro prossimo. Amatevi nell'Amore con la più perfetta concordia, compatitevi reciprocamente; accondiscendete alla varie necessità: nelle avversità, nei bisogni, nelle malattie. E voi entrate in una Congregazione in cui finora si è già praticato quanto sinora si è già detto. Praticate l'umiltà di cuore. Essere convinti intimamente che le lodi si potranno fare solo per Gesù; non lasciatevi tentare dall'orgoglio e dalla superbia. Voi siete incamminati per la buona via e le lodi non vi mancheranno, ma voi non dovete trasmetterle, ma rifletterle oltre, rimandarle a Dio. In quel momento non dite niente e se potete, allontanatevi, oppure cambiate argomento nel discorso; la lode non è nostra, ma è di Dio. Il demonio vi tenterà anche lui. Se sono così è merito di Dio. Io dovrei essere santo e non lo sono: altro che esse lodati! Peccatori e non perfetti, noi non meritiamo lodi, ma disprezzi. Le persone che ci lodano vedono soltanto l'esterno; Dio ci vede nell'interno quel che siamo. Attenti ai pensieri di vanagloria. Combattetela con tutte le vostre energie. Attenti a non cadere come quel pubblicano. Poi nelle parole e nelle opere con la mira a Dio. Costanti nella pratica dell'umiltà. Chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato. L'ha detto Gesù Cristo stesso. Noi dobbiamo stimarci di meno degli altri. Io sono maggiormente beneficiato e quindi devo far meglio degli altri. Avere una virtù amabile, tenete sempre il sorriso sulle labbra, voi dovete essere sempre allegri e amabili con tutti, poiché voi nel vostro cuore possedete Gesù. Sarà questa una virtù che vi faciliterà nel vostro apostolato. Il vostro sorriso deve rispecchiare la bellezza della vostra anima dovunque e sempre usate un contegno amabile. - La Congregazione farà di tutto per aiutarvi nelle vostre necessità - I membri della Congregazione non possono appartenere a terz'ordini. Possono con zelo ardente, anzi devono, applicarsi nell'apostolato e nelle organizzazioni giovanili cattoliche, senza prendere impegni o obblighi speciali se non prima di aver comunicato e ricevuta l'approvazione dei vostri Superiori. - I catechisti potranno invece essere affiliati alle Congregazioni dei Fratelli, ed essere dei Terziari Francescani soltanto se questi superiori li accoglieranno. I catechisti saranno diretti da superiori scelti ed eletti tra loro in conformità alle vostre Costituzioni. E quando vi mancasse per un qualsiasi motivo il vostro superiore o capo gruppo, presiederà sempre il più anziano di professione religiosa e se di parità di professione, per anzianità di età. 5 - Domenica 6 ottobre - Ore 17.50 Quanto ci viene detto di fare nel nostro Regolamento lo dobbiamo fare con diligenza, con esattezza. È Dio stesso che ce lo ordina, ma con lo spirito di fede. Soltanto così facendo saremo calmi, sereni, godremo la pace del Signore, avremo nel nostro cuore la gioia vera, anche quando ci proverà con delle sventure o con delle difficoltà. "Più sarete tribolati e più Io sarò con voi". 6 - Mercoledì 9 ottobre Continuando la lettura di certi scritti di santi sull'argomento della croce. La croce è il simbolo del cristiano, è il segno suo distintivo. Dalla croce dobbiamo attingere la forza, la vita per le nostre attività. Deve esserlo maggiormente per noi del SS. Crocifisso, camminare per la nostra vita religiosa. Ci sia sempre dinanzi al illuminarci e dirigerci nei nostri passi. Nei nostri dolori ed avversità ricordiamoci che Gesù Cristo ce ne fu Maestro, Lui, l'Agnello Immacolato. Quanto più dovremo soffrire e patire noi peccatori. Accettiamo quindi dalla mano di Dio tutto quanto ci perviene senza lamentarci, ma riflettendo che ciò ci è dato dalla misericordia Divina, per ravvederci, riparare e santificarci. 7 - Domenica 13 ottobre - ore 15.15 Dell'amore verso la S. Chiesa ed il Papa. Attraverso l'amore al Papa amiamo Gesù Cristo stesso. Amore alla Chiesa significa amore alla società voluta da Gesù Cristo ossia il corpo di cui il papa ne è il capo. Tutte le Congregazioni sono sempre attaccate al Papa ed alla S. Chiesa. Carattere: Amore filiale verso il Papa e la Chiesa; obbedienza esatta anche ai cenni loro; rispetto e sottomissione ai loro ordini ed infine l'unione cordiale ai nostri superiori. Ecco, sono cinque questi caratteri, come le cinque piaghe di Gesù. Tutti gli uomini hanno un carattere distintivo nel modo di esprimersi, che caratterizza la loro nazionalità. Così lo dobbiamo esser noi in confronto agli uomini del mondo. Proviamo ad esaminarci in questi caratteri: - Amore verso il Papa, che si estende nella conoscenza dei suoi discorsi, delle sue raccomandazioni, e suoi ordini. Amando lui si ama Gesù Cristo. - Con l'amore verrà l'obbedienza che è un segno dell'amore. Lo seguirete, anche se molti gli gridano contro, non solo agli ordini, ma anche ai suoi cenni: ci fu raccomandato di formarci tutti catechisti. - Rispetto e sottomissione, legati assieme, verso i Vescovi. - L'unione cordiale che viene dal cuore coi parroci o coi Superiori dei Fratelli: sforzarci ad aumentarla in noi. Art. 12 - I Regolamenti ordinano anche ai Superiori! Quindi voi non avete che da seguirli i vostri superiori e non sbaglierete. Art. 13 - In questo non avrete a sbagliarvi se farete quanto i superiori vi proporranno. Deferenza e docilità come il rispetto e l'obbedienza. Tutte le Congregazioni dipendono o dal papa direttamente od indirettamente e quindi sottoposti ai Vescovi. Noi Fratelli dipendiamo direttamente dal Papa per mezzo di un Cardinale. Voi invece dal papa, ma indirettamente, ossia dall'Ordinario che è il vostro Vescovo. Art. 14 - Pregare per il S. Padre ed il Vescovo. Fatelo bene con devozione. Art. 15 - Aderire con amore alle direttive del S. Padre. Agire e pensare come lui. Sfuggire da coloro che combattono il Papa e la Chiesa. State in guardia da coloro che lo criticano: cercate di istruirli e di correggerli. Offrire una comunione mensile secondo l'intenzione del Papa. Art. 16-17 - Seguire la propria vocazione anche attraverso difficoltà, ma persistere. Quando si incomincia per una via bisogna seguirla anche se ci saranno difficoltà in noi od intorno a noi. Se Dio ci chiama dobbiamo seguirlo anche se dispiace ai nostri parenti. Penserà il Signore ad illuminarli. Essere fermi, risoluti e non piegare. 1) È necessaria la salute ed integrità fisica per il compimento del nostro apostolato. 2) Cercate di coltivare il buon senso pratico per la buona riuscita del vostro apostolato: non fare stravaganze, ma ogni cosa a suo tempo con senno, con intuizione intelligente. 3) Carattere aperto e buon spirito: non offendersi mai, anche se ci fan degli scherzi burloni, non lasciarsi prendere dalla musoneria. Essere fermi, non banderuole. Dopo la preghiera e l'ordine del superiore agite senza fermarvi, nella vocazione, nell'osservanza del Regolamento. Docili agli ordini di chi ha il diritto di comandare. 4) Amore al lavoro con spirito di attività, spirito d'ordine in tutte le cose. 8 - Domenica 20 ottobre - ore 15.20 [ per maggior chiarezza vengono riportati gli articoli del Reg. ] Art. 17 - Gl'incarichi di ammettere i Postulanti esigeranno che siano di nascita legittima, di onesta famiglia, che non siano stati novizi o professi in altre Congregazioni od Ordini, e che abbiano, almeno in qualche grado, le qualità seguenti: 1° Salute e integrità fisica necessarie all'apostolato catechistico; 2° Buon senso pratico e retto giudizio; 3° Buono spirito, carattere aperto, fermo, ma docile e socievole; 4° Amore al lavoro e spirito d'ordine; 5° Animo temprato ai sacrifici richiesti dalla vita religiosa; 6° Desiderio sincero della propria perfezione, e volontà risoluta di fuggire i piaceri e le vanità del mondo; 7° Vera disposizione alla pratica costante dei doveri di pietà, tenero amore e costante divozione a N. S. Gesù Cristo e alla sua Santissima Madre. 5) Disposizione generosa, ossia possedere il desiderio della generosità è una virtù dei giovani. La generosità naturale può servire nell'impiego, nella vita quotidiana, nelle battaglie. Quella soprannaturale la dobbiamo acquistare. Occorre aver prima la naturale e coltivarla, poi si acquista quella soprannaturale. Scegliere per noi i lavori più pesanti, più disagevoli. Accogliere i sacrifici. Essere generosi nella puntualità, nelle adunanze. essere retti per via, occuparci soltanto di noi stessi. Curiamo la nostra vocazione. 6) Desiderio di farsi santi: ribadirlo con la volontà. Fuggire i piaceri del mondo ( che portano al peccato, vietato da Dio ), le vanità del mondo, il piacere di comparire. 7) Costanza nella pratica dei doveri di pietà. Essere costanti nelle nostre pratiche religiose, senza stancarci mai. Fare nostre queste buone abitudini. Tenero amore e divozione vera a G. C. guardando il Crocifisso con tenerezza, non separandoci mai dalla Madonna. Rivolgiamoci con tenerezza alla Madre Celeste, come usano i bambini verso la loro mamma. Fate anche voi così, elevate il vostro amore a Maria, cominciate da Lei per giungere a Gesù. Andate a Gesù per mezzo di Maria SS. Coltivate questi 7 articoli: affronterete e vincerete i 7 diavoli. Art. 18 - Per l'ammissione dei Postulanti si richiederà: 1° La promessa scritta di frequentare la Congregazione, controfirmata dai genitori di minorenni, con le parole seguenti: "Permetto a mio figlio di frequentare la Congregazione dei Catechisti tutte le domeniche e alcune ore serali settimanali", 2° L'atto di nascita da cui risultino almeno 15 anni compiuti; 3° Il certificato di Battesimo e di Cresima; 4° L'attestato di buona condotta, redatto dal proprio Parroco; 5° La testimonianza di stato libero, se necessaria; 6° Prima dell'ammissione al Noviziato, lettere testimoniali del Vescovo della Diocesi di origine, e anche dei Vescovi delle Diocesi in cui l'aspirante risiedette più di un anno moralmente continuo, dopo il quattordicesimo anno di età; 7° L'attestato di buona condotta, rilasciato dai rispettivi Superiori, per coloro che furono in seminari o in collegi, conforme al canone 545 del Codice. Segue l'elenco dei documenti e della domanda d'ammissione. Anzi, per questa, sta al Superiore l'interpretazione a secondo delle circostanze e del tempo opportuno. Per questo è riservato al giudizio del Superiore, l'applicazione a tempo debito. Art. 19 - Il tempo del Probandato o Postulato dura un anno e comprende tutte le domeniche e alcune ore serali settimanali, passate nella Sede del Noviziato, sotto la direzione del Maestro dei Novizi. Si seguiranno le indicazioni del Superiore Art. 20 - Nell'anno del Postulato si attenderà a esercizi atti a provare, se gli aspiranti posseggano i caratteri di vera vocazione e se abbiano le attitudini necessarie per acquistare lo spirito della Congregazione, facendo notare con chiarezza ai Postulanti, che la medesima non è stabilita per servire di preparazione ad altre vocazioni: inoltre si studierà la Religione in modo da sostenere con esito felice l'esame di abilitazione all'insegnamento del Catechismo di grado inferiore. Durante questo periodo si attenderà a esercizi opportuni, seguendo le indicazioni e gli ordini del superiore e saranno in questi esercizi che si proveranno le attitudini accennate nei 7 sopracitati articoletti. Questo periodo di formazione serve soltanto per questa vocazione e non per altra, benché ci siano i voti annuali, ma nel nostro cuore ci deve essere la convinzione di rimanerci secondo i desideri di Dio. Attendere allo studio delle Religione onde superare l'esame di abilitazione all'insegnamento del Catechismo di primo grado. Art. 21 - Terminato il tempo della prova, il Superiore Generale col Consiglio ammetterà ( Quando si trova l'espressione: "Superiore Generale col Consiglio", devesi intendere con Voto Deliberativo, eccetto che dicasi espressamente con voto soltanto consultivo; il Consiglio è formato dal Superiore Generale e da quattro Assistenti ) i Postulanti al Noviziato, ovvero li dichiarerà inammissibili. Circa l'ammissione del postulante al Noviziato, date le sue attitudini nel periodo di formazione, se avrà o meno quelle dovute per l'ammissione al Noviziato. Art. 22 - Se qualche Catechista conoscesse cosa che potesse ostacolare l'ammissione di postulanti o novizi, è tenuto a comunicarla al Consiglio, il quale manterrà su ciò rigoroso segreto. Circa la conoscenza di qualche difficoltà che si opponesse all'adempimento dei doveri della Congregazione. Art. 23 - I Postulanti si prepareranno per l'ammissione al Noviziato, con Esercizi Spirituali serali di una settimana, seguiti da un Ritiro Spirituale chiuso di almeno tre giorni, e - secondo il prudente giudizio del Direttore spirituale - con la Confessione generale. Della preparazione per l'ammissione, mediante gli esercizi serali e poi un ritiro di tre giorni consecutivi. Art 24, 25, 28, 29 - I Regolamenti debbono prevenire difficoltà alla Congregazione. Ecco perché si presentano certi articoli, magari un po' curiosi, appunto per far evitare certi mali che danneggerebbero ed i singoli e la Congregazione. 9 - Ore 10.00 - 10.45 - Conferenza di introduzione al Noviziato - Cat. Pietro Fonti Iniziamo stamattina il Noviziato e, tanto per fissarci bene un principio, lo comprenderemo in queste quattro parole lasciatemi da Tessitore: - studio della nostra vocazione. Sforziamoci di conoscerla, pensarla ed approfondirla con cura. - studio di noi stessi. Conoscerci, innalzarci al soprannaturale, elevare le nostre azioni alla perfezione, non pretendere di distruggere radicalmente le nostre passioni e cattive tendenze tutto d'un colpo, ma perfezionarci gradatamente. Delle nostre passioni, gli affetti, l'amor proprio, non lasciamoli fermare in noi stessi, ma eleviamoli a Gesù, così le nostre aspirazioni, tendenze e facoltà. Quindi per noi dovrà essere un tempo attivo ed intenso di studio profondo di noi stessi con raccoglimento e fervore. - studio della Dottrina Cristiana e dell'Ascetica, la dottrina che ci fa salire in alto, attraverso la scienza dei santi; studio che dev'essere fruttuoso per l'anima nostra - nelle nostre conversazioni dovremmo tendere a parlare di cose di nostro Signore, di cose sante, lasciando le cose del mondo, gli argomenti accidentali, d'attualità - tesoreggiare di questo bene che Dio ci porge. - studio della Regola, che ci indirizza al fine nostro, la salvezza nostra e del nostro prossimo attraverso i catechismi parrocchiali. Essa contiene gli insegnamenti di G. C. stesso. Deve darci il carattere stesso della nostra Congregazione. Dovrà essere col S. Rosario ed il S. Crocifisso sempre con noi; dovranno accompagnarci sempre in qualunque posto noi ci troveremo; se dovremo allontanarci per il compimento di un qualche dovere, dovremo essere uniti alla nostra regola. Parleremo inoltre dello spirito da aversi nel Noviziato: innanzitutto lo spirito di fede. Gesù stesso per il compimento dei suoi miracoli richiedeva la fede e con questa si compiva. Questa fede è un dono di Dio. Invochiamo da G. l'aumento della fede. Soltanto con la fede faremo cose grandi. - Abbandono in Dio, fiducia in Lui, penserà Dio stesso a darci gli aiuti, fiducia nei superiori. - Semplicità, schiettezza, cuore aperto - Spirito di pace di tranquillità; bandire dal nostro cuore le simpatie e le antipatie, ma carità, essere servizievoli, uniti nella preghiera. - Spirito di forza, di coraggio, evitare lo scoraggiamento - Spirito di contentezza, essere lieti per servire Dio con letizia - Spirito di sacrificio, a quanto ci viene dato di fare, pronti sempre a far la volontà di Dio, anche quando ci costa - Spirito di famiglia nel nostro Noviziato dobbiamo vederci come in una famiglia spirituale. Essere molto generosi, dare tutto noi stessi a Dio - È Lui che si dona tutto a noi. Cat. Tessitore Con questo primo passo venite a far parte della ns. Congregazione. Date molta importanza a questo Noviziato, anche se manca l'apparato esterno, che di solito non serve altro che a distrarre. G. le cose grandi le fa con semplicità. G. ci chiama nella solitudine per parlarci all'anima ns. in quest'atmosfera si fecero le cose grandi - Es. l'Annunciazione di Maria, Nascita a G. nella grotta di Betlemme, Istituzione dell'Eucaristia tra i pochi Apostoli. Coloro che fecero veramente le cose grandi iniziarono le loro opere nella semplicità estrema. Ed io vi chiamo a seguire per questa via - seguirla sempre, volgersi a Dio con riconoscenza, per averci prescelto ad esse così vicini e prediletti a Lui - a questa missione speciale - magari sprovvista di quella dignità esterna visiva al mondo, ma per l'appunto i preferiti di Dio. Al termine della nostra vita volgendoci indietro dovremo vedere del bene e solo del bene. Fuggiamo il male, seguiamo la volontà di Dio con riconoscenza e generosità senza riserva alcuna. G. non ci obbliga, ma ci invita: doniamoci spontaneamente. In Questo noviziato voi decidete tutto l'avvenire della vs. vita, è un momento importante, decisivo della ns. vita. G. vede nelle nostre anime: diamo a Lui il conforto di vederci volenterosi e generosi per Lui. Date il rilievo che merita a questo vs. Noviziato, benché poca apparenza vi abbia ad essere. Quaderno III Noviziato ( 8 Dicembre 1935 - 8 Febbraio 1936 ) 1 - Domenica 8 Dicembre 1935 Villa Nicola Festa dell'Immacolata - Giornata di ritiro Mattino 7,30 Preghiere 8 S. Messa - Comunione - Celebrata da un P. Domenicano 8,45 Colazione - Riflessioni - Lettura spirituale dal libro di Fonard "Vita di N. S. Gesù Cristo" - Alcuni brani ( Ediz. Dalla Società Ed. Internaz. ) 9,30 S. Rosario 9,45 I Predica - Esposizione del SS. Teol. Scaramello Iddio decretò la venuta del Figliolo a redenzione degli uomini. A questa venuta interpose un lungo periodo di attesa di preparazione. A fronte venuta del Salvatore era necessario che passassero dei secoli, e i profeti ammirassero la redenzione. Consideriamo anche noi questa venuta e prepariamoci a questa rinnovazione della venuta. Dio subito dopo la caduta di Adamo promette la salvezza - lo ripete ai patriarchi, lo comunica ai popoli per mezzo dei suoi profeti. Gesù è il Salvatore che verrà a redimere la colpa degli uomini. S. Giovanni il Profeta prevede Gesù ne prepara le moltitudini, in un tempo ormai vicino i tempi stessi ne erano preparati, col dominio come in gran parte dei popoli, che faciliterà l'espansione del cristianesimo. E anche noi ci prepariamo a questa venuta, la Chiesa stessa ci guida in questo periodo d'Avvento, in cui ci ripete le profezie dell'antico Testamento, compiute in Gesù. La Chiesa ha ricevuto la Missione da Gesù Cristo di generare Gesù Cristo stesso nelle nostre anime. Ed esso che ci rinnova ad ogni anno con solennità e civili preparativi. Con questo tempo d'Avvento si deve servire a ravvivare in noi la fede nella venuta di Gesù ad accoglierlo con maggior generosità. Per primo ci invita alla purezza d'amore, la mondezza nel corpo, poi ancora l'umiltà per giungere a Lui accetto, poi con la confidenza vera e sincera in colui che viene portatore di grazie, col desiderio vivo insistente che il suo Regno venga in noi e nel nostro prossimo e quanto più grande sarà il nostro desiderio tanto più sarà completo il suo avvento tra gli uomini. Preghiamo la Vergine SS. affinché ci guidi e ci aiuti a ben prepararci in questo periodo d'avvento. 10,30 Riflessioni 11 II Conferenza - Cat. Pietro part. Oggi festa dell'Immacolata, ci ricorda il suo candore, la purezza, l'immacolatezza, la virtù dei giovani che ci deve interessare. Non ci fu purissima Maestra, di esempio a noi, ce la pose Iddio stesso. Maria fu la Ia tra le Vergini, prima di essere non fu vergine più pura di Lei. Essa l'amò la purezza, ed accettò alla Maternità Divina soltanto perché non le venne meno la sua verginità "non più per opera d'uomo ma per opera dello Spirito Santo". Essa si preparò con l'umiltà, con la modestia, mortificando la gola nel cibo, si teneva ritirata, e camminava modesta con gli occhi bassi, con la preghiera continua, essa ne evitò le minime orazioni: seguiamola anche noi: Ella fu chiamata da Dio a grande missione - anche noi siamo chiamati a grande missione, nella purezza prelibata per servirlo con amore in mezzo al mondo, a contatto del fango continuo senza lasciarci … in basso nella colpa. Dio ci vuole puri e santi. E Maria l'amò la purezza, anche noi amiamola, è la prima virtù che ci porta la gioia, la felicità vera della vita. Maria fuggiva le occasioni, fuggiamole anche noi seguendo le motivazioni del nostro regolamento. Essa usò dei mezzi costantemente per riunire nella virtù, anche noi seguiamo i mezzi che l'unione nostra vi pone per aiutarvi a indirizzarvi alla perfezione. Il giovane puro avrà suoi compagni un'ascendente speciale, servitevene per condurli anch'essi alla purezza, affidategli il vostro esempio, il vostro consiglio, aiutateli, pregando per loro. Acquistate con la pietà lo spirito di disgusto alle cose vane, ed equivoche, che attentano alla virtù, evitate gli incontri pericolosi, i libri e i giornali insinuanti. Per noi è dovere continuo il mortificarsi per non cadere in peccati, noi che ci troviamo a continuo contatto col mondo. Il mondo ci deride soltanto per invidia. Pensiamo che Gesù ci ama e predilige, confidiamo in lui, con castigatezza dei nostri sensi. L'impurità ci … alla morte … Cosa vale delle comodità del mondo se ci portano al male, niente. Attacchiamoci a Maria che tutta bella che tutta pura. Convinciamoci di questa virtù così bella così necessaria per il nostro apostolato. I giovani posseggono questo grande tesoro e non l'apprezzano, gustiamolo noi e facciamolo gustare dai nostri compagni, aiutiamolo a sostenersi. Gli impuri hanno lo sguardo offuscato, hanno timore di vedersi e di lasciarsi vedere, e ve ne accorgerete appena vi troverete a contatto nel compimento del Vostro Apostolato. Ora è tempo di formazione attendete alla purezza vostra per poter porci un tempo non lontano coltivarla fra i vostri giovani. 12 Pranzo - segue la stessa lettura spirituale - Sollievo Pomeriggio 14,30 Vespri 15 III Conferenza - Fr. Teodoreto È quest'oggi la festa della vostra protettrice. Maria SS. è un capolavoro di Dio. Innanzi ad un capolavoro dell'ingegno umano rimanete impressionati; cosa dovreste essere dinanzi a Maria SS.! Dio fin dall'eternità ebbe in vista il capolavoro di Maria SS. Per capirlo dobbiamo studiarlo con attenzione, meditarlo minutamente, penetrarlo bene con ponderatezza. Gesù Cristo ha fatto delle promesse specialissime per i puri. Voi seguirete l'agnello nella sua gloria altissima, avrete un posto privilegiato nel Regno di Dio. Gesù rimase obbediente per 30 anni a Maria SS.: nascosto, umile e povero con Lei. Furono questi gli anni migliori di Gesù per il suo Apostolato ed è per noi di grande insegnamento. Impariamo da Lui ad amare i nostri cari, ad amarli soprannaturalmente per Gesù e Maria. Gesù negli anni di vita pubblica ebbe sempre presente sua Madre, così pure noi per i nostri cari, non abbandoniamoli. "Beati i cuori puri perché vedranno Dio". Noi non abbiamo che da seguire il nostro regolamento. Gesù ha pazienza di noi, ci attende sempre; non abbiamo che da donarci a Lui, e Lui ci aiuterà, ci guiderà. Per prima cosa curiamo la nostra purezza. Soltanto se ci applicheremo con amore riusciremo. Abbiamo per l'Immacolata sincero e tenero amore. Imitarne le sue virtù: l'umiltà, la pazienza, la dolcezza, la bontà. Quante volte la nostra coscienza ci rimprovera qualche manchevolezza seguiamola correggendoci. Pregare Maria con affetto e devozione, con amore replicandoli questi atti d'amore. Portare in dosso una medaglietta della Madonna per ravvivare l'unione con Lei. Recarsi mensilmente ad un suo Santuario in pellegrinaggio. Noi aspiriamo ad una grandezza che non tramonta, curiamola con amore. 15,45 Riflessioni 16,10 IV Predica - Teol. Scaramello Lo spirito di fede è grande in Maria SS. nell'accogliere l'annuncio dell'Angelo, con mondezza di cuore, in noi c'è un guasto, l'anima nostra ne subisce questo guasto del peccato originale, siamo portati a fare quel che non dovremmo fare, e a non fare quel che ci sarebbe di sicura salvezza, ha ragione Dio, le forze interiori alla ragione, il corpo all'anima, era questo l'ordine stabilito da Dio, che … col peccato d'Adamo. Maria sola mantenne quest'ordine in se con la mondezza di cuore, con spirito di Fede profondo. Privilegio di Maria esenzione dal peccato originale. Il lavoro della nostra santificazione consiste nel mostrare, tendere l'ordine in noi stessi secondo il modello divino Gesù Cristo. Coltivare in noi la grazia santificante che riceviamo da Gesù Cristo per giungere alla fede viva, alla mondezza di cuore. Soltanto col possesso della grazia santificante noi partecipiamo dell'unione di Gesù Cristo e di Maria. Lasciamo che lo Spirito Santo lavori in noi, raccomandiamoci a Maria affinché possiamo essergli sempre dei degni figlioli e raggiungerlo quindi in cielo nella gloria eterna. 16,40 Riflessioni - Benedizione 17,15 Adunanza di chiusura In noi dobbiamo sentire la necessità di farci santi, ce l'ha detto quest'oggi la Vergine Immacolata. Noi dobbiamo sentircela vicina a noi, invochiamola nei pericoli, figuriamocela vicina. Se vorremo giungere alla perfezione dovremmo rivolgerci a Maria, io voglio essere catechista ed esserlo fino all'eternità con Gesù Cristo e Maria. Confidiamo in Gesù Cristo e Maria e diffidiamo di noi stessi. Dategli tutto il cuore, l'anima e la vita stessa. Tornate dal ritiro con un proposito fermo risoluto energico: custodire la purezza nei più minimi particolari. 18 Uscita 2 - Coll. S. Giuseppe - Domenica 15 dicembre Mattino 7,30 Preghiere - Meditazione 8 S. Comunione - S. Messa 9 Colazione - Lettura Spirituale: Memi Vian 9,10 Sollievo conversando sul terrazzo 9,20 Recita dell'Ufficio 9,45 Conferenza cat. Pietro - Riflessioni Oggi ultimo giorno dell'ottava dell'Immacolata e terza domenica d'Avvento, la Chiesa oggi esulta per la prossima sua venuta. Chiediamo all'Immacolata la grazia di ben conoscere il suo divin Figlio. L'ultima volta abbiamo parlato di essere eletti in Gesù Cristo noi viviamo in Cristo. Ora parleremo del mistero di Cristo: Redenzione - causa efferente - causa esemplare - causa espiatoria - causa soddisfacente e meritoria - unico modello perfetto di ogni perfezione. Noi dobbiamo unirci a Dio, Dio supplisce alla nostra frivolezza per mezzo di Gesù Cristo per avvicinarci a Lui. Gesù Cristo è la manifestazione e la rivelazione di Dio per mezzo di Cristo noi gustiamo l'amore, la bontà, la misericordia di Dio. Gli attributi divini ci giungono sensibili a noi per Gesù. Dio si conosce attraverso Gesù Cristo ci è modello di perfezione: Gesù Cristo è come Dio perfetto. Gesù Cristo come uomo perfetto. Noi siamo simili a Gesù Cristo e a Dio soltanto per la grazia santificante la sola che ci rende figli di Dio. Lui per natura noi per mezzo della grazia senza di che non siamo suoi figli. Gesù Cristo nelle sue perfezioni possiede i doni dello Spirito Santo, la fede di Gesù consisteva nella fiducia completa in Dio la speranza nella Sua glorificazione nella richiesta di grazie per suoi miracoli. La carità esiste in Lui perfettissima. Tutto quel che Gesù Cristo fa lo compie per il Padre. Gesù Cristo possiede l'umiltà, la dolcezza, l'ubbidienza, la pazienza, la misericordia, lo zelo, la preghiera, in modo continuo perfetto e la dirige al Padre che in Lui si compiace. Ci è modello nelle sue virtù umane. Imitare Gesù Cristo nello stato di grazia poi nella pratica delle virtù, nelle opere, rendersi simili a Gesù Cristo il Cristiano è un altro Cristo = Per santificarci toglierci il peccato, le cattive abitudini, poi distruggere il nostro io lasciarci guidare dalle ispirazioni dello Spirito Santo ma bensì riferire tutto al Padre: siate imitatori di Dio come figli carissimi. Gesù Cristo è causa di tutte le grazie che giungono a noi ( causa efficiente ). La nostra santità l'otterremo facilmente se confideremo in Gesù Cristo se lasceremo operare Lui in noi. Seguire Gesù Cristo nelle sue ispirazioni, non dobbiamo vivere noi ma Gesù Cristo in noi stessi. 10,20 S. Rosario in Cappella 10,45 Studio - Angelus - Esame particolare 11,50 Uscita Pomeriggio 14,30 Divozione in Cappella 14,45 Conferenza Cat. Pietro - Conversazioni Nelle nostre conversazioni edificanti se non ci viene spontaneo l'argomento, preghiamo della nostra Unione parliamone fra noi, riempiamoci di famigliarità, di carità fraterna, interessiamoci delle sue origini, seguiamone le sue attività con interessamento e preghiamo Gesù Crocifisso che ci sia sempre con noi vicino. 15,30 Conferenza Fr. Teodoreto - Riflessioni Quest'oggi parleremo delle distrazioni. Per quanto distratti noi potessimo essere durante l'orazione mentale, non sarà nullo né sprecato questo tempo se le ameremo una dopo l'altra con pazienza. Alcuni consigli per combattere le distrazioni: 1. Passare le scene della Via Crucis soffermandosi su di esse, in fin dei conti tutti questi tormenti furono sofferti per me. 2. Offrire all'Eterno Padre le adorazioni di Gesù Cristo nel tabernacolo. 3. Offrire le orazioni ferventi dei compagni raccolti. 4. Leggere adagio alcune preghiere specie l'atto di dolore fermandoci a meditarci sopra. 5. Ripetere con la Corona un versetto di un qualunque salmo o giaculatoria. 6. Immaginarci di vedere il tabernacolo aperto dinanzi a Gesù Sacramentato e pronunciare qualunque ringraziamento. Se si vuole si giungerà all'efficacia. Cause involontarie che provocano la distrazione: - stanchezza, si vince con questi mezzi sinora citati - aridità: è opera di Dio che ce la manda per provarci per aumentare in noi lo sforzo di amore, per farci stimare di più il fervore, per punirci della nostra ingratitudine e per farci compatire gli altri che non meditano. Cause volontarie: - nella volontà, nel cuore, nell'intelligenza, nei sensi. I - Mancanza di preparazione, non ha letto niente, non ritardare nel cominciarla ma esser pronti, star senza far niente ci vuol sforzo. II - Attimo sregolato a qualche cosa, sensualità, egoismo, ambizione, amicizie, voler bene a tutti ma non legarsi a nessuno. Dobbiamo voler bene a tutti senza escludere nessuno, non giudicare dall'esterno, dai difetti, dall'antipatia ma egualmente a tutti perché sono tutti figli di Dio. Prima di tutto coi vostri famigliari, poi coi vostri compagni: dimostrarglielo con la pazienza, con la calma, e non con la freddezza che vi porta ad aver simpatia per altri. Cominciare dal poco con piccoli atti di gentilezza, prevenire gli incontri, le sgarbatezze e le ripugnanze, vincere se stessi il nostro egoismo, valersi sui precetti della carità, vincere la nostra natura perché Gesù vuole che noi vediamo Lui in tutti. 16,30 S. Benedizione a S. Massimo - Ricreazione 17,45 Adunanza di Chiusura - Cat. Pietro Ad ogni giorno basti la sua croce, soffrire con Gesù, soffrire con letizia spirituale. Improntiamo la nostra vita all'amor di Dio ed al compimento del nostro dovere. Dobbiamo rendere per Gesù. Dirigere la nostra opera i nostri intendimenti per far piacere a Dio, senza badare se a noi sia più o meno gradevole. Vedere nel prossimo Gesù Cristo stesso, che soffre, che implora, che ci concede. Curiamo innanzi tutto la nostra santità prima di arrivare a quella altrui. Morire noi per poi morire nel Signore. Non sono io che vivo ma Gesù Cristo in noi, il bene è fatto da Gesù Cristo i noi, il male solo è opera nostra, tutta nostra. L'orazione no è una cosa sempre bella, ma richiede sforzo continuo a scacciare la distrazione da noi stessi. Chi medita con volontà attenderà al proposito non già chi dice Signore, Signore ma chi fa la volontà del Padre mio. Seguire le ispirazioni di Gesù Cristo sacrificare e unificare la nostra volontà a quella di Gesù Cristo. Ricordiamoci che saremo premiato secondo la nostra somiglianza con Gesù Cristo. Cercate la verità nella preghiera. Angelus - Esame particolare 18,35 Uscita 3 - Coll. S. Giuseppe - Domenica 22 dicembre Mattino 7,30 Preghiere - Meditazione 8 S. Comunione - S. Messa - a S. Filippo 9 Colazione - lettura Memi Vian "La mia compagnia" - Sollievo in terrazzo 9,10 Recita dell'Ufficio Presente con noi il Cat. Tessitore nella mattinata - Visita del Cat. Giovanni Fonti in licenza. 9,30 Conferenza Cat. Pietro e Cat. Tessitore Gesù Cristo è nostro modello perfetto, noi soli non saremmo capaci di imitarlo, ancora Lui ci sarà di aiuto nella sua imitazione. Gesù è modello e artefice della sua stessa imitazione. L'ingiuria non si misura da chi la fa ma da chi la riceve. Con la colpa di Adamo. Così pure per la riparazione si misura bensì da chi la fa e non da chi la riceve. Peccato d'Adamo, peccato grave, la sua riparazione non è sufficiente dinanzi a Dio. È necessario l'intervento di Lui stesso: Gesù Cristo viene Lui a riparare adeguatamente a riparare divinamente. Gesù Cristo morì per noi in croce, per sovrabbondare alle nostre colpe, per dimostrare il suo amore verso il Padre obbediente, verso di noi misericordioso. Il merito è personale, ma Gesù Cristo quale rappresentante degli uomini ha meritato per se e per noi tutti e dato a noi in misura grandissima. Il merito si acquista secondo la libertà con cui si compie, più si è liberi e più si merita, e poi amore secondo l'applicazione con cui si fa più è grande l'amore e il desiderio nel compiere l'azione e più sarà grande l'opera e quindi il merito. I meriti di Gesù Cristo sono per noi ed in modo illimitato, continuo, perenne. La nostra debolezza deve servirci per umiliarci dinanzi a Dio per implorare a Dio il suo aiuto, l'applicazione dei meriti di Gesù Cristo, e Lui è sempre presso il Padre che prega, ripara, e implora per noi. Gesù Cristo non è soltanto nostro modello ma nostro artefice nostro maestro nella sua imitazione. Da noi nulla possiamo, ma con Lui tutto possiamo. È Lui che agisce in noi. Non lasciamoci mai accasciare e scoraggiare dalle nostre debolezze, dalle difficoltà ma confidiamo in colui che ci ha salvato e che ci vuol tutti salvi. Cat. Tessitore - Sono queste considerazioni basilari. Abbiamo in noi la debolezza di miseria di incapacità e debolezza di malizia, sono queste quelle che dispiacciono di più a Dio e di cui dobbiamo correggerci. Le prime sono un pericolo grave devono destare in noi una vigilanza continua, la vita nostra deve essere un periodo di esperimento di aspettazione. C'è in noi un fondo di soprannaturale che va a mano a mano aumentando, non fermiamoci alle nostre cadute ma riprendiamoci. Solleviamo le nostre miserie e prontamente reagire invocando gli aiuti da Gesù Cristo che ci aiuti e operi in noi. Imitazione di Gesù Cristo - impossibilità nostra di imitare il nostro modello con le sole nostre forze - Dio stesso ci da dei mezzi, è sorgente di grazia. 1) Impossibilità per l'uomo discendente da Adamo peccatore di riconquistare l'eredità perduta: soltanto un Dio fatto uomo può dare soddisfazione pienamente sufficiente - I l'uomo non può riparare il peccato di Adamo. L'ingiuria è infinita perché rivolta ad un Dio infinito - Riparazione insufficiente perché fatta da uomini limitati. II Dio manda il Salvatore promesso. Figlio di Dio fatto uomo. Uomo: può sostituirsi ai fratelli peccatori e meritare per loro accettando liberamente di soffrire nella sua carne - Dio: il suo merito avrà valore infinito e quindi soddisfazione completa, riparazione completa. 2) Gesù Salvatore, valore infinito di tutti gli atti del verbo incarnato. La redenzione non si opera, però che per mezzo del sacrificio della croce. I Gli atti appartengono alla persona. II La natura umana in Gesù è unita alla persona del Verbo, del Figlio di Dio. III Molte azioni in Gesù Cristo non si compiono che per mezzo della natura umana. IV Tutte le azioni di Gesù Cristo sono le azioni di un Dio quindi di un valore infinito. V Dio ha fatto peccato per noi Gesù Cristo "Chi non conosceva peccato è stato fatto peccato". VI Gesù Cristo morto volontariamente in croce per noi: per farci conoscere il suo amore verso il Padre e verso di noi "Affinché conoscano che io amo il Padre" e l'ineffabile carità di questo stesso Figlio verso di noi. 3) Gesù merita non soltanto per se, ma anche per noi, questo merito è fondato nella grazia di Cristo capo del genere umano, colla libertà e amore ineffabile, con i quali Gesù subisce la passione per tutti gli uomini. I il merito è personale frutto della grazia. II Pienezza della grazia in Cristo che è universale primo nato di ogni creatura. III Abbondanza e bellezza di meriti di Cristo perché ha accetto liberamente e con amore le sue sofferenze. È morto quando volle e perché lo volle "La sua ora". Io brucio di essere battezzato. 4) Efficacia infinita delle soddisfazioni e dei meriti di Cristo confidenza illimitata che fanno nascere. I Dio si compiace in noi perché ci ritrova il Figlio. II Non dubitare della nostra santità perché Dio ci vuole santi. III Confidiamo in Dio altrimenti faremo ingiuria ai meriti e alla passione di Cristo. 5) Cristo prega per noi presso il Padre. La nostra debolezza titolo alle misericordie celesti, come glorifichiamo Dio invocando le soddisfazioni del Figlio. I Gesù in cielo prega per noi, nostro mediatore "Sempre vivente egli intercede continuamente per noi". II Per le nostre debolezze confidiamo in Dio "Chi mi libererà da questa lotta? La grazia di Dio per Gesù Cristo Signore Nostro. III Riconosciamolo quindi e appoggiamoci confidenti unicamente nella forza di Cristo. IV Esultiamo del dono di Dio Gesù Cristo "Tutto io posso in colui che mi conforta". V Ogni gloria dunque a Dio per mezzo di Gesù "Per Dominum Nostrum Jesus Cristum qui tenum vivit et regnat". 10,10 Riflessioni 10,30 S. Rosario in Cappella 10,45 Studio - Angelus - Esame particolare 11,45 Uscita Pomeriggio 14,30 Divozione in Cappella 14,40 Conferenza Cat. Pietro La festa del Santo Natale non lasciamola trascorrere senza un controllo di quanto abbiamo fatto, senza uno sguardo al nostro avvenire, senza la conferma di un proposito fermo, senza rivedere il bene ricevuto in questo anno. Solenniziamolo nel vero senso cristiano, disposizione dei posti per via e corridoio, i posti in classe in Cappella, i cori in classe e Cappella. Pintonello - Lettura di un brano da "Passionis Cristus" su la Passione noi Catechisti del SS. Crocifisso dobbiamo istruirci in modo particolare e … Gli insegnamenti stessi dal nostro Divin Modello. 15,20 Conferenza Fr. Teodoreto - Riflessioni Per la maggior parte della volte le distrazioni vengono da noi stessi. Distrazioni dell'intelligenza avviene per la nostra impreparazione che si può prevenire fissando alla sera prima di coricarsi un pensiero, un soggetto che ci interessi, che ci tocchi da vicino. Fare una raccolta di questi soggetti durante i ritiri segnandoceli a parte per buona meditazione. Scegliere il soggetto secondo il proprio stato d'animo della giornata trascorsa. Prima cosa prevenire la minima perdita di tempo: non è necessario variare il soggetto giornalmente ma durarlo fin tanto che ci interessa. Scegliere un metodo: mettersi alla presenza di Dio, dare uno sguardo alle nostre miserie, poi unirci a nostri Signore, quindi entrare nell'argomento. La leggerezza dello Spirito è un'altra causa di distrazione un po' come le farfalle, ma frenarlo e spostarlo a qualche pensiero buono: portarlo a Gesù alla sua misericordia, nelle porte dell'inferno, al giudizio universale. Soggetti ben pronti, seguire un metodo, frenare la leggerezza. Poi frenare gli sguardi indiscreti gli occhi sono i fotografi del diavolo, prevedere guardando senza vedere così non cadremo in immaginazioni pericolose. Chi vuol vedere tutto non può pregare bene. Mortificare frequentemente i sensi. I nostri sensi li abbiamo dati a Dio nella promessa Battesimale: non usiamoli malamente. Chi parla molto agli uomini parla poco con Dio: attenti alle parole inutili. Dio parla all'anima nella solitudine. Il religioso con le parole inutili profana il suo cuore. Fare qualche mortificazione e penitenza speciale: mortificazione degli occhi, della lingua, della gola, vincere la volontà. Cause diverse. Mancanze volontarie: far cose spiacevoli al Signore è un peso che ci stacca da Dio quindi fare prontamente quel che piace al Signore. Letture troppo affascinanti che disturbano la vostra mente: bisogna vincerle; non occorre sapere tante cose; preoccupiamoci di sapere quanto di dovere. Le preoccupazioni profane: vigilate e occupatevi soltanto quel che è vostro dovere. Chiediamo aiuti e protezioni alla Madonna. Rimedi contro le cause: scelta del soggetto - l'applicazione del metodo - la soppressione delle leggerezze - rispetto ai sensi castighiamoli: gli occhi, impedire gli sguardi indiscreti - la lingua - la gola. Rispetto alla volontà: impedirci le cose spiacevoli a Dio; sforzarci con la mortificazione, la castigatezza della volontà - fissare il soggetto portandosi dietro e servendoci di un libro - fissare il tempo ben definito - fissare il posto regolarmente - mettersi con buona volontà, imporcela tutti i giorni - concludere con una conclusione pratica. 16,30 A S. Massimo Benedizione 17 Ricreazione sul terrazzo 17,45 Adunanza di Chiusura Cat. Pietro e Cat. Tessitore Appoggiamoci a Gesù e riceveremo da Lui solo gli aiuti utili per la nostra santificazione. Attenti alla lettura dei libri e più ancora per noi lo sono dei giornali quotidiani ed illustrati. Prima di leggere libri o giornali chiedete prima i debiti permessi. Le letture non vanno controllate. Dio ci concede di cadere in debolezze perché ci umilino, ci siano di sprone a confidare in Lui. Cat. Tessitore - Mi congratulo della vostra disciplina esterna, sperando che vi sia utile per giungere a quella interna: procurate di essere sempre lieti, gioiosi internamente, la tristezza è una ruggine che vi predispone alla noia alla inoperosità. Fare con semplicità tutti i nostri doveri. Ricordiamoci della nostra responsabilità badate a rendere in atto quanto udite. Esaminatevi circa la meditazione, la lettura. Vi invito a comunicare quanto avete fatto in settimana circa la meditazione e la lettura dovendo della vostra applicazione e del vostri risultato. Ricordatevi di impiegare bene la vostra giovinezza, voi siete dei privilegiati. Fate tesoro di questo tempo di predilezioni col prepararvi bene alla vostra vita religiosa. Tempo di misericordia di Dio verso di noi. Proposito: superare qualche difficoltà nell'attendere alla nostra meditazione. E farne relazione del vostro risultato la prossima Domenica. 18,30 Angelus - Esame particolare 18,45 Uscita Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal III quaderno - 8 dicembre 1935 - 8 febbraio 1936 4 - Domenica 8 dicembre 1935 - Giornata di ritiro - ore 15 È quest'oggi la festa della vostra protettrice. Maria SS. è un capolavoro di Dio. Innanzi ad un capolavoro dell'ingegno umano rimanete impressionati; cosa dovreste essere dinanzi a Maria SS.! Dio fin dall'eternità ebbe in vista il capolavoro di Maria SS. Per capirlo dobbiamo studiarlo con attenzione, meditarlo minutamente, penetrarlo bene con ponderatezza. Gesù Cristo ha fatto delle promesse specialissime per i puri. Voi seguirete l'agnello nella sua gloria altissima, avrete un posto privilegiato nel Regno di Dio. Gesù rimase obbediente per 30 anni a Maria SS.: nascosto, umile e povero con Lei. Furono questi gli anni migliori di Gesù per il suo Apostolato ed è per noi di grande insegnamento. Impariamo da Lui ad amare i nostri cari, ad amarli soprannaturalmente per Gesù e Maria. Gesù negli anni di vita pubblica ebbe sempre presente sua Madre, così pure noi per i nostri cari, non abbandoniamoli. "Beati i cuori puri perché vedranno Dio". Noi non abbiamo che da seguire il nostro regolamento. Gesù ha pazienza di noi, ci attende sempre; non abbiamo che da donarci a Lui, e Lui ci aiuterà, ci guiderà. Per prima cosa curiamo la nostra purezza. Soltanto se ci applicheremo con amore riusciremo. Abbiamo per l'Immacolata sincero e tenero amore. Imitarne le sue virtù: l'umiltà, la pazienza, la dolcezza, la bontà. Quante volte la nostra coscienza ci rimprovera qualche manchevolezza seguiamola correggendoci. Pregare Maria con affetto e devozione, con amore replicandoli questi atti d'amore. Portare in dosso una medaglietta della Madonna per ravvivare l'unione con Lei. Recarsi mensilmente ad un suo Santuario in pellegrinaggio. Noi aspiriamo ad una grandezza che non tramonta, curiamola con amore. 5 - Domenica 15 dicembre 1935 - ore 15.40 Quest'oggi parleremo delle distrazioni. Per quanto distratti noi potessimo essere durante l'orazione mentale, non sarà nullo né sprecato questo tempo se le ameremo una dopo l'altra con pazienza. Alcuni consigli per combattere le distrazioni: 1. Passare le scene della Via Crucis soffermandosi su di esse, in fin dei conti tutti questi tormenti furono sofferti per me. 2. Offrire all'Eterno Padre le adorazioni di Gesù Cristo nel tabernacolo. 3. Offrire le orazioni ferventi dei compagni raccolti. 4. Leggere adagio alcune preghiere specie l'atto di dolore fermandoci a meditarci sopra. 5. Ripetere con la Corona un versetto di un qualunque salmo o giaculatoria. 6. Immaginarci di vedere il tabernacolo aperto dinanzi a Gesù Sacramentato e pronunciare qualunque ringraziamento. Se si vuole si giungerà all'efficacia. Cause involontarie che provocano la distrazione: - stanchezza, si vince con questi mezzi sinora citati - aridità: è opera di Dio che ce la manda per provarci per aumentare in noi lo sforzo di amore, per farci stimare di più il fervore, per punirci della nostra ingratitudine e per farci compatire gli altri che non meditano. Cause volontarie: - nella volontà, nel cuore, nell'intelligenza, nei sensi. I - Mancanza di preparazione, non ha letto niente, non ritardare nel cominciarla ma esser pronti, star senza far niente ci vuol sforzo. II - Attimo sregolato a qualche cosa, sensualità, egoismo, ambizione, amicizie, voler bene a tutti ma non legarsi a nessuno. Dobbiamo voler bene a tutti senza escludere nessuno, non giudicare dall'esterno, dai difetti, dall'antipatia ma egualmente a tutti perché sono tutti figli di Dio. Prima di tutto coi vostri famigliari, poi coi vostri compagni: dimostrarglielo con la pazienza, con la calma, e non con la freddezza che vi porta ad aver simpatia per altri. Cominciare dal poco con piccoli atti di gentilezza, prevenire gli incontri, le sgarbatezze e le ripugnanze, vincere se stessi il nostro egoismo, valersi sui precetti della carità, vincere la nostra natura perché Gesù vuole che noi vediamo Lui in tutti. 6 - Domenica 22 dicembre - ore 15.20 Per la maggior parte della volte le distrazioni vengono da noi stessi. Distrazioni dell'intelligenza avviene per la nostra impreparazione che si può prevenire fissando alla sera prima di coricarsi un pensiero, un soggetto che ci interessi, che ci tocchi da vicino. Fare una raccolta di questi soggetti durante i ritiri segnandoceli a parte per buona meditazione. Scegliere il soggetto secondo il proprio stato d'animo della giornata trascorsa. Prima cosa prevenire la minima perdita di tempo: non è necessario variare il soggetto giornalmente ma durarlo fin tanto che ci interessa. Scegliere un metodo: mettersi alla presenza di Dio, dare uno sguardo alle nostre miserie, poi unirci a nostri Signore, quindi entrare nell'argomento. La leggerezza dello Spirito è un'altra causa di distrazione un po' come le farfalle, ma frenarlo e spostarlo a qualche pensiero buono: portarlo a Gesù alla sua misericordia, nelle porte dell'inferno, al giudizio universale. Soggetti ben pronti, seguire un metodo, frenare la leggerezza. Poi frenare gli sguardi indiscreti gli occhi sono i fotografi del diavolo, prevedere guardando senza vedere così non cadremo in immaginazioni pericolose. Chi vuol vedere tutto non può pregare bene. Mortificare frequentemente i sensi. I nostri sensi li abbiamo dati a Dio nella promessa Battesimale: non usiamoli malamente. Chi parla molto agli uomini parla poco con Dio: attenti alle parole inutili. Dio parla all'anima nella solitudine. Il religioso con le parole inutili profana il suo cuore. Fare qualche mortificazione e penitenza speciale: mortificazione degli occhi, della lingua, della gola, vincere la volontà. Cause diverse. Mancanze volontarie: far cose spiacevoli al Signore è un peso che ci stacca da Dio quindi fare prontamente quel che piace al Signore. Letture troppo affascinanti che disturbano la vostra mente: bisogna vincerle; non occorre sapere tante cose; preoccupiamoci di sapere quanto di dovere. Le preoccupazioni profane: vigilate e occupatevi soltanto quel che è vostro dovere. Chiediamo aiuti e protezioni alla Madonna. Rimedi contro le cause: scelta del soggetto - l'applicazione del metodo - la soppressione delle leggerezze - rispetto ai sensi castighiamoli: gli occhi, impedire gli sguardi indiscreti - la lingua - la gola. Rispetto alla volontà: impedirci le cose spiacevoli a Dio; sforzarci con la mortificazione, la castigatezza della volontà - fissare il soggetto portandosi dietro e servendoci di un libro - fissare il tempo ben definito - fissare il posto regolarmente - mettersi con buona volontà, imporcela tutti i giorni - concludere con una conclusione pratica. 7 - Domenica 29 dicembre - ore 15.35 Non ho potuto prepararmi per citarvi un esempio pratico di meditazione, però vi suggerisco un argomento dettatoci per quest'oggi da S. Giovanni Battista La Salle: "Di ciò che abbiamo fatto o mancato di fare per Iddio nel corso di quest'anno" ( Isaia ) - "Io sono il Signore questo è il nome Signore, non cederò ad altri né a idoli la gloria che mi è dovuta". "Qualsiasi cosa voi facciate, fatela per la gloria di Dio Signora Nostro" ( S. Paolo ). Spiega. Noi siamo in questo mondo unicamente per amare Lui solo e far piacere a Lui e ciò lo dobbiamo fare sempre in tutta la nostra vita. È la prima cosa che domanda a noi: Amare Dio! Compendio della legge di Dio. Questo amore lo esplicheremo e lo dimostreremo: primo, quando noi abbiamo una grande stima per le perfezioni di Dio; secondo, avremo un solo attaccamento quello di Dio; terzo, faremo tutte le nostre azioni per Lui. Ho avuto grande stima per Iddio? Mi sono ricordato sovente che Dio è presente dappertutto? Noi creati da Dio unicamente per Lui non troveremo felicità vera se non in Lui. Attacchiamoci a Lui se non altro che per il bene ricevuto da Lui. Io amo veramente Dio, farò tutto per Lui per la sua gloria. Tutto quello che io manco di offrire a lui è offesa alla sua bontà. Frutto: dirigere la nostra intenzione prima di cominciare le nostre azioni offrendole tutte a lui. Voi non ci avete fatto che per Voi e i nostri cuori non si riposano che in Voi. Ed ora a lettura fatta di questo brano, seguire il nostro metodo: cominciando col metterci alla presenza di Dio. Signore, ecco io sono qui dinanzi a te e ti adoro con Maria SS. ed i Santi gli Angeli del cielo. Ma io qual peccatore non giungo a te, quindi umiliandomi delle mie colpe imploro perdono, per i meriti infiniti delle S. Piaghe di Gesù Cristo; per la preghiera fervente dei miei fratelli più diligenti, invoco sull'anima mia una goccia del Tuo Sangue preziosissimo che mi innalzi e mi unisca a te, che purificandomi mi porti a te presso il tuo Cuore ed acquisti il tuo Spirito. Possa applicare quanto si è letto cominciando dal passo della S. Scrittura, esaminandoci in quanto abbiamo compiuto. Sviluppate nel vostro cuore l'amore a Dio e vi troverete bene certamente. "Da me non posso niente da te posso tutto, unendomi con Gesù e Maria". 8 - Domenica 5 gennaio - Esercizi spirituali - ore 15.45 Porto i saluti dei Fr. Assistenti che si raccomandano alle nostre preghiere. Ora parleremo dell'umiltà. Per comprendere meglio l'umiltà dobbiamo partire dal peccato originale. In noi troviamo il germe del peccato; quindi dobbiamo star sempre in guardia, combatterlo sempre, specialmente nella superbia, in ogni nostro atto, non dimentichiamo mai quel che siamo. Se c'è del bene in noi è opera di Dio. Se c'è del male è tutto nostro e ce ne molto purtroppo. In noi vi è ciò che è da esser sviluppato, il bene, e ciò da sopprimere e rinnegare, il male, spesso nascosto a noi stessi. Gesù ci illumina colla sua grazia e viene a noi se la invochiamo. Dobbiamo accusare nel colloquio le nostre imperfezioni così avremo gli aiuti necessari per vincerci: io devo combattere, chi non odia se stesso non è degno di Me. Gesù ci permette delle cadute vergognose per faci comprendere la necessità di riprenderci. Signore fammi la grazia di vedermi in ciò che devo correggermi. Umiltà e verità. La grandezza di Dio e la bassezza nostra ci sprona ad umiliarci. Praticare l'umiltà di cuore; tutto ci viene da Dio, perciò tutto a lui dobbiamo. La nostra felicità sta nel metterci al nostro posto dinanzi a Dio con verità e sincerità. Si acquista con la preghiera. Poi meditare su ciò, sulla grandezza di Dio, sforzarci sempre più a conoscere Gesù Cristo nel presepio, nella croce, nelle sue umiliazioni, sui beni ricevuti, sul nostro male compiuto, la lode per il bene compiuto spetta esclusivamente a Dio. Combattere la vanagloria nei pensieri, parole ed opere, non temere di umiliarci troppo, praticarla: sottomettersi alla ubbidienza pronta alla prescrizione del nostro regolamento, i pretesti sono frequente, completa di giudizio: Iddio comanda devo ubbidire; lo leggo il mio regolamento, lo medito, lo pratico, mi sottometto al mio superiore: rappresentante di Dio, l'umiltà e l'ubbidienza sono fondamenta durature. Riempirci di Dio facendo la sua volontà. Uscendo da questo ritiro portiamoci con noi un proposito fermo risoluto rivolgetevi continuamente al vostro superiore per i consigli, i permessi, gli aiuti, preghiamo a Dio. Riflessioni: fare la volontà del nostro superiore nei suoi consigli, nella sue raccomandazioni e suoi ordini attenersi esattamente né più né meno. Osservanza del regolamento, volere fortemente. Tesoreggiare di questo tempo di noviziato, alzata pronta, meditazione diligente e ben preparata, riprendendo il pensiero lungo la giornata. Ore 18 Oggi è il primo ritiro per i congregati, quindi possiamo parlarci cuore a cuore di cose che riguardano proprio noi. Il pensiero di morte ci deve seguire stasera, non seguire più la via di lume, come i Magi, dobbiamo migliorarci. Siamo sinceri con i nostri superiori, non raccontiamogli frottole, non riteniamoli mai nulla, anche le inezie, se ciò avessimo fatto saremo meritevoli di morte, e se questo non ci venne lo fu per la misericordia di Gesù, stare uniti a Gesù a chi lo rappresenta il superiore. Gesù e Superiore deve essere la stessa cosa un cuor solo, durante il ritiro comunicate con il vostro Superiore e ricevere la sua guida. Da domani vita nuova da santi. 9 - Epifania 6 gennaio - ore 14.50 Della carità fraterna tanto ripetuta a Gesù Cristo e raccomandata a noi specialmente, ai congregati. Gesù raccomanda la carità e insiste. Essere tutti un corpo solo in Gesù Cristo. Noi dobbiamo vedere Gesù Cristo in tutte le persone. Non basta saperlo bisogna ricordarlo, cominciando da quelle più care e vicino estendendoci in tutto il prossimo. Quello che avete fatto al più piccolo tra i fratelli lo avete fatto a me. Non puoi amare Dio se non ami il tuo prossimo. Gesù si è sacrificato per noi aguzzini, così noi dobbiamo sacrificarci per il nostro prossimo anche se ingrato. Gesù prega pei suoi crocifissori; anche noi preghiamo per quelli che ci fanno del male, aver fiducia nel suo preziosissimo sangue. A noi Catechisti ed Aggregati dice: Amatevi l'un l'altro come io ho amato voi. Dio ha unito tutta l'umanità per mezzo di Gesù Cristo. Offendendo il nostro prossimo offendiamo Dio stesso. Per esserci perfetta concordia bisogna che ci sia un cuore solo e questo c'è se si ama tutti la stessa cosa: la volontà di Dio. Non si può restare a metà e metà: amare Gesù Cristo e il nostro io. Non fermarci sui difetti degli altri. Usare grande carità: non giudicate e non sarete giudicati. L'umiltà è base di questa carità fraterna. Progredire ogni giorno nella carità fraterna. I nostri difetti seguiamoli per averli sempre presenti, per sforzarci a correggerli e emendarci di qualche nostro difetto. Pregate con Gesù affinché nessuna di queste anime che si trovano attorno a me si perdano. Preghiamo per i nostri cari. Aiuti dell'esempio, consiglio, nelle avversità senza distruzione. Prima di tutto pregate e poi aiutateli i vostri parenti; e poi gli amici e conoscenti. Il bene è contagioso alla stessa guisa del male. Il bene si allarga come le onde nel lago al tonfo della pietra sino all'orlo di tutto il lago. Portate i giovani a Gesù Cristo col buon esempio con la buona parola con carità, partendo di qua. 10 - Domenica 19 gennaio - ore 15.15 Art. 40 - Si intende che abbia compiuto il noviziato nel 17° anno di età. Il periodo del Noviziato ci deve esser oltre che di formazione, anche di conferma alla nostra vocazione. Art. 41 - Ottenuto il permesso ci si deve attenere alle disposizioni del nostro regolamento. 1) Per lo spirito di povertà, fare la relazione esatta sullo stato dei propri beni, le spese che fate, citare quelle pei vestiti pei libri, per stanare il cuore dalla roba, i soldi che riceveremo li spenderemo col permesso del superiore. L'affetto alla roba porta gli uomini alla perdizione, alla gelosia dei beni altrui. Voi non sarete più padroni ma amministratori della roba di Dio secondo le disposizioni del vostro superiore. 2) Determinare i permessi col superiore, secondo la propria condizione di famiglia circa le spese ordinarie giornaliere e mensili. Tali permessi sono rinnovati mensilmente presentando la nota delle spese incontrate. Mirare soltanto al necessario per la propria vita, né mai di fare una gran carriera. Questa è la vera povertà: confidare nella Divina Provvidenza. 3) Stabilire per iscritto anche i permessi particolari. Come figli di famiglia penseranno i vostri genitori, quindi a voi spetterà il chiedere il permesso al vostro superiore per domandare quanto vi possa esservi di necessità. Accontentarsi delle cose modeste né mai desiderarne delle migliori. Anche i doni che ricevete comunicateli al superiore prima di prenderne vero possesso. 4) Dopo la professione si dovrà attenere esattamente a tutti questi permessi avuti con docilità; con ciò abbellite la vostra corona di meriti in cielo. Per permessi urgenti ricorrere al superiore. 5) Nei bisogni urgenti ed impreveduti, elevare il cuore a Dio consultandolo con tutta semplicità operando in conformità all'intenzione del superiore qualcosa si trovasse con noi presente comunicandogli la cosa appena l'incontrerete. 6) Annualmente presenterete la nota generale delle vostre spese e delle entrate. Così facendo ci troveremo veramente poveri. Quelli che entrano negli ordini religiosi assumendo la carica di Economi, amministrano grandi somme; voi siete altrettanto economi di piccole somme come proprietà di Dio, facendo tutto con esattezza, con distacco dai beni della terra. Da questa osservanza più o meno pronta e docile dipenderà l'osservanza dall'obbedienza La purezza. Non affezionatevi né al danaro, né agli oggetti in vostro uso, fate delle prove degli esercizi di tale genere, staccandovi da tutti e da tutto per farvi superiori, più prossimi a Gesù Cristo. Il nostro corpo partecipa alla vita animale e vegetale, l'anima nostra alla vita angelica, la nostra fede ci fa vivere la vita cristiana con Dio ossia una vita divina. 11 - Domenica 26 gennaio - ore 15.20 Ordinariamente, e già da qualche anno a questa parte, si fa a metà agosto, intorno alla festa dell'Assunta, e solitamente di 3 o 4 giorni preceduti da una serie di esercizi spirituali serali per almeno una settimana, attenendosi circa come le adunanze del mercoledì. Per la povertà non avete voto, ma ferma risoluzione, che è quasi come il voto. Voti privati si intendono quelli fatti da sé privatamente. In particolare: pellegrinaggi, far fare un quadro, far dire una Messa, questi non ci hanno dei grandi meriti. I nostri benché leggendoli forte ( la formula ) combiniamo un legame fra noi e Dio facendoli noti al nostro superiore, e ai nostri confratelli. Abbiamo ricevuto il corpo, l'anima, tutto da Dio e a Lui tutto doniamo, siccome con questi doni potremmo cadere e penare, ma noi possiamo prevenirle offrendo a Dio questi bei depositi. Sono questi voti dei mezzi per conservarvi puri e uniti con Gesù. Voti secondo quel che dicono le costituzioni. Cominciano come i grandi atti: nel nome santo di Dio. Chiamano a testimonio l'Essere Supremo che tutto possiede, in modo così solenne. Questa formula fu ispirata a S. Giovanni Battista La Salle dallo S.S. Si fanno in ginocchio innanzi ad un'Ostia Consacrata. Qui ci vuole la nostra fede. Ogni volta che si fanno si acquistano dei meriti così grandi come quando si esce dall'amministrazione del S. Battesimo. Dopo tale atto solenne, se si morisse, si va dritti in paradiso senza passare dal Purgatorio e ciò l'hanno detto gli stessi padri della Chiesa. Dà ad ognuno delle grazie speciali secondo i propri bisogni richiesti dal nostro Apostolato Catechistico. Chi ci ha portato qua è Gesù Cristo stesso, per una speciale disposizione, sin dal nostro primo giorno di nostra vita Dio ha disposto così, senza obbligarci, ma invitandoci, ci fa vedere la bellezza, ci dà le sue grazie per comprendere e sanarci, ci aiuta a restarci e a progredire. Risoluzione che non si ferma. Povertà evangelica. Basti al discepolo di essere come il Maestro. Basti al servo di essere come il padrone. Non mirate né all'oro né ai valori umani, né borracce pel viaggio. Non badate ad accumulare ricchezze perché tale tempo che per ciò impiegate lo sottraete alla vostra santificazione. Gesù vuole da noi il distacco dai beni della terra. Non vogliate mettervi in pericolo per le vostre cose di quaggiù, facciamo secondo il nostro impiego soltanto per guadagnarci di che per vivere, escludere le ricchezze, tutt'al più preparare qualche piccola riserva per qualche malattia o vecchiaia senza però affannarci. Gesù dice così: io penso a te, e tu a Me. Disponi a servire secondo i bisogni della Congregazione. Confidenza in Gesù e in Maria e i Santi. Voto professato liberamente e volontariamente. Promessa inviolabile per un anno, rinnovabile, termina con una bella preghiera breve ma efficace che ottiene grazie specialmente per la fedeltà a tali nostre promesse. Tale osservanza non sarebbe possibile se non fossimo aiutati e guidati da Gesù e Maria, dalle loro grazie miracolose. Avere una grande fiducia nella preghiera, il che ci fa scaturire le grazie miracolose da Gesù per mantenerci puri e forti tra il mondo. 12 - Domenica 2 febbraio - ore 15.25 Mettiamoci alla Santa presenza di Dio per esserne illuminati da Lui. Disponiamoci ad essere pronti a fare quello che Lui vuole da noi. L'acquisto si fa con la paga così la virtù si deve conquistare con la paga: cioè con lo sforzo: la parte nostra umana e la parte di Dio divina. Prendere a modello nostro Signore Gesù Cristo innanzitutto con studiarlo minutamente, la povertà falsa provocata dallo spreco, da qualche disgrazia che fa perdere i beni. La povertà ci spoglia del superfluo per renderci più atti al nostro progresso spirituale. Esercitarsi nella volontà per comandarsi in tutto: esatti nei nostri orari, comandare ai nostri pensieri, affetti e opere in conformità al nostro regolamento secondo i pensieri di Gesù riguardo la ricchezza: nessuno può servire a due padroni, non potete servire Dio e le ricchezze. È incompatibile l'amore a Dio e alle ricchezza. Non affannatevi pel necessario della vostra vita. Avere grande fiducia e speranza in Dio, occuparsi sì dei nostri interessi, ma indirizzare tutta la fiducia in Lui. Gesù vuole che noi non siamo di quelli che cercano di arricchire. Gesù nella sua vita terrena non intraprese opere lucrative, né si procurava danaro, ma viveva lontano dai beni e ne faceva insegnamento ai suoi discepoli. Noi dobbiamo privarci del superfluo; certo che la definizione di ciò che possa essere o no superfluo è un po' difficile ma perciò confidiamoci nello spirito di Dio: nel vitto in tutto ciò che ci piace e così per il vestito, ed anche per l'abitazione. Delle vostre rinunce e delle vostre risoluzioni fatene prima far conoscenza al vostro superiore. Non lamentatevi delle privazioni e delle difficoltà che vi possono capitare; siate contenti di provarle per far piacere a Gesù. 13 - Sabato 8 febbraio - ore 16 La pia patria della Via Crucis ci è assai utile per ben prepararci alla S. Confessione. Confessione che ci sarà di valido aiuto per la nostra santificazione, se in essa avremo sincero dolore e pentimento. Combattere il peccato, prima il nostro peccato che si compie da noi. Avere continuamente il sincero dolore pei peccati che noi commettiamo. Facciamola con vera devozione, questa pia pratica della Via Crucis per stimolarci alla nostra maggior perfezione. Se noi abbiamo il vero pentimento, avremo il vero amor di Dio. Nelle preghiere che si fanno nella S. Messa, sono frequenti gli atti di pentimento, l'invocazione del perdono dei nostri peccati. Abbiamolo sempre presente il pentimento delle nostre colpe, abbiamolo frequente nelle nostre attività quotidiane, abbiamolo e rinnoviamolo nella recita del Padre Nostro. Gesù è morto per cancellare le nostre colpe. La Chiesa ci invita incessantemente a protestare le nostre colpe. Schieriamoci con Gesù e combattiamo il peccato. Gesù con quelle anime che ha maggior confidenza si lamenta che sono troppi gli uomini che lo dimenticano, e dimenticandolo che lo offendono. "Signore io risolvo di accettare tutto da te, e di offrire tutto a te in riparazione delle mie colpe". Nel mondo ci sono due correnti una di fronte all'altra. Quelli che commettono i peccati, e quelli che lo combattono: schieriamoci per questa ultima corrente, e il Signore non mancherà di esser contento e aiutarci lui a conservarci ed a infervorarci per questa via. Riflessioni: Domanda a Dio la calma sul lavoro, che ti liberi dalle impressioni insistenti, procura di lavorare per Iddio, con calma, tranquillità, sforzati a volerla e poi a mantenere la calma. Questa sia l'intenzione della Comunione di domattina. Quaderno IV Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal IV quaderno - 9 febbraio 1936 - 1° aprile 1936 1 - Domenica 16 febbraio 1936 - ore 15.15 Considerare la povertà come madre. Così come avviene della madre nella famiglia, che istruisce e forma il suo bambino. Con la santa povertà ci si istruisce e ci si forma nella Chiesa. Gesù Cristo stesso ce ne diede l'esempio con la sua nascita poverissima. Quindi noi dobbiamo ricevere le sue direttive, le sue istruzioni. Il bambino tanto più segue le istruzioni della madre, tanto più la ama. Così è di voi amando la povertà; e se la povertà sono tenuti a seguirla tutti i cristiani, tanto più lo dobbiamo noi: soltanto amandola con vero amore noi seguiremo gli insegnamenti di Gesù Cristo. I santi ce ne diedero un esempio luminoso: S. Francesco ne fu il seguace più perfetto; S. Giovanni Battista La Salle imitò la povertà del serafico Francesco. Così noi, come seguiamo in parte la povertà di S. Francesco e si S.Giov.Batt. La Salle, dobbiamo praticarla ogni giorno con un atto quotidiano, per piccolo ch'esso sia facciamolo, privandoci il più possibile, con un oggetto di minor valore, di minor bellezza. Fare ed agire con santa economia e non già di avarizia. Mirare alla santità, tendendo alla nostra perfezione. Tenerla come santa difesa, come fortezza, come muraglia di protezione: difesa dell'anima nostra dalle tentazioni diaboliche ( il lusso, la vanagloria, l'ambizione ). La povertà tiene il nemico alla lontana. Qualche pietra la tirerà certamente, ma non recherà gran danno allo spirito di povertà: con la mortificazione, il distacco dalle creature, dai beni della terra. Con la povertà noi saremo umili e non ameremo la superbia. Perfezionare lo spirito di povertà. Così come le famiglie hanno una fisionomia particolare e quindi la madre procura di comunicare questo spirito al suo figliolo, così noi acquisteremo il vero spirito con la meditazione. La difesa del povero è la fuga: lui debole fugge. Curare lo spirito di meditazione con la riflessione. Ritornare nell'argomento meditato, raccogliendoci e sottraendoci dall'affanno del mondo che tenta di farci cadere (?). Sforziamoci a fare così; il Signore ci aiuterà Lui. La finalità nostra: dove ( che cosa ) ci conduce a Dio. Attenzione a non sbagliare strada. Prepariamoci alla lunga, riflettiamo, ripensiamo al nostro fine: questo ci servirà quale preparazione remota che ci disporrà meglio alla nostra meditazione del mattino. 2 - Domenica 23 febbraio 1936 - ore 15.15 n.4. Se si è in famiglia alla povertà non si potrà unire delle abitudini in generale, ma in spirito, senza farsi accorgere. Quel quasi necessario, per chi l'intende. Capisce molte cose, la povertà di spirito. n.5. Nel colloquio settimanale avete modo di consigliavi, quindi massima rispondenza ai vostri superiori, ( anche se ) vi dice di tralasciare le occupazioni troppo assorbenti e magari lucrose. n.6. Coltivare una confidenza particolare in Dio. Per questo vi potete aiutare con la meditazione nelle opere di carità e di beneficenza. Riflettere anche la nostra Unione. S. Giov. Batt. La Salle non ha usato del suo patrimonio per la sua Opera, ma volle far tutto nella massima e vera povertà. Escludere ogni apprensione per il nostro avvenire. La tranquillità d'animo è propria di chi è povero. Tenete in conto quanto si trova nelle vostre sedi, avendo diligente cura in tutto quanto. Il padrone ( Dio ) è contento dei suoi servi, quando hanno cura delle Sue cose. Art 45 - Il Regolamento suppone tutti i casi che vi posano accadere. I beni che noi potremo ricevere li dobbiamo ai nostri superiori, i quali soli potranno disporre. Art 46. Il Regolamento è l'espressione della volontà di Dio. Abbiate cura di tener sempre tutto in ordine e pulito. Curare la mortificazione e la rinuncia delle piccole cose, per quanto sta a noi, senza recar noia in famiglia, abituarsi all'austerità sin da giovani. Prendere l'abitudine di mortificarsi. 3 - Domenica 8 marzo 1936 - ore 15.30 Noi abbiamo bisogno di coltivare la vita interiore, appunto perché viviamo in mezzo al mondo. Vita interiore si intende vita da viversi con Dio, con la SS. Trinità. Sforzarsi di vivere con Gesù, imitando le sue virtù: l'umiltà, la pazienza, l'abnegazione della propria volontà. Confondersi con Lui. L'umiltà si pratica convinti di non aver diritto d sprezzare chiunque, ma trattar bene tutti, compatirli. L'umile compatisce, tratta bene, anche quando avrebbe diritto di rivalersi. Tenersi alla presenza di Dio, sempre, quali creature meschine. Mettere la nostra nullità dinanzi a Dio. Una presenza di Dio spontanea, diffusa in tutto noi stessi: so che Dio è con me, mi accompagna, mi difende, mi guida, così come il bambino si trastulla sotto gli occhi di sua madre. Così dobbiamo esserlo noi, tranquilli, calmi, fiduciosi in Colui che tutto può, ci difende e ci guida. Alimentiamo in noi il fuoco dell'unione con Dio, con la preghiera, con le giaculatorie brevi, ma piene di fervore. Pratica della pazienza. Con Gesù, con Lui, come la visse Lui nella sua vita terrena, specie nella sua Passione. Esercitarla coi familiari, coi vicini, coi parenti. L'abnegazione della propria volontà, ossia rinuncia della propria volontà. Cercare la volontà di Dio e non già quello che piace a noi, che presto sarà occasione dei nostri malcontenti. Il cibo di Gesù era "fare la volontà del Padre mio". Per disporvi alla volontà di Dio consultate i Comandamenti ed il vostro Regolamento, e per certe decisioni consultatevi col vostro superiore. Rinunciare alla nostra volontà per fare quella di Dio: per essere pronti a questa rinuncia ci vuole la retta intenzione ossia l'offerta di tutte le nostre azioni: solo per Voi per la Vostra gloria. Rinnovarla di frequente lungo la giornata: "per voi!". Con questo si rinnova brevemente l'offerta. Beati noi che possiamo cominciare subito. L'umiltà si alimenta mettendoci alla presenza di Dio; la pazienza, sottomettendoci alla volontà di Dio; l'abnegazione, unendoci a Gesù con frequenti giaculatorie. 4 - Domenica 22 marzo 1936 - ore 15.15 Gesù rifiuta la proclamazione di Re, che quelle turbe saziate dalla sua bontà vorrebbero farlo. Lui ben altra regalità tendeva di estendere: Lui veramente Re, Re dell'universo. Lui re di diritto, perché redentore, il suo regno sta nel dominio del nostro cuore. Del corpo mistico Gesù è il capo, noi le membra, lo Spirito Santo ne è l'anima. Gesù ordina alle membra il loro compito, ad ognuno di noi assegna la nostra vocazione. Se sto qui mi salvo, se mi muovo mi danno. Abbiamo il nostro posto fisso; rimaniamo fermi, risoluti. Il posto assegnatoci da Gesù è questo. Qui avremo la pace, la salvezza. Qui avremo tutti gli avvisi di coscienza. Fuori di questa via avremo la dannazione. L'individuo che si stacca dal suo posto perde la vita, secca e va all'inferno a bruciare. Ognuno al suo posto affidatogli dalla Provvidenza ci resta con la perfezione del nostro Regolamento. "Allarme (?) gli occhi pensa alla morte … " Ricevere sovente Gesù nella Comunione, non temete dicerie, superate qualsiasi rispetto umano, unitevi con Gesù, badate a non perdere mai una sola comunione. Poi vi è la comunione spirituale che vi attacca a Gesù lungo la giornata, attraverso i vostri doveri. Con desiderio di amore: soltanto così avremo tutti gli aiuti necessari. Uniti di cuore. Il ringraziamento terminatelo con il terminar della giornata. Tutto ciò richiede fortezza, coraggio e preghiera. Raccomandatevi alla Madonna e poi a S. Giuseppe. Andate da Maria e Giuseppe. Ama Gesù e poi fa quel che vuoi. 5 - Mercoledì 25 marzo 1936 Dal S. Vangelo: Io sono la vite voi i tralci. Chi vive in me, avrà la vita e porterà frutto. Chi non è in me, non avrà la vita … ( Gv 15,1-17 ) Se noi siamo in Gesù, avremo la Sua vita, e porteremo i frutti. Frutti nei pensieri negli affetti, negli atti. Quali frutti io porto? Come penso, come amo Gesù? Penso io a Gesù? Come lo amo? Cosa faccio io per amore del prossimo? Come mi comporto nelle conversazioni? Dai frutti conoscerete la pianta. Mettiamoci sotto la guida dello Spirito Santo: e nella confessione e durante la S. Messa. Chi resterà unito a me, avrà la mia vita; qualunque cosa mi chiederete l'otterrete. Eccitiamo in noi il fervore. Cerchiamo di essere uniti a Lui completamente. 6 - Mercoledì 1° aprile 1936 Dei doveri verso i nostri Superiori Vi raccomando di pregare per il vostro superiore. Non intrigarsi di nulla di quanto i nostri superiori abbaino fatto o debbano fare. Mortificare la curiosità. Facciamo quanto il superiore ci dice senza interessarci di quel che faccia. Se il superiore di Sede vi negasse qualcosa e di ciò ne parlaste ad un altro superiore è bene accennare anche della risposta avuta dal primo. Ogni volta che vi presentate al vostro superiore è bene riflettere che vi presentate ad uno investito dall'Autorità di Dio. Parlargli con rispetto, a voce bassa, a capo scoperto, con venerazione. Avere in lui umile ed intera confidenza, accennandogli le nostre pene, le nostre difficoltà. Nelle associazioni, quando c'è reciproca fiducia, si forma un cuore ed un'anima sola. "Quel giovane lì l'ha preparato Lui, e si vede che dell'Unione vuol fare cose grandi, l'ha scelto proprio Lui …". Il Rendiconto da farsi al vostro superiore diventa una cosa semplicissima se viene fatto con spontaneità e fiducia. Non andate a fare il Rendiconto senza una vera e propria preparazione. I mezzi per andare a Dio vi sono dati dal vostro Superiore. Ritenere gli ordini che si ricevono dal Superiore, né difficili, né impossibili: possiamo metterli in atto con vero spirito di fede. Quaderno V Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal V quaderno 18 aprile 1936 - 29 giugno 1936 ( giorno della professione ) 1 - Sabato 18 aprile 1936 - ore 15.45 Capire bene dove il Signore ci vuol portare. La gloria che non si ha avuto in questa terra si avrà in cielo. La volontà di Dio si è manifestata nella nostra vocazione, e si manifesta ancora giorno dopo giorno. Attenti a non cedere alla vita esteriore. Siamo fedeli alla Sua chiamata. "Dimorate in Me ed Io dimoro in voi". In unione di vita. Piena conformità ai voleri di Gesù. Chi lavora per la gloria di Dio e per far piacere a Lui rapisce gli sguardi di compiacenza di Gesù. Imparare ad elevare le nostre azioni materiali al livello spirituale, con la fede viva. Il nostro pensiero dev'essere sempre diretto al Sacro Cuore di Gesù. Dai Detti di Fra Leopoldo: "Non inquietarti delle contrarietà dell'impiego, ma accetta tutto con molta pazienza, poiché è tutta opera del demonio … Ricordati di me lavorando … Non dimentichiamo la Madonna; abbiamo per Lei un pensiero durante la giornata, cosicché riceveremo la sua benedizione sui nostri lavori. Ringraziate il Signore di avervi concesso la grazia di poter venire, e pregate per coloro che non hanno potuto venire. Ore 17.40 Nelle pratiche di pietà non lasciamoci prendere dell'abitudine, né dalla noia. Ricorrere a Gesù nei momenti di tedia: "Venite a Me … ed io vi consolerò". 2 - Domenica 26 aprile 1936 - ore 15.15 Motivo del voto: l'uomo dà a Dio più gloria col sacrificio. Prima di Gesù Crocifisso il sacrificio era incompleto. Quello di Gesù Cristo fu quello che diede maggior gloria a Dio. Egli prese la via della castità e della povertà e la ordinò a quelli più vicini a Lui: la Madonna, S. Giuseppe, i discepoli. È un sacrificio l'osservare rettamente il vostro regolamento. L'amor di Dio si ottiene con la castità. La vita è breve e resta soltanto quel che vi è di soprannaturale. Sacrificare le cose del mondo per quelle del cielo. L'uomo legato alla famiglia agisce per conseguire i beni dal mondo. L'uomo che si unisce a Dio agisce per il bene delle anime. Rinuncia alla famiglia per un bene immensamente grande. Combattere la superbia: con la mortificazione dei sensi, degli occhi, della lingua, dell'udito; con una pratica costante. Sacrificarsi per un ideale alto: ecco a che serve il sacrificio, per dar gloria a Dio. Abituiamoci ad accumulare tesori per l'eternità. Combattere non solamente ciò che è palesemente cattivo, ma tutto quel che ci può provocare o far tendere al male, a farci cadere. Evitare qualsiasi tendenziosità: parole, scherzi, canti sguaiati, espressioni e burle che possono nuocere alla purezza. 3 - Mercoledì 6 maggio - ore 21.35 Dov'è la felicità. Amare tutte le cose, come opere di Dio. Avere le cose nelle mani e non nel cuore. Primo: raddrizzare; secondo: perfezionare. "Colui che non odia suo padre e suo madre, non può essere mio discepolo". Distaccarsi da tutto e da tutti. Odiare: togliere gli attaccamenti del cuore; distaccarsi dalle creature. Non proibisce l'amore al padre ed alla madre, ma distaccarsi per porsi liberamente a lavorare al servizio di Dio. Pregate il Signore che vi dia la forza di distaccarvi dai vostri familiari. I - frutto: la libertà d'animo; II - la beatitudine del vero amore, la dedizione al bene del prossimo; III - l'amore sincero di Dio. Smettete di essere posseduti, per essere possessori della libertà. 4 - Sabato 9 maggio 1936 - ore 15.45 S. Giov. Batt. La Salle ci diede un esempio luminoso di fortezza, di coraggio, nonostante le difficoltà, le contrarietà mossogli da tutte le classi sociali di quel tempo, lui superava le difficoltà col fervore delle sue preghiere e delle sue meditazioni. "Tendere davvero alla nostra santificazione": ecco quel che chiede a me. Nostro Signore ci richiede fervore. Dopo 20 anni di selezione, Gesù Cristo scelse noi a seguirlo, e ci vuole appunto "suoi". Spirito di fermezza: esaminiamoci nell'osservanza del mio regolamento: come faccio la meditazione? è sufficiente? è veramente riflessione? è unione con Dio? ossia l'abitudine di vedere le cose con gli occhi di Dio. Se ci ricordiamo di essere alla presenza di Dio, con quale sistema: spirito di fede, di abnegazione nel compimento del nostro dovere. È la volontà che ci deve smuovere. È la volontà sottomessa alla volontà di Dio. "Ci ha chiamati, aiutati, sopportati …": siamo quindi generosi. Ecco le preghiere, le visite spirituali, le giaculatorie con vera avarizia (?) spirituale, fare tutto ciò che ci è possibile. Imitiamo S. G. B. La Salle nella fermezza, nel coraggio: nella preghiera prendiamo la forza. Ore 17 Dopo tutte queste esortazioni, ci sentiamo ancora fiacchi, ma attacchiamoci alla Madonna, e Lei ci porterà: "Il Signore è con Te" ripete a noi l'angelo Custode, quando ritorniamo dalla Comunione. Dove c'è Gesù c'è pure Maria. Avere Gesù e Maria nelle nostre intenzioni. Abbiamoli sempre con noi anche nelle nostre tribolazioni. Combattere l'abitudine per dare l'intenzione vera nella nostre preghiere, nelle nostre azioni. 5 - Domenica 10 maggio 1936 - ore 15.25 Dagli scritti di Fra Leopoldo, per l'incoraggiamento a fare dei sacrifici per la nostra formazione: voi sarete nelle tristezza, ma verrà l'ora del gaudio. "Tutti quelli che si danno ad una vita meno virtuosa non avranno vero gaudio; soltanto quelli che si doneranno a me godranno la vera pace". Nel mondo intellettuale ci sono alunni che comprendono più profondamente la risoluzione di certe cose. Così avviene nel mondo morale: vi sono di quelli che vedono prontamente la via migliore di donarsi a Dio. Praticare l'umiltà di cuore; applicarsi con diligenza a conoscere la grandezza di Dio, il che ci porterà a paragonarci a noi stessi. E noi mettiamoci vicino a Dio, vedremo meglio la sua grandezza, e ciò ci disporrà maggiormente all'umiltà. Dio è nascosto al superbo. Il superbo non paga. L'umile sì. La pace è la stabilizzazione dell'ordine. Dove c'è l'ordine, c'è la pace, non ci sono invidie. La nostra meditazione deve sempre avere per punto lo studio di Dio. Per conoscere Dio volgiamoci a Gesù Cristo. Lui è il nostro modello. Studiamo Lui in modo particolare con amore. La grandezza dell'amore di Gesù verso di noi, suoi prediletti! Sentiamo nel nostro cuore il bisogno di affetto e se ci volgiamo d'attorno, nella nostra Congregazione, lo sentiamo questo affetto, questo amore reciproco che ci dà gioia e pace vera. Combattiamo la freddezza che induce a staccarci dall'Unione. Abbiamo bisogno di conoscere i favori che Gesù ci ha donato, senza che noi ce ne accorgessimo. Inoltre, di approfondire ancora nella conoscenza del nostro nulla, e più ancora i nostri peccati. Mettiamoci in guardia dalla lode e dalla compiacenza che solletica il nostro orgoglio e la nostra ambizione. Combattere la vana gloria e la superbia; attenti alle allusioni che ci spiattella il nostro prossimo; attenti a questi complimenti bugiardi. Non lasciamoci ingannare da questi falsi giudizi. Combattiamo le parole ed i pensieri. Non far le opere per essere ammirati. L'umiltà richiede un lavoro continuo, di essere costanti sebbene calmi e sereni. Coltivare l'umiltà di cuore stando al proprio posto. 6 - Domenica 24 maggio 1936 - ore 15.30 L'obbedienza è il sacrificio più completo e più bello che l'uomo possa compiere ed offrire a Dio. Veniamo da Dio e andiamo a Dio. L'uomo può trovare la sua felicità soltanto in Dio e con Dio. "Io ( nella Comunione ) do tutto me stesso a te e tu donati tutto quanto a me. Se vuoi essere mio discepolo prendi la tua croce e seguimi". Noi possiamo offrirci a Dio appunto per mezzo dell'obbedienza. Voi siete chiamati ad un esercizio più alto, che non finirà, che vi porterà in alto, vi renderà più liberi. Con l'obbedienza si assume l'obbligo con Dio: noi povere creature con l'Altissimo. Obbedendo ai legittimi Superiori. Sii sollecito ai comandi del tuo Gesù. I superiori sono i rappresentanti di Gesù: segui i loro ordini, i loro desideri. Soltanto la superbia ci toglie la vista, non ci lascia vedere chiaro. Asteniamoci dal giudicare i nostri Superiori, ma piuttosto siamo solleciti nel servire Gesù. Le vostre Costituzioni non vi tolgono dalle dipendenze dei vostri Superiori e di famiglia e di impiego. I vostri superiori vi possono guidare appunto nell'attuazione dei nostri doveri. Soltanto loro vi saranno sicure guide. Secondo Gesù Cristo avrete un premio se l'osserverete ed un castigo se mancherete ai vostri Superiori legittimi. Manchereste all'osservanza del comandamento ed a quello del voto. Entrando nella Congregazione ci si lega a Dio ed alla Congregazione. Io sono un Catechista Congregato, devo fare onore in tutto e per tutto alla mia Congregazione. L'umiltà ci impedisce di giudicare i nostri superiori. Abituatevi a cedere alle opinioni che vi presentano. 7 - Domenica 31 maggio - ore 15.35 L'obbligo di tendere alla perfezione Il fondamento di quest'obbligo sta nella convinzione. Se uno non è convinto lascia il tempo che trova. Non dobbiamo lasciarci mai sopraffare dalle difficoltà. L'obbligo si fonda sui voti e sulle Costituzioni: ci obbligano a servire più perfettamente Dio. Con i voti si deve assumere un tenore di vita più perfetto di quello comune dei fedeli. Per questa via bisogna essere energici. Con queste si assume l'obbligo di farsi santi. Avere di mira la santità, anche rimanendo dove siamo. Dobbiamo pensare sul serio: oggi come ho risolto il problema di farmi santo? Togliere i peccati, le occasioni, per giungere alla santità: è un lavoro paziente. Fate un esame quotidiano sul vostro modo di agire; segnatelo su un taccuino. Avere di mira di emendarci dai nostri difetti. Vigilare e pregare, mortificare i sensi esterni, la curiosità. Reprimere i traviamenti dell'immaginazione. Procurarsi una vita laboriosa. Tenere una intima e laboriosa unione con Dio. Voglio tendere alla santità per far piacere a Dio. Le soddisfazioni, i sollievi, le cure, i rimedi prenderli tutti per amore di Gesù, tutti per Lui. 8 - Sabato 6 giugno 1936 - ore 17 Nel momento del fervore ti sei offerto completamente a me, ed ora perché ti trovi in qualche difficoltà vuoi venire meno alle promesse. Ricordati che tutti i santi hanno dovuto passare per vie spinose. [ Detto di Fra Leopoldo, 19 settembre 1908 ] Anche tu le dovrai sorpassare energicamente. Non ti spaventare, ma fatti coraggio. I doni non sono Dio, ma i veicoli, i canali che portano a Dio. Ci attacchiamo alle nostre soddisfazioni, ai nostri gusti e dimentichiamo di godere veramente Dio. Spogliarsi delle cose esteriori, per esempio i sensi: vedere senza guardare. Poi succederà l'aridità, ti sentirai nelle tenebre, poi verranno i lumi, poi gli slanci. Servirsi, ma non attaccarsi ai doni di Dio. Servirlo unicamente per piacere a Lui. Dobbiamo esser morti nel corpo al mondo, e vivi nello spirito per Gesù: vivere per Lui solo. Avete bisogno di grande coraggio e di pazienza. Prendere tutto dalle mani di Dio, prendere le cose dalle mani di Dio. Preghiamo continuamente senza perdere il minimo tempo. Se preghiamo con fervore il Signore ci dà gli aiuti necessari. Le giaculatorie dette con fervore sono le più belle preghiere. 9 - Domenica 14 giugno 1936 - ore 15.35 Prendere l'abitudine - che si ottiene con atti frequenti di fede - di vedere Dio nel nostro Superiore. Chi Ascolta voi ascolta Me; chi disprezza voi, disprezza Me. Nel conferire con vostro Superiore rinunciate al vostro giudizio, ma ritenete quel che vi è notificato. Così eviteremo di sofisticare su tutto. Non costituitevi mai giudici, ma bensì lasciatevi giudicare. Nel nostro secolo c'è questa tendenza di giudicare i capi, i superiori, i dirigenti, ribellandosi a tutto quello che sa di Dio e di religione. Noi dobbiamo controbattere questo veleno nocivo alla nostra eterna salute, col fervore. Soltanto con lo spirito di Dio noi comprenderemo il valore grande dell'avere un Superiore che ci guida a cui aprire il nostro cuore. Meditare sull'obbedienza di Gesù non solo quando era su questa terra, ma adesso tra noi nel tabernacolo, nell'ostia obbediente alle sue creature. Gesù è venuto su questa terra unicamente per seguire la volontà del Padre suo. Gesù è obbediente a Giuseppe e Maria. Gesù è obbediente al Padre rimanendo nel tempio ad insaputa di Giuseppe e di Maria. E quest'esempio è per noi, specialmente. Facciamo anche noi come Gesù: doniamoci prima a Dio, poi ai genitori senza temere di addolorarli magari - e ciò si verificherà a noi chissà quante volte. Non temete: Gesù vi ha preceduto, vi è vostro modello, seguitelo. Il primo miracolo Gesù lo compie per obbedienza alla Madonna, al convito nuziale. Gesù obbedisce a Pilato ed ai suoi giudici. Questo modello non ci deve sfuggire mai. Per conoscere l'eccellenza dell'obbedienza bisogna riconoscerla tale: poiché l'obbedienza è l'essenziale per la vita religiosa, l'obbedienza è così eccellente che abbraccia tutte le altre virtù: la fede, la speranza, la carità. Con l'obbedienza vi farete santi. Il fervore porterà ammirazione e santità. Li amerò e li santificherò in modo speciale. 10 - Domenica 21 giugno 1936 - ore 15.30 Un po' di storia della vostra Unione. ( canone = legge della Chiesa ). Nel 1924 si fece il decennio, si invitò il Card. Gamba. Si fece la relazione in v. Rosine nella sala palestra ( ora delle macchine ). Il Cardinale, rincasando con il suo segretario, si congratulò delle attività dell'Unione. Rifatto il nostro Regolamento, si consegnò alla Curia per l'approvazione e fu trovato eccellente ( 1925 ): "Visto si ammira la bellezza del presente Regolamento e si approva". Firma del Card. Gamba. Il Cardinal Gamba espresse il desiderio che un gruppo di questi giovani andasse da Lui. Il Fratel Teodoreto ne scelse 12 e si recarono da Lui, il quale li consigliò di erigere la propria associazione a Congregazione, dandoci dei consigli e degli appoggi presso il Vaticano, con sua approvazione provvisoria. Certo che a Roma opposero difficoltà per la novità del loro stato di vita religiosa senza vita in comune. Il suo primo tentativo non ebbe buon esito. Il secondo non fu meglio del primo. Oralmente approvarono, ma con riserve senza scritti. Poi venne il nuovo cardinale. Fu segretario del card. Paluano di Genova. Una parente del fu card. Paluano parlò col nuovo card. raccomandando la nostra Congregazione. Esso se ne occupò prontamente, visitò la Casa di Carità, raccolse le impressioni, andò a Roma ( terzo tentativo ), si rivolse alla Congregazione dei Religiosi, ma fu vano. Allora, dietro stesso consiglio del S. Padre, si presentò al Concilio, il quale trattennero la richiesta chiedendo altre 25 copie del Regolamento ed anche qui per il momento non diedero alcuna affermazione, ma dilazionarono l'approvazione. Il Fr. Teodoreto, recandosi ad accompagnare il Fr. Visitatore a Tripoli, si recò ad informarsi alla Congr. del Concilio, ma non ebbe niente di più. Nel suo ritorno, parlando con il segretario della Congr., si riservò dicendo che se l'approvazione fosse avvenuta ci sarebbero state certo delle mutilazioni. Intanto si pregava sperando fiduciosi. Dato però che nel mondo le cose cambiano, il Papa stesso ne seguiva da vicino e si interessò e gradatamente si superarono gli ultimi punti più disparati, sino ad averne l'approvazione canonica. Mentre in questo stesso tempo un altra Congregazione Milanese tentò presentare il suo Regolamento, ma ne ebbe esito negativo, come lo fu per noi in principio. Una approvazione così è un'approvazione miracolosa. Per ora i voti sono annuali. Poi speriamo con lo sviluppo della vostra Congregazione si abbia la professione annuale, triennale e poi perpetua. Per ora la povertà è interna, quale risoluzione. Speriamo che presto diventi anch'esso un voto. Il Signore fece questi miracoli perché vede che noi con la nostra buona volontà potremo far molto. Finendo la nostra conversazione, ricordiamoci di far in modo che la nostra regola sia sempre vissuta quotidianamente in modo perfetto, cosicché alla nostra morte, presentandoci a Nostro Signore, portiamo con noi la nostra regola quale passaporto all'eternità. 11 - Sabato 27 giugno 1936 ( tre giorni alla Casa della Pace di Chieri ) - ore 16.30 Sinora abbiamo avuto delle direttive: nella prima predica l'incontro di Gesù col giovane e con noi - beni ricevuti materiali e spirituali; nella seconda della riconoscenza e nella terza della scelta dello stato. Tutto ci è stato diretto per il nostro bene. Difficoltà ne abbiamo molte, ma Gesù ci ha dato molti mezzi: ci ha messi nell'Unione. Gesù vuole buona volontà, fervore, coraggio. L'esempio dei buoni compagni, lo stimolo dei superiori. Il frutto di questo ritiro per la perfezione: occuparmi solo di Dio e di me. "La Pia Unione è cosa sacra", tesoro delle anime in mezzo al mondo. I giovani dell'Unione sono dei privilegiati. 12 - Domenica 28 giugno 1936 - ore 16.30 Si muore anche come membri dell'Unione, cioè colui che non osserva il regolamento. Questi sono di impedimento agli altri. Chi promette e si impegna di osservare un regolamento bisogna che viva, che operi. Il Regolamento cita le adunanze settimanali, mensili, annuali: come ci teniamo? siamo assidui? Vogliamo avere i vantaggi della nostra Congregazione, ma per ciò dobbiamo essere assidui, operosi, essere amanti dello spirito di pietà. Chi lo domanda a Gesù questo spirito lo riceve. Non bisogna essere di peso alla Congregazione. Essere decisi ad osservarlo pienamente. Pensate che oltre a ciò può essere di cattivo esempio ai compagni. Altro che essere fermento buono. N. S. G. C. è generoso verso di noi: guardate un po' se voi corrispondete ai suoi favori. Partendo da questi esercizi procurate di fare dei propositi sani, energici. Bisogna essere generosi se non volete discendere i gradini che vi menano alla perdizione. Puntualità alle adunanze di formazione. Esatti coi vostri superiori. Leggere almeno una volta al mese il vostro regolamento. Riflettere bene sui vostri doveri. Attenti: di solito si prendono le cose alla leggera; dato il nome bisogna mantenere, essere cioè uomini di coscienza. Certo che costa sacrifici, ma è la ricompensa che si avrà e sarà molta. Non dobbiamo mica agire per soddisfazione nostra, ma per la gloria di Dio. Tradurre in pratica gli atti di fede col rinnovare la nostra fede. Sono chiamato da Dio in questa Congregazione, proprio da Lui per santificarmi e per il mio prossimo, per riparare le offese. Sarà Lui ad aiutarmi nell'adempimento dei nostri doveri. Ci aiuterà ad amare la sofferenza, le difficoltà, la mortificazione. Amarle in spirito di riparazione. Avremo la contentezza se ci daremo completamente a Dio. I più disgraziati sono coloro che non si decidono per una via o per l'altra, fin tanto che si rimane a mezza via: né gustano i piaceri del mondo, né la gioia dell'unione di Dio. Guardate quanta gioventù si sollazza leggera e insensata. Gesù ha chiamato voi a collaborare con Lui per la loro salvezza, per riparare alle loro offese. Vi ha chiamato a cooperare ad essere di buon esempio. Ad essere luce. Non lasciate cadere questi consigli, meditateli, penetrateli nel vostro cuore. Siano di riforma vera e propria per la vostra anima. Cominciate sin dal mattino, in tutto e dappertutto. Prendete la bella abitudine delle giaculatorie: soltanto con questo avrete il buon contatto con Gesù. Gesù vuol fare di voi degli Apostoli e voi corrispondetegli. 13 - Lunedì 29 giugno 1936 - ore 16.30 In questi giorni abbiamo sentito tante buone parole. Facciamo in modo di accoglierle bene e di praticarle. Chi ha ricevuto la parola di Dio e non la custodisce, difficilmente la mette in pratica. Abituiamoci a far mente a quanto ci dicono e consigliano. Non darsi mai alla distrazione completa. Abbiamo un tesoro e non lo dobbiamo esporre troppo, ma usare precauzione, tenendo d'occhio il vostro tesoro. Non meravigliamoci delle tentazioni che riceveremo, continuiamo a pregare. Attenti a non attaccarci alle cose di questo mondo. Facciamo bene il nostro dovere senza affanno. Noi dobbiamo essere il terreno buono al 100 per uno. Per essere apostolo bisogna averne per sé a da darne per gli altri, con le preghiere, col far mente a quanto ci viene detto. Colloquio - ore 12.50 Deo gratias!! Eccoti qui! Ed ora non hai che da continuare. Il Signore è stato proprio buono con te. Ti ha voluto qui a lavorare con sé. Tu sei un prediletto del SS. Crocifisso. Le difficoltà non sono mancate, e non mancheranno per l'avvenire, ma niente paura, il Signore che ti ha voluto qui, ti aiuterà, ti dà le sue grazie particolari, secondo i momenti. E questa è una gran bella cosa, l'essere assistiti da Gesù. Ricordati di fare sempre tutto con Lui, offrirgli sempre tutto, qualsiasi tua azione: tutto per te, o Gesù. E poi ti raccomando di non faticarti troppo: ogni cosa a suo tempo, ed il riposo ed i rimedi per la tua salute, offrili al Signore. Ecco faccio così per far meglio gli altri miei doveri. Dal momento che non sei un robustone, abbiti cura, il Signore vuole così!!! Ed ora ringraziamo insieme il Signore e preghiamo che ti assista sempre, affinché abbi a farti santo, nel tuo apostolato che ti affideremo. Viva Gesù nei nostri cuori. Sempre! Quaderno Vbis 13 settembre 1936 - 6 gennaio 1938 Conferenze di Fratel Teodoreto e Tessitore 1 - Ritiro - Villa Nicolas Sup. Domenica 4 ottobre 1936 10.50 - Conferenza - Fratello Teodoreto Quando preghiamo ci rivolgiamo a Dio, come prego io? Per pregare bene devo innanzi tutto: mettermi alla presenza di Dio, sotto il Suo sguardo. Perché Dio è in me, opera nell'essenza in noi stessi, ci da la vita e ce la sviluppa continuamente. Se noi sapremo mantenere continua la vita della grazia, l'anima nostra diventa la dimora di Dio in noi della SS. Trinità. Fintanto che saremo in questo mondo ci troveremo sempre all'oscuro, abbiamo per ora soltanto lo spirito di Fede che se richiesto a Dio ci sarà di ausilio potente. Nella nostra vita pratica dobbiamo fare entrare Dio dobbiamo averlo con noi in tutti i nostri atti, i nostri pensieri, le nostre attività. 15.10 - Conferenza - Fratello Teodoreto Iddio non si è accontentato di stare con noi ma ci ha donato ancora la nostra mamma dispensatrice dei suoi beni, ci ha dato a ciascuno di noi un Angelo Custode che ci sorveglia e ci assiste. Se ci troviamo in buona compagnia si compie facilmente il bene. Così la compagnia della Madonna e dei Santi Angeli custodi ci è di aiuto per il compimento del bene. Fedeltà nella recita quotidiana del S. Rosario. Se noi vorremo fare a nostro modo distruggeremo l'opera dell'Angelo Custode. Ed il demonio avrà libero campo a trascinarci al male. Illuminarci sul bene e sul male. Custodiscici dai pericoli. Reggici sulla retta via. Governaci le facoltà, i nostri sensi, gli occhi custodia della purezza, la lingua che mormora dal nostro prossimo, serviamoci invece a lodare e servire Dio solo. 2 - Ritiro - Villa S. Croce Mercoledì 4 novembre 1936 15.20 - Conferenza - Fratello Teodoreto È questa un'occasione eccezionale il trovarci riuniti qui assieme. Perciò ne approfitteremo per parlare di cose nostre e particolarmente nostre, e cioè parleremo della Castità e Obbedienza. Fragranza e donazione completa a Nostro Signore. Offrire a Lui il nostro cuore, glielo abbiamo offerto a Lui ora è suo, ci siamo consacrati a Lui, e come tali siamo completamente Suoi, dobbiamo frenare in noi i sentimenti e gli affetti intimi. Perciò massima attenzione e vigilanza, attenti ai pericoli e soprattutto pregate, ci siamo consacrati a Lui quindi siamo tutti Suoi, attenti a non profanare il nostro cuore. Dobbiamo mantenerci in continuo fervore, se cessate di essere ferventi voi cadete, fervore che si estende alla puntualità alle vostre adunanze, scuotiamoci nei punti fondamentali: il nostro cuore o ama Dio o le creature; il vostro regolamento parla chiaro, interpretatelo bene, santamente, approfonditelo bene. Mettetevi nella Santa umiltà e sottomissione ai vostri superiori, costa sacrificio si ma vi fa acquistare dei meriti grandissimi. Rinunciare alla propria volontà, al proprio modo di vedere per sottoporsi ai desideri del vostro superiore. Sarà qualche volta sacrificio eroico, ma ricco di aiuti per la perfezione nostra. Mezzi forti: atti di umiltà più si vince e più si progredisce, o siete santi o siete del pari a quelli della comune del mondo. Attenti a non profanarvi, mortificazione, dominio dei sensi, carità verso quelli che vi stanno vicino. Castità austera non solo del nostro corpo ma del nostro cuore e di tutto noi stessi. 3 - Pomeriggio di ritiro - Istituto Arti e Mestieri 5 Dicembre 1936 17.05 - Conferenza - Fratello Teodoreto Dai detti di Fra Leopoldo: siamo qui per far riparazione alle nostre colpe ed a quelle dei peccatori, per noi sono doverose, per gli altri le nostre riparazioni devono essere accettate da Dio da Colui che fu offeso. Nella S. Comunione procuriamo di essere generosi ferventi. Non fermarci alla … ma passare oltre arrivare alla gloria di Dio. Chiediamo ogni giorno al SS. Crocifisso la grazia di amore e di patire. Noi abbiamo un tesoro che non conosciamo abbastanza: lo spirito di penitenza scopriamolo bene unendoci a Gesù Cristo nel soffrire, nel patire in modo da non essere soli. Cominciamo subito a valorizzarlo , aprofittiamone di tutto, di qualsiasi piccola difficoltà, contrarietà: accettarlo ed abbracciarlo volentieri, chiedela questa Grazia a Gesù Cristo. Ho qui un tesoro e nessuno viene a chiedermelo: facciamoci coraggio nel portare la croce. Abbiamo in mezzo a noi il paradiso e ci cacciamo nell'inferno. Ammiriamo i martiri in noi che lo potremmo essere ad ogni passo non ci prepariamo soltanto quelli che si fanno violenza rapiscono il premio. Noi non possiamo dire di non sapere perché siamo stati prediletti da Dio, siamo stati chiamati a Lui al Suo Servizio. Pregate Maria SS che vi aiuti, che vi protegga, che vi dia le grazie a voi più necessarie; facciamo tesoro di ogni nostra sofferenza accetandoli con slancio e generosità. Gesù Cristo vi chiama ad una perfezione alta sappiate corrispondere. La santificazione delle anime si fa con il sacrificio, i risultati corrisponderanno ai vostri sacrifici. Chiamate a Lui i lumi per il vostro apostolato. 4 - Ritiro - Collegio S. Giuseppe Mercoledì 6 Gennaio 1937 10.35 Conferenza Fratello Teodoreto Abbiamo anche noi la nostra Stella: L'Immacolata non abbiamo che da seguirla. Come i Magi hanno fatto dei Sacrifici, convinto il rispetto umano, anche noi abbiamo bisogno di forza, di coraggio. Avrete da lottare ma vincerete. I magi sono andati con tutta semplicità e franchezza voi avrete da lottare con un mondo bugiardo pieno di finzioni, andate da Gesù penserà Lui a farvi uscire da tutti gli inganni e gli imbrogli. Umiltà e Sacrificio ecco la via, avete una missione umile, esercitare la missione catechistica alla dipendenza del parrocco nelle parrocchie, dei fratelli incaricati negli Istituti dei Fratelli, e piena di sacrificio. " Quest'opera dovrà estendersi in tutto il mondo "… quello che è stato detto a te sia passato poi all'opera dei Fratelli delle S.C." Sicuro ci ha affiancati all'opera dei Fratelli soltanto così avremo rapido sviluppo. " Farò provare ai giovani gioie ineffabili e la mia protezione, gli amerò in modo particolare, li santificherò" 15.15 Conferenza Fratello Teodoreto Il ritiro ha una grande importanza per la formazione dell'anima nostra. I magi hanno superato tutte le difficoltà perché avevano dinnanzi a se la stella,anche noi abbiamo la nostra stella Maria SS che ci fa luce sul nostro cammino oppure l'oro della carità: il cuore il nostro amore, vocazione all'umiltà e al Sacrificio, l'incenso: la nostra preghiera, la mirra: la mortificazione ed il sacrificio. Anche noi siamo stati chiamati non abbiamo che da seguire l'invito di Dio. Ricopiamo Gesù nell'umiltà, nel sacrificio, nella povertà. Accompagnate il vostro Apostolato con sacrificio, così aumenterete i vostri figli spirituali non saranno otto dieci ma saranno venti trenta cinquanta cento … mille quanto più sarete generosi nello spirito di sacrificio. 5 - Ritiro - Villa Nicolas Venerdì 19 Marzo 1937 11.00 Conferenza Fratello Teodoreto Far trionfare il SS. Crocifisso è il distintivo della Santità. Trionfo del SS. Crocifisso nel nostro cuore e nel cuore del nostro prossimo. La nostra Congregazione è stata fondata per far trionfare il SS. Crocifisso. Gesù Cristo è Lui che ci ha chiamati, siamogli generosi, doniamoci a Lui, egli opererà opere grandiose in noi. Non offendiamo più Nostro Signore e consoliamolo con il praticare la Devozione e farla praticare, con l'essere uniti alla nostra Unione, non stacchiamoci da Lui. Siategli grati a Gesù Cristo che vi ha fatto conoscere l'Unione, che vi ha chiamato in essa, ringraziatelo e pregatelo affinché vi faccia ferventi e perseveranti amanti di Gesù Cristo. Quest'oggi preghiamo per noi e la nostra Unione, per le Sue opere, per il Santo Padre, i Ministri di Dio, l'Italia, i Cristiani di tutto il mondo specie per quelli che sono perseguitati. 14.35 - Conferenza - Fratello Teodoreto Scopo dell'Unione Santificare se stessi e gli altri. Scopo questo caratteristico della nostra Unione, così come lo hanno gli Ordini Religiosi. Essere un cuor solo con Gesù Cristo " I Catechisti attirano a me la gioventù, ed io attiro loro al mio cuore ". Il piacere è come la goccia d'olio per la macchina, agevola il movimento senza essere però l'essenziale, così il piacere per noi non dev'essere l'essenziale, ma strumento per avvicinarci di più a Lui. Per piacere a Gesù Cristo bisogna perfezionarsi sempre più, nello spirito di sacrificio, nella pratica costante del ragolamento, nel far bene anche il più piccolo. Pensare a quanti purtroppo disprezzano il SS. Crocifisso e riparare per loro. Due mali attentano la nostra Santificazione, la smania del piacere e della gloria. Li potremo combattere con l'umiltà e l'amore a Gesù Cristo. Piacere e soddisfazione fin tanto che ti sono di utilità e di aiuto per il raggiungimento della nostra Santificazione. Piaceri quali mezzi e non già come fine a se stesso. Combattere la superbia. 6 - Pomeriggio di ritiro - Istituto Arti e Mestieri 17 Aprile 1937 16.50 Conferenza Fratello Teodoreto Pazienza in famiglia, nell'impiego, nell'Apostolato. Pazienza esterna ed interna, nei pensieri, nei desideri, negli affetti, si raggiunge con l'esercizio continuo, fiducia nella Divina Provvidenza in tutti i fatti ordinari, per praticarla poi nei momenti più difficili. Studio delle circostanze in cui sull'impiego occorre avere maggiore pazienza. Scendere al pratico, nella famiglia con i parenti, senza pazienza non si fa niente specie nell'apostolato. Saper sopportare e soffrire. Nei momenti di tristezza e di malinconia e di malessere ricorrere a Gesù Cristo a S. Giuseppe. Gesù viene in aiuto delle nostre opere soltanto quando avremo pregato con fervore. Non accasciarsi, mantenerci in pace, pace nell'anima nostra, non turbarsi, invocare gli aiuti da Gesù, accettare la contrarietà in … dei nostri peccati: sia fatta la tua volontà e non la mia. La pazienza è una forza, la forza che ci viene con il praticare la pazienza, la pazienza interna del cuore, dell'anima nostra. 7 - Ritiro - Villa Nicolas Giovedì 6 Maggio 1937 15.05 Conferenza Fratello Teodoreto La solennità della Festa odierna, il tempo magnifico che ci concede una così bella giornata, ci invita a vivere davvero una bella giornata per l'anima nostra, procuriamo di solennizzarla con un proficuo e salutare lavorio intimo dell'anima. " Imparate da me che sono umile di cuore e mansueto " saper essere padrone di sé, essere sobri nell'entusiasmo per avere la padronanza costantemente, il riparo lo troveremo nella mansuetudine, essere padrone di sé consiste nel mantenersi calmi e tranquilli sia nella vita ordinaria, è pur vero che la via buona l'hai scelta ma fin tanto che siamo sulla terra ci troviamo ad ogni istante nella scelta tra lo Spirito di Dio e lo Spirito del mondo, perciò ad ogni nostro atto offriamolo a Dio ed invochiamolo ad assisterci, abbandonandoci a Lui. Confrontiamo facendo così agisco secondo lo Spirito di Dio. Invochiamo Gesù quando siamo tristi, in difficoltà o contrariati, sappiamo imporci il silenzio nei momenti d'impazienza, soltanto la pace in noi e la preghiera ci possono indirizzare secondo lo spirito di Dio. Dare il tempo al tempo così si ha la pace, la pace è un tesoro immenso, la calma ci fa padrone di noi e non solo ma padroni del nostro prossimo perché non hanno nessun nemico, sono pazienti, calmi, trattano bene tutti; ed ancora padroni del cuore di Gesù perché Gesù Cristo è generoso e per l'anima e per il corpo, verso chi si sforza ad essere più simile a Lui non per superbia ma per amore, essere indulgenti verso il nostro prossimo. Prendere l'abitudine di recitare frequentemente … , invocando in noi Gesù, facciamolo sovente. Coniare da noi con la preghiera e le … ogni turbamento, accettare le correzioni e i consigli. 8 - S. Esercizi Spirituali - Villa S. Croce Domenica 27 Giugno 1937 15.15 Conferenza Fratello Teodoreto Gesù è disposto a dar tante grazie a quelle anime che non oppongono nessun ostacolo. Spirito di Fede è quello che fa veder Dio in tutto e dappertutto e uno spirito tranquillo e non turbolento. Ci fa rimaner rassegnati ai dolori moderati nelle gioie. Amore e operare per motivi soprani e non per inclinazione naturale, amare le persone che ci stanno dattorno. Aver sempre Dio di … la Sua Santa volontà la Sua gloria non far conto di nessun altra cosa. Tutto in questo mondo passa, quel che facciamo di … a Dio resta per l'eternità. Riconoscere ed amare la volontà di Dio in qualunque momento della vita, amarla teneramente, perché nella volontà di Dio vi è la felicità vera, vederla in tutti gli ordini e la volontà di tutti i nostri superiori, apprezzarla e stimarla, vincendo qualsiasi sacrificio. Sforzarsi per ottenere una tenera affezione e pienamente conformi al Suo divin Cuore. Il Cuore si Gesù contiene la volontà del Padre, la volontà di Dio la possiamo soddisfare ogni istante, perché ogni istante riporta un dovere da compiere. Elevare l'anima nostra con meditazione. La volontà di Dio ci è espressa a ciascuno di noi, la via ci è segnata ad ciascuno di noi, in misura diversa, non abbiamo che da aderire. Essere fedelissimi alla grazia dello S.S.: tu sei troppo … alle cose materiali, non sei generoso con me. La santità consiste nel far bene le piccole cose, ascoltare attentamente la voce del Signore, obbedirli con prontezza ed interamente, riferire le ispirazioni ai nostri superiori per l'approvazione, al termine di ogni opera buona ringrazia il Signore e affezionarsi a Lui. Gesù chiede il nostro cuore: Figlio dammi il tuo cuore. Ricordiamoci che ai piedi della croce c'è la Madonna, ricorriamo a Lei la quale ci farà un posto nel suo cuore, e ci porterà a Gesù. 9 - Conferenze di Tessitore - 19-6-1935 Obbedienza di giudizio. L'obbedienza è ciò che vi è di più importante e prezioso. Nelle regole anche la più rigida e severa perfetta. Commentarsi onde addentrarsi bene nell'argomento. Consiste nel rinunciare al proprio giudizio per seguire l'ordine del superiore riconoscerlo quale volontà e giudizio di Dio. Le doti I Indifferente a tutto ciò che il superiore ordina, non insensibilità ma distaccati dalle cose del mondo. II Semplice nel seguire gli ordini del superiore senza cercare il motivo del perché e del come ma semplicemente attenersi all'ordine. III Cieca senza fare dubbiezza se buona o cattiva discreta o indiscreta, scacciare questi pensieri. Per riuscire nell'obbedienza l'uomo deve accordare la propria volontà con i propri pensieri e desideri. L'obbedienza di giudizio non impedisce di fare osservazioni quando queste si presentano legittime, purché si facciano con calma, e si attenga poi a quanto il superiore stabilisce, sottoporle con umiltà e rispetto. 10 - Ritiro - Villa Nicolas Sup. Domenica 13 Settembre 1936 11.10 - Conferenza - Catechista Tessitore Il ritiro è un lavoro strettamente personale: frutto concludere qualche cosa: la riforma della propria vita. Il pensiero del paradiso deve stanarci dai pensieri e le cose di questa terra. Rendersi indifferente a tutte le cose, a qualsiasi stato pur di arrivare al porto sicuro, alla vita eterna. Il dovere quotidiano è una croce, la compagnia delle persone vicine pure, non perdere di vista il fine della nostra vita. Le afflizioni e le difficoltà ci saranno principio di meriti e gaudi eterni. Il godimento in paradiso sarà proporzionato ai nostri meriti acquistati in questa vita, ogni nostro atto avrà un premio od un castigo. Il peccato con il pentimento si cancella, l'atto buono resta e ci procura un merito proporzionato, dinnanzi a Dio. Se saremmo in grazia di Dio tutte le nostre opere acquisteranno valore per l'eternità. Stiamo attenti a non defraudare il valore il merito delle nostre opere. Compiere le nostre opere senza l'amor proprio, le compiacenze, le sensualità. Non è necessario compiere delle grandi cose, ma piuttosto far bene le nostre cose, il dovere del nostro stato. Esaminarci nel compimento dei nostri doveri, esaminarci nelle nostre opere. Il godimento del paradiso non è che la conseguenza di un amor di Dio completo e generoso. Stanare il cuore da questo mondo. Ricevere rassegnazione per le prove. Generosi con Dio, ci rende. 15.10 - Conferenza - Catechista Tessitore La nostra vita è un tessuto continuo di grazie, nullo se manca quella grazia ultima: della perseveranza finale. Colui che avrà perseverato sino alla fine, questi avrà il premio. Se noi non perseveremo fino alla fine, tutto andrà perduto di quel che abbiamo fatto prima. La vostra salute sia curata da voi stessi con timore e tremore, non siamo sicuri da un'ora all'altra di avere in noi la grazia santificante, preghiamo perciò di poterla possedere sempre. Questo timore non ci deve abbandonare mai, temiamo il nostro libero arbitrio; diffidare di sé, non avere presunzione in sé. Avere fiducia nella sola grazia di Dio, fidiamoci di Dio e diffidiamo di noi stessi. Sperare sempre contro qualsiasi tribolazione. Riprendersi sempre ad ogni qualsiasi caduta e prendere tutte le precauzioni possibili per parte nostra fidando in Dio in Lui solo. Mezzi di perseveranza: Direzione Spirituale, che non è soltanto confessione non si ferma al peccato, ma va alle cause, Dio vuole che l'uomo sia condotto dall'uomo. La direzione spirituale è indispensabile. Regolamento di vita. Se tu non ti fai un regolamento di vita, non puoi perseverare a lungo, fissare una traccia per combattere l'incostanza e gli imprevisti. Lo faccio per un fine sopranaturale. Per fare dell'Apostolato è necessario un orario, un programma. Chi è preciso, metodico nell'osservanza del suo orario riesce a far tutto. Aggrappiamoci ad una regola e questa ci sosterrà nella nostra vita. Il nostro Vangelo è la nostra Regola. 11 - Ritiro - Villa S. Croce Mercoledì 4 novembre 1936 Catechista Tessitore Vigilanza al nostro modo di fare e di intrattenerci con il nostro prossimo, siamo notati sin nei più piccoli particolari, senza accorgerci possiamo inceppare in tentazioni pericolose teseci a bella posta, perché nel mondo coloro che dimostrano di voler far bene, essere onesti, sono visti di malocchio, quindi guardiamoci dai possibili tranelli, non fidiamoci troppo di noi stessi ma bensì invochiamo l'aiuto di Dio. Nei colloqui inviterei, benché a libera facoltà di tutti, ad essere chiari anche delle cose esterne circa i Superiori ed obblighi esterni e ciò per coordinare meglio i nostri sforzi a ben fare. Attenti a non lasciarci cogliere dalle false ispirazioni sia per vie più alte e peggio per vie comuni poiché esposte a tempo debito, verranno incanalate e guidate per il meglio e non già per false vie, notate che tali sono tentazioni del demonio e vi invita a tenerle celate invece no accusatele prontamente al vostro Superiore così ne avrete un consiglio ed una guida sicura. 12 - Ritiro - Villa Nicolas Giovedì 6 Maggio 1937 7.40 Adunanza Catechista Tessitore Iniziando questa giornata di ritiro sarà bene fissare l'argomento di cui tratteremo nelle prediche e conferenze successive. Del dominio su noi stessi. Ci teniamo occupati buona parte di tempo per le cose seppur necessarie, d'ordine materiale, sappiamo di tanto in tanto occuparci di quelle intime che ci riguardano da vicino ossia del proprio io. D'altronde ce ne ha già dato qualche nozione il fratello Teodoreto nell'adunanza di ieri sera. Occupiamoci seriamente a conoscerci bene noi stessi, frughiamo bene in tutte le pieghe più recondite. Soltanto con il conoscerci bene sapremo migliorarci, sapremo dove difettiamo e dove dovremmo riparare, estirpare. Soltanto con le idee chiare ci applicheremo più proficuamente. 13 - Ritiro - Villa Nicola Domenica 3 Ottobre 1937 11.05 - Conferenza - Catechista Tessitore Noi siamo qui adunati, come gli Apostoli, Apostolato è l'espressione della vita nell'ordine spirituale, ossia comunicazione della vita propria agli altri, soltanto se avremo questa vita ed in misura abbondante noi la comunicheremo agli altri. Sentire questo bisogno, l'apostolato è necessario per tutti, e chi vive per se è segno che non possiede la vita la vera vita. Ciascun uomo ha un peso un influenza con il proprio simile e sarà buona o cattiva a secondo della nostra condotta. Noi che siamo catechisti abbiamo un mandato speciale, per noi l'apostolato è l'essenziale senza di che saremo sterili, per noi l'apostolato è un dovere. Noi come S. Paolo dobbiamo sentirci debitori verso gli uomini, Iddio ci vuole suoi collaboratori. L'essere il mondo ancora così poco corrispondente alla vera vita lo è o perché Iddio ha scarseggiato di grazia o perché gli uomini che hanno ricevuto tali e tante grazie non hanno corrisposto sufficientemente o perché e forse è proprio così, gli uomini che hanno ricevuto il mandato non han corrisposto adeguatamente. L'apostolato è necessario, è doveroso, è sublime. La vita è bella soltanto quando è spesa per la salvezza delle anime e tanto più grande quanto più laboriosa sarà spesa a pro degli altri. Non si può tendere ad una vita migliore se non a questa, e tanto più grande quanto più sarà completa la nostra esistenza, e noi lo possiamo se ogni nostre azione l'offriremo a Dio con l'intenzione della salvezza delle anime. Il nostro lavoro si converte in apostolato se lo offriremo per questo scopo. E giungeremo a tanta intensità soltanto se possederemo la vita interiore, santifichiamo noi stessi affinché in noi siano santificati i nostri fratelli, combattere per noi e per i nostri fratelli. Se vogliamo che vincano gli altri vinciamo noi stessi. Confidiamo non soltanto nella riuscita esteriore ma nell'unione con Dio, che sarà tanto più fruttuosa quanto più noi pregheremo con fervore e lo chiederemo a Nostro Signore in modo da essere veramente buoni conduttori di verità e salvezza. 14.45 - Conferenza - Catechista Tessitore Il Signore nel Segreto dice a noi qualcosa e noi al suo sussurro ascoltiamo e non tiriamoci indietro. Il disgusto del mondo, le vanità, le soddisfazioni. Il godimento delle soddisfazioni spirituali. La preghiera illumina l'anima, affina lo spirito e matura la sua vocazione. Ricerca della povertà soccorrendo i poveri, gli infelici, la vittoria di se con il bacio al lebbroso segna l'inizio di una vita nuova. Gesù parlò a Francesco indicò la via maestra, la povertà, l'umiltà a costo di tante rinunce, a prezzo di tanti sacrifici soltanto con la generosità completa. Seguire Gesù senza riserva, senza condizione. S. Francesco seguì la chiamata di Gesù non gia in vista dell'apostolato ma nell'imitazione di Cristo. L'esempio di S. Francesco attirò intorno a se dei discepoli ed ebbero per mira la loro santificazione non disgiunta dall'apostolato a pro dei fratelli. L'apostolato deve basarsi su l'inclinazione la mortificazione le rinunce di noi stessi. I pericoli dell'apostolato, darsi talmente all'azione esterna a danno della vita interiore, si lavora troppo per impulso esteriore per natura, promettiamo a Gesù di non tirarci indietro, ascoltiamo le sue parole il suo invito. 14 - V Ritiro - Casa della Pace. Chieri Mercoledì 8 Dicembre 11.15 Meditazione Catechista Tessitore Noi abbiamo ricevuto molto da Dio, corrispondiamo questa grazia. Addormentarsi capita anche nella vita spirituale, bisogna risvegliarsi sovente, occorre reagire: non crediamo che per giungere alla santità sia sufficiente scomodarsi poco, occorre, per servire bene Dio, donarsi completi senza indugi, magari con qualche atto eroico se fosse necessario. Non accontentarsi del poco, non si può giungere alla Santità se non con l'eroismo, e se ciò è per voi necessario bisogna saperlo fare, attenti al pericolo di accontentarsi del poco. Ci siamo donati a Dio soltanto a metà, no di certo, ebbene sappiamo dargli secondo la nostra offerta la nostra promessa. Ameremo così poco Colui che tanto ci ha amato. Se troviamo troppo duro sappiamo che Lui l'ha percorso prima, ci ha preceduti. Sarà tutto possibile soltanto se noi lo vorremo, e rimarremo certamente con la grazia di Dio. Il pensiero dell'unità ci sia guida al pratico: scoprire il nostro difetto predominante e dirigere le nostre energie per riparare. Quaderno VI Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal VI quaderno 26 marzo 1938 - 29 giugno 1938 1 - Giovedì 26 maggio 1938 - Ascensione - Villa Nicolas - ore 9.45 Dimorare con la nostra mente in cielo: questa è la via che ha seguito Gesù. Certo ci farà soffrire, ma questa è la nostra via. Se fossimo soli sarebbe troppo difficile, ma abbiamo Gesù con noi. Camminare sulla terra col pensiero in Paradiso. Cos'è il cielo? È la visione di Dio. Tutta la nostra attenzione sia rivolta a Gesù. Soltanto così noi vivremo una vita di unione con Gesù, una vita del cielo che ci trasforma, ci purifica da ogni traccia di peccato. Lassù avremo la luce e la felicità perfetta. Quaggiù l'avremo per fede. Vedere Dio dappertutto ed in tutto, nei nostri traffici, nelle creature, negli avvenimenti. Nei vostri incontri scambiate sempre pensieri di fede. Vedere le cose con gli occhi di Dio. Attenti a non giudicare troppo umanamente. Se Gesù fosse qui presente al mio posto come farebbe? Se sbagliamo il nostro punto di vista perdiamo tutto. Fare tutto con la mira a Dio. Attenti a non perdere la nostra direzione. Ricevere tutto dalle mani di Dio. Vediamo tutto come Lui. Facciamo tutto per Lui. Riceviamo tutto da Lui. Ogni nostra attività sia per Lui. La stella, simbolo di fede che porta a noi la luce: noi siamo fatti per la luce, la luce dello spirito che ci farà felici in cielo. Se noi meditassimo con maggior frequenza e diligenza sul Paradiso, lavoreremo con maggior zelo e generosità per la sua conquista. Se nel trovarci con i confratelli proviamo soddisfazione, quanto più ci sentiremo felici in Paradiso col trovarci con Gesù e un'immensa folla di santi. Studiare e comprendere la volontà di Dio. Noi staremo con la mente in cielo, quando faremo secondo la volontà di Dio. Ridurre tutto all'unità: fare la volontà di Dio. Per noi che abbiamo a fianco i nostri superiori non abbiamo da temere, siamogli fedeli, non stacchiamoci da loro. Quaderno VII Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal VII quaderno 12 agosto 1938 - 15 agosto 1939 1 - Sabato 13 agosto 1938 - SS. Ippolito e Cassiano - ore 9.30 "Quando due o più persone si raduneranno fra loro in nome Mio, Io sarò in mezzo a loro". Gesù è con noi, in mezzo a noi, si occupa di noi, conosce le nostre necessità, e quindi se lo sappiamo ascoltare dirà a noi secondo la nostra missione. Gesù ci parla nelle quiete del raccoglimento. Dominio di sé. Gesù ci sta accanto, ci guida, ci accompagna. Ricordiamoci: noi non siamo soli. Occorre seguire Gesù. Dominio interno: domare la fantasia, la volontà, l'intelligenza, il cuore. Dominio esterno: domare i sensi, la vista, l'udito, il tatto, ecc. Disciplinare prima le facoltà interne per giungere alle esterne. Per prima disciplinare la pazza di casa: la fantasia. Via le letture stravaganti, ma bensì occupare il tempo in cose buone, così ci sarà di aiuto a fare del bene. Ecco una occupazione: i misteri del S. Rosario: recitarlo riflettendo e meditando sui misteri. Ricordiamoci che apparteniamo a Gesù e quindi dobbiamo servirlo. Perché noi siamo qui? Perché l'ha voluto Lui. Ma noi siamo fortunati: Gesù ci ha posto fra le mani la sua volontà, la nostra Regola! e con questa non c'è pericolo di perdersi, la via ci è ben segnata. Tutto dipende da noi se lo sapremo volere. Leggiamo la nostra regola e seguiamo la sua guida e non devieremo. La Sia volontà ci è espressa nella Regola e dai Superiori. 2 - Domenica 14 agosto 1938 - ore 16 Dominio di sé. Non lasciarsi abbattere, in special modo per voi che siete isolati. Voi non potete riunirvi lungo la giornata: a questa impossibilità supplite con l'unirvi con Gesù. Soltanto così in realtà non sarete mai soli. Via la sfiducia, la tristezza, ma unirsi a Gesù. Anche noi abbiamo il nostro sole: Gesù Crocifisso, la guida del nostro cammino. I santi non sono nati santi, ma sono diventati santi. Quindi se vogliamo lo possiamo diventare anche noi. Portare la propria croce con gaudio in unione a Gesù Crocifisso, non con tristezza, ma con fiducia. Gesù Crocifisso è luce che illumina ogni uomo. Durante le nostre occupazioni, andare a Gesù Crocifisso con la mente. Così avremo da Lui il suo aiuto, la sua luce. Non disgiungere mai l'Eucaristia dal Crocifisso. È nella Comunione che Gesù ci parla. Viene a noi come Amico. Sentiamo la Sua parola e mettiamola in pratica. Amore per Amore. Abbiamo bisogno ogni giorno di ritemprare le nostre forze logorate e frustrate dal trambusto delle nostre occupazioni, e ciò lo otterremo coltivando l'unione e la fiducia con Gesù. Rivolgiamoci a Lui nell'intimità della Comunione, intratteniamoci con familiarità. Facciamolo anche domani, festività della Madonna, prepariamoci bene, e ricevutolo che avremo, chiediamo questa grazia di sentirci uniti con Lui. Quindi via la tristezza: abbiamo Gesù con noi. Fiducia in Gesù nella Comunione. Uno sguardo al Divin Crocifisso. Bando alla tristezza, all'umor tetro. Tutto posso in colui che mi conforta. Senza Gesù non possiamo fare nulla, con Lui faremo tutto. Preghiamo per noi, per il papa, per i giovani di Azione Cattolica. 3 - Domenica 25 settembre 1938 - ore 16.35 Chi ha intrapreso una vita d'orazione deve continuare senza interruzione. Senza la pratica della povertà, non si può seguire N.S. La condizione per essere perfetto: amare e praticare la povertà, spogliarsi di tutto. L'amore alla roba al denaro va a detrimento del vero amore, quindi staccarsi dalle cose della terra. Gesù venendo sulla terra ha scelto la povertà, il massimo tesoro. Sforzarsi per quanto è possibile a rinunciare al superfluo nel cibo, nel vestito, in quello che ci sta attorno. Ogni pasto la sua mortificazione. Essere contenti di provare gli effetti della povertà. Amare la povertà come madre! Tenerla come sicura difesa. La fortezza dipende dagli assalti e la povertà ben intesa e praticata è come una fortezza. Il povero è abituato a soffrire. Uno solo può fare degli spropositi, invece in seno alla Congregazione avrete modo di essere guidati, sorretti, consigliati. L'attaccamento alle cose non ci lascia volare verso la santità. Le convinzioni non si formano da quel che si sente dire, ma da quello che si è riflettuto bene. Ricorriamo a Gesù, ma se non riesco, ritornare sovente e sempre a chiedere gli aiuti a Gesù per questa riuscita. Domandarla per me ed i miei confratelli. 4 - Sabato 17 dicembre 1938 - ore 17 Donarsi completamente a Dio, altrimenti commetteremo un'ingiustizia verso Dio ed un torto a noi stessi. Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui, e non Lui di noi. Gesù si dona completamente a noi. Durante questa novena procuriamo di offrire a Gesù qualche cosa: Lui ha sofferto per noi, e noi soffriamo, mortifichiamoci per Lui. Dedizione completa a Lui, senza dimenticare il Crocifisso. Gesù ha cominciato il Suo Sacrificio nella mangiatoia. Tutti i miei pensieri, le mie opere sono per Te. Meditiamo sopra la predica così bella. Facciamo sì che ci sia utile proficua. Facciamo sì che la nostra oblazione sia completa cosicché ci sarà proficua per la vita eterna in Paradiso. ore 17 "Io scelgo i miei prediletti nel momento più opportuno". Conviene a noi tenerci raccolti, prepararci, togliere da noi tutto quello che spiace a Dio, amare e seguire quello che a Dio piace. I piaceri, le soddisfazioni godute non ci daranno gioia, bensì le nostre opere, le nostre preghiere. Questi ritiri sono brevi, ma facciamoli bene, con fervore. Noi nelle cose spirituali siamo cechi. Lasciamoci guidare da Gesù [ … ] Prendiamo delle decisioni salutari per l'anima nostra. 5 - Venerdì 21 aprile 1939 - ore 11 Gesù Crocifisso. Faro che illumina tutti gli aspetti della vita. Luce che viene da Dio. Per ricevere questa luce divina dobbiamo disporci. Il Crocifisso è il punto centrale di tutta l'umanità, fin dal primo peccato d'Adamo. Anche adesso la luce della Croce c'è: sta a noi di riceverla con frutto. Gesù dà questa luce a chi la vuole, e ce la dà nella misura che a noi è necessaria. Noi abbiamo gli occhi annebbiati, ma dobbiamo unirci a Gesù per vedere secondo Lui. "Gesù, fa che io veda ciò che è bene ed è male per l'anima nostra". Vedere le cose come vede Lui. Vedere ed afferrare secondo Dio. Agire ed operare secondo Dio nella fatica. Vedere la presenza di Gesù onde capire secondo quanto vuole Lui. Preghiamo Gesù che ci dia pazienza alle contrarietà che ci verranno ogni giorno, affinché noi le possiamo accettare con rassegnazione e merito. Mettiamoci in continuo contatto col tabernacolo, col filo della preghiera, con il pensiero che ci unisca a Lui. Gesù muore sulla croce per me ed io cosa faccio? possibile che io non pensi a Lui? Compiamo qualsiasi nostro lavoro o dovere, ma il nostro cuore sia presso Gesù nel tabernacolo. Sul Calvario c'è la Madonna. Dove c'è Gesù c'è la Madonna, perciò rivolgiamoci a Maria per ottenere gli aiuti a compiere ciò che Dio vuole da noi. Dio è luce, Gesù è splendore, venuto ad illuminare ogni uomo sulla terra. Ore 15 Stando davanti al Santissimo avremo sentito certamente parlare a noi Gesù: ascoltiamolo, facciamo di noi l'offerta a Dio con generosità. Gesù non chiede la stessa cosa a tutti. Dedichiamoci completamente senza alcuna riserva. Gesù si dona a noi completamente. Altrettanto dobbiamo fare noi verso Lui. Gesù Eucaristia sia il centro della nostra vita. Ecco perché sono pochi gli uomini felici, i santi, perché sono pochi quelli che si danno completamente a Dio senza riserve. La dedizione completa fa sì che Gesù ci dia poi tutte le grazie a noi necessarie. Il segreto della felicità: stare con Dio, soddisfatti di tutto; accontentarsi tanto del poco come del molto; essere docili nelle Sue mani. Nella vita dei santi cerchiamo il punto, il momento in cui ha avuto inizio la santità. "Temo Gesù che possa" - S. Agostino. Attenti a non lasciare quella buona idea, quel buon pensiero che ci dà il via per la nostra santità. Non temiamo di far troppo. 1939 - ore 15.05 La frutta esposta alla luce del sole acquista un bel colorito. Così voi siete stati al sole: il SS. Sacramento ed avete acquistato il bel colore della grazia di Dio. L'educatore, il catechista della gioventù ha da essere come il Battista, il Precursore, dev'essere il precursore del sacerdote. La nostra opera è eminentemente Apostolica. Non dobbiamo accontentarci di salvare noi soltanto, ma bensì tutti gli uomini. Questo lavoro dobbiamo stimarlo e amarlo e prodigarlo con generosità. La strada buona dobbiamo ricostruirla noi. Gesù ci ha promesso il suo sostegno, il suo aiuto. Il compiere questo lavoro di Apostolato è nostro dovere ed è Suo volere. - Buon esempio, per prima cosa. Gesù ci fa suoi aiutanti nella evangelizzazione - Non tenete di non essere in grado: fate, agite. Nostro Signore vi darà la grazia di stato. Un'anima per Gesù è un valore grandissimo. Darebbe di nuovo tutto il suo sangue per salvarlo, e noi che abbiamo avuto da Gesù questo incarico, che viviamo accanto a tanti tesori, facciamo qualche cosa. Se è grande ornare la casa di Dio, ancora più grande ornare un'anima. L'Opera dei Catechisti è stimata da tutti quelli che ne vengono a conoscenza, ma più ancora dovete stimarla voi. Occorre rispetto del giovane e autorità. Fede viva: non fermarsi a vedere un corpo, ma vedere l'anima. Gesù Crocifisso, immagine di ferma speranza, costanza, carità disinteressata. Lavorare per Gesù. Carità coraggiosa. Carità perseverante. Pazienza e sapienza. Gesù non si lascia vincere in generosità. 6 - Domenica 13 agosto 1939 - ore 11 Ieri sera il predicatore ci ha suggerito di farci questa domanda: perché sono qui? Perciò esaminiamoci. Trovare la via, per non perdere tempo. Riflettere a che punto mi trovo. La santità è una parola vaga. Esaminare la santità che più è adatta per me, alla mia condizione. Per giungere alla santità occorre che io riveda come compio ed opero i miei doveri. Perciò togliere gli ostacoli alla grazia di Dio, alla Sua volontà. Ecco perché i santi sono così pochi, perché gli uomini frammettono troppi ostacoli. Per essere felici bisogna rassomigliare il più possibile al nostro Dio. Primo ostacolo: togliere l'orgoglio. A Gesù piacciono le anime umili e semplici. Non fermarsi all'esteriorità, ma piuttosto discendere in profondità, distruggere la superbia. Gesù non ha detto "imparate da me ad operare miracoli", ma "imparate da me ad essere umili". E noi non comprendiamo il Suo insegnamento, non vogliamo seguirlo, non vogliamo comprenderlo. Eppure bisogna prendere questa via. Non si arriva alla santità che passando per la strada del lavoro per tutta la vita. E ciò si capisce soltanto col meditare nel Vangelo sulla vita di Gesù. Gesù grande e potente si nasconde, si annienta, invece della casa degli imperatori sceglie la grotta, passa la sua vita nel nascondimento. 30 anni di lavoro. Poi, prima di dar corso alla Sua predicazione, 40 giorni di preghiera e di penitenza. E poi, durante la Sua vita pubblica, ancora preghiere, notti intere in preghiera. Gesù si circonda di poveri, di rozzi, di ignoranti. Si cibava di verità e della volontà del Padre Suo celeste. Anche noi guardiamo a Gesù nostro Maestro e riflettiamo sulla vita di Gesù, sullo Spirito che guida Gesù. "Imparate da me che sono umile e mansueto di cuore". Come eseguisco gli ordini dei miei superiori? E poi non fate distinzione tra la preghiera ed il compimento del vostro dovere d'impiego. Gesù ha sopportato le tentazioni per insegnarci a sopportarle anche noi. Quando ti senti tentato, pensa a Gesù sulla croce. Gesù ci dice: "Sono stato tentato anch'io". L'umile vince sempre. L'umiltà è la via della santità. Il superbo ha bisogno di niente; lui dice: "sono furbo, sono forte, a me non la fanno" e via dicendo. Le conferenze servono per tutti. Ma quel che si sente non è uguale per tutti; chi più chi meno, bisogna assimilare bene. Tutto non serve a tutti nella stessa misura. Ognuno bisogna che cerchi la propria santità. Primo mezzo, la preghiera. La preghiera è un atto di umiltà: Signore che io ci veda. Chiedere a Gesù di vedere la luce. Ore 15 Insistiamo presso Gesù affinché venga in noi a cacciare dal nostro cuore gli ostacoli alla Sua Grazia. Gesù si lamenta che noi non chiediamo, che non insistiamo abbastanza. Gesù umilia il superbo. Il superbo attribuisce a sé quello che è opera di Dio. Pregare Gesù che ci faccia vedere il nostro stato. Esponiamo a Gesù la nostra miseria e Gesù questa esposizione l'accetta come atto di umiltà e ci perdona. Il Signore vuole che noi siamo buoni e santi. La santità è un edificio molto alto che arriva fino al cielo. Più si va in alto a costruire l'edificio e più si faranno profonde le fondamenta. Per costruire l'edificio della santità occorre umiliarci. Non illuderci delle nostre povere forze. Solo l'aiuto di Dio ci può portare a Lui. La sua grazia. Riconoscere che tutto viene da Dio e raccomandarci a Lui per avere la Sua grazia, pregando molto e insistentemente. In nostro regolamento indica la preghiera. Noi crediamo di aver già pregato troppo. Gesù ci dice: pregate senza interruzione. Anche se non andiamo in chiesa, noi dobbiamo pregare sempre. Per avere la vittoria sulla bella virtù, per vincere le tentazioni. Signore, senza di te sono capace a far niente. Offrire a Lui tutto, l'andare e il venire, e Lui accetta tutto e ci ricambia con le sue grazie. Essere convinti della necessità di pregare. Essere convinti di non aver pregato bene ed abbastanza. Convinti di essere peccatori, perciò sentire la necessità di pregare molto. Preghiera umile, che ci fa vincere tutte le difficoltà che noi potremo incontrare. Far niente senza l'aiuto di Dio. Mettere la nostra preghiera nel nostro lavoro, nelle nostre occupazioni esteriori che distraggono, e poi appena liberi dal nostro lavoro, come una molla liberata dal suo peso, scattare e slanciarsi verso Dio. Preghiamo con una breve preghiera, magari recitando un Padre Nostro, fermandoci sulle parole che noi diciamo con la bocca. Poi quando avremo più tempo o la mente più libera, faremo una preghiera più perfetta. Sforzarsi di indirizzare l'anima nostra alla preghiera costante e perfetta. Fare un volo verso Dio, incominciando dai piccoli voli, poco per volta, adagio adagio, facendo ogni giorno una conquista. Non perdere tempo. Per farsi santi occorre la grazia di Dio, il quale la concede a chi più insistentemente gliela chiede, pregando bene e frequentemente. 7 - Lunedì 14 agosto 1939 - ore 15.10 Dio desidera vivamente di santificarci. Ma noi frapponiamo degli ostacoli, amiamo la roba per la roba, la scienza per la scienza. Il cristiano, illuminato da Dio, vede la vera ricchezza, la vera scienza ed è quella dell'umiltà ed è il mezzo per giungere alla salvezza. Perché sono così pochi i santi? perché gli uomini incappano troppo facilmente nei beni della terra. Gesù nostro maestro ci ha insegnato l'umiltà, mai ha voluto apparire uomo di scienza. Se noi vogliamo la santità bisogna prenderla. È necessario che voi facciate uno studio, un esame diligente: faccio anch'io come il mondo che stima che ha più ricchezze e più sapienza. Guardiamo il nostro Modello Gesù Cristo. Attenti ad usare ed a usufruire di questi beni come quelli che trattano i veleni, come ad esempio il radio, prezioso ma pericolosissimo. E noi facciamo lo stesso. Attenti! Attacchiamoci al nostro modello. Gesù Crocifisso non viene in noi perché non ci trova aperti a Lui, siamo ancora troppo ripieni di noi stessi. Più mi privo e più mi accosto a Gesù. Mi riempio di scienza, ma me ne servo solo per la sua gloria a tempo opportuno e non fuori tempo: mai apparire. Studiate sì, ma siate umili. Non parlatene mai con gli estranei. Imitare Gesù Cristo che ha tenuto nascosto per trent'anni. Sapienti ce ne sono molti, ma sapienti superbi. Lo studio sì ed anche molto, come mezzo, mai come fine. Non invidiate coloro che ritenete meglio di voi. Piuttosto pregate perché non si abbiano a perdere. Senza distacco dai beni e senza umiltà non si giunge alla santità. Amare la povertà, coltivare la carità fraterna, eguaglianza di spirito con cuore aperto. Mettersi allo stesso piano di quelli con i quali vi incontrate. Fatevi semplici con i semplici, piccoli con i piccoli. Soltanto così sarete uguali, stabilirete un'eguaglianza. Il distacco maggiore possibile dalla roba. La Madonna nella sua festa è generosa dispensatrice di grazie. Noi dobbiamo cercare soprattutto la santità. 8 - Martedì 15 agosto 1939 - ore 15.15 … ferma speranza … fondata sulla parola di Dio e Lui la mantiene la parola. Perché Lui tutto quello che ha fatto lo ha compiuto per amore. Il Signore mantiene tutto quello che ha promesso. La speranza per andare avanti a vincere le difficoltà che troverete sul vostro cammino. Abbiamo bisogno di continuare il lavoro intrapreso. Ora che col S. Ritiro vi siete purificati bene, badate a mantenere queste buone disposizioni. Speranza che sia sicurezza. Lo scoraggiamento tronca la preghiera … Abbandono illimitato nella bontà infinita di Dio … Conserviamo queste ottime disposizioni. "Senza di me non potete fare nulla". L'ha detto Gesù Cristo e di ciò essere persuasi. Perciò non fidare di noi stessi, ricorrere a Lui frequentemente. "Io sono la vite, voi i tralci. E i tralci che si tengono uniti alla vite portano buoni frutti, e frutti eterni …". Tutti quelli che sono uniti a Gesù Cristo Iddio li difende e protegge ed allora in noi si stabilisce la tranquillità. Unirsi a Gesù amandolo. Noi lo dobbiamo che siamo del Crocifisso. Dio guarda sulla terra e dove vede Gesù Crocifisso riversa le Sue grazie. "Tu pensa a Me - ha detto Gesù a Fra Leopoldo - e Io penso a te": chiedo a te tanta preghiera. Stare uniti a Gesù C., perché soltanto in Sua unione potremo partecipare dei suoi beni. Amando Gesù C. entreremo nella famiglia di Dio. In unione a Gesù, qualsiasi azione diverrà meritoria. Il peccato no. L'amore a Gesù C. con la preghiera, l'apostolato. Via la tristezza, la malinconia. Gesù dà le prove, ma nello stesso tempo la forza per superarle. Il mio avvenire è nella mani di Dio, mi abbandono nella bontà infinita di Dio. Quaderno VIII Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dall' VIII quaderno 16 giugno 1940 - 25 agosto 1940 1 - Domenica 23 giugno 1940 - dopo Pentecoste - ore 11 Necessità di riflettere. Viviamo nel mondo, partecipando troppo alla spensieratezza e dissipazione del mondo. Perciò diamo inizio ad una vita di raccoglimento e di riflessione su quanto abbiamo sentito stamattina. Iddio ama in un modo diverso da noi, il suo amore abbellisce, santifica, ci fa santi. Ciò deve spronarci ad evitare il peccato: vigilanza, preghiera, raccoglimento, riflessione. Non rimandiamolo neppur di un'ora. Tale si il proposito: io devo servire e far piacere al Signore. Ciò che piace a Dio è l'evitare il peccato e far la volontà Sua. Pensiero fondamentale, secondo noviziato, è il rinnovamento della vita spirituale. Non dobbiamo limitare tale nostro lavoro alla Domenica, ma durante tutto il tempo intermedio. Tutto dev'essere inquadrato, utilizzato, questo poco tempo, per far molto. Raccomandiamoci alla Madonna. Amo colei che mi ama. Ore 16.15 I beni materiali non soddisfano. Sono quelli spirituali che soddisfano. Guardiamo la natura come si svolge gradatamente; così dobbiamo fare noi nella nostra vita spirituale. Iddio amandoci ci dona il bene, la grazia. Togliere da noi quello che impedisce l'amore di Dio e cioè il peccato, le tendenza, le cause. Non dobbiamo accontentarci a togliere la gramigna, ma estirparla, fin all'ultimo pezzo di radice, anche noi dobbiamo estirpare il male fino alla radice. La vita spirituale è prima di tutto vita di umiltà. Abbiamo ricevuto tutto da Dio, perciò riconosciamo quello che siamo: tutto ci è stato donato. Iddio non guarda a noi con amore se non vede questo desiderio in noi di unirci con Nostro Signore Gesù, se non ci rivestiamo dell'abito nuziale. Ogni giorno sforziamoci di umiliarci, purificarci, di unirci con Gesù. Innalziamo preghiere con fervore, con devozione. Trattar bene il nostro prossimo con atti di umiltà se non esterni nella nostra interiorità. L'anima umile è illuminata dalla grazia di Dio. Apprezzare il valore della mortificazione. Chiediamo l'aiuto a Nostro Signore per vedere tutto ciò che dobbiamo svellere. Stabilire nella giornata un breve spazio. Convinciamoci della nostra povertà e rivolgiamoci a Gesù dispensatore d'ogni bene. Per domare le passioni occorre penitenza, umiltà e mortificazione. Lavorare con Gesù. 2 - 29 giugno 1940 - SS. Pietro e Paolo - ore 17 Durante questi Esercizi Spirituali ricevete molte grazie: fatene tesoro. Raccogliete la mente per afferrare queste grazie di Dio. Farsi figlioli dell'obbedienza. Amarsi interamente l'un l'altro. Obbedienza e ancora uno, due pensieri compresi nel nostro Regolamento. Progresso giornaliero nella carità fraterna, perfetta concordia, aiuto e compatimento reciproco, meditare sul capitolo dell'obbedienza. Che cosa vorrei aver fatto? Se non vedremo Gesù e Maria come S. Giuseppe, li sentiremo certamente vicini a noi in punto di morte. 3 - Domenica 30 giugno 1940 - ore 17.05 Iddio punisce la superbia, non la può tollerare. La sua giustizia richiede un castigo. "Io amo l'umiltà". Superbi sapienti ce ne sono troppi. Unire l'umiltà al sapere. Lo studio è uno strumento buono. Attenti a non lasciarsi tentare, amate l'umiltà con cuore umile, docile, sottomesso, ubbidiente. Far regolare dal superiore anche le vostre cose esterne. Ritenere il nostro superiore quale rappresentante di Dio. Senza l'umiltà Dio non vi può prediligere. Studiare di conoscere sempre più Dio e la sua santa volontà. Non dimenticare il proprio nulla e la malizia dei propri peccati. "Io amo e voglio l'umiltà". Con l'umiltà c'è la carità. Avere costanza. - Signore distruggi il peccato in me. 4 - Domenica 7 luglio 1940 - ore 11.20 Distribuzione dal nostro carissimo Fr. Teodoreto dei Trattatelli dei Fratelli. Breve commento sui mezzi ( pag 97 ) per valersi a diventare profondi nella vita interiore. Vita interiore nella pratica. Richiede una applicazione ardente e frequente. Seguire e corrispondere all'azione dello Spirito Santo che vuole portarci ad imitare Nostro Signore Gesù Cristo. Ciò è pure uno sviluppo progressivo della grazia santificante. Distaccarci da noi stessi e dalle creature. Agire, soffrire, operare sotto lo sguardo di Dio in unione a Gesù con un fervente desiderio di imitarlo. Uniti con Gesù, morire ogni giorno al peccato, perciò lavorare per non cedere più alle tentazioni. Essere decisi. Nascosti con Gesù in Dio. Nascondimento attivo. Cacciare i pensieri inutili, le preoccupazioni superflue, seguire il dovere attuale del momento. Quel che è passato è passato, via gli scrupoli. Nutrirsi della meditazione, preghiera e dei momenti nel corso della nostra giornata inframmezzati di nostri doveri ed occupazioni. I misteri di Gesù ci sono sempre nuovi per mirare alla santità e perfezione: non basta evitare il peccato, negativo, ma mettersi con animo generoso a servire Dio; svilupparla questa generosità nell'amore a Dio, nell'azione, positivo attivo, nella preghiera e unione don Gesù. Servirsi della luce di Dio ( le conferenze che noi sentiamo ), con la quale ci illumina l'intelligenza, e dei teneri richiami diretti al nostro cuore dall'amore di Dio ( rinnovazione dei voti ) per la pratica fervente. Da parte nostra ci vuole la cooperazione alle affettuose provocazioni di Dio, ci vuole la fortezza, il coraggio nella lotta contro le tentazioni ed a tutto ciò che ci può distogliere dalle nostre pratiche. Imitare le perfezioni di Gesù, nostro ospite divino ( Comunione ), che non mancherà di irrorare grazie copiose. Tutto il nostro lavoro sarebbe inutile se non ricorressimo all'aiuto della Madonna. L'atto di Redenzione non è ancora la salute, ma il mezzo per redimerci e mezzo assai di valore. Non abbiamo che da servircene con Gesù e Maria, la corredentrice dell'umanità. Ore 15.50 Appunti della vita del Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso. Assistenza quotidiana della S. Messa. Contegno edificante. Lettura della vita di santi. Modello di operosità. Meditazione della Passione di Nostro Signore. 5 - Giovedì 18 luglio 1940 - ore 21 Amar Dio ad ogni costo. Il nostro fine è amare Gesù. Retta intenzione efficace. I mezzi: affabilità, cortesia, carità, non nella generalità, ma nella particolarità. I nostri atti siano santi. Nulla di piccolo in noi, ma tutto grande. Farci come bambini: perciò umili, semplici, tutti animati ( gli atti ) da ideali alti, dalla gloria di Dio. Praticarle subito questa buone cose con risolutezza e decisione. Con calma: affrettarsi lentamente. Vivere sotto la guida della grazia. Fare il più perfettamente possibile quello che avete da fare. Contentatevi di fare quel che sapete fare. Della riparazione: ferita aperta di Dio è l'ingratitudine degli uomini; perciò riparare. Noi dobbiamo metterci con Fra Leopoldo a consolare Gesù. Ripariamo e uniamoci a Gesù con la Comunione, con le giaculatorie. Allenarsi a dir sempre di sì a Nostro Signore. Dobbiamo lasciare fare a Lui. Fate come potete e come sapete, così imparerete come fare. 6 - Domenica 21 luglio - Villa Nicolas . ore 16.15 Senza umiltà non si può arrivare a Gesù. Attribuire tutto alla Spirito Santo, il bene che abbiamo in noi e che abbiamo fatto. Chiedere a Gesù la luce per conoscere bene questa verità. Penetrare nella società per redimerla, coi fatti, con una vita edificante. Introdursi come un cuneo nella massa. Farci piccoli come la punta del cuneo. Esser santi nel nostro tempo. S.V. era umilissimo e appunto perché era umile entrava dappertutto. Tutti i santi hanno fatto del bene perché erano umili. Il bene si compirà in quanto saremo umili. Penetrare con l'umiltà, con Gesù e giungeremo alla vittoria. Umiltà in unione alla carità. Vincere tutte le opposizione intorno a noi. Se non riusciamo è perché non siamo umili, che ci impedisce di penetrare nelle anime. Pag. 165. L'umiltà è il fondamento di tutte le altre virtù, la pietà è utile a tutto e a tutti. Applicarsi fortemente a conoscere quel che siamo stati nel passato rispetto al corpo e rispetto all'anima: l'esistenza l'abbiamo avuta da Lui, anima e corpo. Siamo il corpo con le nostre miserie e siamo l'anima con le debolezze, speriamo in grazie di Dio, dono Suo. Chiediamo a Dio questa umiltà, chiediamola con la preghiera. Il nostro corpo si cambierà in polvere. L'anima andrà a Dio se avremo seguito i suoi insegnamenti. Non mettiamoci al di sopra di quello che siamo. Facciamo anche noi come il pubblicano. L'umiltà ci attira la grazia. Andiamo nell'inferno in vita, così non andremo più dopo. Riteniamoci i più deboli ed imperfetti di tutti. Potremmo essere con i peggiori e grazie a Dio siamo qui. Se vogliamo far del bene dobbiamo farci strumenti di Gesù. Fuggite le lodi e le approvazioni degli uomini. L'onore spetta a Dio, a noi la confusione. Studiare, sapere sì, ma in unione alla semplicità ed umiltà. Gesù si serve degli umili per compiere le sue opere. Però Gesù non viene a noi se non siamo umili e per esserlo l'umiltà la dovremo chiedere con la preghiera. Accettare le difficoltà così come vengono, in espiazione delle nostre miserie. Praticare la virtù sul serio. Quando si tratta di scegliere, scegliere il peggiore. Stimare gli altri migliori di me. Parlare con semplicità, senza affettazione, non disapprovare quello che dicono gli altri, non contraddire. Non giustificatevi dai vostri difetti. Se Gesù mi abbandonasse, dove andrei a finire? Gesù nell'Eucaristia sta sotto l'aureola dell'umiltà. Quaderno IX Conferenze di Fratel Teodoreto tratte dal IX quaderno 30 luglio 1940 - gennaio 1941 1 - Martedì 30 luglio 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21 Riprendiamo l'argomento trattato a Valprato dell'umiltà: su questo argomento tutti abbiamo del lavoro. Mirare alla santità. La superbia è la deviazione dei giusti sentimenti. Il desiderio di sé, della propria stima e di essere stimati dal prossimo. Buoni in sé, ma pericolosi se esagerate, per l'esaltazione dell'io. Tendenze prevalenti spontanee a considerare soltanto quel che c'è di meglio, tralasciando i propri difetti. Se non si è illuminati, si scambia facilmente la superbia per la dignità: conservare il proprio nome, la supremazia. La superbia non ispira l'orrore nel proprio male, come gli altri vizi. Benché la superbia sia la madre di tutti i vizi. Gesù quando ama un'anima l'umilia, perché senza l'umiltà Iddio non concede la Sua grazia. La superbia è difficile sia da conoscere sia da domare: si nutre di poco e non è mai sazia. L'umiltà regola, non distrugge. Seguire la via di Gesù, che ci porta alla vera gloria. Questa virtù traccia la via per giungere la gloria, come verità è luce all'intelletto, come giustizia è forza che viene dalla grazia. Illuminare la nostra intelligenza sul gran bene che ci apporta. La vita di Gesù è tutta umiliazione. Per l'acquisto della virtù, inoltre, la convizione della mente, e l'inclinazione della volontà, con l'esercizio, molti atti di umiltà e specialmente quelli più generosi. Prima quelli interni e poi quelli esterni. Ammettere quello che ci capita che ci viene dagli uomini e da Dio. Quelli esterni il nostro contegno modesto, animarsi del fervore. Ci accontentiamo di vedere credendo già di possedere. C'è una bella differenza dal vedere la virtù dell'umiltà al possederla. Risoluti, riflettere, operare e specialmente pregare. Amare molto la verità se si vuol stimare l'umiltà. Sacrificare tutto per l'umiltà. La verità ci fa sinceri. L'umiltà è giustizia e tanto più verità. Chi non è distaccato dalla stima altrui è libero. La verità cercata in noi stessi ci porta a conoscerci meglio. 2 - Martedì 6 agosto 1940 - ore 21 Della Meditazione. La meditazione è difficile, così noi diciamo, nonostante l'anima nostra sia incline alla meditazione. Noi la dobbiamo considerare la festa dei santi pensieri. Tutti meditano: il commerciante sui suoi affari, il professionista, l'industriale sui giornali, sui libri ecc. Bisogna fare la preparazione remota. Alla sera prima di coricarsi fissare l'argomento, il soggetto al mattino appena svegliati, poi continuarla anche dopo, durante il giorno. Se nel mondo si compie tanto male è perché non si riflette abbastanza. Voi che siete a contatto del male dovete arricchirvi di buoni pensieri. Il ricordarsi che Gesù è con noi nel nostro cuore. Estendere la meditazione durante la messa e la Santa Comunione. Intonare la preparazione ed il ringraziamento della Santa Comunione col soggetto della meditazione. Così ogni camminare abbia la sua fisionomia e renda attraente e varia la nostra pratica religiosa. Preghiera assidua specie durante questo periodo del secondo Noviziato. E poi divozione alla Madonna. Approfondirsi nella conoscenza dei Voti. Per la povertà non far niente senza il permesso. Per la castità salire alla massima perfezione vigilanza alla volontà, bando all'inquietudine, mantenersi tranquilli e pregare proprio di cuore con insistenza. Il peccato non consiste nel fisico ma nella volontà. Obbedienza di esecuzione, di volontà piegare la propria a quella del Superiore nel giudizio. Il Superiore giudica così perché si trova sull'alto. Vede meglio di me. I vizi sono come la cattiva semente da sradicarsi. Lasciare Dio la Sua gloria. Vivere di sacrificio, sacrificare il nostro gusto il nostro benessere per il nostro prossimo, spogliarsi delle affezioni naturali. Amare i nostri parenti con amore soprannaturale. 3 - Giovedì 8 agosto 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21 Umiltà confidente non timorosa. Se non vi convertirete e vi farete piccoli come fanciulli non entrerete nel regno dei cieli. Senza di me non potete far nulla. Tutto io posso in colui che mi conforta. Se qualcuno è piccolo venga a me. Da me solo non posso salire. Amore generoso: quando uno ama desidera il bene dell'amato. Dare è sinonimo di amare. L'amore vive di sacrificio. Amore disinteressato, perché sia puro occorre sia staccato. Far piacere a Gesù in tutte le cose. Non ricercare la consolazione. Semplicità, niente straordinario né complicato, amore filiale servendosi dell'ordinario. Accettare tutte le pene che giungono nella giornata, siano fisiche, morali e spirituali. Accettare ed eseguire quel che Gesù desidera da noi. Atto di zelo pronto. Rinunziare spontaneamente a qualche cosa. Essere pronti a rettificare l'intenzione, non darsi con troppa facilità. Offrirle a Gesù le nostre opere frequentemente, spontaneamente, non negare nulla a Gesù. La continuità nell'offerta. Prevedere le nostre attività e offrirle a Gesù. 4 - Martedì 27 agosto 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21 Evitare anche i minimi peccati veniali che privano delle grazie attuali. Il valore delle quali potremmo comprenderlo meglio se facessimo un po' di meditazione quotidiana. La grazia attuale ci è stata meritata da Gesù Cristo stesso. I peccati veniali ci portano più facilmente al peccato più grave. Ci privano della grazia attuale, iniziatrice di altri beni. Stronchiamo la catena di beni. Privandoci dei lumi interni, necessari per conoscere bene quel che l'animo nostro deve fare e deve evitare. Il peccato veniale: abbatte il vigore dell'anima, toglie il bene contrario al bene tralasciato ed al male commesso. Contribuisce ad indebolire sempre più la volontà nell'opera del bene. Dobbiamo invece far piacere a Dio e sforzarci a vincere le nostre difficoltà, riuscendo a compiere con fedeltà tutti i nostri doveri contemplati nel nostro regolamento. Attenti a non commettere i peccati veniali per abitudine. Più si aderisce al peccato veniale e più si diventa debole. Aiutarci vicendevolmente con la preghiera. Raccomandandoci alla Madonna SS. 5 - Domenica 1° settembre 1940 - XVI dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 16.10 Privarmi delle massime cose che dispiacciono a Gesù ( 97-101 ). Gesù ci ha fatti amici suoi: voi siete amici miei, ha messo nei nostri cuori una vera amicizia, che può venire stroncata dai peccati. Raffreddata dalla scarsezza di affetto, di delicatezza. La vera amicizia è uno scambio reciproco di piccole cose prive di valori in sé. Verso Gesù evitare le cose più piccole che possano dispiacere a Gesù, cioè delle imperfezioni: movimenti sregolati dell'anima, spontanei che sorprendono la volontà. Deviazioni minime derivanti dall'influenza di un difetto. Ricerca sregolata, sì o no volontaria, di una breve soddisfazione personale; difetti non abbastanza domati. Movimenti sregolati di sorpresa che sostituisce la vera gloria di Dio. Tali non sono peccati. Provengono non da vizi ma dai difetti trascurati. Gesù li compatisce, ma certo non gli fanno piacere. Noi non li dobbiamo compatire. Bensì combatterli con la più stretta vigilanza. Non rendono cattivi i nostri atti ma ne riducono il merito. Gesù non castiga perché è indulgente ma, non può premiare, perché è giusto. In chi combatte di più e si sorveglia, le imperfezioni sono più rade. Da coscienti si possono conoscere. Magari dopo, incoscienti, non si conoscono a causa delle nostre negligenze. Cediamo all'impulso della natura. Seguiamo un po' intuitivamente le nostre tendenze. Noi nei ritiri dobbiamo esaminarci e veder bene quello che prima non vedevamo. scoraggiarci, ma umiliarci dinanzi a Lui. Più troveremo dei difetti e più dovremo rialzarci più in alto. Anche se le imperfezioni non sono peccati, però, urtano e disgustano Gesù, perciò dobbiamo diminuirle il più possibile. Non sono vere macchie ma un po' di oscuramento dell'anima nostra. Curare la sincerità. Non esagerare mai. Le persone sante parlano poco. Sorvegliarsi nelle parole. Agire con diligenza senza affanno. Agire gradatamente senza esagerazione. Le imperfezioni sono il frutto della debolezza umana. Studiarci e conoscere i nostri difetti. Se noi ci attaccheremo a Gesù, ci farà delle grazie, dei favori speciali. Risulta la piena comprensione tra noi e Gesù. La ricerca di una soddisfazione naturale, troppo naturale impedisce di far giungere una grazia di lume, di consolazione e di forza. 6 - Martedì 3 settembre 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21.10 Prosegue sull'argomento della Meditazione quale mezzo per stare a contatto ed uniti con Gesù. Per perfezionarci e renderci più simili a Dio, il dispensatore di ogni bene. 7 - Giovedì 5 settembre 1940 - Collegio S. Giuseppe - ore 21 Gesù durante la sua Passione ha visto anche noi e con noi tutta l'umanità. Chissà quali intenzioni avrà avuto Gesù durante la sua Passione. Certo ebbe quella della glorificazione del Padre. La sua Passione ha ottenuto da Dio la remissione dei peccati di tutti gli uomini. E di allontanare da ogni imperfezione le anime da Lui privilegiate. Noi anime privilegiate da Lui perché scelte a far parte della Sua Famiglia; anche noi cooperiamo alla gloria del Padre nella pratica della Divozione al SS. Crocifisso nelle cinque piaghe le consideriamo tutte. Preghiera fatta da Fra Leopoldo sotto la guida di Gesù. O confidiamo troppo di noi stessi o non abbiamo fiducia abbastanza nell'aiuto di Gesù. Quando noi cadiamo facilmente è perché non fidiamo abbastanza in Gesù. Evitare il più possibile le nostre imperfezioni volontarie ed involontarie. Ci viene tutto dal Crocifisso. Per togliere le nostre imperfezioni: prima bisogna conoscerle e poi non spaventarci, Gesù è con noi per perdonarci. Gesù permette le nostre imperfezioni per umiliarci. In caso di caduta non bisogna indispettirsi. Porsi all'opera di perfezione con ardore e con slancio. Umiliarci nel considerare le nostre imperfezioni senza scoraggiarci mai. Recidere alle radici non ai germogli che escono dal suolo. 8 - Domenica 8 settembre 1940 - XVII dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 16.10 Trovandoci a Roma col Catechista Tessitore, visitammo la chiesa di Santa Maria ai Monti, trovammo l'altare dedicato a S. Benedetto Labor e tosto visitando un'altra chiesa trovammo quella dedicata a S. Alessio. Santi dei quali abbiamo parlato stamane. Credo che ci sia un allacciamento. Dobbiamo trarre degli insegnamenti. Innanzi tutto la forza di volontà. Di quella buona: far bene gli esercizi di pietà. La prima riforma sia per la meditazione per la santa Messa con la Comunione completata da un buon ringraziamento. Insistere nella lettura spirituale, arricchirsi di buoni pensieri, evitare la curiosità ( 199 trattatelli ). Prepararsi bene alla confessione affidarci alla guida del direttore spirituale ( 204 trattatelli ). Riepilogando - La nostra vita è un passo avanti che si compie ogni giorno, è una serie di passaggi dal meno perfetto al più perfetto. Bisogna convertirsi, bisogna andare a Dio. Ritorno a Dio. È, e deve essere, lo scopo della nostra esistenza. Chi attende ad altro e non a questo perde il suo tempo. Se tutti gli uomini ( e noi compresi ) che si dedicano a Dio fossero tutti della forza del Curato d'Ars il mondo brucerebbe di perfezione. 9 - Domenica 13 settembre 1940 - XX dopo Pentecoste - Villa Nicolas - ore 10.15 Dal S. Battesimo ha avuto inizio l'opera della grazia. Iddio la compie in noi a condizione della nostra cooperazione. Santificare le energie che usiamo nel nostro lavoro, le nostre opere ordinarie. Non perdere del tempo soltanto in opere esterne ma offrire le nostre fatiche a Nostro Signore. Gesù ha iniziato in voi l'opera della santificazione ed io con Lui insisto perché continuiate nella propria santificazione. Ecco noi lavoriamo tutto il giorno, arriviamo a sera stanchi, gli altri lavorano per il denaro. Il che non serve per la vita eterna. E se questo lavoro non lo santifichiamo con la retta intenzione avremo faticato invano. Lottare contro tutto quello che ci vuole far dimenticare Dio. Scegliere il meglio. Mantenersi puri. La vera purezza sta nell'anima. Perché fermarsi a certi pensieri che non sono adatti alla nostra condizione di vita abbracciata. Noi che abbiamo rinunciato alla formazione di una famiglia. Faremmo degli sbagli. Delle dimenticanze. Siamo uomini, perciò deboli. Non scoraggiamoci mai. Ritorniamo ogni giorno da Gesù. Se noi sapessimo comprendere e vedere la bellezza dell'anima in stato di grazia certo noi lavoreremmo di più con energia a mantenerla così bella. Uniamoci con Gesù. Con brevi giaculatorie. E se l'anima nostra non è conservata pura Gesù non ci riconoscerà. Gesù è misericordia, ci verrà in aiuto: a noi ha fatto il dono della vocazione, la quale si può anche perdere se non lotteremo sempre contro il peccato. Supplichiamo Gesù che ci sostenga, preghiamo con umiltà e Gesù ci ascolterà. Gesù ci dona la pietà: tocca a noi di usarla verso di Lui. Oggi noi parteciperemo delle grazie comuni. Quelli che temono il Signore sperino in Lui. Gesù è nostro protettore e nostro rifugio. Non c'è occupazione pesante, fastidiosa o pressante che possa impedire di dire questa breve giaculatoria: "Gesù mio misericordia". In questo riusciremo se ci sforzeremo di prendere questa buona abitudine. 10 - Venerdì 1 novembre 1940 - Festa di Tutti i Santi - Villa Nicolas - ore 15.30 Non cercare la felicità nelle cose della terra ove tutto passa, bensì nelle cose dello spirito, desiderare il regno di Gesù. Chi sarà stato fedele, siederà sul trono con me. Adesso abbiamo da lottare. Unito a Gesù coi pensieri, giaculatorie, con le opere offerte al mattino con lo zelo con l'afflizione fervente dell'Apostolato. La vera felicità su questa terra consiste nell'unione con Gesù Cristo il che ci darà il premio del paradiso. Vivere tutti gli ostacoli per Gesù e con Gesù; chi sarà vincitore siederà presso il suo trono. Le lotte sono aspre ma unendoci a Gesù le vinceremo.