La paternità spirituale di Fratel Teodoreto

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Premure paterne

Se lo scopo principe del Fr. Teodoreto fu di formare i giovani alla santità, creando loro l'ambiente scolastico e post-scolastico adatto, difendendoli dalle infiltrazioni di spirito mondano e consolidando l'autorità del Presidente, non è dire quanto Egli sia sempre stato attento ad aiutare i Catechisti in tutte le contingenze della vita e di confortarli nelle prove disposte dalla Divina Provvidenza.

Non c'è persona che abbia avvicinato Fr. Teodoreto senza ricevere qualche tratto di benevolenza e di aiuto.

Figuriamoci poi i suoi figli spirituali, i Catechisti!

A cominciare dal saluto che ricambiava a tutti singolarmente come se fosse solo, per poi infornarsi della famiglia, degli studi, di quella o quest'altra questione che poteva interessare in quel momento l'animo del Catechista fino a porgere a tutti l'acqua santa alla entrata in cappella, le sue erano premure delicate che non passavano inosservate.

Ma veniamo al suo interessamento per le vicende materiali dell'Istituto che ci rivelano che se è vero che Fr. Teodoreto voleva che i giovani dell'Unione mirassero alla santità, non è men vero come un buon padre cercava che i Catechisti fossero aiutati, nel limite del possibile, nei loro bisogni materiali sia personali che sociali.

Nel 1929 desideroso di dare ai Catechisti la possibilità di trascorrere qualche giorno di villeggiatura a Pessinetto, si interessò ad ottenere e lavorò per adattare un locale contiguo alla villa dei Fratelli ad uso dormitorio dei suoi figli.

Fu in quella circostanza che predisse che l'Unione avrebbe poi avuto i suoi soggiorni alpini, più in alto e con la cappella per dar modo ai giovani di trascorrere liete e fruttuose vacanze.

Nel 1938 iniziandosi la vita comune alla Casa di Carità di due Catechisti, Fr. Teodoreto convalescente da grave malattia, ringrazia il Cielo della guarigione ottenuta anche per poter vedere il principio dei nuclei famigliari fra Catechisti, che secondo lui dovevano organizzarsi per dare a quelli che ne avevano bisogno una assistenza per la vecchiaia.

Nei periodi di trattative per l'acquisto di immobili e in quelli difficili della costruzione della nuova sede della Casa di Carità Arti e Mestieri, sentimmo sempre viva la presenza del Padre, «infatti l'opera e il consiglio del carissimo Fr. Teodoreto in questi giorni sono stati – dice il diario dei Catechisti dell' 8.5.1929 riferendosi al contratto di acquisto della casa di Via Feletto – il grande ausilio datoci dalla Divina Provvidenza.

La sua assoluta calma è stata a noi comunicata e le sue parole furono il nostro viatico quotidiano».

Come un generale davanti ai suoi piani di battaglia sta misurando la portata dell'azione e i mezzi da impiegarsi, Fr. Teodoreto sapeva spingersi con coraggio nelle imprese più ardue avendo sempre presente la grandiosità dell'opera che il Signore gli aveva affidato.

Infatti, ponendo tutta la sua confidenza in Lui solo – dice il diario dell'11 aprile 1929 – incoraggiava i Catechisti ad acquistare più terreno possibile, perché riteneva l'opera di quelle che continuamente si sviluppano.

Ma pur in mezzo a tante occupazioni di direzione delle scuole – aveva cinque quartieri alle sue dipendenze – ultimamente della Unione e della Casa di Carità Egli sapeva far sentire al singolo la sua paternità sia con il consiglio e sia con l'autorità del suo appoggio presso terzi.

Nel febbraio del 1946 pur essendo colpito da broncopolmonite ricevette e confortò i suoi Catechisti, tra gli altri uno che, forse, gli aveva prospettato una critica situazione di lavoro.

Subito dopo al Catechista che l'assisteva ebbe a dire con un fil di voce, ma con l'espressione di viva soddisfazione: «Ho consolato M…, ho consolato M…».

Il suo interessamento per procurare lavoro ai disoccupati era vivissimo e si diceva ben lieto quando riusciva a portare a buon termine tali difficili missioni.

Ultimamente impedito da malattia ad uscire dal Collegio incaricava di tali pratiche i Catechisti con la più benevola insistenza.

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