Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani

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La morte di Fra Leopoldo

Nell'operato del Servo di Dio Fra Leopoldo si assiste ad una collaborazione tra membri di famiglie religiose che è motivo di utili riflessioni, specialmente oggi in questo clima conciliare particolarmente ispirato all'unione e alla cooperazione.

Autore della Divozione a Gesù Crocifisso illustrata dall'immagine caratteristica simbolo dell'umanità riconciliata che, solo abbracciata al Cristo Redentore trova il suo vero centro di vita e di reintegrazione; amico di Fratel Teodoreto e suo prezioso consigliere nel fondare l'Unione e nell'orientarla secondo i disegni di Dio, Fra Leopoldo fu pure l'araldo di una nuova opera scolastica e formativa che con le precedenti egli trasmise interamente ai Fratelli delle Scuole Cristiane, e ciò per esplicito comando del Signore.

Figlio di S. Francesco fu condotto a esercitare in sommo grado le virtù più caratteristiche del suo Padre e Fondatore.

Egli infatti eccelse nell'amore ardente per il Cristo nella sua umanità concreta piagata e crocifissa.

Così pure fu modello di povertà nel distacco e nella rinuncia al possesso personale non solo di cose, ma anche di idee e di opere.

Al suo Ordine egli non lasciò che l'esempio di una altissima fedeltà allo spirito e alla regola, il resto fu interamente trasmesso ai Fratelli.

"Per salvare le anime e formare nuove generazioni si devono aprire Case di Carità per insegnare ai giovani arti e mestieri".

In tale modo Gesù Crocifisso manifestava la sua volontà a Fra Leopoldo nel novembre 1919.

Questo "detto" insieme ad altri sullo stesso argomento costituirono il movente decisivo perché i Superiori dei Fratelli del distretto di Torino, iniziassero una nuova opera di formazione tecnica e professionale.

Con questa decisione i Superiori finirono per altro di assecondare il progetto di un loro confratello, progetto che essi avevano prima respinto a causa delle difficoltà finanziarie e vocazionali dell'immediato dopo guerra.

Tale opera porta attualmente il nome di "Istituto Arti e Mestieri".

Le pressioni esercitate e le discordie maturate in seno al comitato promotore della nuova opera composto da benefattori borghesi portò a far cadere l'insegna programmatica di "Casa di Carità Arti e Mestieri" e la gratuità dell'insegnamento.

A favore di queste due prerogative invano si era adoperato l'umile Fra Leopoldo, sempre sostenuto dall'amico carissimo Fratel Teodoreto.

Anzi i suoi interventi e le sue accorate perorazioni gli valsero dai superiori l'ordine di rimanere in casa senza più alcun contatto con l'esterno.

a colmare l'amaro calice un fortuito equivoco persuase il francescano di essere stato abbandonato dallo stesso Fratel Teodoreto.

Fu forse questa la prova più dura della sua vita.

Eppure si mantenne calmo e caritatevole, benché l'anima sua ne fosse profondamente addolorata.

In quelle tenebre giunse da tutti inaspettata, ma da lui predetta, la malattia mortale.

Pochi giorni di letto senza arrecare soverchio disturbo a quelli di casa.

Quasi subito dopo il Viatico e l'Estrema Unzione Fra Leopoldo perse all'improvviso la parola.

Ad un certo punto della notte dopo qualche rapido sguardo verso un canto del letto dalla parte del muro, ecco un ultimo sorriso celestiale come verso qualcuno che lo attendeva.

Due sospiri come per prendere sonno e subito dopo il trapasso.

Era il 27 gennaio 1922.

I funerali, nonostante la neve caduta in abbondanza, furono un vero trionfo con grande stupore degli stessi suoi confratelli.

Per qualche anno non si parlò più apertamente della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Ma nel 1925 i Catechisti sotto la guida del loro fondatore apriranno poi in Torino una scuola professionale loro propria.

Da principio dedicata a Nostra Signora della Pace, divenne nel 1929 la prima Casa di Carità Arti e Mestieri.

Così anche questo ideale trasmesso da Fra Leopoldo se per qualche tempo rimase come fuoco sotto la cenere riprese a poco a poco a fiammeggiare.

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