Giovanni Fonti

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Il dopoguerra

L'amore per l'insegnamento come opportunità di portare ai ragazzi e agli adulti la catechesi lo spinse ad occuparsi dei corsi alla Casa di Carità, facendo convivere questo impegno con lo studio, con l'attività nell'Unione Catechisti e con il lavoro per la ditta.

Nel dopoguerra, un episodio fra tanti è importante per evidenziare la sua vita di fede e l'amore per gli altri.

Nel 1949 la Madonna Pellegrina fu portata in processione a Torino.

Si trattava di una festa in cui la statua della Madonna veniva portata in processione da un elicottero americano nei paesi.

Era un ringraziamento alla Madonna per la fine del conflitto.

Questo accadde per circa un anno e mezzo.

Un giorno, la Casa di Carità venne scelta come tappa di questa processione.

Durante una lezione, allora, Giovanni Fonti volle che due dei suoi ragazzi andassero in delegazione per accogliere la Madonna.

Giovanni Obialero era uno dei due giovani.

Due anni dopo la posa della prima pietra, la Casa di Carità Arti e Mestieri di Corso Benedetto Brin 26 era ultimata e Giovanni intraprese l'insegnamento della Fisica e della Chimica ai corsi serali: in seguito il suo impegno si concentrò sull'insegnamento della Religione e della Tecnologia, oltre che sull'attività di varie classi di laboratorio.1

Al notevole impegno, si deve rilevare l'amore per la didattica: nel 1950, infatti, il fratello Pietro lasciò il suo lavoro all'interno della ditta di famiglia per dedicarsi completamente alla Casa di Carità.

Nelle aziende, in simili situazioni, si pone sempre l'esigenza di sostituire i componenti che vengono a mancare con il loro lavoro.

Nonostante questo, Giovanni non ha voluto interrompere il suo cammino come insegnante, sostenendo entrambi gli impegni.

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1 Nell'attività di laboratorio ebbe i seguenti colleghi: 1954-55, Mario Barletta e Amedeo Pregnante. 1955-57 Barletta, Berta Piero, Giovanni Augelli. 1957-58, Claudio Brusa, Barletta e Guida.
Anche le ore di Religione, talvolta Giovanni Fonti le ha condivise con altri: nel 1951-52 con Attilio Manetta, e nel 1962-63 con Vittorio Cardini.