Francesco Fonti

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Anni decisivi

Francesco Fonti iniziò la sua avventura terrena in un momento storico molto travagliato.

Al principio del XX secolo, in un clima di calma apparente, stavano maturando le premesse di catastrofi immani: il primo conflitto mondiale, la rivoluzione bolscevica, il trionfo delle ideologie totalitarie.

In seguito a questi eventi, la vecchia Europa continentale, onusta di gloria e di allori, ma sfinita da secoli di conflitti sanguinari, avrebbe dovuto cedere definitivamente lo scettro agli USA, la nascente potenza americana, dove centinaia dì migliala di Italiani emigravano da tempo; gli europei, almeno fino al 1914, non ebbero alcun sentore del crollo imminente.

Si era al culmine della cosiddetta Belle Epoque: l'Impero Austroungarico era ancora considerato una grande potenza; quello Russo, nonostante la sconfitta subita dal Giappone, restava saldamente nelle mani degli Zar; quello Ottomano, minato da una corruzione e da una povertà spaventose, dominava un territorio che si estendeva dai Balcani meridionali all'odierna Palestina ( nel 1912 la Libia ed il Dodecanneso saranno ceduti all'Italia ).

Eppure il vecchio mondo degli Imperi di origine medievale, nel quale Stato e religione si trovavano spesso intrecciati, era alla vigilia del tramonto.

Al contrario, negli stessi anni, la Chiesa, seguendo la via tracciata da Leone XIII, ma evitando accuratamente le scorciatoie moderniste, andava rinnovandosi.

Iniziavano a maturare i primi seri tentativi di conciliare le nuove realtà della società industriale ( inurbamento, proletariato, nuove professioni ) col messaggio evangelico.

In Italia non erano solo i cosiddetti "santi sociali" - sacerdoti come Giovanni Bosco, Leonardo Murialdo, Giuseppe Cottolengo - ad indicare la strada maestra, ma anche i mèmbri attivi ed integrati del mondo del lavoro.

Il Beato Paolo Pio Perazzo, morendo ( 1911 ), lasciava ai cattolici l'ideale di un nuovo stato di vita, quello del laico consacrato, ma non riusciva a presentare in tempo le Costituzioni del suo nuovo sodalizio al Pontefice.

Contemporaneamente, un ex-collaboratore del santo ferroviere.

Fra Leopoldo Maria Musso, il cuoco di Terruggia entrato in convento alla bella età di 50 anni, iniziava un percorso spirituale che lo avrebbe portato ad innescare l'ideale del Crocifisso in quello della laicità consacrata.

In questa temperie di crepuscoli ed aurore, di cadute e insperati rinnovamenti, il 14 novembre 1909, a Torino, la città che vide l'opera e la presenza di Perazzo e Musso ( per non parlare di altri cristiani militanti come Frassati e Gedda ), nasceva un bimbo che avrebbe incarnato una nuova figura di imprenditore e laico consacrato: Francesco Fonti.

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