Carlo Tessitore

Indice

L'apostolato alla CRT e la collaborazione con la Messa del Povero

Come il Catechista Demaria, anche Tessitore si era laureato in Scienze Economiche, studiando nelle poche ore di tempo libero sottratte a giornate di intenso lavoro.

Ben presto il neo-dottore ottenne un impiego alla C.R.T. dove bruciò in fretta le tappe della carriera, distinguendosi per serietà e correttezza professionale.

Tutti i colleghi ne apprezzavano il valore e l'indubbia competenza tecnica.

Grazie alla sua affidabilità assunse incarichi via via più importanti, fino a divenire Capodivisione, e, a giudizio del nipote Claudio, avrebbe potuto anche aspirare al ruolo di Direttore Generale, se, intorno al 1957-58, non si fosse volontariamente dimesso per seguire più da vicino l'opera che gli stava maggiormente a cuore in quegli anni, la Casa di Carità.

La drasticità di questa rinuncia a cogliere i meritati allori di un'invidiabile carriera, la dice lunga sulla "tempra d'anima" che si celava dietro i suoi modi affabili e bonari.

« Persona di cultura, buon senso ed esperienza, a lui si chiedevano consigli.

Occupava una posizione prestigiosa alla CRT, se non si fosse dimesso, avrebbe potuto ambire a posizioni più elevate, facendo carriera ». ( Claudio Civalleri ).

« Tessitore era una persona al di sopra della media come preparazione, cultura, e come umiltà.

A volte era rigido, ma solo quando serviva.

È stata una persona che ha lasciato il segno alla CRT, di una moralità assoluta, validissima, sul piano umano.

Fu una delle persone che ho stimato di più, alla Cassa di Risparmio.

Correttissimo. Il suo modo di fare, di agire, coi colleghi e superiori, è sempre stato di una precisione… di una correttezza amabile, tale da essere un punto di riferimento per molti, che lo stimavano, poiché lo conoscevano come persona impegnata su vari fronti, nel volontariato alla S. Vincenzo, accanto alla Tesoriera Jolanda Anfossi e ad altri, alcuni sapevano della sua appartenenza all'Unione Catechisti, e che svolgeva in modo serio e onesto le sue occupazioni lavorative alla CRT.

Era quindi una persona fuori dal comune, che ispirava fiducia e stima ». ( Castone Meneghetti, ragioniere, ex dipendente CRT ).

La signora Anfossi, entrata nella conferenza aziendale della S. Vincenzo quando Tessitore ne era già il Presidente, lo ricorda come una persona profondamente giusta e piena di umanità, sempre attenta ai problemi dei suoi dipendenti: possedeva la rara capacità ascoltare il prossimo, di entrare subito in sintonia, in confidenza…

« Era profondamente cattolico e profondamente umano ». ( Jolanda Anfossi ).

Queste parole esprimono, in maniera sintetica, ma efficace, la lucida coerenza che intimamente legava la dottrina e l'opera del Presidente.

Al principio degli anni '40 Tessitore fonda, con pochi altri, la sezione aziendale della San Vincenzo allargando, così, ulteriormente il suo campo d'azione.

Il prestigio professionale e l'attivismo in campo umanitario ne faranno, ben presto, una delle personalità di maggior spicco del panorama cattolico torinese.

« Il signor Tessitore ha avuto il merito di fondare la conferenza di S. Vincenzo aziendale, insieme al signor Monchietto e al signor Tallio … non ricordo con esattezza quando, ma la stessa esisteva già nel '42.

Fu una loro libera iniziativa. Tessitore era un uomo che si è dedicato molto agli altri.

Portava una croce appuntata sulla giacca, gliel'abbiamo vista parecchie volte.

Come capoufficio non aveva preferenze, ma esigeva disciplina, onestà.

Come presidente della S. Vincenzo partecipava alle sedute nelle quali si decideva chi aiutare, come organizzarsi per mandare pacchi di viveri ai più bisognosi.

Ma non era solo un presidente di rappresentanza, ma un vero e proprio militante, poiché si interessava in prima persona delle situazioni di bisogno». ( Jolanda Anfossi e Marcella Della Piana attuale Presidente della Conferenza di S. Vincenzo ).

Raggiunta la pensione, amava ritrovarsi spesso con i suoi ex-colleghi e, grazie al loro appoggio, ebbe modo di organizzare una serie di incontri, molto seguiti, a carattere religioso.

Il successo di queste iniziative derivava anche dalla capacità, più volte dimostrata, di aiutare fattivamente il prossimo ad uscire dai periodi di crisi.

Più di una volta si prodigò personalmente per trovare un lavoro a giovani neo-diplomati.

« Io debbo a Tessitore l'impiego alla CRT.

Avendo visto che ero in difficoltà a trovare lavoro come geometra, pur essendo in pensione, mi aveva incoraggiato a portare un curriculum alla CRT, indicando come referente lui stesso: "Ma io sono un geometra, non un ragioniere ", gli facevo notare "Però a contar soldi sei capace… e allora non ti preoccupare, scrivi che conosci me, mettimi come referente: Dott. Tessitore, Capodivisione. "

Prima di allora il catechista mi aveva sempre celato, umilmente, questa sua importante qualifica.

Ci sono stati poi dei colloqui, dopo che la domanda è stata inoltrata al direttore generale, e infine sono stato assunto ». ( Piero Vacchetta ).

« E stato il mio capoufficio, ne ho sempre avuto un'impressione ottima, di un grand'uomo…

Ho avuto degli insegnamenti preziosi dal dottor Tessitore.

Davvero un sant'uomo, che ha dato molto alla CRT.

Era sicuro di sé, autorevole ma non severo, si prestava a cose che non tutti facevano.

Per esempio, quando sono andato alla CRT nel '48, mi ha aiutato, e io ho imparato molto da lui.

Era una persona capace e molto preparata ». ( Carlo Bruni ).

Per la verità il suo spirito "assistenziale" non si limitò alla Conferenza di San Vincenzo, agli incontri di preghiera con gli ex colleghi, alle assunzioni di giovani in cerca di lavoro.13

Un articolo del 1984 ricorda il decisivo contributo da lui fornito all'avvio della collaborazione tra l'Unione Catechisti e la Messa del Povero.

In quegli anni qualcuno dimostrava evidentemente una scarsa memoria di cose e persone, e Tessitore, con piglio piuttosto energico, cercò di chiarire meglio la dinamica dei fatti.

Il tono, per la verità, è un po' seccato.

« Ci sono già tanti motivi di confusione e non c'è proprio bisogno che siano aumentati.

Ci si perdoni questo sfogo … L'inizio della Messa del Povero è dovuto a una Figlia della Carità e precisamente Suor Luisa Montaldo, che presso l'O.P. Lotteri, in via Villa della Regina, oltre a distribuire elemosine ai mendicanti, li riuniva la domenica mattina per la Santa Messa.

Dell'opera si interessavano e collaboravano ( sic ) due canonici di Torino, e precisamente il canonico Bertola e il canonico Morino.

Del primo si ricorderanno bene i catechisti più anziani, che andavano settimanalmente a casa sua per una lezione di religione.

Questi due sacerdoti avvertirono presto che le suore dell'O.P. Lotteri avrebbero avuto bisogno dell'aiuto di qualche uomo per affrontare i mendicanti, tutti uomini, piuttosto grossolani e non sempre corretti.

Perciò vennero da me, che ero stato eletto poc'anzi presidente dell'Unione Catechisti e mi chiesero di mandare ogni domenica un paio di catechisti alla Messa del Povero.

Io aderii volentieri alla richiesta, anzi proposi addirittura che l'Unione si assumesse la responsabilità dell'opera, compreso il relativo onere finanziario. …

Dei catechisti congregati non c'era nessuno libero, perché tutti impegnatissimi alla Casa di Carità, che in quegli anni aveva anche i corsi festivi: e allora mi rivolsi ai catechisti associati.

Questi risposero con entusiasmo e con lo stesso entusiasmo si occuparono sempre dell'opera.

Citerò soltanto i fratelli Mussino e Ronco, …al Signore bisogna ricorrere perché mandi operai nella sua messe, specialmente di quelli che parlano poco e operano molto ». ( Bollettino, 1984-3, pag. 7 ).

L'articolo in questione è solennemente intitolato "I diritti della verità".

L'energia che ancora dimostra l'ex Presidente, ormai ottantenne, è quantomeno sorprendente.

Ancora una volta Tessitore, proprio come Fr. Teodoreto, combatte, nel suo piccolo, "il secolo della confusione", manifestando una concezione militante e "virile" dell'apostolato sociale.

Indice

13 Tessitore si interessò, fra l'altro, di attivare presso la Scuola Serale Teofilo Rossi di Montelera ( che possedeva una sede distaccata presso i locali di una Scuola Elementare situata in Via Bertola ) un'ora settimanale di religione che venne gestita dai Catechisti Conti, Bagna e P. Fonti.
La cosa fu resa possibile dalla disponibilità manifestata dal dott. Monchietto, amico del Presidente e direttore dell'Istituto.