Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri

Formare Educare

Dovremmo stare insieme ai ragazzi, essere loro vicini nei momenti extrascolastici, portarli in classe entusiasti.

Direttore

Dobbiamo sconfiggere l'apatia! Bella è la tensione precedente l'incontro sportivo, ancora di più quella post partita.

Direttore

Casa dì Carità è una scuola di rinnovamento.

Chiede a ciascuno di rinnovare dentro di sé l'entusiasmo per ciò che viene fatto.

Docente

Un nostro direttore ci stringeva spesso il braccio dicendo a ciascuno di noi: "Vai avanti!".

Anche noi dobbiamo avere questa sorta di obbligo all'ottimismo.

Direttore

"Se il ragazzo non ha voglia, che cosa ci posso fare?"

È una frase che un insegnante non può proprio permettersi!

Direttore

Il mio Direttore mi fermava nel corridoio, mi guardava in volto e mi diceva: "È bene che i ragazzi che alle volte hanno poco dalla vita abbiano almeno un insegnante che sorride!"

Docente

No; ascoltiamo i ragazzi con la nostra mentalità, dovremmo farlo di più con la loro.

Direttore

Dico ai ragazzi: "Trovate un insegnante, quello che più vi ispira, e fatelo diventare un vostro punto di riferimento.

Chiedetegli ascolto!"

Docente

Dovremmo legarci ai ragazzi anche nei momenti di pausa, extra-scolastici.

Stare insieme a loro anche in contesti diversi da quello della classe.

Dobbiamo diventare per loro punti di attrazione.

Docente

Dobbiamo costruire con loro un terreno comune, un po' come in famiglia.

Direttore

Essere uno di loro, come loro, ma non un compagnone.

Direttore

Perderli di vista nelle pause mensa è un vero peccato, un'occasione. educativa sprecata.

Docente

Il gioco va visto come occasione di confronto, di scoperta, di dono reciproco, di sana competizione.

È scoperta delle fragilità reciproche, ma anche scoperta dei legami che ci uniscono.

È un esercizio di impegno collettivo.

Direttore

Siamo insegnanti che aiutano gli altri in maniera più completa che altrove.

Docente

Occorre imparare a fare formazione anche attraverso lo stage.

Pochi di noi sono abituati, ma occorre fare un salto.

Dobbiamo imparare che oggi la nuova formazione avviene anche durante il periodo di stage.

Docente

Insegnare: missione o vocazione?

Missione implica attendersi di vedere il risultato; vocazione è invece rispondere a una chiamata, è una precondizione, certo non sufficiente da sola, perché insieme ci vuole tecnica ed anche esperienza.

Docente

Che cosa sento di "salvare" con l'insegnamento?

Non so le anime, ma certo la dignità, la possibilità di cambiare che è racchiusa nei ragazzi.

Docente

Dobbiamo avere fiducia: in noi, perché un nostro gesto può forse cambiare il futuro di un ragazzo; fiducia nell'Ente, nella sua origine, nella sua missione.

Docente

Dobbiamo insegnare ai ragazzi a vedere che "dietro" e "oltre" c'è qualcos'altro, al di là del presente e delle apparenze.

Docente

Un ragazzo, mentre era a militare, è tornato per dirmi: "Ma come faceva a sopportarmi, con tutto quello che combinavo?"

Se ne è accorto adesso, gli è scattata la consapevolezza del mio lavoro dopo qualche anno, vivendo un'esperienza tutta diversa …

Docente

No; vediamo i frutti del nostro lavoro solo a distanza.

Docente

Dobbiamo cogliere il cambiamento di atteggiamento che avviene nei ragazzi alla fine di un ciclo.

Non dobbiamo concentrarci solo su ciò che sanno o non sanno.

Qualcosa rimane, qualcosa succede nella testa e nel cuore dei ragazzi …

Docente

Se vediamo solo ciò che appare perdiamo le cose più importanti.

Dobbiamo guardare con speranza al dopo! Saper vedere l'invisibile!

Ciò che conta non è tanto fare delle belle "fotografie" dei ragazzi, come sono, cosa al presente ci possiamo attendere da loro.

Ciò che conta, a partire dalle "fotografie", è pensare a come il ragazzo si potrà modificare, come potrà diventare!

Direttore

Dobbiamo andare oltre il voto, usare il voto!

Segretaria

Ai nostri ragazzi manca la dimensione del sogno, del progetto, sono come "addentati" al presente.

Docente

Noi siamo chiamati a seminare non a raccogliere il frutto.

Magra consolazione? Direi consolazione per persone coraggiose.

Docente

Ogni tanto penso che il futuro Presidente della Repubblica, il futuro Papa, ora stanno frequentando la scuola, hanno degli insegnanti.

Dobbiamo fare attenzione perché il materiale umano con cui lavoriamo può esplodere, nel bene come nel male, e questo dipende anche da noi.

Docente

Entusiasmo

La parola greca enthousiasmos significa letteralmente "pieno di Dio", "essere di Dio".

Chi è entusiasta, e trasmette agli altri entusiasmo, è in qualche modo attraversato da una sorta di spirito divino e ne diventa l'apostolo …

È entusiasmante formare al bene mediante le Arti e i Mestieri.

Presidente

Ottimismo

Il sorriso è il segno lasciato sul volto dalla fede che ci anima.

Lo dimostra l'angelo scolpito sulla facciata della cattedrale francese di Reims.

L'angelo sorride, perché sa, perché conosce le meraviglie nascoste dell'esistenza.

È posseduto da una tranquilla felicità, da una salda certezza.

Rivela tutto ciò con un sorriso: sulla soglia della casa di Dio, l'angelo riesce a far sorridere anche la pietra.

Anche S. G. B. de La Salle ha certamente colto il sorriso dell'angelo di Reims, e ci trasmette tuttora questo ottimismo per la nostra missione educatrice.

Presidente

Ascolto

"Venite a me voi che siete affaticati e oppressi, io vi consolerò" ( Mt 11,28 ).

Consolare significa anche accogliere con l'ascolto, offrire un supporto a colui che non sa con chi condividere una solitudine.

Significa dare dignità a tante storie di vita, tristi o meno, che comunque non troveranno mai un loro senso compiuto se non grazie a qualcuno che, con amore, le vorrà ascoltare.

La Casa di Carità è casa di ascolto, per una formazione mirata, non astratta.

Presidente

Completezza - Competenza

Chi siamo? Come definirci? Degli istruttori - addestratori?

Forse in parte, ma certo non soltanto.

Addestrare significa preparare i propri allievi a difendersi dal nuovo, dalle sorprese del futuro.

Noi invece li apriamo al nuovo, alla vita, affinché siano pronti ad accogliere nella maniera migliore ciò che li attende.

Quindi degli educatori? Certamente sì, senza però dimenticare che siamo anche chiamati a fornire ai nostri allievi un sapere e delle competenze tecniche.

Forse allora i termini che meglio qualificano il nostro lavoro sono insegnante-formatore.

Forniamo un sapere, delle competenze, una cultura e al contempo aiutiamo gli allievi a dar forma alla loro vita, a dare ad essa un senso e una direzione.

Siamo quotidianamente impegnati in un difficile percorso di "pedagogia esistenziale", dove tutto ( ad esempio un gesto di ascolto, un modo di fare lezione o il semplice offrire il passo a un ragazzo davanti a una porta ) diventa importante.

E non solo ciò che avviene in aula, ma le quattro chiacchiere scambiate nel corridoio, lo stare con gli allievi in mensa, l'esempio di comportamento che offriamo stando con loro in campo durante un torneo di calcetto …

E forse proprio attraverso il gioco e lo sport possiamo fornire le migliori "lezioni di morale": la lealtà, l'accettazione delle regole, l'impegno, la solidarietà nell'impresa comune, il rispetto reciproco …

Per molti dei nostri allievi il campo di gioco può rappresentare la loro vera università per la vita.

Alla Casa di Carità l'educazione si realizza essenzialmente facendo formazione professionale: insegnare un mestiere è forgiare l'allievo e sensibilizzarlo all'amore a Gesù. In tal modo la missione diventa una vocazione.

Presidente

Lungimiranza

Un imprenditore illuminato era solito assumere giovani senza disporre veramente di un posto a cui destinarli.

Il responsabile del personale lasciava fare, poi un giorno chiese ragione di un comportamento in apparenza così assurdo.

L'imprenditore gli disse: "Tutti hanno dentro una perla …

Bisogna solo dare loro il modo e il tempo per farla conoscere.

Lei deve rendersi conto che non esistono persone già fatte per un ruolo: per sapere se sono adatte occorre immaginare come saranno diventate tra un anno!".

La lungimiranza è questo saper veder lontano, questa immaginazione intrisa di speranza, questo voler rimescolare i tempi, questo sforzo di calare il futuro nel presente e di trasformare il presente in una promessa d'avvenire.

La Carità opera a breve, a medio e a lungo termine, anzi per l'eternità: questi sono i tempi della nostra Casa negli investimenti educativi e formativi.

Presidente

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