Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri

Relazione

Occorre prendersi cura anche del collega, del nuovo assunto, non prenderlo e piazzarlo in classe o in ufficio.

Bisogna fargli respirare l'aria di Casa di Carità, avere cura del collega, metterlo in condizione di lavorare bene.

Segretaria

Avevo tra i miei allievi un ragazzo affetto da nanismo.

Un giorno lo vedo al solito in disparte con le cuffie alle orecchie.

"Perché ascolti musica in questo modo?" gli chiedo.

"Perché sono solo" mi risponde.

Ho incominciato a tenerlo d'occhio e a seguirlo con particolare attenzione.

Oggi, a distanza di anni, viene ancora a trovarmi.

Docente

"È un abisso" ci dicono i ragazzi quando ci confrontano con altri Enti, soprattutto dal punto di vista dell'attenzione per la persona, della relazione.

Segretaria

Il rischio è di perdere l'attenzione alla persona.

Se tu rinunci ad educare il ragazzo, lo offendi.

Docente

Da noi c'è qualcosa in più e questo qualcosa lo sentono anche i ragazzi.

Docente

Una mamma mi diceva: "Grazie per come fate scuola".

Forse è anche per come sviluppiamo nei ragazzi la consapevolezza e la gioia di poter fare e, in poco tempo, anche di saper fare.

Direttore

Casa di Carità non può e non deve essere come un Istituto tecnico.

Direttore

In qualche modo sento che insegno qualcosa anch'io, quando incontro ragazzi che hanno bisogno di una parola, un consiglio, un appoggio.

Forse sono un po' mamma e un po' insegnante.

Segretaria

La segretaria, la donna delle pulizie, anche loro educano il ragazzo, nel momento in cui lo richiamano nello spirito di una madre.

Direttore

Venticinque anni fa, la prima volta che ho messo piede in Casa di Carità, l'accoglienza l'ho vista nella signora delle pulizie, che mi ha salutato, mi ha accompagnato in classe …

Docente

L'accoglienza la si fa anche con gli adulti, con i diplomati.

Direttore

L'accoglienza è essenziale, se non funziona è perché è vissuta come materia.

Docente

Dobbiamo riuscire in qualche modo ad affiancare di più i nuovi entrati, ad inserire meglio i collaboratori esterni.

Docente

Tendere la mano alla fine di un colloquio: un gesto importante!

Docente

Ospitalità è accogliere con un sorriso, la sua essenza, è racchiusa nell'offrire delle caramelle allo sportello …

Segretaria

Prendersi cura - Farsi carico

Cura è premura, attenzione, sollecitudine, vigilanza, ma anche preoccupazione e inquietudine, nei confronti di una persona o di un oggetto per noi di valore.

La cura è un atteggiamento fondamentale dell'uomo, un modo d'essere attraverso cui la persona esce da sé e si apre al mondo, si affaccia sugli altri e trova in loro il suo baricentro.

Aver cura, prendere a cuore: forse le parole conservano l'antico legame tra lo zelo d'animo e il palpitare, il bruciare del cuore per qualcuno o qualcosa.

La cura nasce infatti quando la vita di qualcuno ha importanza per me.

Allora incomincio a dedicarmi a quella persona.

Divengo partecipe del suo destino e delle sue sofferenze.

Senza il nostro sentimento, la nostra dedizione, il nostro cuore, la materia di cui sono fatti i nostri ragazzi sarebbe spesso destinata a rimanere informe.

Occorre che qualcuno si chini su di loro, metta cura nel modellare la loro educazione, insegni loro la cura di sé e per gli altri.

Insegni ad aver cura per il lavoro, a mettere diligenza e amorosa sollecitudine in tutti gli aspetti della vita, siano essi materiali o spirituali.

È nella Casa che le relazioni sono paterne, materne, filiali e fraterne, anche quando occorre esortare e magari riprendere.

Presidente

Accoglienza

Il termine "accoglienza" viene dal latino ad e collìgere, raccogliere, radunare, riunire.

Significa ricevere e ospitare qualcuno o qualcosa con varia disposizione d'animo.

Il Vangelo sottolinea la sacralità dell'ospitalità.

"Ero forestiero e mi accoglieste" ( Mt 25,35 ).

Ero un estraneo e mi avete guardato e senza conoscermi mi avete riconosciuto.

Chi arriva da noi cerca in primo luogo questa forma ormai rara di riconoscimento: vuole essere riconosciuto non solo come numero o come "utente", ma come persona.

Cerca qui la casa, la famiglia, il luogo dove le cose sono messe in comune, dove conta stringere relazioni ancor prima che trasmettere informazioni, cerca un ambiente dove venga riconosciuto valore all'uomo.

Cerca qualcuno che in forma moderna gli ponga le domande dell'antica ospitalità: "Come ti chiami? Da dove vieni? Che cosa cerchi?".

E voglia ascoltare la sua risposta, forse stentata, ma spesso sofferta e complessa.

Ospitare, certo, non significa tutto accettare, tutto tollerare, ma sforzarsi di capire, andare incontro alla diversità dell'altro fin dove si ritenga giusto e possibile, senza derogare ai principi che ci rendono orgogliosi di appartenere a una fede e a una comunità, la nostra comunità.

Ma è cosa possibile "ospitare" colui che arriva ad esempio ad un nostro sportello? E come farlo?

Usando le semplici regole della cortesia.

Quella vera, naturalmente, fatta di un gesto meditato, di sorridente curiosità, di un pizzico di pazienza per chi giunge da noi e che forse non ha piena consapevolezza di essere in cerca più che di un luogo dove apprendere, di un diverso modello per vivere e per comunicare.

La Carità contiene, compendia e valorizza gli atteggiamenti da tenere verso gli altri, specie se di Casa.

Presidente

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