Giovanni Cordiale

Gli ultimi anni al Centro La Salle

"Ammalato, fu ospitato per qualche tempo al Centro La Salle di Torino, qui dedicava tutto il tempo libero alla preghiera e all'assistenza ai Fratelli ammalati ai quali poteva portare qualcosa e fare loro qualche servizio.

Presso i Fratelli ha lasciato il ricordo di una santità spicciola ma profonda; tutti gli volevano bene.

Non potendo più essere ospitato presso i FSC, per l'aggravarsi della sua infermità fu ospitato presso la casa di cura "La Quiete".

Qui soffrì in silenzio l'isolamento perché non erano molto frequenti le visite che poteva ricevere.

Anche in condizioni di immobilità su una sedia a rotelle sapeva ridere delle sue infermità che sdrammatizzava per non perdere il suo comportamento in tutto da figlio di Dio, con spirito di fede.

Le infermiere che lo assistevano avevano rispetto di una persona tutta immersa in Dio: una di esse confidava, dopo la sua morte, che era rimasta così impressionata da quel paziente, che andò a trovarlo e a recitare per lui il rosario nella camera ardente della casa di cura, cosa che non aveva fatto mai per nessun altro defunto.

Ancora prima di essere mandato in clinica, soggiornò presso l'ospedale Gradenigo e chi lo vide mentre vi si recava, fu molto colpito notando che in una mano teneva il Crocifisso, e nell'altra la corona del rosario." ( Sig. L. Pierbattisti ).

Fratel Egidio, che ha conosciuto Giovanni al centro La Salle durante la sua permanenza negli ultimi anni prima della morte, avvenuta a Torino l'otto giugno 1981 all'età di 83 anni, sottolinea il suo atteggiamento e lo avvicina anche a quello di Lorenzatto, che fu di una carità non comune, una dedizione eccezionale nell'assistenza prestata ai Fratelli anziani e malati.

"Portavano loro grande rispetto e venerazione, vedendoli quali fratelli del loro fondatore… "

"Vita con i Fratelli ricca di rispetto, gentilezza, affetto, disponibilità, premura" ( Fr. Egidio ).

Giovanni è ricordato per la sua grande dedizione e pazienza, e la sincera amicizia dimostrata in modo particolare nei confronti dell'anziano e malato Fr. Ezio. ( Fr. Egidio, FSC ).

Il Sig. Umberto Armani, catechista associato, rivela un fatto degli ultimi tempi di malattia di Giovanni, che lo ha molto colpito: "In quel periodo lui viveva solo di spiritualità…

Non ragionava quasi più, parlava male; non in modo corretto, ma se gli si parlava dell'Unione, si illuminava e ricordava benissimo. "

Un uomo che si è donato in silenzio, senza chiedere nulla, povero fra i poveri, piccolo, ma grande, di fronte a un Dio Crocifisso per amore.

La forza della debolezza, che confonde i "sapienti," l'umile e gioiosa vita di un servo "inutile," che non ha trattenuto nulla per sé, testimoniando la sua Fede, seminando la Speranza tra i poveri e la Parola di Dio, tra i suoi allievi, in quei laboratori, dove ancora vive il suo ricordo.

E quella sua bontà semplice, quella Carità genuina e compassionevole che si intrecciava ad ogni istante con il dialogo interiore con lo Sposo, in una vita di preghiera e dono gratuito, rivelano il volto di Cristo, dietro il volto di un catechista che ha vissuto le Beatitudini.

Beati ipoveri in spirito, perché di essi è il regno dei celi.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. ( Mt 5 ).

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