Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani

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L'"Amabilissimo Nostro Signore Gesù Crocifisso"

Gli inizi del regno divino posti dal Magistero di Gesù Cristo furono perfezionati e portati a compimento per mezzo della Croce dello stesso Redentore.

Difatti il Figlio di Dio "immolato divenne causa di salvezza per tutti quelli che gli obbediscono" ( Eb 5,9 ) secondo le profetiche parole "quando sarò innalzato da terra, trarrò tutto a me" ( Gv 12,32 ).

Con queste dichiarazioni incomincia il decreto di erezione dell'Unione a Istituto Secolare di diritto diocesano.

S. E. il Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, dopo aver ricordato "che tutta la scienza della salvezza cristiana a null'altro mira se non a Cristo e a Cristo Crocifisso" ( 1 Cor 2,2 ), così prosegue. "sappiamo che lo studio per conseguire ed esporre questa scienza divina, studio necessario a chiunque crede in Cristo, è stato intrapreso lungo i secoli da alcuni ordini religiosi come loro particolare incombenza.

Ma poiché perfino queste istituzioni umane invecchiano per la loro propria natura e le loro norme, con l'andare del tempo cadono in disuso, è necessario che le associazioni religiose si sviluppino le una dalle altre.

Perciò il nostro carissimo in Cristo, Fratello Teodoreto Giovanni Garberoglio, membro della Congregazione delle Scuole Cristiane, dopo aver piamente e lungamente meditato, associandosi all'uomo di Dio Frate Leopoldo Maria Musso dell'Ordine dei Frati Minori fondò un'Unione che prese il nome da Gesù Crocifisso e da Maria Immacolata, il cui fine era di rendere culto a Gesù Crocifisso con l'adorazione, e conformarsi a Lui con lo studio della perfezione evangelica e di rendere note agli altri le glorie della Sua divina carità per mezzo dell'insegnamento catechistico".

L'Unione in effetti è nata ai piedi di Gesù Crocifisso come portatrice di un nuovo messaggio destinato a richiamare gli uomini alla sublime realtà della croce, affinché essi abbiano attuale memoria dell'infinito amore di Dio tanto tangibilmente dimostrato con il dolorosissimo sacrificio del Calvario, e affinché i loro cuori si destino alla più profonda compunzione, alla più viva gratitudine riparatriece, e specialmente alla piena fiducia e al totale abbandono alla misericordiosissima, incessante e universale irradiazione redentrice del Signore Gesù Crocifisso.

La causa che ha prodotto l'Unione, il modello a cui essa di ispira, la meta a cui tende è Gesù Cristo Crocifisso.

Per ciascuno dei membri dell'Unione Gesù Crocifisso, soprattutto nella realtà del Sacrificio e Sacramento eucaristico, deve essere il centro di vita, l'oggetto supremo di tutti i loro desideri e affetti, lo scopo di tutte le loro imprese.

La pia pratica composta da Fra Leopoldo come "eco" del Venerdì Santo, prepara e perpetua gli affetti e gli effetti della Messa e della Comunione quotidiana, caratterizzando i sentimenti religiosi e la devozione dei Catechisti.

Infatti l'Unione è nata da questa "divozione" e di essa l'Unione deve essere la vivente incarnazione.

Il Cristo Crocifisso, mediante la sua divozione vuole che i Catechisti esprimano e insegnino a esprimere ogni sentimento, ogni moto interiore da cui il cuore umano ai piedi della Croce può essere ripieno e soggiogato, comprendendo e riassumendo tali sentimenti nel gaudio esultante, nella ardente dedizione riparatrice significati dall'estatica e magnificante attestazione "Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso".

"Amabilissimo", cioè infinitamente degno d'amore.

Questo grido dell'anima, Gesù Crocifisso vuole sia ripetuto quale professione introduttiva a ogni tappa del mistico pellegrinaggio alle sue cinque maggiori e santissime Piaghe, fatto "con Maria Santissima e con tutti gli Angeli e Beati del Cielo".

Come è rappresentato plasticamente dall'immagine caratteristica della divozione, la vita dei Catechisti è tutta stretta a Gesù Crocifisso, tutta nascosta con Lui in Dio.

Il loro intimo segreto è realtà del tutto nuziale: "rimanete in me e io in voi".

sorgente dell'intero loro essere spirituale e apostolico è la costante intimità, il continuo scambio di pensieri e di affetti con Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso.

Questo a loro insegnamento, sopra ogni altra cosa, gli scritti e la vita di Fra Leopoldo, la vita e gli insegnamenti del Fratello Teodoreto.

Non aveva forse S. Giovanni Battista de La Salle raccomandato ai Fratelli di adoperarsi affinché i loro allievi "pensent souvent à Jésus, leur bon et unique Maître; qu'ils parlent souvent de Jésus" ( La Salle MF 102 ).

Tale unione al Crocifisso, tale intimità con Lui viene proposta ai Catechisti non solo come meta, ma anche come premessa insostituibile per poter giungere a praticare, con la carità, ogni altra virtù.

Tanta parte dell'angoscia e del senso di isolamento che insidiano l'integrità dell'uomo moderno, non si debbono forse alle frustrazioni a cui le potenze affettive dell'anima sono assoggettate in conseguenza del rifiuto espresso al Cristo Redentore, in conseguenza della lontananza da Lui?

e la piena luce sulla nostra esistenza materiata di bene e di male, di gioia e di dolore, di vita e di morte, non viene forse soltanto da Gesù Crocifisso?

e il senso e l'esito misterioso della storia e del mondo, la cui indagine è particolarmente a cura nell'odierna mentalità apocalittica, non sono forse manifesti in cristo Gesù?

L'uomo di sempre, ma specialmente l'uomo di oggi ha bisogno di sapersi, di sentirsi amato tutt'intero nella sua singolarità e concretezza, nella sua grandezza e miseria, amato come nessun cuore umano può amare, come neppure egli stesso può amarsi.

L'uomo di oggi abbisogna di un amore che prima di lui lo abbia voluto, che alla radice di lui lo faccia esistere, che altre a lui sia il suo definitivo approdo, il suo sicuro e intramontabile futuro.

Un amore che conosca la sua fatica e il suo travaglio, che sappia di tutti i suoi problemi e speranze - fugaci e contingenti quanto si vuole, ma proprio suoi - che possa volgere in modo costruttivo le sue stesse colpe e manchevolezze, che possa trasfigurare come magnanima ed eroica una vita piccola e meschina, ma pure necessaria e inevitabile, un amore voglio dire in cui potersi rifugiare e rigenerare, un amore cui potersi affidare e abbandonare nella riscoperta totale di se stesso.

Di tutto ciò ha bisogno l'uomo contemporaneo, ma in modo che ciò non gli appaia egoistica pretesa o pusillanime debolezza.

Insomma l'uomo ha bisogno di un amore che sia l'Amore, un amore umanissimo perché divino e divino perché umanissimo: proprio l'amore misericordioso che indubbiamente e inoppugnabilmente ci esprime e ci comunica il mistero della Croce.

I Catechisti considerino come la salutare influenza del Crocifisso tocca principalmente ogni uomo, s'irradia su tutte le attività, realizzazioni e vicende umane, sino a influire sull'intera realtà cosmica, realtà d'altronde creata in vista del Cristo nonché compresa nella natura dell'uomo e nell'opera di questi coinvolta.

i Catechisti riflettano come tutto è stato assoggettato dal peccato, anche il mondo delle cose, e come tutto è redento in radice dal sacrificio di Gesù, mentre ogni creatura ancora geme nell'attesa della rivelazione dei figli di Dio. ( Rm 8,18-23 )

I Catechisti perciò, quali membra vive del Cristo Redentore e a Lui consacrati, cooperino nel mondo secolare e civile, nella storia dell'uomo con l'annuncio dell'esempio e della parola e mediante ogni cosa e impresa del mondo a rendere vitale questa universale attesa di Lui.

Mentre tutto attuandosi e svolgendosi declina e muore, i Catechisti suscitino ovunque la indefettibile speranza del giorno del Signore, cooperando con Gesù Crocifisso all'universale rinnovamento, alla virtuale trasposizione redintegrativa di tutto ciò che è buono e onesto nella pienezza radiosa e incorruttibile "dei nuovi cieli e della nuova terra" dove Dio sarà tutto in tutti.

I Catechisti abbiamo, come ideale di vivere nel mondo in unione al Cristo Redentore affinché in essi e con essi Egli sia presente in ogni ambiente e assuma, redimendola, ogni condizione sociale; affinché per mezzo delle loro stesse mani Gesù possa toccare e attuare volgendola a se medesimo e farla sua ogni onesta e legittima impresa e attività secolare.

I Catechisti vivano nel mondo in unione al Cristo Redentore affinché per mezzo del loro cuore Egli possa amare e tramite il loro esempio, i loro travagli e la loro parola Egli possa illuminare e sanare ogni fratello che essi avranno la ventura di incontrare per via.

Il mistero dell'Incarnazione e della Redenzione di Cristo è realtà sostanzialmente onnicomprensiva.

Questo mistero si continua col Cristo e per il Cristo sino al suo pieno trionfo nei cristiani di tutti i tempi, cristiani in cui Gesù in modo definitivo tutto assume e riassume in Lui, a gloria del Padre.

Sia dunque compito precipuo dei Catechisti, come consacrati nel mondo, di vivere e rendere manifesta nella condizione di laici e nelle secolari attività familiari professionali culturali e sociali, la volontà del Padre di "riconciliare tute le cose, rappacificando, mediante il sangue della Croce di Cristo, e le cose della terra e le cose del cielo" ( Col 1,20 ) e di "riunire, nell'ordinata pienezza dei tempi, in Lui tutte le cose" ( Ef 1,10 ).

Così nelle multiformi e molteplici attività e vicende umane e secolari, i Catechisti sempre agiscano annunciando e attuando la parola del Signore, parola con cui egli proclama la sua regalità, il suo impero, il suo primato su tutte le creature.

"Io sono alfa e omega, primo e ultimo, principio e fine" ( Ap 23,13 ).

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