Commento dell'articolo 4

Baldissero Torinese " La Sorgente " 14 Maggio 2000 - Luigi Cagnetta.

Ritiro spirituale mensile per i catechisti dell'Unione del " SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata ".

L'oggetto della riflessione riguarda l'articolo n° IV delle nuove Costituzioni donateci " ad experimentum ".

Il testo: " I Catechisti trovano nella contemplazione delle Sacratissime piaghe di Gesù e nell'ascolto del suo grido " Ho sete " la sorgente d'un amore che si trasforma in zelo ardente per la salvezza dei ragazzi e dei giovani.

Desiderando soddisfare la sete di anime di Gesù Crocifisso, i Catechisti si sentono chiamati e invitati ad evangelizzare annunciando l'amore di Dio manifestato in Cristo.

Come Cristo, " Primo Divino Catechista " sono disposti a donare la loro vita per la salvezza delle anime a loro affidate, specialmente dei più piccoli, poveri ed umili ".

Catechisti, vi rendo noto che il testo l'ho meditato alla luce di Gv. 19,28 inserito nel seguente contesto vv. 26-37 e vi ho scorto delle stupende correlazioni di cui darò cenni.

Vi troviamo la sete di Gesù ancora viva come simbolo permanente di questo dono dopo la sua morte.

Vi troviamo la necessità della fede del discepolo ( v. 35 ) e la sua riconferma ( v. 37 ): " Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto ".

Si spalanca davanti ai nostri occhi la scena del Calvario!

Questo contesto evangelico è esigito proprio dal fatto che sono stato invitato a concorrere specificando ulteriormente la nostra identità nell'art. IV inserito nel capitolo " Natura e finalità dell'Unione ".

Le mie riflessioni avranno questo percorso: una necessaria premessa sull'esercizio della contemplazione come luogo in cui il Signore suscita carismi particolari; l'elenco di parecchi " detti " che ci indicano che cosa e dove trovare aspetti della nostra identità di consacrati nonché le giustificazioni del singolare riferimento al Gv 19,28; le ragioni per cui i Catechisti si trovano a seguire Gesù come Primo Divino Catechista, come nasce lo zelo fino a richiedere il dono della vita per la catechesi.

Concluderò con un auspicio.

Sono sprazzi di luce frutto di meditate riflessioni sostenute dalla preghiera.

A voi il compito di completarli, augurandomi di averne notizia.

L'esercizio della contemplazione

Il termine contemplazione richiama immediatamente bellezza ed elevazione spirituale.

Il pensiero corre subito a: " ..E Dio vide ciò che aveva fatto: ed ecco, era molto bello ( buono ) ".

In questa testimonianza di Dio c'è l'invito a cogliere la " Bellezza " per credere alla Verità.

Ma dove gli occhi di coloro che contemplano s'incontrano?

Là dove risplende la fonte della bellezza e dell'amore.

È possibile contemplare la bellezza quando coincide con l'amore.

È questa la bellezza che affascina, consola, tocca il cuore, fa gioire.

All'interno della chiamata alla contemplazione, comune a tutti i cristiani, il Signore Gesù Crocifisso suscita particolari carismi.

Così è accaduto per noi.

Noi siamo stati chiamati a contemplare la pienezza dell'Amore di Dio Bello anche sulla Croce.

Cioè l'eterna bellezza incarnata!

I Detti

Essi sono per noi il luogo in cui dobbiamo cogliere il nostro Carisma.

Elencandone parecchi ci è possibile cogliere quanto ho asserito.

- " Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio " ( Novembre 1887 )

- " Si faccia devotamente l'adorazione come nel Venerdì Santo " ( 15 Maggio 1906 )


- " Quando fai l'adorazione non pensare ai lavori materiali, questi momenti devi consacrarli tutti al mio divino Costato, cioè ascoltare attentamente la Mia Voce affinché tu possa eseguire rispettosamente i miei voleri " ( 27 Gennaio 1909 )

- " Assolutamente voglio che tu stia vicino a Me, cioè sulla Croce " ( 10 Luglio 1908 )

- " Stampami, o Leopoldo, un bacio sul mio Costato " ( 28 Ottobre 1908 )

- " Ti ho scelto, Figlio, come adoratore del SS. Crocifisso e del SS. Sacramento " ( 15 Marzo 1909 e 2 Ottobre 1909 )

- " … Voglio darti una sete d'amore da bruciarti " ( 16 Aprile 1909 )

- " … Ti voglio sulla via del Calvario " ( 2 Maggio e 4 Maggio 1909 )

- " Ho sete dell'anima tua! " ( 6 Giugno 1909 )

- " Gesù sarà per te sempre la Bellezza delle bellezze, e non vedrai nulla mai più bello che il tuo Gesù Crocifisso " ( 16 Ottobre 1909 )

- " L'Adorazione è alla bellezza di tutte le bellezze e alla misericordia delle misericordie, a Nostro Signore Gesù Crocifisso " ( 17 Luglio 1910 )

- " Per compiere i nostri detti bisogna formare un catechismo: memorie per rivelare al mondo la bellezza della misericordia di Dio " ( 6 Gennaio 1912 )

- " La devozione è mia " ( 18 Gennaio 1913 e 29 Marzo 1917 )

- " Se tu sapessi il tesoro inestimabile che è fare l'adorazione come al Venerdì Santo in compagnia della mia Divina Madre, perché essa è adorna di potenza celestiale da convertire il mondo intero " ( 23 Gennaio 1914 )

- " Infervora con i miei detti " ( 8 Aprile 1913 cf. 28 Agosto 1908 )

- " Da questo cuore trafitto non devi separati più " (faccio presente che questo detto, e non è il solo, fu dettato il Venerdì Santo del 25 Marzo 1910 )

- " Ai piedi della Croce sii attento a cogliere i miei detti… tendi l'udito ai miei detti e scrivi! " ( 19 Gennaio 1912 )

- " Voglio che fra tutti e due cantiate le mie glorie, le mie misericordie " ( 21 Dicembre 1912 )

La conferma dei detti

Ce la dà lo stesso Gesù Crocifisso con il suo detto del 15 maggio 1906.

Questo rinvio allo spirito della liturgia del Venerdì Santo definisce il carattere evangelico dei detti.

Di tutti i detti.

Perché " Non sei tu che parli con lo scritto, è mio Figlio " ( 14 Novembre 1908 )

Infatti Gesù aveva già dettato: " Il mio Spirito s'unisce al tuo e ci parliamo " ( 12 Novembre 1908 )

E cito un altro detto: " Io ti dissi d'aver fatto col mio Figlio una sola cosa con te, ricordati di questo detto " ( Epifania del 6 Gennaio 1911 )

Queste citazioni facevano parte di quei " parecchi detti " che Fr. Teodoreto aveva ricevuto da Fra Leopoldo dopo gli incontri del 25 e 30 Ottobre del 1912, " e questi scritti erano destinati a scuotere la mia indolenza " ( da come nacque l'Unione )

Ma c'è una ulteriore testimonianza di Fr. Teodoreto: " I caratteri di santità del Servo di Dio e un insieme di misteriose circostanze mi facevano ritenere ormai essere volontà di Dio che io dovessi continuare a prestare docile orecchio a quanto mi sarebbe stato notificato volta per volta da Fra Leopoldo.

Luci certe

Siamo stati chiamati ad essere adoratori della Bellezza di Dio Gesù Crocifisso nello spirito del Venerdì santo e … quel COME ci indica una comparazione eccezionale: " Volgere lo sguardo a Colui che è stato trafitto ".

Dei detti ne attesta il fondamento evangelico!

Richiede la meditazione della Passione secondo S. Giovanni, quella che riporta il grido di Gesù " Ho sete " come dono dello Spirito che da la vita, dell'acqua viva che zampilla per l'eternità.

I versetti 28-30-34 del cap. 19 sono tutti da scoprire.

Ci richiede di rivivere quotidianamente il Venerdì Santo: amare, adorare e contemplare il Crocifisso come missione.

Ci dice di sostare sul Calvario per contemplare:

- Dio che ha disteso sulla Croce le sue braccia per circondare i confini dell'universo ( catechesi di S. Cirillo di Gerusalemme )

- Il simbolo della Croce avente in se stesso il " passaggio " che c'insegna ad assumere l'esistenza con tenerezza per essere tenerezza.

- Il compimento della volontà del Padre per amore! ( Gv 13,1 e Gv 19,30 )

- L'innalzamento sulla croce perché attirando a Sé tutti si contempli Colui che è stato trafitto ( ricorda Gv 19,37 e Zc 12,10 ) e perciò la croce che si costituisce sorgente perenne e cuore della fede della Chiesa, perché si veda e si creda, come Pietro e Giovanni ( Gv 20,5-8 )

- La nascita della nuova umanità ricevendo il soffio dello Spirito: Ho Sete, cioè la Vita, segno della Sua realtà di Figlio di Dio.

- Colui che si svuota per amore di quella sorgente d'acqua zampillante che ha in Sé dal Padre e che ha promesso agli uomini ( Zc 12,10 ) per la purificazione dal peccato ( Zc 13,1 ) segno dello Spirito promesso ai credenti in Lui ( Gv 7,37-39 )

- Nel sacrificio cruento della Croce il sacrificio incruento della Trinità.

- La bellezza di tutta questa " grazia " e " Verità " che dobbiamo contemplare chiede di essere " Baciata " nel segno di una personale affettuosa dedizione.

In verità noi non sappiamo che cosa vuole Gesù da noi, che cosa Gesù vuole fare di noi.

Per fortuna ce lo ha fatto scrivere: " …Baciatemi e ribaciatemi il Costato, verso il quale usate tanta pietà; è tutto vostro " ( 27 Giugno 1912 )

Dunque quel " Come " esprime un rapporto di identità, per affermare una verità indiscutibile.

Esso sottolinea la natura evangelica dei detti e i detti ci rinviano alla rilettura evangelica.

Essi trovano il fondamento in Gv 19,28-37.

Gli scritti di Fr. Teodoreto

Gli " Scritti " di Fr. Teodoreto richiamano i detti e fanno riferimento al Sitio ( Gv 19,28 ).

Entrambi pubblicati sul Boll. Dell'Unione.

Il primo in data 1921, N° 3-4 pag. 50-51.

Il titolo è " Amore per amore " e per amore di Gesù Crocifisso l'Apostolato dei Piccoli.

In questo " Scritto " Fr. Teodoreto afferma che il " Sitio " del Crocifisso è per i catechisti dell'Unione la Voce mistica che esce dalla ferita del costato.

Il riferimento a Gv 19,34 è evidente.

Il mezzo più efficace per tale apostolato è " ancor quello che nasce dalla contemplazione di Gesù Crocifisso ".

In questo articolo c'è da cogliere un appello particolarmente importante per noi se vogliamo essere apostoli degli umili e dei piccoli: Raccogliere riconoscenti la mistica voce " Ho sete ".

Ed è da sottolineare anche come l'esplicita citazione del " Sitio " de Crocifisso e il suo accostamento alla ferita del Costato con una sintesi forte tra corpo - cuore - e parola di Lui hanno un peso particolare proprio perché viene presentato come caratteristica dell'apostolato degli umili…

Il secondo " Scritto " è stato pubblicato nel 1927 N° 3-4 pag. 2-3

Qui Fr. Teodoreto usando la prima persona plurale " Noi " dice: " Noi fortunati ( saremo ) se compresa la bellezza di questa chiamata ( quella di cui ho accennato ), vorremo assecondarla " e " con tutto l'impeto del nostro cuore seguiremo il Primo Divino Catechista nella via della perfezione "

Perché? " Gesù ha bisogno di forti che si consacrino a Lui: il " Sitio " del Calvario non è ancora estinto "

È inestinguibile!

Perciò Fr. Teodoreto dice che: Adorno le sue labbra per il desiderio di anime " ( che a lui si consacrino ), e voi sarete ad un tempo i misericordiosi che soddisfano alla sua sete e i fortunati collaboratori della divina missione ".

Stupendo il riferimento a Mt 25,35 ( Is 58,6-8 ): attraverso questa opera di misericordia spirituale, i catechisti che lo dissetano così vengono definiti i misericordiosi di Colui che è la Misericordia!

E come se questo non bastasse, nel contempo, si è chiamati a collaborare all'avvento del Regno con la catechesi ( detto 6 gennaio 1912 )

Nel terzo scritto, ancora una volta, il " Sitio " è indicato come sorgente di un particolare apostolato.

È quello che ha per oggetto lo " spirito di riparazione " proprio della Divozione.

" La sorgente di questo spirito di apostolato! Oh! Ai piedi di Gesù, contemplando… e ascoltando l'eco lontana di quel Sitio angosciato, che è nei secoli pace radiosa, motto e programma di tante vite "

Gesù ha bisogno di anime che estinguano anche questo tipo di " Sitio ".

Trovare - Ascoltare - Voler soddisfare

Questi verbi vanno approfonditi nel loro significato.

Senza non è possibile avere una luce particolare sull'art. IV°.

Essi ci dicono che dobbiamo documentarci, per pervenire a ciò che si cerca, cioè desiderare di riuscire a sapere dov'è e che cos'è questo " Sitio " per poterlo soddisfare.

Solo ricorrendo ai " detti ", agli scritti di Fr. Teodoreto e in particolar modo alla liturgia del Venerdì Santo abbiamo queste risposte, Fr. Teodoreto ha cercato queste ed altre risposte.

Rileggendo attentamente almeno gli articoli del 1921 N° 3-4 pag. 50-51, del 1927 N° 3-4 pag. 2-3 e del 1929 N° 4 pad.2 le conosciamo e siamo tenuti a credere.

Ma ciò che dobbiamo trovare, ascoltare e soddisfare è subordinato alla volontà del Crocifisso: " raccogliere riconoscente la mistica Voce che esce dalla ferita del Costato: Sitio " (art. 1921)

Lo zelo

Esso sta al modo con cui si risponde al " Sitio ".

Come si guarda all'assetato divino.

L'apostolo dei " piccoli… " riceve lo zelo soddisfacendo i cinque imperativi:

Il primo: " Volgete, dunque lo sguardo al vostro adorato Crocifisso, modello supremo e perfetto degli apostoli ".

Il secondo: " Meditate attraverso le sue piaghe il valore di un'anima "

Il terzo: " Stimatevi fortunati di essere fatti suoi collaboratori "

Il quarto: " Fissate con più intenso affetto le ferite del vostro Capo "

Il quinto: " Misurate alla luce della fede la profondità del suo estremo anelito: Sitio e sentirete rinascere in petto la speranza e l'ardore e vi stimerete fortunati se cadrete sulle braccia vittime di quello zelo e di quell'amore che condusse Gesù Cristo al Calvario e alla morte di Croce ".

A questo punto faccio notare che lo zelo dei catechisti è sorretto dalla speranza e si unisce all'amore quando richiede il sacrificio di sé.

Come nasce l'Unione

La descrizione che ne fa Fr. Teodoreto è degna di un particolare approfondimento.

È necessario soppesare attentamente tutte le parole ad una ad una: in essa c'è la sostanza della nostra consacrazione.

Mi auguro che qualcuno di noi la faccia, e possibilmente presto.

Oggi mi limiterò a fare alcune considerazioni.

Intanto dico subito che fu determinante il detto del 23 Aprile 1913 per rompere ogni indugio.

Riascoltiamo il detto: " Dirai a Fr. Teodoreto che faccia ciò che ha nella mente; Abbia fede in tutto ciò che Gesù gli fa sentire ".

Questa seconda parte del detto agì da confermazione di tutti i detti ricevuti fino ad allora.

Infatti, Fr. Leone, descrivendo Fr. Teodoreto, a pag. 233 scrive: " Pensava ad un'opera di perseveranza per gli ex allievi della sua Santa Pelagia, e gli uscì di mano un Istituto Secolare… "

Certamente i detti " sono il nutrimento per tutti i figli del mondo intero " ( 23 Dicembre 1908 ) ma " gli altri " di cui parla Gesù in un altro suo detto ( Questi detti sono per te e per tutti gli altri ) " siamo noi " fortunati di cui parla Gesù. ( art. 1938 N° 2 pag. 15 )

Per Fr. Teodoreto i detti sono delle notificazioni, una dichiarazione di volontà divina cui doveva " prestare docile e attento orecchio ".

A tutto ciò Egli aggiungeva tutta una serie di particolari circostanze.

Per le conoscenze di questa rinvio alla lettura di ciò che è scritto a pag. 214 e 215 della biografia di Fr. Teodoreto scritta da Fr. Leone.

La formazione iniziale

Fu la Parola di Dio ( quella dei detti ) agì in lui come forza creatrice ( lo Spirito Santo ) e congiuntamente alla cooperazione umana, Creò un nuovo organismo destinato a sviluppare la vita non solo in sé, ma ad estenderla nel mondo " È una missione: far conoscere dove attingere la Vita ".

Il " germe Unione " fu tale nuovo organismo, vitale, creato da Dio.

Dove avvenne questa creazione?

Sul Calvario, contemplando la Bellezza del Verbo - incarnato - crocifisso, nelle sue Sacratissime piaghe, e, per intercessione della SS. Vergine. ( si ricordino i detti del 15 maggio 1906 e del 27 Gennaio 1909 e del 23 Gennaio 1914 ) vi attinse la vita soprannaturale.

Lascio a voi commentare il senso di " attinse la Vita soprannaturale ".

A me oggi è sufficiente ricordarvi una testimonianza di Fr. Teodoreto quando dice " La divozione a Gesù Crocifisso ha dato origine alla Unione, che ne è il fondamento e il mezzo per ottenere da Dio la grazia per sussistere e progredire " ( Costituzioni del 1933 )

Una conclusione

Ho iniziato queste mie riflessioni dicendovi che il grido di Gesù Crocifisso " Ho sete " costituisce il centro di tutto l'articolo IV°, la sostanza della nostra chiamata, mentre lo zelo la nostra risposta.

Gesù chiama quelli che hanno sete e lui stesso è divorato dalla sete.

" Quelli che Egli chiama hanno sete di bere alle sue fontane di grazie… invece Gesù ha sete di dare a bere attraverso la sovrabbondanza del suo amore… brucia dal desiderio di riempire tutte le anime e saziarle " ( Libermann. Comm. A S. Giovanni )

" Bruciano o ardono le sue labbra per il desiderio di anime… " sono parole dette da Fr. Teodoreto nel suo art. del 1927.

Gesù ripete: " Amore per amore ".

La sete di Gesù è un appello perché tutti i cristiani sviluppino in sé la sete della Verità e dello Spirito, ossia la sete di una fede sempre più profonda in Gesù.

E questo è il senso di tutti i detti.

Certo il Signore " grida " ma perché noi veniamo a Lui e beviamo; questa è condizione che noi sperimentiamo in noi una sete interiore.

L'augurio

Che Gesù parli a noi della sua bellezza e della sua Divozione ( 12 Aprile 1915 e 3 Maggio 1914 ) e ci dica: " Lo vedi questo Cuore? È un oceano di bellezza e qui tu devi venire a riposarti " ( 26 Gennaio 1914 ).

" Che niente è il sonno, … la fatica … l'umiliazione a confronto della bellezza del paradiso che ti aspetta " ( 1 Marzo 1913 )

E la Vergine SS.ma ci ottenga la grazia di sposare l'Amore onde potergli manifestare tutto il nostro affetto coprendogli di baci il suo Costato.

Così sia il nostro amore per amore.